Le ferite emozionali guariscono con la consapevolezza del Sé

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Psicopedagogista e Counselor ad Approccio integrato, formatrice. Esperta in percorsi di crescita personale e sviluppo del potenziale umano.

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Il senso di sfiducia verso se stessi e verso gli altri nasce nell’infanzia,  quando non essendoci sentiti nutriti abbastanza, amati per come ci occorreva, supportati nei momenti di difficoltà, ascoltati quando ne sentivamo il bisogno, apprezzati per ciò che di buono ci impegnavamo a fare, ci ritroviamo a cumulare  ferite interiori che si sovrappongono le une alle altre.

Incominciai anche a capire che i dolori, le delusioni e la malinconia non sono fatti per renderci scontenti e toglierci valore e dignità, ma per maturarci.
(Hermann Hesse)

Questo non significa che i nostri genitori siano stati cattivi e insensibili, non è sempre facile “sentire” ciò che è utile per i propri figli e la caoticità dell’esistenza adulta qualche volta  rende distratti.

Talvolta  può accadere che, fin già dal concepimento,  ci siano stati dei problemi relativi all’accettazione della nostra nascita, per i motivi più svariati, familiari, economici sociali.  Crescendo, ci rendiamo conto di essere sottoposti a delle aspettative da parte della nostra famiglia, della scuola, degli amici, e ci sembra che, se assumiamo quel particolare “ruolo”, saremo più amati e graditi , peccato che i ruoli, non affini alla nostra natura, ci allontanano rischiosamente dalla nostra reale identità, che finiamo per scordare, presi nel tourbillon della vita.

Ognuno di noi porta dentro di sé  la ferita del tradimento, dell’abbandono, della privazione…

Queste ferite  continuano da lungo tempo ad alimentare pensieri del tipo: “Non mi sento amato per ciò che sono”, “Mi sento ignorato”, “Mi sento escluso”, “Mi hanno trattato male, non ho valore”  Queste ferite, se non comprese e liberate, condizionano pesantemente la nostra vita,  e non appena incontreremo un’esperienza di delusione, tradimento, abbandono, si riapriranno con tutto il dolore, rabbia e sfiducia che avremo accumulato.

In fondo ci è stato insegnato  che la fiducia viene alimentata solo a certe condizioni: un buon lavoro, una bella casa, un sicuro conto in banca, un fisico prestante, ecc…

Nella fatica di realizzarci verso l’esterno perdiamo il contatto con la nostra Fiducia Reale e Primaria.

Il passo più importante per divenire consapevoli di questi meccanismi mentale/emozionali è assumerci il rischio di fare qualcosa che desideriamo davvero, anche se il condizionamento famigliare, più o meno manifesto, ci dice che è sbagliato.

Si può anche essere fisicamente separati dai nostri genitori, ma la sottile e potente ragnatela dei legami parentali,  comunque ci influirà moltissimo, soprattutto se ancora non abbiamo scoperto i nostri talenti e non abbiamo fiducia nel nostro personale sentire, nella nostra intelligenza.

Fiducia Reale che non dipenderà dagli altri, dall’esterno, ma riscopriremo radicata in noi e nella nostra consapevole connessione all’esistenza, alla vita.

Portare alla luce il senso di aperta fiducia in noi stessi ci farà sentire sicuri e sorretti, accolti e nutriti dalla Vita. Benvoluti e capaci di liberare energia e passione per i nostri progetti, sorretti da motivazioni che nascono nel cuore e nella profonda saggezza del nostro Essere.

La crescita personale, l’evoluzione della coscienza, servono a liberare tensioni, ricordi dolorosi, nodi ereditati e/o auto-imposti, creatività  bloccata, la gioia di vivere spenta da modelli ripetitivi e l’assenza di gratitudine verso la vita.

Aprire il cuore e l’anima all’ascolto incondizionato  del nostro sentire, senza giudizi, con gentilezza ed amore per noi stessi e gli altri, è il primo passo di vera rinascita interiore.

Molti ancora confondono la crescita personale con la psicoterapia, ed ancora non  intendono come, rivolgersi ad un counselor, ,significhi avere un interlocutore attento e responsabile, che aiuta  a riflettere costruttivamente  sul proprio percorso, in un ottica di benevolenza, accettazione e fiducia.

Si tratta di una verità spaventosa: il dolore può renderci più profondi, può conferire un maggiore splendore ai nostri colori e una risonanza più ricca alle nostre parole. Questo avviene se non ci distrugge, se non annienta l’ottimismo e lo spirito, la capacità di avere visioni e il rispetto per le cose semplici e indispensabili.
(Anne Rice)

Imparare che, attraverso la propria  libertà di espressione, si può migliorare  il senso di benessere e vitalità intrinseco in noi stessi,  per  risvegliare finalmente  la  “Fiducia” , che stavolta non dipende dal giudizio altrui, ma dall’aver compreso, gli ingranaggi  che ci hanno oppresso per anni, in ruoli stereotipati vuoti di senso.

Attraverso la consapevolezza,  è possibile accettare,  e poi lasciare andare fallimenti e sconfitte,  per imprimere un movimento diverso al proprio destino”,  non più segnato solo dal mondo esterno, ma soprattutto da quello interno, non imposto o insegnato, ma “intuito” nella profondità del proprio essere.


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Autore: Dr. Monica Fiocco
Psicopedagogista
Counselor ad approccio Integrato
Formatrice