Il caso non aiuta mai quelli che non aiutano se stessi

| |

Author Details
L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.

“Il caso non aiuta mai quelli che non aiutano se stessi.”  Sofocle. Non sappiamo se le casualità siano un prodotto del caso, del destino o di ognuna delle nostre precedenti azioni; quello che sappiamo, però, è che a volte la fortuna ci sorride e ci porta cose e persone positive che ci danno tanta felicità.

Le casualità, le coincidenze e le sincronicità

La nostra vita è un libro che scriviamo giorno per giorno perché in ogni momento possono concretizzarsi meravigliose casualità, mentre altre, come sappiamo già, non risultano altrettanto positive. Ebbene, è davvero curioso come alcuni scienziati e soprattutto fisici, lungi dal chiamare ciò caso, preferiscano parlare di coincidenze.

Ogni giorno ci capitano coincidenze che per noi non assumono alcun significato particolare. Tuttavia, ogni cosa con cui ci scontriamo, che vediamo o sentiamo, è il risultato diretto di una nostra decisione.
Se questo pomeriggio decidiamo di restare a casa, faremo in modo che non si verifichino diversi eventi: non incontreremo l’amico che avremmo dovuto incontrare, non compreremo il biglietto della lotteria che ci avrebbero offerto al tabacchino, ecc.

Le casualità esistono, ma la maggior parte delle volte accadono perché noi stessi siamo agenti attivi della nostra realtà. Carl Gustav Jung coniò il termine “sincronicità” per parlarci di un altro tipo di casualità: si tratta delle coincidenze temporali di due o più eventi che, nonostante siano relazionati tra loro, non sono uno causa dell’altro.

Per capire meglio, faremo un esempio curioso. Ad Anthony Hopkins era stato proposto di girare un film intitolato “La ragazza di via Petrovka”; era una storia basata su un libro introvabile in tutte le librerie. L’attore, molto meticoloso nel suo lavoro, era molto dispiaciuto del fatto di non poter leggere il libro in modo da preparare meglio la sua interpretazione.

Una mattina di qualche giorno dopo, mentre faceva una passeggiata a New York, si sedette su una panchina e notò un libro abbandonato. Era proprio “La ragazza di via Petrovka”. Questo è un esempio chiarissimo di sincronicità.

Per Jung, queste coincidenze potrebbero avere a che fare con la fisica quantistica, con la nostra mente e l’ambiente che ci circonda. Qualcosa su cui riflettere, non c’è dubbio.

Le casualità che portano felicità

Per noi che ci limitiamo a vivere la vita senza preoccuparci troppo delle fisica quantistica o senza impegnarci spesso in discussioni filosofiche sul fatto che sia il destino, la fortuna o la nostra mente a favorire tali casualità, l’unica cosa importante è che tutto ciò che ci capiti sia positivo.

Per questo motivo, sarebbe opportuno riflettere un po’ su queste ipotesi:

Le casualità sono favorite da un atteggiamento positivo

Tra tutto quello che possediamo, la cosa più importante è l’atteggiamento. È questo che ci darà la forza di uscire per strada e sorridere, vedere l’aspetto positivo di tutto ciò che ci circonda e affrontare le difficoltà con ottimismo.

  • Se il nostro atteggiamento non è aperto e ricettivo, perderemo moltissime opportunità e situazioni che, in un modo o nell’atro, potrebbero migliorare la nostra realtà.
  • Chi opta per mantenere un atteggiamento chiuso, difensivo e negativo, riceverà solo la stessa cosa. È come essere immersi in un tunnel in cui vediamo solo un punto alla fine, il nostro, senza scoprire tutto quello che avviene attorno a noi.

Il pilastro dell’amor proprio

Cosa ha a che vedere l’amor proprio con le casualità? Moltissimo. Chi non ha amor proprio si limita solo a lasciarsi trasportare, a permettere che siano gli altri o il proprio ritmo di vita a generare le casualità che influiranno nella sua vita.

È necessario essere artefici della propria realtà e a tale scopo, è importante disporre di amor proprio, di autostima e determinazione per sapere quale sia la strada da prendere e quella da evitare a seconda dei nostri propositi e delle nostre decisioni.

Non temiate le incertezze

Le persone hanno la necessità di avere tutto sotto controllo. Al nostro cervello non piace l’incertezza né gli imprevisti. Ebbene, è importante saper accettare che ci sono cose che non possiamo dominare né predire e che le stesse casualità fanno parte dell’incertezza della vita.

Si tratta solo di lasciarsi andare, di fissare la nostra attenzione su quelle circostanze che invece possiamo controllare affinché tutto avvenga secondo il proprio ritmo. Con un buon atteggiamento, speranza, resistenza all’incertezza e una buona autostima, la porta della felicità prima o poi si aprirà davanti a noi per portarci ciò che sogniamo.

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sugli argomenti che salvaguardano la tua crescita emotiva, puoi seguirmi sulla mia pagina di facebook “Psicoadvisor“, aggiungermi su Facebook

Vuoi commentare e condividere con noi le tue esperienze? Iscriviti al gruppo di Psicoadvisor “Dentro la psiche

Per ricevere ogni giorno i nuovi contenuti sulla tua posta elettronica, iscriviti alla news letter di Psicoadvisor: clicca qui per l’iscrizione