Se ponessi questa domanda: chi è la persona coraggiosa? Immagino che la risposta più gettonata sarebbe: “Quella che non ha paura”. È però la risposta sbagliata. Nonostante questa sia una credenza popolare, non è però così. Perché? Semplice, perché il coraggio è un prodotto della paura, e non puoi diventare una persona coraggiosa, se prima non hai avuto paura.
Come dice anche un vecchio proverbio sumero: “la paura affrontata diventa coraggio”.
La paura affrontata diventa coraggio
La natura ci ha dotati di alcune emozioni di base, non c’è ancora accordo unanime su quante siano esattamente, ma tendenzialmente è possibile affermare che siano sette:
- paura,
- tristezza,
- gioia,
- disprezzo,
- disgusto,
- sorpresa,
- rabbia.
Come è possibile vedere… il coraggio non è menzionato. Infatti, è qualcosa di cui “non siamo dotati” e che occorre “guadagnarsi”.
La paura da un punto di vista evolutivo
Ma per capire meglio come intraprendere la giusta strada per farlo, è utile dedicare uno spazio all’approfondimento del tema della paura. A tuo avviso, quali sono le paure biologiche di cui siamo “dotati” fin dalla nascita? Generalmente le risposte più frequenti sono: paura dell’acqua, del buio, del distacco. In realtà nessuna di queste paure nasce insieme a noi, ma sono soltanto due, ovvero, la paura dei rumori forti e la paura di cadere.
Questa riflessione indica che ogni altra paura all’infuori di queste due insite nel patrimonio genetico di ognuno, è acquisita, e quindi frutto di un apprendimento. Il contesto, la famiglia, l’ambiente, in cui si è inseriti, ma anche le varie esperienze della vita, le persone che s’incontrano, infatti, sono in grado di creare un condizionamento tale da poter far nascere una nuova paura. Allora, se è vero che la paura del distacco, delle altezze, di volare ecc, derivano da un apprendimento, è anche vero che è possibile disapprenderle.
La domanda è semplice: come?, ma la risposta non lo è altrettanto. Vi sono infatti una moltitudine di fattori che incidono su questo processo “inverso”. Apprendere una paura è alquanto semplice, ma disapprenderla, non lo è altrettanto. L’unico segreto per farlo però, è affrontarla. Sicuramente occorre affrontarla con gradualità, e con strategia. Lasciare un tale processo al caso potrebbe rivelarsi fallimentare, se non addirittura controproducente. Ecco perché chiedere aiuto ad un professionista potrebbe rivelarsi essenziale.
A piccole dosi il veleno diventa antidoto
Il titolo potrebbe sembrare alquanto enigmatico, ma in realtà è emblematico. Per meglio comprendere è utile fare un accenno alla storia, tirando in causa Mitridate VI, re del Ponto. Egli fu un sovrano sanguinario e acerrimo nemico dell’impero Romano, tanto da portare i romani a decidere di eliminarlo.
Mitridate sentendosi minacciato iniziò ad auto-somministrarsi ogni giorno una piccola e non letale, dose di veleno, così da divenirne totalmente immune e non rischiare di morire qualora fosse stato avvelenato dagli avversari. Così fu, infatti non morì per opera del veleno, che su di lui non aveva effetti, ma a causa di una spada. Da questa storia ne nacque anche un’espressione: “Mitridatismo”, che indica l’immunità al veleno per effetto di una costante assunzione di dosi non letali dello stesso al fine di sviluppare una tolleranza. Questo per dire che è possibile rendere accettabili le cose che per te sono “velenose”, come le paure ad esempio. Come fare?
Prova ad auto-somministrati ogni giorno, una piccola “dose di paura”, creando o vivendo, quelle situazioni che temi maggiormente. Evitare le situazioni che ti spaventano ti condurrà solo a sentirti incapace di affrontarle. Ricordati che per vincere le paure occorre evitare di evitarle (scusa il gioco di parole), perché una piccola paura evitata, diventa una paura a poco a poco sempre più grande. Inoltre accade che astenendoti dal fare sistematicamente una determinata cosa finirai per disimparare a farla e di conseguenza, ti auto-convincerai di non essere in grado di compierla.
Per evitare tutto questo non resta che affrontare ciò che ti fa paura. Non devi dare l’opportunità all’ansia di allargarsi e conquistare la tua quotidianità, rischiando così di invadere diversi ambiti della tua vita. Se per esempio temi di prendere l’ascensore e ogni volta eviti di salirci, potresti rischiare di iniziare ad aver paura anche di utilizzare i mezzi pubblici e col tempo potresti iniziare ad evitare luoghi chiusi ed affollati. Ecco che così facendo, avrai dato l’opportunità alla paura di appropriarsi di un pezzo della tua quotidianità.
Se la paura si espande nella tua vita diventa sempre più forte e potrebbe crearti tanti ostacoli. I “vorrei ma non possono”, hanno la capacità di condurti ad isolarti dal mondo, ed il ritiro dal mondo sociale non fa altro che alimentare paura ed ansia.
Tornando per esempio alla paura dell’ascensore, quando ti chiedi: “perché dovrei affrontarla?. In fondo non è di vitale importanza prendere l’ascensore”. È vero, non è necessario utilizzare l’ascensore, anzi, molto probabilmente per sconfiggere la sedentarietà sono più utili le scale, ma è di vitale importanza non cedere alla paura evitandola.
Non tanto per l’impedimento della paura (dell’ascensore) in sé e per sé, quanto per l’effetto a cascata che può determinare, ovvero, altre paure, più numerose ed invalidanti. Se cerchi il senso di affrontare la paura, non cercarlo nel presente, ma nel futuro, perché questo potrebbe essere invaso da altri eventi o oggetti temuti.
All’atto pratico
Non eccedere mai nella dose di “veleno” quotidiana, che tradotto significa, cerca il minimo cambiamento ogni giorno. In riferimento all’ipotesi prima citata (paura dell’ascensore), inizia per esempio ad utilizzarlo qualche giorno portandoti da un piano all’altro. Continua poi di volta in volta aggiungendo un piano e aumentando il tuo tempo di permanenza all’interno dell’ascensore stesso. Così facendo imparerai ad essere più forte della tua paura senza esserne sopraffatto/a. Ma sopratutto apprenderai che sconfiggere la paura potrebbe entusiasmarti. E ricorda che al diminuire della paura, aumenterà il tuo coraggio.
Veronica Rossi, Psicologa e Mental Coach
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