La Parola Eroe deriva dal Greco “archè” (originale) e “Tipos”, modello esemplare e la sua radice, significa proteggere e servire. Eroe è colui che è pronto a sacrificare sé stesso per un bene comune. L’eroe ha saputo superare le proprie limitazioni personali ed ambientali ed ha raggiunto forme universalmente valide.
L’archetipo dell’Eroe ai tempi del coronavirus
La pandemia di Coronavirus, ha risvegliato in tutta l’umanità l’archetipo dell’eroe. Quello che abbiamo fatto più o meno a livello globale è di considerare medici, infermieri, personale sanitario, come eroi.
Sicuramente lo sono stati, sono andati a combattere qualcosa di sconosciuto, senza avere armi adeguate e conoscenze specifiche, su come poter intervenire. Molti hanno sacrificato le loro vite, per salvare quante più persone possibili.
Credo che rimarranno nella memoria collettiva in maniera indelebile, le immagini dei solchi lasciati dalle mascherine incollate ai volti, di chi in prima persona, si trovava a combattere questo nemico invisibile. I depositari di questo testimone sono stati, in un certo senso, doppiamente investiti da una grossissima responsabilità; era come se si chiedesse loro di dimettere i panni umani ed incarnare quelli di un essere sovrannaturale. Ammetto, che il vedere le fatiche nei volti di certi medici ed infermieri, mi ha fatto realmente pensare che ciò fosse accaduto.
Comprendo, quanto difficile sia stato anche questa grossa responsabilità e molti si trinceravano dietro un semplice “no, non siamo eroi, siamo semplicemente persone, che hanno scelto questa professione e cercano di svolgerla al meglio delle proprie possibilità”.
Perché il viaggio dell’eroe, è un viaggio, che va scelto in modo individuale, ma in questa emergenza non c’è stato il tempo, tutto è avvenuto in maniera inattesa ed improvvisa, e questo viaggio è cominciato in maniera in un attimo.
Il viaggio dell’eroe
Il viaggio dell’eroe è un viaggio, archetipico dell’Io, per raggiungere l’autorealizzazione ed individuazione, che il predestinato, accetta di compiere in maniera autonoma. Un viaggio attraverso un percorso sconosciuto, che lo porterà ad affrontare il drago, che è rappresentato, dalla propria Ombra, che è a guardia del tesoro, il nostro vero Sé, che l’eroe deve trovare.
Può essere fermato in questa ricerca dalle sue ferite emozionali, dai vizi e dalle dipendenze. L’eroe deve in genere superare una difficoltà che il vecchio modus operandi non può risolvere, bisogna andare alla ricerca di qualcosa di nuovo ma il potere arcaico lascia sempre a malincuore il passo al nuovo. Ecco che, il mostro dello status quo Holdfast va sconfitto.
Questa “resistenza” va commutata in fonte d’energia, questo demone interno va incorporato come un’arma da impugnare. L’eroe deve affrontare e confrontarsi con la morte e accettare la possibilità del sacrificio.
Durante il viaggio si possono palesare sentimenti, ritmi e priorità nuove. Si deve indossare mascherine e divise prima dell’incontro fatale. I compagni di viaggio sono importanti, ma ognuno di fronte al nemico è solo con le sue risorse.
Questo virus, che era già da tempo in circolazione e che però pochi pensavano che ci potesse colpire, ha avuto bisogno, di un messaggero, che annunciava l’inizio del viaggio verso l’ignoto, verso la pandemia. Il famoso paziente Uno di Codogno, Mattia, ha dato fiato alle trombe, annunciando, che la battaglia era cominciata.
I 12 archetipi di Jung
La figura dell’eroe, è una delle dodici figure archetipiche che risiedono in maniera inconscia in ognuno di noi e fanno parte dell’inconscio collettivo, così denominato da Jung, per descrivere tutto quel bagaglio ereditato dalle precedenti generazioni, tramandato a livello genetico sotto forma di immagini e simboli, che sono sempre pronti a saltar fuori all’occorrenza, per dare forma a un sentire, che mai come in questo momento, era collettivo ed universale. L’eroe deve attraversare l’inconscio collettivo, con i suoi archetipi, trovare le risposte che cercava e ristabilire l’equilibrio.
Nell’individuo risiedono 12 archetipi, 12 come i cavalieri della Tavola Rotonda, 12 come i segni Zodiacali, 12 Apostoli, 12 come le fatiche di Ercole.
Gli archetipi, li ritroviamo nei miti, nelle leggende, nelle fiabe, nei sogni, nelle visioni di tutti i popoli della terra.
Gli archetipi sono potenzialmente dentro di noi, ma solitamente siamo in rapporto con 2 o 3 di essi nel corso della nostra vita.
Gli archetipi che si costellano già dalla primissima infanzia sono:
- L’innocente
- L’orfano
- Il guerriero
- L’angelo custode
- L’amante
- Il cercatore
- Il creativo
- Il distruttore
Eccoli spiegati sinteticamente.
Dall’innocente al distruttore
l’INNOCENTE è il primo archetipo che incontriamo dopo la nascita, ha la funzione di sviluppare fiducia in sé stessi e nel mondo.. Poi verso i 7 anni fino ai 14 anni, si delinea l’archetipo dell’ORFANO, che aiuta a sviluppare autonomia ed indipendenza.
Se si verificano dei problemi con le principali figure di accudimento, l’archetipo si può manifestare in maniera prepotente, producendo una serie di problematiche come ben evidenziate dalla teoria sui disturbi dell’attaccamento. Successivamente, comparirà il GUERRIERO, che infonde coraggio, tenacia e aiuta a raggiungere informazioni e competenza.
Dai 21 e 28 anni, si sente l’influsso forte e prepotente, dell’archetipo dell’ANGELO CUSTODE, che nell’empatia e nell’accogliere un altro essere, trova la sua massima espressione.
Si prosegue il corso della vita e i principali archetipi, che si possono più o meno attivare in maniera forte e netta, a seconda della predisposizione, capacità personale e fattori ambientali, sono: l’amante, il cercatore, il creativo, il distruttore.
L’AMANTE, è la forma archetipica, che ci da entusiasmo ed empatia e ci insegna a portare dentro di noi, luce ed ombra.
CERCATORE è la parte di noi, che ha il coraggio di spezzare le dipendenze e di fare un salto nell’ignoto per cercare la verità e il senso della vita, non più solo per sé stessi.
CREATIVO, è la parte di noi collegata, con il potere creativo dell’universo, con la missione profonda e segreta dentro di sé, aiuta il risveglio della propria essenza.
DISTRUTTORE è la parte di noi che è legata al cambiamento e alle metamorfosi. E’ la forza di cambiare, morire e rinascere. Capacità di lasciare andare il passato.
Integrazione
Alla fine del proprio viaggio, l’eroe edifica il proprio Regno, impara a gestirlo in maniera equa e benevola (Sovrano), cogliendo i sottili legami tra tutto ciò che esiste (Mago), sviluppando consapevolezza piena (Saggio), senza perdere il bambino dentro di Sé, sapendo alleggerire, giocando e sdrammatizzando con la vita (Folle).
L’integrazione tra Saggio e Folle ci fa maturare piena libertà, l’integrazione tra Mago e Sovrano, la capacità di trasformare la realtà, andare oltre le apparenze, usando appieno risorse e opportunità.
Ogni uomo compiuto ed equilibrato, è un eroe, che si deve confrontare con i propri guardiani interiori, con i mostri ed aiutanti, sia interni che esterni. Gli amici, aiutanti, amanti sono dentro e fuori di lui. Nella fase finale in cui l’eroe rischia veramente di morire o muore per poter rinascere, questo è il momento in cui ha luogo il vero rito di passaggio o rituale d’iniziazione.
Tutto avviene sulla cima della montagna, nella zona più profonda della caverna, o nel posto più segreto della sua anima.
Autore: Dott.ssa Paola Cervellati, psicologa
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