Se siete nel pieno vortice di una relazione di coppia tossica, di sicuro sapete di cosa tratterà questo articolo. Cerchiamo innanzitutto di definire una relazione tossica e quali sono le conseguenze per chi la vive.
Ovviamente, le relazioni tossiche non sono solo di natura amorosa, possono anche riferirsi al rapporto con un familiare o un amico. In questo articolo, però, ci limiteremo ai rapporti di coppia.
Una relazione tossica ha sempre qualcosa che “compensa”
Un rapporto tossico è quel legame che abbiamo con qualcuno da cui non riusciamo a staccarci. È un’unione molto forte, intensa e al tempo stesso distruttiva. Ci perdiamo in questo rapporto. Diventiamo qualcuno che non siamo. Cerchiamo morbosamente di esserci anche quando questo significa soffrire il danno più grande e più brutto, la perdita del nostro amor proprio.
Logicamente, se ci troviamo in una relazione del genere, è perché c’è una compensazione grande o, almeno, perché racchiude qualcosa a cui non siamo disposti a rinunciare. Una compensazione sufficiente a non farci mettere fine al rapporto. Tuttavia, se fossimo in grado di guardare il rapporto da una prospettiva più ampia, avremmo le risorse necessarie per capire che dovremmo modificarne la tossicità o porvi fine.
Dietro queste genere di rapporti si nasconde un meccanismo che sostiene una dipendenza. Per questo motivo è così difficile uscirne: più tempo investiamo in un rapporto di questo tipo, più ci è difficile porne fine. Forse ora non ci crediamo, ma è possibile e anche gratificante uscire da queste relazioni, così come porre fine alla dipendenza dal fumo o dalla cocaina.
Anch’io posso recuperare la mia responsabilità perduta e agire di conseguenza
In generale tendiamo a dare la colpa al partner. “È lui quello tossico!”, “È lei quella tossica, non io!”, “Gli ho già dato una seconda possibilità e non è in grado di cambiare, non so cos’altro fare!”. Forse ormai non c’è niente da fare, forse l’opzione più sana, vantaggiosa e basata sull’amor proprio è quella di porre fine al rapporto. Non ha senso insistere nel rivivere una relazione che ormai è morta, un cuore che non pompa più sangue con ossigeno.
La saggezza popolare dice: “Non chiedere l’impossibile”. Non possiamo pretendere che qualcuno sia chi non è. È passato molto tempo, sufficiente per capirlo. Quanto tempo della nostra vita dobbiamo perdere in questo sforzo così pericoloso per la nostra salute mentale ed emotiva? Quante opportunità bastano per saperlo? “Forse devo dargli più tempo, forse devo aspettare ancora un po’…”.
Nel frattempo, durante il percorso, ci allontaniamo da noi stessi. Ci perdiamo. Smettiamo di volerci bene. Offriamo la nostra vita a una specie di parentesi in cui l’altro disfa i suoi nodi e finché non lo fa, noi non rinunciamo al nostro compito. E che ne è di ciò che tutti noi meritiamo? Che ne è delle nostre necessità?
Uscire da una relazione tossica richiede uno sforzo titanico
Chi esce da un rapporto di questo genere ha un merito sovrumano. Prima di tutto perché riconosce di non avere potere sull’altro (credenza molto comune in tante persone: “io lo cambierò!”).
In secondo luogo, perché acquisisce la consapevolezza di quanto sforzo stava investendo in una missione impossibile, trasformandolo nello sforzo per volersi bene e prendersi abbastanza cura di sé da non cadere nuovamente in un rapporto destinato al fallimento (personale e di coppia).
Dare la colpa all’altro non serve a nulla se portiamo avanti il rapporto che ci lega
Non possiamo passare la vita dando la colpa all’altro per essere quello che è quando noi stessi continuiamo a sceglierlo come partner. Stiamo parlando di un rapporto tossico, non sano, che come tutti ha i suoi momenti belli e momenti brutti.
Stiamo parlando di assumerci la responsabilità delle nostre decisioni e delle nostre scelte. Se sappiamo che qualcuno è pericoloso per la nostra salute, dobbiamo allontanarcene. Come il bambino che sa di essere allergico alle arachidi perché quando le mangia si sente male.
L’amor proprio comincia quando ci ascoltiamo con sincerità
In un rapporto tossico avviene qualcosa di simile. A volte, però, il nostro radar, la nostra guida interiore, è talmente atrofizzato da impedirci di guardare oltre questo amore che sembra tanto appassionante, quasi mistico. Il bambino si sente male, ma noi? Dobbiamo ascoltarci con attenzione e diventare consapevoli delle situazioni in cui ci troviamo per percepire il danno che stiamo subendo.
Finché abbiamo la consapevolezza della nostra parte di responsabilità e scegliamo di fuggire da ciò che ci fa del male, allora guadagniamo potere su noi stessi. In un certo modo ci riprendiamo parte del potere che abbiamo concesso al partner. Alla fine ne veniamo fuori. Alla fine scegliamo noi stessi e il nostro benessere.