Il disturbo Ossessivo Compulsivo nei bambini

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L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.
Disturbo ossessivo-compulsivo nell’infanzia e nell’adolescenza

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è considerato un disturbo cronico e invalidante caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono pensieri ricorrenti e persistenti, che il soggetto vive come intrusivi e indesiderate. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (es. controllare, riordinare, lavarsi le mani) o azioni mentali (es. contare, pregare, ripetere alcune parole) che la persona mette in atto in risposta a un’ossessione, secondo regole rigide e ben definite.

Lo scopo delle compulsioni è quello di prevenire o ridurre l’ansia e il disagio o alcuni eventi temuti. La caratteristica principale è che non sono collegate in modo realistico con l’evento che devono prevenire oppure sono eccessive rispetto ad esso (APA, 2013).
Quando l’esordio del DOC avviene in età evolutiva, i sintomi osservati non differiscono molto da quelli riscontrati nel Disturbo ossessivo compulsivo dell’adulto, e i due gruppi di pazienti sono trattati con terapie comportamentali e farmacologiche molto simili.

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Il DOC in età evolutiva

In età evolutiva l’esordio avviene tra i 9 e gli 11 anni. Il disturbo e le sue caratteristiche possono variare nel tempo e/o a causa di eventi ambientali quali alcuni stress e/o traumi. La sintomatologia ossessiva dei bambini non va confusa con alcuni comportamenti caratteristici dell’infanzia quali chiedere più volte di vedere lo stesso cartone o ascoltare la stessa canzone. Questi comportamenti infatti, sembrano essere funzionali al bisogno di controllare l’ambiente, gestire paure e sentirsi rassicurati.

Contrariamente, i bambini con DOC hanno dei rituali persistenti che con il tempo divengono invalidanti, provocando sofferenza, vergogna ed isolamento. I livelli di ansia sono solitamente elevati e con il tempo possono essere aggravati da vissuti depressivi di impotenza e inadeguatezza.

Tra i tratti caratteriali di questi bambini vi sono l’eccessivo perfezionismo ed un’estrema sensibilità: sono spesso preoccupati di poter fare o dire qualcosa di sbagliato. Essi tendono a evitare le situazioni sociali poiché, a causa del loro bisogno di controllo, faticano a stare con i coetanei, percepiti come imprevedibili. Nei bambini le ossessioni più frequenti riguardano lo sporco e la contaminazione, le ossessioni dubitative, di simmetria, di danno, di superstizione, aggressive; in adolescenza possono presentarsi anche ossessioni a contenuto religioso o sessuale. A tali ossessioni possono susseguirsi compulsioni di verifica, di simmetria e/o di ripetizione.

Eziologia

Una delle teorie più accreditate per spiegare le cause del DOC in età evolutiva è quella di tipo bio-psico-
sociale. Tra le cause psicologiche, sembrano essere l’elevato sentimento di responsabilità e il senso di colpa i precursori principali dell’esordio del DOC. Tra le cause ambientali vi può essere un’educazione particolarmente severa con grande attenzione alle regole e con punizioni difficilmente prevedibili; questi aspetti educativi possono probabilmente favorire lo sviluppo di un senso di responsabilità eccessivo.

Tuttavia anche situazioni particolarmente stressanti, quali un trasferimento, una bocciatura o la separazione dai genitori, possono essere gli eventi scatenanti del disturbo. Tali eventi, possono essere vissuti come traumatici e dunque incontrollabili e conseguentemente innescare, soprattutto in individui predisposti, una forte tendenza a evitare il danno mettendo in atto continui tentativi di controllo sull’ambiente. Inoltre vanno sempre tenti in considerazione i fattori biologici, i quali rendono l’individuo più o meno predisposto all’insorgere del disturbo.

Caratteristiche e contenuti

In età evolutiva come ossessioni più frequenti troviamo:

  • Pensieri di ipotetiche contaminazioni (es. contaminarsi con lo sporco altrui);
  • Dubbi circa proprie omissioni o condotte inappropriate che si teme di aver compiuto (es. ruminare
    sulla possibilità di aver potuto offendere qualcuno non essendosene resi conto);
  • Impulsi aggressivi o disdicevoli che si ha l’impressione e si teme di avere (es. il pensiero di
    essere portati ad aggredire violentemente persone care);
  • Immagini e pensieri sessuali che si ritengono indesiderabili e riprovevoli (es. ricorrenti immagini
    pornografiche che si presentano in contesti che la persona reputa inappropriati, come la scuola);
  • Necessità di tenere le cose in un particolare ordine e secondo schemi precisi.

Le compulsioni tipiche sono quelle di:

  • lavaggio;
  • controllo;
  • ordine.

Mentre gli adulti e gli adolescenti con DOC riconoscono, almeno qualche volta, che le ossessioni e le compulsioni sono eccessive o irragionevoli, i bambini con esordio più precoce spesso non percepiscono i loro sintomi come disfunzionali o irrealistici.

Trattamenti

È molto importante un intervento focalizzato che tenga in considerazione il livello evolutivo del bambino o del ragazzo e che permetta di indirizzarsi in modo efficace sul problema per prevenire un percorso di malattia lungo e doloroso. Il DOC può essere trattato con la terapia farmacologica, la psicoterapia, un abbinamento di terapia farmacologica e psicoterapia, oppure con interventi per la famiglia.

La ricerca clinica ha mostrato l’efficacia della Psicoterapia cognitivo – comportamentale nel trattamento di pazienti con DOC (Hofmann et al., 2012). Tuttavia, in coloro che hanno vissuto esperienze traumatiche, oltre alla Terapia Cognitivo Comportamentale è necessario affiancare anche interventi specifici rivolti al trauma. In effetti, gli individui vittime di abuso sessuale durante l’infanzia presentano molto spesso sia PTSD (Disturbo da Stress Post Traumatico) sia DOC, mostrando dunque un quadro sintomatologico molto complesso da trattare.

Alla luce di tali osservazioni risulta necessario procedere a un accurato assessment del DOC in età evolutiva e alla progettazione, laddove necessario, di interventi che integrino il trattamento del DOC a quello specifico del trauma.

Di fondamentale rilevanza appare un intervento che comprenda anche dei colloqui con la famiglia, per dare delle indicazioni su come agire per il meglio del bambino.

L’intervento sulla famiglia

L’intervento sulla famiglia prevede:

  1. Psicoeducazione: far conoscere il disturbo ai genitori. È necessario che essi attribuiscano la causa dei comportamenti del bambino al disturbo stesso e non al modo di essere del figlio.
  2. Fornire strumenti ai genitori: usare l’attenzione come mezzo di rinforzo per i comportamenti accettati con conseguente estinzione dei comportamenti indesiderati.
  3. Esposizione e prevenzione della risposta: esporre gradualmente il bambino agli stimoli ansiogeni, evitando che metta in atto le compulsioni. Si rende necessario seguire una scaletta che vada dallo
    stimolo meno ansiogeno a quello che crea maggiore ansia.

La collaborazione dei genitori è il primo passo per la buona riuscita dell’intervento psicologico e rappresenta uno step di fondamentale importanza. Essi infatti costituiscono l’ambiente principale dove il bambino possa apprendere e mantenere ciò che ha imparato.

È utile, che i genitori siano consapevoli di quali comportamenti adottare e quali no, per aiutare il bambino in questo percorso, ed è necessario che essi imparino strategie per placare l’ansia o semplicemente accettarla,
evitando la messa in atto di comportamenti compulsivi da parte del bambino.

A cura di Angela Scoppettone, psicologa
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