Ci sono individui crudeli travestiti da brave persone. Sono esseri che feriscono, che aggrediscono tramite un machiavellico ricatto emotivo basato sul timore, sull’aggressione e sulla colpa. Mostrano spettabili bontà dietro le quali si celano interessi occulti e profonde frustrazioni.
Spesso si dice che chi ferisce lo fa perché è stato ferito a sua volta. Chi è stato offeso, offende. Queste idee non hanno una base veritiera, inoltre vi è un altro aspetto da considerare e che non sempre ci piace ammettere. La malvagità esiste. Le persone crudeli, a volte, presentano determinate caratteristiche biologiche che inducono ad adottare comportamenti aggressivi.
Lo studioso e divulgatore argentino Marcelino Cereijido ci segnala un aspetto interessante. “Non esiste il gene della malvagità, ma alcune circostanze biologiche e culturali che possono favorirla”. L’aspetto più complesso è che, molto spesso, tendiamo ad affibbiare etichette e patologie a comportamenti che, semplicemente, non rientrano nei manuali di psicodiagnosi.
Le azioni malvagie possono presentarsi senza la necessaria presenza di una malattia psicologica sottostante. Tutti noi, in qualche periodo della nostra vita, abbiamo conosciuto una persona con questo profilo. Esseri che ci ossequiano con lusinghe ed attenzioni. Persone simpatiche, ben viste dalla società, ma che in privato delineano un’ombra scura e molto allungata. Nell’abisso dei loro cuori risiedono la crudeltà, la mancanza di empatia e persino l’aggressività. Vi proponiamo di riflettere su questo tema.
Le persone crudeli e la molecola della morale
Così come abbiamo indicato, al giorno d’oggi nessuno ha potuto affermare l’esistenza del gene della malvagità. Ad ogni modo, negli ultimi anni sono aumentati gli studi su un aspetto affascinante: la cosiddetta “molecola della morale”. Per capire meglio di cosa si tratta, presentiamo una storia vera; una storia terribile che, purtroppo, si verifica con troppa frequenza.
Hans Reiser è un programmatore statunitense famoso per aver creato i file ReiserFS. Dal 2008 è nel carcere di Mule Creek per aver ucciso sua moglie. Non ha avuto scrupoli nel dichiararsi colpevole e nel rivelare dove avesse sotterrato il corpo di Nina Reiser. Bisogna sottolineare che questo specialista della programmazione gode di un’intelligenza prodigiosa, tanto che iniziò i suoi studi universitari quando era solo un adolescente.
Dopo un processo rapido ed essere stato detenuto nel carcere di San Quintín, decise di preparare egli stesso il suo appello. Tramite 5 fogli scritti a mano, dichiarò che il suo cervello funzionava in modo diverso. Reiser era a conoscenza degli studi sull’ossitocina che si stavano realizzando all’epoca e li utilizzo come argomento di difesa. Secondo lo stesso, era nato con questo problema: il suo cervello non produceva la cosiddetta molecola della morale, era dunque privo di empatia.
Ovviamente, come c’era da aspettarsi, questa dichiarazione non lo esentò dallo scontare l’ergastolo. Tuttavia, si riaprì il dibattito sull’origine della malvagità. Al giorno d’oggi si dà pieno valore alla teoria secondo cui l’ossitocina è l’ormone che ci fa essere “umani” nel suo significato più autentico: persone rispettose e che si preoccupano di accudire, badare ed entrare in empatia con i propri simili.
Come difendersi dalla crudeltà camuffata
Nel nostro quotidiano non sempre ci relazioniamo con persone crudeli come quella appena descritta. Tuttavia, siamo vittime di altri tipi di interazioni: quelle della falsa bontà, dell’aggressività celata, della manipolazione, dell’egoismo sottile, dell’ironia più nociva, etc.
Questi comportamenti possono essere il risultato di diversi fattori. Carenza di intelligenza emotiva, un ambiente poco affettuoso nel quale è cresciuta la persona e, perché no, un deficit di ossitocina. Tutto ciò, forse, può determinare un’aggressività più o meno celata. In qualunque caso, non possiamo dimenticare che con aggressività non ci riferiamo solo agli abusi fisici.