Dimmi che famiglia d’origine hai e ti dirò chi sei… o chi diventi

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L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.

influenze della famiglia psicologia
In una relazione genitoriale che condiziona il proprio presente in modo disfunzionale, non è strano domandarsi: dai genitori non ci si libera? È una persecuzione? Una risposta efficace la cogliamo in Avrò cura di te, romanzo di Chiara Gamberale e Massimo Gramellini: “I tuoi genitori sono necessari alla prova che devi affrontare in questa vita: uscire da loro per non essere uguale a loro. Tu non sei venuta al mondo per scappare, ma per spiccare il volo”.

Famiglie d’origine e contesti di apprendimento

Psicologi e psicoterapeuti che si occupano delle relazioni familiari considerano la famiglia come uno dei principali contesti di apprendimento: è attraverso le interazioni familiari che si apprendono i ruoli e le modalità di relazione.

Il sottosistema coniugale ha quindi un’importanza fondamentale per la crescita del figlio, in quanto rappresenta un modello importante di rapporto di intimità.

Secondo l’approccio sistemico-relazionale, che pone l’accento sui legami intergenerazionali, alla base di ogni nuovo gruppo familiare che si forma vi sono il comportamento e gli atteggiamenti di almeno una famiglia precedente.

La famiglia di origine costituisce il modello conscio e inconscio di ciò che ciascuno si aspetta dalla propria vita familiare.

Genitori e condizionamento dei loro conflitti irrisolti sui figli

Quanto più le relazioni nella famiglia di origine sono prive di elementi conflittuali irrisolti, tanto meno la scelta del partner sarà “libera” nel senso che i vincoli, le preclusioni, la necessità di legarsi ad un particolare tipo di partner sono molto meno pressanti.

Elementi conflittuali nella relazione tra genitori, invece, diventano il bagaglio culturale e il termine di confronto che i figli utilizzano per costruire la propria relazione con i partners e portano con sé gli aspetti problematici di partenza.

È consuetudine vedere dei genitori che più o meno esplicitamente pongono ai figli richieste compensatorie rispetto ai problemi che loro stessi non sono riusciti a risolvere o a relazioni rivelatesi deludenti.

Ciò ha un ruolo importante nel fenomeno della ripetizione di situazioni passate.

Famiglia “ponte” tra passato e futuro

Quindi la relazione genitoriale può determinare ciò che l’individuo porta con sé nella costruzione di successive relazioni interpersonali. Il passaggio dall’alleanza antica (con la famiglia di origine) all’alleanza nuova è il punto basilare per la formazione della relazione di coppia.

Nel partner si cerca sempre sia qualcosa di familiare che qualcosa di nuovo; sia qualcosa che si sleghi troppo dal passato sia qualcosa che ci dia nuova vitalità.

Guardare l’antico con occhi nuovi rappresenta quella continuità storica necessaria per l’evoluzione sia personale che di coppia” leggiamo nella teoria.

Da quanto detto emerge che la scelta del partner coinvolge solo in apparenza due persone, infatti ogni nuovo rapporto intimo presuppone e comporta una serie di confronti con altri rapporti significativi. Esistono due dimensioni lungo le quali si effettua il confronto:

  • orizzontale – in cui si collocano i legami di pari livello gerarchico (fratelli, sorelle, partners, ecc.);
  • verticale trigenerazionale – in cui si pongono legami tra diversi livelli gerarchici (nonni, genitori, figli, ecc.).

Sempre dalla teoria cogliamo l’inclusione nel sistema familiare dell’intero sistema emotivo di almeno tre generazioni. Per cui l’insieme che comprende la famiglia nucleare non è altro che uno dei sottosistemi emotivi influenzati da relazioni passate, presenti o future, all’interno di un vasto sistema trigenerazionale.

Di solito, nell’analizzare le relazioni di coppia si prende in considerazione innanzitutto il piano orizzontale, poi anche quello verticale. Uno degli errori più comuni, invece, è limitarsi solo al livello orizzontale delle relazioni: si può continuare a credere che ripetuti fallimenti sentimentali siano da attribuire ad una serie di eventi sfortunati nelle relazioni con i diversi partners, senza accorgersi di quanto queste siano gravate “verticalmente” dalle vicissitudini dei rapporti con i genitori o con altri membri significativi della famiglia d’origine.

Eredità psicologiche e ricerca delle soluzioni

Ogni difficoltà derivante dalla presenza di problemi psicologici del genitore, con cui i figli si sono identificati, porterà nelle successive relazioni di questi ultimi al tentativo costante di trovare una soluzione al problema che si è presentato nella relazione originaria.

Da numerosi studi sulle mogli di uomini alcolisti, per esempio, si è rilevato che molte di queste provengono da una famiglia che per via generazionale assegna alla donna il ruolo di martire e spesso con un padre alcolista. Ciò può valere anche per altre casistiche ovviamente.

Si ripropone così – sia in orizzontale (nella relazione coniugale), sia in verticale (nella relazione genitori/figli) – il tema relazionale della propria famiglia d’origine. Il legame che si è instaurato e che deve la sua forza principalmente ai contenuti problematici delle precedenti relazioni non dovrebbe evolvere/migliorare, se vuole mantenersi con la stessa intensità; altrimenti verrebbe meno in gran parte anche la sua ragion d’essere.

Separarsi quindi da rapporti passati significa anche correre il rischio di vedere svuotata di significato la relazione attuale. Vista così, sembra che le relazioni passate ci condizionano senza darci via di scampo.

Ognuno di noi, invece, deve partire da quei limiti per superarli; non per mantenerli o perpetrarli pensando di avere la capacità di gestirli. Le disfunzionalità relazionali vanno guardate in faccia ed elaborate per dominarle affinché non arrechino più danni.

Rita Maria Turone, psicoterapeuta sistemico-relazionale
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