Essere felici, secondo la scienza, è possibile. E sono sempre di più le prove a sostegno di questa ipotesi. Nonostante sia oggetto di studio relativamente da poco tempo, sono stati pubblicati diversi studi che suggeriscono che l’essere umano è in grado di raggiungere la felicità persino in circostanze difficili. Anche nelle situazioni più complicate della vita possiamo trovare momenti in cui celebrare la nostra esistenza e sentirci più vicini all’idea di felicità.
Cos’è esattamente la felicità?
La felicità è un concetto astratto che diversi ricercatori studiano da decenni. Ciascuno ne ha dato una propria definizione e possiamo trovarne decine. Alcune di queste si incentrano sull’esperienza di stati d’animo positivi, mentre altre sono più incentrate sull’equivalenza tra la felicità e l’assenza di paura o di ostacoli.
Un punto di vista piuttosto interessante è quello proposto dall’ingegnere Mo Gawdat. Questo ex impiegato di Google ha vissuto una situazione particolarmente difficile: suo figlio è morto durante un intervento di appendicite a causa di una negligenza medica.
Spinto dalla sofferenza, Gawdat ha elaborato una formula matematica con cui spiegare la felicità. Secondo la sua ipotesi, la felicità equivarrebbe agli eventi della nostra vita meno le aspettative nutrite nei loro confronti.
Questo significa che soffriamo quando rifiutiamo ciò che succede, perché pensiamo che le cose dovrebbero andare in un altro modo. Per esempio, le persone che negli ultimi mesi si sono rifiutate di agire secondo le misure restrittive prescritte dai governi hanno sofferto molto di più rispetto a chi ha accettato la realtà.
E la stessa cosa succede in qualunque altra situazione difficile della vita: non accettare che il partner ci abbia lasciato, non accettare un addio, una malattia o la morte di una persona che amiamo trasformano il dolore per quanto successo in una sofferenza eccessiva. Ciò ci impedisce di raggiungere la felicità, secondo quanto affermato dalla scienza.
Quando rifiutiamo di accettare ciò che ci succede e opponiamo resistenza perché riteniamo che le cose potrebbero andare diversamente, allora soffriamo.
Quali sono le conseguenze della felicità secondo la scienza
Secondo la Teoria dell’Ampliamento e della Costruzione di Barbara Fredickson (1998, 2001) provare emozioni positive aiuta ad adottare atteggiamenti più flessibili e ad avere un repertorio di comportamenti più ampio. Possiamo sfoggiare una maggiore capacità di adattamento al contesto in cui ci troviamo e avere più successo in diversi campi. Alcuni effetti che derivano dall’aver vissuto stati emotivi positivi sono i seguenti:
- I nostri pensieri sono più creativi.
- Siamo più tolleranti verso noi stessi e con gli altri.
- Le nostre reazioni sono maggiormente flessibili.
- Contrastiamo meglio le emozioni negative.
- Siamo più altruisti.
- Tolleriamo meglio il dolore fisico.
- Siamo più resilienti dinnanzi alle avversità.
Le emozioni positive hanno una funzione ammortizzante contro lo stress (Fredrickson, Mancuso, Branigan e Tugade, 2000), come dimostrato da numerosi studi scientifici eseguiti in merito alla reattività cardiovascolare (Fredrickson e Levenson, 1998).
La scienza ha scoperto anche che le emozioni positive e negative non si escludono l’un l’altra, bensì sono relativamente indipendenti (Avia e Vàzquez, 1998). Possiamo, dunque, provare emozioni negative in situazioni in apparenza positive e, viceversa, provare emozioni positive in momenti particolarmente difficili, come situazioni di ansia o dinnanzi a un trauma.
Come raggiungere felici secondo la scienza?
Anche se nel corso della nostra vita potremmo dover affrontare situazioni difficili, gli esseri umani possono fare molto per allontanare la sofferenza. In questo spazio descriveremo alcuni modi possibili per essere felici indicati dalla scienza:
Essere grati è tra i segreti della felicità
Essere grati tutti i giorni per tutto ciò che di bello ci succede è una pratica particolarmente consigliata che acquisisce importanza con l’aggravarsi della situazione che stiamo vivendo. Le ricerche effettuate dimostrano un rapporto diretto tra la gratitudine e i comportamenti prosociali, le emozioni positive, soddisfazione verso la vita, ottimismo, speranza, vitalità e percezione soggettiva della felicità (McCullough, Emmons e Tsang, 2002).
La gratitudine è associata anche un rischio minore di sviluppare disturbi cognitivi come la depressione e l’ansia o di consumare sostanze stupefacenti (Bono e McCullough, 2006). In tempi di crisi e di difficoltà notevoli, includere la gratitudine nelle nostre vite può tradursi in un evidente miglioramento nel nostro stato d’animo. La gratitudine è associata a un rischio minore di ansia, depressione, consumo di sostanze stupefacenti e disturbi cognitivi.
Rafforzare il senso dell’umorismo
Al senso dell’umorismo vengono attribuiti notevoli benefici psicologici come le sensazioni e gli stati di euforia, benessere e soddisfazione, una diminuzione dello stress e la prevenzione della depressione.
Inoltre, ha importanti effetti a livello fisico, quali l’aumento della soglia del dolore e il rafforzamento del sistema immunitario e cardiovascolare. A livello sociale, inoltre, migliora la comunicazione con gli altri e favorisce l’armonia sociale.
Per questo motivo è importante munirsi di umorismo durante i momenti di svago. Rivedere la nostra serie preferita, guardare di nuovo quel film con cui ridiamo a crepapelle, ascoltare dei podcast divertenti o leggere un capitolo di un libro che ci fa sorridere può essere di grande aiuto.
Ascoltare la musica⠀
Il Journal of the American Medical Association ha pubblicato i risultati di uno studio sulla musicoterapia condotto a Austin nel 1996. La stimolazione musicale aumenterebbe il rilascio di endorfine e ridurrebbe il bisogno di assumere farmaci. Le endorfine agiscono soprattutto sul sistema nervoso centrale, motivandoci e dandoci energia, il che ci aiuta a sentirci più allegri e ottimisti.
Potremmo dunque creare una playlist con le nostre canzoni preferite più movimentate, così da poterle ascoltare mentre facciamo attività fisica o le pulizie, ad esempio. Una dose giornaliera di musica allegra ci farà sentire sicuramente meglio.
Praticare la mindfulness
Mindfulness significa essere presenti nel qui e ora. Quando concentriamo la nostra attenzione su ogni attività che svolgiamo, è molto più facile mettere da parte i pensieri negativi, quelli che spesso ci bombardano il cervello. Per praticare la mindfulness non abbiamo bisogno di essere dei maestri zen. Dobbiamo solo concentrarci al massimo su quello che stiamo facendo. Facciamo un esempio.
Se stiamo cucinando un pasto, l’idea è quella di concentrarci sull’azione che stiamo svolgendo: osservare, concentrarci sulla sua consistenza testandola con la punta delle dita, sull’odore che emana, sul suono che deriva dal contatto tattile o su come si trasforma durante la cottura.
La pratica della mindfulness può essere applicata a qualsiasi attività quotidiana ed è uno strumento interessante per ridurre l’ansia, stando a diversi studi.
Intensificare le attività piacevoli per raggiungere la felicità
Senza i meccanismi neuronali del sistema di motivazione e ricompensa, la nostra specie sarebbe morta per inattività e non si sarebbe riprodotta. Se qualcosa ci dona piacere, molto probabilmente vorremo riprovare l’esperienza.
Possiamo dunque svolgere molte attività piacevoli che possano aiutarci a raggiungere la felicità: fare un bagno caldo se abbiamo freddo o una doccia rinfrescante se fa caldo, imparare qualcosa di nuovo, cantare, scrivere, dipingere o ballare, per fare qualche esempio.
Le attività per noi piacevoli attivano un circuito neuronale in grado di produrre la sensazione di piacere e di abbassare notevolmente i nostri livelli di stress. Di conseguenza, in momenti difficili è importante dedicare qualche momento della giornata a svolgere alcune di queste attività.
Segreti di felicità
Come diceva Eduardo Punset nel suo testo “Alla ricerca della felicità”, le aspettative verso una situazione tanto sospirata superano di gran lunga la felicità che deriva dall’evento in sé. Vale a dire che la felicità è nascosta nella sala d’attesa della felicità stessa.
Questo si deve a ciò che gli scienziati chiamano sistema di ricompensa. Questo sistema, che attiva le molle del piacere e della felicità, si mette in moto in particolare durante la ricerca e non tanto durante l’atto in sé, al contrario di come ci si potrebbe aspettare. La dopamina si attiva con la semplice aspettativa del piacere, anche se poi questo non si materializzerà.
Così, immaginare di mangiare il nostro gelato preferito, ottenere il posto di lavoro dei nostri sogni, pianificare una vacanza da sogno o una conversazione con qualcuno che ci piace spesso ci darà maggiore soddisfazione dell’atto in sé.
Cosa dobbiamo tenere a mente per raggiungere la felicità?
Dare forma a stati d’animo positivi in situazioni difficili non è un compito facile. Eppure, perpetrando le azioni descritte possiamo avvicinarci a un’intensa sensazione di benessere.
Bisogna ricordare che le emozioni più negative hanno una funzione e una propria ragione di esistere. Non esisterebbero se non fossero risultate utili nel corso dell’evoluzione. È importante imparare ad ascoltare ciò che vogliono trasmetterci, al fine di poterle capire, tradurre e, infine, metterle da parte.