Quando ci trattano male possiamo scegliere di reagire in tre modi: rispondere con intelligenza, lasciarci sopraffare o reagire in modo aggressivo. Non è sempre facile gestire queste situazioni ad alto carico emotivo, perché si attivano specifiche aree del cervello.
Quando gli altri ci trattano senza rispetto o addirittura in modo minaccioso, si attivano determinate come la corteccia prefrontale, l’amigdala, la corteccia cingolata anteriore e l’insula. Queste regioni cerebrali sono legate all’istinto di sopravvivenza e sono quelle che, spesso, ci fanno reagire in modo aggressivo o mediante meccanismi di difesa.
Quando veniamo trattati male, vale la pena gestire queste situazioni attraverso l’intelligenza emotiva. Solo così riusciremo a non farci dominare dalla paura né dalla rabbia.
Cosa fare quando ci trattano male
In questo articolo vi proponiamo cinque coraggiosi permessi che dovremmo saperci dare ogni volta che subiamo un torto, per imparare a reagire nel modo più adeguato. Siamo sicuri che vi sarà di grande aiuto.
1. Concediamoci il permesso di ricordare chi siamo e quanto valiamo
Quando qualcuno ci tratta male, oltrepassa i limiti di ciò che è lecito. La nostra autostima viene calpestata attraverso il disprezzo, le parole offensive, l’umiliazione e persino l’inganno.
Quando viviamo una situazione del genere, ci sentiamo attaccati, perché viene colpito proprio quello che facciamo più fatica a costruire: la coscienza del sé, la nostra autostima, la nostra integrità personale.
Se qualcuno ci dice che “siamo delle nullità”, l’ultima cosa che dobbiamo fare è perdere le staffe e andare su tutte le furie.
Il primo passo non è non accettare come verità assoluta i giudizi altrui. Dovremo ricordare, facendo uso di una buona dose di temperanza, che siamo in possesso di molte qualità, che siamo persone capaci e in grado di raggiungere tutte le mete che ci riproponiamo.
Quello che gli altri dicono di noi non definisce chi siamo. Quindi vale la pena ridimensionare un po’ le parole offensive degli altri e ristabilire un certo equilibrio.
2. Diamoci la possibilità di porre un limite alle aggressioni altrui
Cerchiamo di visualizzare la seguente immagine: intorno a noi fluttua un cerchio d’oro, come se fosse un salvagente. È quello che ci permette di rimanere “a galla” in ogni situazione: in famiglia, al lavoro…
È il nostra supporto, la forza quotidiana con cui ci facciamo strada. Poi, un bel giorno, arriva qualcuno che si avvicina troppo.
Dietro di sé nasconde uno spillo affilato con cui buca il nostro salvagente, quando meno ce lo aspettiamo. A questo punto quando ci trattano male, iniziamo a notare che affondiamo pian piano.
Non dobbiamo permettere che accada: abbiamo tutto il diritto di evitare che succeda e di difenderci, fissando il confine tra ciò che vogliamo consentire e ciò che, invece, non siamo disposti a tollerare.
Si tratta di un principio di salute mentale: se qualcosa o qualcuno ci infastidisce o ci disturba, dobbiamo reagire. Non lasciamo che si avvicinino così tanto da farci male.
3. Diamoci il permesso di parlare in modo assertivo
Quando qualcuno ci tratta male, le emozioni prendono il controllo e ci fanno reagire con paura o rabbia. Questi due aspetti prendono il sopravvento sulla nostra area razionale per impedirci di parlare con coraggio e fiducia.
In questo caso, la prima cosa da fare è mantenere la calma. Solo così saremo in grado di parlare con assertività.
Immaginiamo un palazzo, con un salone bianco, dalle cui finestre aperte entra una luce serena. Entriamo e respiriamo. Niente di ciò che dicono o fanno gli altri dovrebbe farci dimenticare ciò che siamo e quanto valiamo.
Una volta ristabilita la calma dentro di noi, possiamo cominciare a parlare quando ci trattano male. Essere assertivi significa essere in grado di parlare con rispetto, ma con fermezza, mettendo in chiaro che cosa permettiamo e cosa no.
Parliamo senza paura, difendendoci.
4. Diamoci la possibilità di prendere le distanze da chi ci tratta male
Chi ci tratta male non merita né il nostro tempo né le nostre attenzioni. Ci sono persone che sembrano nate apposta per creare problemi. Sono quelle che seminano il loro malumore ovunque e sputano il loro veleno verso chi non se lo merita.
Purtroppo, siamo consapevoli del fatto che sono proprio le persone a noi più vicine a trattarci male: colleghi, famigliari o addirittura il nostro partner.
Un’altra regola fondamentale per la nostra salute mentale è ricordare che chi ci tratta male non ci rispetta, non dimostra empatia e non è in grado di entrare in sintonia con le nostre emozioni.
Vivere ogni giorno all’interno di dinamiche così tese e distruttive non è la cosa migliore.
Dobbiamo riflettere al riguardo e prendere una decisione con una certa determinazione quando ci trattano male. Infatti dobbiamo dire chiaramente che non possiamo tollerare un tale comportamento ed avvertire il nostro interlocutore che, se continua così, saremo costretti ad allontanarci da lui. La nostra salute emotiva viene prima di ogni cosa.
5. Diamoci il permesso di curare le nostre ferite e di diventare ancora più forti
Chi ci ferisce di più in queste situazioni sono le persone che ci stanno più a cuore. Un partner, un fratello, una madre, un padre…qualcuno da cui, insomma, non ce lo aspetteremmo mai.
Quando qualcuno che per noi è importante oltrepassa il confine di ciò che è lecito e rispettabile, sono molte le cose che “si spezzano” dentro di noi.
A volte non è sufficiente prendere le distanze ed allontanarci da chi ci ha ferito. L’impronta della delusione resta e dobbiamo darle il modo di guarire. Concediamoci il tempo necessario. Sono i momenti in cui abbiamo bisogno di fare ciò che più ci può alleviare: fare lunghe passeggiate, scrivere, dipingere, viaggiare, stare con gli amici.
PER CONCLUDERE
Frequentare persone che ci sfiniscono emotivamente vuol dire consumarsi dall’interno, farsi del male, non dimostrare amore nei confronti di se stessi! Da questo momento, impariamo una importante lezione di vita: allontaniamo chi non sa apprezzarci davvero!