La trappola dei sensi di colpa

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Psicologa e mental coach, specializzata in psicologia alimentare, gestione dello stress, psicologia dell’ansia e della coppia. Riceve online e nei suoi studi di Terni e Bellaria-Igea Marina.

A chiunque nella vita sarà capitato di sperimentare il senso di colpa. A volte immotivato, altre a ragione. È un sentimento che si sperimenta fin da piccoli e può rappresentare anche uno dei maggiori ostacoli alla serenità.

Ma cos’è esattamente il senso di colpa? In psicologia il senso di colpa è identificato come un sentimento complesso che racchiude al suo interno elementi emotivi e cognitivi. Sentimento questo con una connotazione negativa, come una forza oscura che corrode dall’interno.

Il senso di colpa è legato alla nostra appartenenza al genere umano, considerata “specie altruistica”, che attraverso l’empatia consente di “metterci nei panni dell’altro”, ecco perché è un sentimento che nasce dalla convinzione di aver leso qualcuno.

Entro certi limiti il senso di colpa è funzionale al mantenimento delle relazioni, infatti permette di mitigare le due “spinte interne”, una che porta al soddisfacimento dei propri interessi individuali e l’altra altruistica, legata all’aiuto e agli interessi dei propri simili.

Quando diventa però autodistruttivo ed invalidante, il senso di colpa dev’essere gestito, pena una scarsa qualità della vita. Infatti potrebbe trasformarsi in rimorso, in grado di portare tormento quotidiano.

Diventando così un pensiero fisso, martellante, così forte da farsi sentire anche a livello fisico, come un peso sullo stomaco.

Come gestire e superare i sensi di colpa

Lasciare che il senso di colpa scavi dentro è un grave errore, il rischio è quello di rimanere prigionieri del passato, i giorni e le ore scorrono, ma la mente rimane lì ferma in ciò che è stato. Il presente non viene vissuto e il futuro diventa qualcosa di estremamente angosciante.

Riformula l’accaduto (attraverso la scrittura).

Ciò che determina il senso di colpa sono fondamentalmente tre elementi: una causa scatenante, la percezione dell’evento e le emozioni negative connesse. Sono questi tre aspetti del tutto soggettivi. Un pizzico di obiettività può essere di grande aiuto per alleviare il senso di colpa.
Prova ad assumere una posizione distaccata dalla situazione (come un osservatore esterno, completamente estraneo ai fatti).

Prova a modificare la percezione dell’accaduto, mettendo in discussione il tuo comportamento e rivalutandolo sospendendone il giudizio. Ogni persona ha un sistema di valori differente, una concezione diversa, quindi, l’altra persona potrebbe non considerarlo così grave come invece è per te. Chiediti: “ciò che ho fatto, è davvero grave?”, “la mi sofferenza, è reale o idealizzata?”.

Utilizza la logica per smontare le tue convinzioni irrazionali che hanno scatenato il senso di colpa (Binelli, M. 2017).

Ti confido un segreto, per mettere a punto al meglio, quanto consigliato, scrivi. Il senso di colpa rischia di essere enfatizzato dal pensiero, perciò, prendi carta e penna, e prova a mettere il tutto nero su bianco, vedrai sarà più efficace, semplice e riuscirai ad avere maggiore obiettività. Provare per credere.

Pensare a se stessi, non è sbagliato.

Per molte persone pensare a se stessi equivale ad eccedere in egoismo…ma non è così, fa parte di ciò che è considerato “benessere”. È in realtà un atto d’amore verso se stessi e non equivale necessariamente a far un torto a qualcun altro.

A conferma di ciò, potresti provare a a rovesciare i ruoli. Al tuo posto, l’altra persona ti avrebbe riservato lo stesso trattamento?. Si sarebbe preoccupato per l’eccesso di egoismo?. Tu l’avresti ritenuto/a poco altruista?

Lo scambio di ruoli, può essere davvero utile al fine di avere un giudizio più oggettivo sul reale “peso negativo” del pensare a se stessi.

I retroscena del senso di colpa.

Il senso di colpa può nascere spesso dalle aspettative non soddisfatte che, persone, in particolare quelle importanti per la propria vita, avevano investito in noi. Prima di sentirti in colpa, ti sei chiesto se le loro aspettative fossero davvero realistiche?

Molto spesso il fallimento non deriva da un’icapacità, ma da obiettivi e standard ttroppo elevati, non cofnormi alla situazione. Non è raro per esempio trovare genitori che pretendono dai figli voti alti o prestazioni scolastiche perfette.

Il voto è solo un numero e determinato da una serie di elementi, che non rispecchiano necessariamente le reali capacità della persona. L’eccessiva pretesa, talvolta non commisurata alla circostanza, conduce la persona a sentirsi investita di una tale responsabilità, che se non soddisfatta conduce a sperimentare senso di colpa ed ancor peggio, inadeguatezza.

Accettazione.

Accetta la situazione ed assumiti ogni responsabilità, senza ricorrere ad alibi o scuse (Binelli, M. 2017). Smetti di ripeterti: “se avessi fatto…” , “se avessi detto…”. Ammesso e non concesso che di colpa reale si possa parlare, saper chiedere scusa e provare a porre rimedio alla situazione, è sicuramente la soluzione migliore.

Il senso di colpa può essere un grande maestro, quindi, utilizza la sofferenza che ti ha provocato, come lezione di vita, facendo in modo di non ritrovarti più in una simile situazione in futuro.

Superare il senso di colpa

Vincere il senso di colpa ti renderà più forte e sarà anche in grado di aumentare la tu autostima.

Il passato è immodificabile, consapevole di ciò, assumiti le responsabilità, riconosci l’errore e pensa ad una soluzione. Non puoi cambiare ciò che è stato, ma puoi cambiare te stesso per il futuro.

Veronica Rossi, Psicologa e Mental Coach 
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Binelli M., Atleta vincente. Strategie e tecniche per diventare campioni nello sport e nella vita. Milano, Hoepli, 2017.