Genitori in disaccordo e ripercussioni sui figli: la teoria di Adler

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Psicologa Psicoterapeuta a orientamento psicodinamico (indirizzo adleriano individual-psicologico), con esperienza nei Disturbi dello spettro autistico e formazione nella Terapia di Coppia e nel Training Autogeno.


Nella Psicologia Individuale uno dei temi fondamentali è quello del sentimento sociale, ma che cos’è? Come si manifesta negli individui? Il sentimento sociale è l’“Istanza basilare dell’uomo, che crea in lui il bisogno di integrarsi con i propri simili e di cooperare con loro. È comprensivo della compartecipazione emotiva, ossia della condivisione di uno stato emotivo con un’altra o più persone, e dell’interesse comunitario, ossia della tendenza alla cooperazione sociale.” (Parenti, 1987, p. 153).

Secondo Adler, il sentimento sociale è una potenzialità innata che deve essere stimolata per potersi sviluppare e può farlo solo all’interno del contesto sociale. Quest’ultimo è inteso come la percezione individuale e soggettiva del bambino rispetto alla società. Tale percezione deriva dal potere creativo del bambino che è guidato dall’ambiente e dall’educazione ricevuta ed è influenzato dalle esperienze corporee e dalla valutazione che ne dà.

La capacità di identificazione

Alla base del sentimento sociale è presente la capacità di identificazione. Questa capacità permette di instaurare rapporti di amicizia e di far fronte ai tre problemi vitali propri degli esseri umani (lavoro, inserimento sociale e amore) e può essere messa in atto solo insieme agli altri.

Quando il sentimento sociale è sviluppato, la persona riesce a trovare soluzioni ai propri problemi, “[…] si sente a casa nel mondo, raggiunge sicurezza e coraggio e si avvicina anche il più possibile alla percezione reale delle cose.” (Ansbacher, 1956, pag. 169). Inoltre, aiuta l’individuo a creare la propria aspirazione alla superiorità, permette di raggiungere le proprie mete e l’affermazione di sé e di adattarsi adeguatamente alla realtà. Oltre a ciò, media lo sviluppo di tutte le capacità dell’individuo e ha lo scopo di condurre tali capacità sulla “[…] strada giusta, senza limiti esterni e restrizioni poste al loro sviluppo.” (Adler A., Adler K., 1931, pag. 109).

Come si sviluppa il sentimento sociale?

Lo sviluppo del sentimento sociale inizia con la relazione primaria tra il bambino e la propria madre (o altro caregiver di riferimento). In tale relazione vi è una reciproca interazione, il bambino ricerca il soddisfacimento del bisogno di tenerezza che rappresenta l’anticipatore del sentimento sociale. Una madre che sappia rispondere in modo né troppo frustrante né troppo accondiscendente a tale bisogno sarà una madre (per dirla in termini winnicottiani) “sufficientemente buona”, che permetterà uno sviluppo adeguato del sentimento sociale del figlio e fornirà gli strumenti utili ad affrontare la realtà in autonomia.

Il sentimento sociale adeguato si sviluppa anche attraverso la coerenza tra lo stile materno e quello paterno. Secondo Adler, il padre dovrebbe non distanziarsi troppo dallo stile educativo materno, attraverso atteggiamenti troppo severi o al contrario troppo permissivi, ma collaborare con la madre nelle scelte educative. Così facendo il bambino avrà la possibilità di interiorizzare uno stile di cooperazione che potrà poi riprodurre nell’ambiente esterno alla famiglia, nella società e nelle relazioni con l’altro.

Il matrimonio (o le unioni) per Adler: il ruolo della famiglia

Adler, infatti, vede il matrimonio come un’associazione di due individui allo scopo di produrre mutuo benessere per la coppia, nonché benessere per propri figli e di conseguenza per la società. L’immagine del matrimonio (o dell’unione/convivenza, come molto spesso accade nei giorni nostri) e dello stile di interazione dei genitori che viene rimandata al bambino avrà conseguenze sullo sviluppo del suo sentimento sociale. Secondo Adler, la capacità del padre (e della coppia) di vivere sul lato utile della vita e la sua capacità di stringere relazioni amicali, farà sì che la famiglia prenda parte alla vita sociale e così facendo il bambino potrà giovare delle influenze esterne e gli verrà mostrata la strada verso il sentimento sociale e la cooperazione.

Anche i fratelli hanno un ruolo importante nello sviluppo del sentimento sociale e dello stile di vita dell’individuo. Tra fratelli, come tra i genitori, deve vigere il regime della cooperazione e questa dev’essere stimolata dai genitori fin da subito. Secondo Adler, i primogeniti che non vengono adeguatamente preparati alla nascita di un fratellino o sorellina e che non vengono educati alla cooperazione potrebbero sviluppare un sentimento sociale inadeguato e/o disfunzionale.

Il sentimento sociale si costruisce solo in famiglia?

No, secondo Adler un ruolo importante per lo sviluppo del sentimento sociale è attribuito anche alla scuola. Secondo l’autore è necessario che a scuola i bambini vengano istruiti alla cooperazione e non alla competizione. Ciò risulta importante in quanto la competizione porta un interesse per sé e non per l’altro e quindi stimola la spinta alla superiorità sul lato non utile della vita. Al contrario, la cooperazione orienta verso l’altro e quindi sul lato utile della vita.

La figura dell’insegnante ha un ruolo importante per lo sviluppo e il mantenimento del sentimento sociale. Questi, come la madre, “[…] deve legare il bambino a sé e aiutarlo. Tutto il futuro dipende dall’interesse che si riesce a suscitare in lui […]” (Adler A., Adler K., pag. 135). Inoltre, deve rendersi conto di quali sono i problemi del bambino e tentare di porre rimedio agli errori educativi dei genitori, per poterlo fare l’insegnante per primo deve interessarsi dei propri alunni riconoscendoli nelle proprie differenze. Un altro suo compito è quello di stimolare la cooperazione dei bambini, questo perché educare alla cooperazione nell’infanzia è, per Adler, un fattore protettivo da nevrosi, alcolismo, crimine e suicidio in età adulta.

Anche il gruppo dei pari, soprattutto nel corso dell’adolescenza, ha un ruolo fondamentale perché con loro l’individuo allena il proprio sentimento sociale. È quindi anche nell’interazione con i pari, in tutte le fasi dello sviluppo, che l’individuo mette alla prova le capacità di cooperazione che ha appreso e interiorizzato e che danno corpo e sostanza al suo sentimento sociale.

Quando il sentimento sociale è disfunzionale: dai comportamenti criminali al disadattamento sociale

Il sentimento sociale può svilupparsi in modo inadeguato? Quali possono essere le cause e le conseguenze? Secondo Adler, le cause di uno sviluppo disfunzionale o insufficiente di sentimento sociale si possono rintracciare in diversi eventi e situazioni. Per esempio, una malattia grave durante i primi cinque anni di vita può mettere il bambino al centro dell’attenzione e fargli percepire un’importanza tale da trasformarlo in un bambino viziato, non in grado di collaborare con il resto della famiglia. Ovviamente non tutti i bambini che hanno attraversato una malattia durante l’infanzia avranno sicuramente sviluppato un sentimento sociale disfunzionale, tutto dipende dall’approccio genitoriale. Altri esempi sono riconducibili al ruolo del bambino all’interno della famiglia, alla sua posizione di nascita e al rapporto con i fratelli oppure alla presenza di conflitto e/o non collaborazione tra i genitori.

Partendo dal presupposto che non è possibile trovare un individuo immune da fallimenti nella cooperazione e nel sentimento sociale, Adler specifica che nei criminali, nei nevrotici, negli psicotici e nei suicidi, tali fallimenti risultano più gravi e quindi generano conseguenze più importanti. L’autore notò che lo scarso sviluppo del sentimento sociale aveva effetti negativi sulla percezione, sul ragionamento e sulla costituzione dei valori. Soprattutto nel nevrotico, la visione del mondo è centrata sulla propria persona e non si estende al di fuori. Le azioni e i ragionamenti hanno significato solo per l’individuo nevrotico, ma non ne hanno a livello di senso comune.

Nel suo lavoro clinico, Adler osservò che i bambini che mettevano in atto comportamenti devianti (come piccoli furti o aggressività verso i coetanei) presentavano un sentimento sociale deficitario, che impediva loro di trovare un punto di contatto con l’altro e che li portava a vedere l’altro come un nemico da cui diffidare e verso cui essere privi di scrupoli.

Nevrotici, suicidi, comportamenti criminali: bambini deprivati e bambini viziati

Secondo Adler, la mancanza di sentimento sociale nel bambino si manifesta con sfumature diverse in base all’atteggiamento attivo o passivo nei confronti della vita. Un atteggiamento passivo porta il bambino ad attendere che i propri desideri vengano esauditi dagli altri senza uno scambio reciproco, mentre un atteggiamento attivo porta a prendere ciò che desidera senza che gli venga offerto. Questo secondo atteggiamento rappresenta, per Adler, la struttura psichica di un individuo potenzialmente delinquente.

Nelle sue riflessioni sui criminali e sui suicidi Adler sostiene che queste persone presentino un insufficiente grado di sentimento sociale e di capacità di identificazione con l’altro. In entrambi i casi, essi si pongono mete di superiorità eccessivamente elevate che ricadono nel lato non utile della vita. Nel criminale la lotta per il raggiungimento della meta di superiorità non include la cooperazione e quindi non risulta utile per la società.

La capacità di cooperazione è l’elemento che differenzia tra loro i vari criminali e che li porta a orientarsi verso crimini di diversa natura. Ciò che distingue i criminali rispetto ai nevrotici, agli alcolisti e ai suicidi è il grado di attività: i primi utilizzano ciò che resta della loro capacità di agire verso il lato inutile della vita ed eventualmente cooperando (in modo disfunzionale) con chi ritengono simile a loro, i secondi restano passivi e non riescono ad attuare nemmeno una minima forma di cooperazione.

Adler è arrivato a ritenere che sia possibile trovare individui con scarso sentimento sociale, ma non sia possibile trovare un uomo che sia completamente privo di sentimento sociale nemmeno tra i criminali. Ciò sarebbe dimostrato dal loro tentativo di giustificare il proprio stile di vita e di attribuire le responsabilità delle proprie azioni agli altri. Adler afferma che “Essi hanno perso il coraggio di procedere lungo il lato utile della vita e il loro complesso d’inferiorità gli suggerisce: «Perseguire il successo con la cooperazione non è cosa per te». Per questo si sono allontanati dai veri problemi della vita e hanno intrapreso una lotta con le ombre per convincersi di essere forti.” (Ansbacher, 1956, pag. 280).

Un’altra caratteristica che Adler riscontra nei criminali, e che dimostra un fallimento del sentimento sociale, è la codardia. Questa, secondo l’autore, è il tentativo del criminale di imitare l’eroe, ma in realtà altro non è che un mezzo per evitare i problemi che non si sente in grado di risolvere ed è il risultato di un errato schema di percezione della realtà.

Lo sviluppo insufficiente di sentimento sociale nei criminali ha le sue radici in un’educazione errata, secondo Adler vi sono due tipi di criminali: quelli che sono stati bambini deprivati e a cui non è stata data la possibilità di fare esperienza del sentimento comunitario e quelli che sono stati bambini viziati e che si sono ritrovati ad avere tutto ciò che desideravano senza il minimo sforzo, in modo quasi onnipotente, e che hanno quindi assimilato l’immagine di un ambiente e di persone da usare per i propri scopi.

Per concludere, il sentimento sociale orientato verso il lato utile della vita ha risvolti positivi non solo per l’individuo, ma per l’intera società ed è quindi fondamentale che venga stimolato e promosso fin dall’infanzia.

Erika Bovio, psicologa e psicoterapeuta
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Bibliografia:
ADLER A., ADLER K. (a cura di, 1931), Cosa la vita dovrebbe significare per voi, Newton Compton Editori, 1994, Roma.
ANSBACHER H.L., ANSBACHER R.R. (1956), La psicologia individuale di Alfred Adler, 1997, Psycho Martinelli & C., Firenze.
PARENTI F., Alfred Adler, 1987, LaTerza, Roma-Bari.