Gli odori possono condizionare emozioni e comportamenti

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Psicologa, Tutor scolastico e Tutor specializzato in Disturbi Specifici di Apprendimento.
I segreti della memoria olfattiva e la sua relazione con le emozioni

Sarà capitato a tutti di camminare in strada e di imbattersi in un’altra persona e sentire casualmente lo stesso profumo che indossava un nostro amico o un ex fidanzato, di entrare in una pasticceria e riconoscere la stessa fragranza di quei biscotti che preparava la nostra nonna quando eravamo bambini, o camminare in un parco e sentire l’odore di quei fiori che ci ricordano una persona a noi cara.

E, improvvisamente, veniamo catapultati indietro nel tempo, perché quei profumi, quegli odori, quegli aromi, non entrano semplicemente nelle nostre narici e vanno via ma scatenano in noi le stesse emozioni di tanti anni prima, quelle stesse emozioni che abbiamo provato in una particolare situazione. Come mai? Come funziona la memoria olfattiva? Quali sono i suoi meccanismi e qual è la relazione con le nostre emozioni?

La memoria olfattiva

Siamo in grado di riconoscere gli odori grazie a delle cellule specializzate che si trovano nell’epitelio olfattivo situato nella cavità nasale, dove i segnali chimici vengono trasformati in impulsi nervosi e le informazioni vengono portate nel bulbo olfattivo situato nel cervello; il bulbo trasmette, poi, questi segnali ad altre aree del cervello, tra le quali l’amigdala, situata nel sistema limbico, la “sede” delle emozioni, ed è per questo motivo che c’è una stretta relazione tra odori ed emozioni.

Ecco perché, quando sentiamo un particolare odore, questo evoca in noi tutte le sensazioni legate al nostro passato. E così un profumo indossato da una persona incrociata casualmente in strada ci riporta a quando abbracciavamo il nostro ex fidanzato e ci fa piombare in uno stato di malinconia; la fragranza di quei biscotti appena sfornati in una pasticceria ci fa venire il magone perché erano gli stessi che preparava la nostra nonna per tirarci su di morale quando eravamo tristi; l’odore di quei fiori sbocciati in un parco cittadino ci riporta magicamente a quando giocavamo a rincorrerci con i nostri amichetti dopo la scuola.

La Memoria associativa

Ma perché succede questo? Perché il profumo di un semplice biscotto o fiore riesce a farci catapultare nel passato e ci riporta a quella particolare situazione in cui abbiamo sentito quell’odore per la prima volta? Avviene ciò in quanto gli stimoli olfattivi non vengono memorizzati e archiviati nel nostro cervello come dei semplici stimoli ma sono memorizzati insieme al contesto nel quale li abbiamo sentiti. Inoltre, gli odori che hanno fanno parte dei momenti più importanti della nostra vita saranno anche quelli più duraturi e quelli più facilmente riconoscibili e non sempre suscitano in noi sensazioni positive ma possono anche scatenare emozioni negative, perché legati ad una situazione spiacevole.

Alcune volte può capitare di sentire e riconoscere un odore che non ricordavamo neanche più fino a quel momento in cui lo abbiamo avuto di nuovo sotto il naso e questo avviene perché la maggior parte dell’elaborazione degli stimoli olfattivi avviene in maniera inconscia, ossia non consapevole. Gli odori riescono ad evocare reazioni emotive anche prima di entrare nella coscienza proprio perché l’amigdala (che ho nominato prima) è una struttura che governa emozioni come la paura e la tristezza.

La memoria olfattiva, quindi, funziona senza preavviso, non possiamo “proteggerci” dalle emozioni suscitate come possiamo fare con quella visiva chiudendo gli occhi o con quella uditiva coprendoci le orecchie; nell’istante in cui quello stimolo olfattivo entra nella nostra cavità nasale, già è troppo tardi tapparci il naso: quel profumo ha già fatto breccia nei nostri ricordi e nel nostro cuore.

Perché la memoria olfattiva è diversa da quella uditiva o visiva

La memoria olfattiva, infatti, funziona in modo diverso rispetto a quella uditiva e visiva: mentre i ricordi uditivi e visivi affievoliscono con il passare del tempo, quelli olfattivi hanno la caratteristica opposta, ovvero sono proprio i ricordi più antichi quelli più facili da essere riattivati; essi non invecchiano ma rimangono intatti nel tempo e possono riaffiorare improvvisamente anche dopo decenni con la stessa intensità della prima volta in cui li abbiamo sentiti. E questo avviene per il motivo detto precedentemente, ovvero il fatto che gli odori vengono memorizzati ad un livello sotto la coscienza.

Il senso dell’olfatto non è stato sempre considerato nel modo giusto, anzi, fino a qualche decennio fa i ricercatori lo hanno considerato quasi un senso “di serie B”. La memoria olfattiva, invece, oltre a regalarci emozioni inaspettate e quasi dimenticate, è molto importante a livello sociale. Pensiamo, ad esempio, alla scelta del partner: anche se avviene in maniera non cosciente, nella maggior parte dei casi usiamo gli odori per valutare un potenziale compagno o compagna.

L’odore come indizio

Inoltre, diversi studi hanno mostrato che attraverso l’odore le persone riescono a valutare (sempre senza esserne consapevoli) l’assetto del sistema immunitario di un’altra persona; un esperimento condotto nel 1995 dall’equipe del biologo Claus Wedekind presso l’Università di Losanna, in Svizzera, ha evidenziato che le donne sono in grado di individuare lo stato del sistema immunitario di un uomo annusandone l’odore corporeo.

L’odore del corpo è legato anche ad altri aspetti e tra questi la capacità di segnalare il nostro umore. Una ricerca condotta nel 2000 dalla psicologa statunitense Denise Chen e dai suoi colleghi, ha evidenziato che i volontari di questo studio riuscivano a distinguere l’odore di una persona impaurita dall’odore di una persona felice e in un altro studio condotto del 2006, gli stessi ricercatori hanno dimostrato come l’emozione evocata da tale odore, portava a cambiamenti del comportamento delle persone: in particolare coloro che avevano annusato “l’odore della paura” avevano prestazioni migliori in un test di associazione verbale al quale venivano sottoposti poco dopo. I ricercatori hanno spiegato questo fenomeno affermando che i segnali chimici della paura potrebbero funzionare da segnale di allarme, aumentandone l’attenzione e quindi rendendo più acuta la mente.

Al di là, comunque, dei vari studi condotti e delle ricerche scientifiche sul senso dell’olfatto, quel che è certo che ognuno di noi conserva gelosamente nelle proprie narici e nel cuore particolari odori. I vostri quali sono?