Lo psicopatico nei panni del principe azzurro

| |

Author Details
Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, dottore di Ricerca in Neuropsicologia ed esperta in Mindfulness.

Si parla molto, negli ultimi tempi, di relazioni tossiche, pericolose, manipolazione e violenza psicologica.

Si tratta di un fatto probabilmente vecchio come il mondo ma solo recentemente salito alla ribalta grazie alla crescente attenzione che, finalmente, media e professionisti stanno dedicando al fenomeno della violenza e dell’abuso psicologico all’interno della famiglia e della coppia.

I numerosi casi di omicidio o tentato omicidio di donne da parte dei loro mariti, compagni o ex-tali che la cronaca ci mostra quasi quotidianamente, ci portano a porci una numerosa serie di domande relative al senso dell’amore e della coppia all’interno dell’attuale contesto socio culturale, gettando una dolorosa e disorientante ombra di dubbio, diffidenza e paura sulle relazioni sentimentali e sul soddisfacimento dei naturali bisogni di condivisione, amore e protezione, che fanno parte della natura umana.

E’ stato sdoganato e reso fruibile anche ai non addetti ai lavori il costrutto del narcisismo: dalle sue manifestazioni non cliniche o sub-cliniche a quelle decisamente patologiche del narcisismo perverso, fino ad arrivare alla psicopatia ed alla sociopatia.

Questo incessante, impegnativo e capillare lavoro di informazione e sensibilizzazione sociale ha iniziato a dare i suoi frutti: un crescente numero di persone sta imparando a riconoscere i segnali sentinella rivelatori di una relazione potenzialmente tossica e pericolosa, a individuare le caratteristiche tipicamente presenti in una relazione manipolativa e abusante, e soprattutto a comprendere che spesso sono le proprie fragilità, i propri schemi cognitivi disfunzionali e certe aspettative irrealistiche a rendere una persona oggetto di abuso da parte dei predatori sociali e sentimentali.

Personalmente, mi impegno da anni – nella mia pratica clinica e scrivendo numerosi articoli relativi al tema della manipolazione, del narcisismo e delle relazioni tossiche,  per aiutare chi è caduto nella “trappola” delle relazioni tossiche, ad uscirne e a ricostruire un positivo senso del sé insieme alla capacità di scegliere e costruire relazioni sane e gratificanti.

Oggi vorrei parlare di come spesso, a causa dell’assenza di una educazione sentimentale e relazionale adeguata al contesto socioculturale attuale, molte persone siano portate a fraintendere i comportamenti del partner, iniziando e portando avanti relazioni sentimentali tossiche e spesso pericolose.

Vediamo nel dettaglio quali sono i comportamenti “a rischio” più facilmente fraintesi all’interno della relazione:

1) TELEFONATE, SMS, CONTROLLO E GELOSIA

controlla la mia posta perché è innamorato di me e ha paura di perdermi”, “capisco che non voglia farmi uscire con le mie amiche… forse ha paura che un altro possa interessarmi…”, “…mi ama così tanto che ha sempre paura di perdermi”, “sono davvero importante per lui ecco perché mi telefona in continuazione: vuole sincerarsi che io stia bene”.

Queste sono solamente alcune delle fandonie che ci raccontiamo quando il partner si comporta in modo controllante e geloso, limitando la nostra libertà fisica e psicologica. E spesso ce le raccontiamo per non dover affrontare la realtà…

Una volta per tutte dobbiamo imparare a distinguere un comportamento di CURA, AFFETTO E PROTEZIONE da un comportamento controllante e manipolatorio: il primo appare commisurato al contesto, rispettoso della nostra volontà e della nostra libertà e soprattutto è FONDATO SULLA FIDUCIA.

Il secondo è inadeguato, eccessivo, vagamente o palesemente intimidatorio, assolutamente NON basato sulla fiducia e soprattutto ci suona come qualcosa di forzato, offensivo e limitante della libertà.

2) REGALI E ATTENZIONI

Vi riempie di regali ed attenzioni? Bello! Bellissimo! …peccato che troppo spesso queste attenzioni si limitino ai primissimi tempi della relazione, lasciando il passo più tardi a comportamenti molto meno romantici. Quando si ha a che fare con un partner (ma vale sempre anche al femminile) che mette in atto il “love bombing”, occorre essere cauti ed alzare le antenne: potrebbe essere un modo per renderci dipendenti e legarci alla relazione e al partner, anche attraverso l’illusione che tutto questo, prima o poi tornerà… Soprattutto quando tali comportamenti saranno scemati e gradualmente lasceranno il posto a comportamenti irrispettosi, sgradevoli quando non francamente abusanti e violenti.

Una volta una conoscente mi raccontò di come il suo (ora ex) fidanzato, usasse presentarsi all’improvviso e non invitato sotto casa sua, presto al mattino, con dei fiori e la colazione, affermando di “aver pensato al suo benessere, che mangiasse prima di uscire”… peccato si trattasse di tentativi di controllare che fosse sola in casa e che stesse realmente recandosi a lavoro!

Anche in questo caso occorre essere saggi ed avere buon senso: se il contesto in cui vengono messi in atto tali comportamenti vi appare inadeguato (state insieme da poco, avete già espresso il vostro disagio o disapprovazione), se vi sembrano eccessivi (magari vi conoscete da poco o non desiderate i regali che vi vengono fatti, oppure il partner si presenta all’improvviso quando non lo aspettate), se avete la sensazione che stia cercando di “comprare” la vostra dedizione ed il vostro amore o di controllarvi: prestate attenzione e valutate la reale natura della vostra relazione.

Il VERO DONO è SPONTANEO, commisurato e sensibile ai VOSTRI DESIDERI, NON RICHIEDE DI ESSERE RICAMBIATO e non viene USATO COME STRUMENTO DI RICATTO EMOTIVO. Del controllo ho già parlato!

Chiaramente questo articolo non può essere esaustivo dei numerosi atteggiamenti messi in atto per indurre il partner a restare in una relazione, ma indicano le due grandi categorie di comportamenti che vengono più spesso fraintesi e scambiati per amore, interesse, dedizione e attenzione. Occorre imparare a distinguere dunque i comportamenti indicativi di reale interesse, rispetto ed amore da tutti gli altri, mossi principalmente dal desiderio di controllare e sottomettere il partner nella relazione.

Cosa fare dunque?
Non esiste una ricetta che sia adatta e valida in ogni situazione, poiché ogni relazione ha le sue precipue caratteristiche dinamiche, tuttavia è possibile tenere in considerazione alcune regole:

ASCOLTARE E RISPETTARE LE VOSTRE SENSAZIONI

TUTTE le donne coinvolte in relazioni disfunzionali che ho seguito e seguo mi hanno riferito la stessa cosa: cioè sin dall’inizio della relazione, hanno avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di strano, inadeguato o eccessivo nel comportamento del partner… nelle sue attenzioni. Hanno sempre “sentito” che certe cose erano decisamente fuori luogo o poco comprensibili nel contesto di riferimento del rapporto.

SMETTERE DI CREDERE NEL PRINCIPE AZZURRO

Non possiamo affidare ad un uomo l’impegno di “risolverci la vita”; dobbiamo darci da fare da sole per realizzare i nostri sogni, dare materia ai nostri interessi, concretizzare le nostre aspettative e anche sbarcare il lunario. Anni di evoluzione non hanno intaccato l’ideale dell’uomo salvifico e risolutivo, quello che riempirà i nostri vuoti emotivi e il nostro conto in banca, che ci accudirà come un padre e si prenderà cura di noi.

Questo tipo di uomo non esiste… e se finge di esistere è perché da noi si aspetta di ricevere indietro la nostra stessa essenza, la nostra autonomia, i nostri sogni e la nostra forza. Perciò aprire gli occhi e darsi da fare è la prima cosa. Un aiuto è ben accetto, la totale dipendenza dall’altro no.

IMPARARE AD AMARCI

Rincorrere ideali esterni di bellezza e successo è inutile se no si impara prima di tutto ad entrare in contatto e ad avere RISPETTO DELLE NOSTRE FRAGILITA’, proteggendoci e prendendoci cura di noi attraverso di esse. Esploriamo e conosciamo i nostri limiti e le nostre qualità, facciamolo prima di tutto da soli, senza aspettare che siano gli altri ad approvarci, indicarci se siamo ok oppure no, spiegarci i limiti e confini della nostra amabilità.

Non importa se da bambini siamo stati amati in maniera condizionata e abbiamo imparato a fare quello che si aspettano gli altri per poter essere amati: ora siamo adulti, conosciamo bene l’inganno e abbiamo forza e strumenti per superarlo.

ASCOLTIAMO LE PERSONE CARE

Non chiudiamo fuori amici fidati o parenti che ci mettono in guardia da un partner discutibile. Ascoltiamo cosa ci dicono, diamoci la possibilità di vedere le cose anche da un punto di vista esterno al nostro, che ci permetta di recuperare lucidità e razionalità laddove sono venute meno. Potremo imparare qualcosa di nuovo o forse, salvarci la pelle.


Dottoressa Anna Lisa Barbier – Psicoterapeuta

3 commenti su “Lo psicopatico nei panni del principe azzurro”

  1. Come si può aiutare un narcisista che inizia a prender coscienza del suo esser tale, ma rifiuta la psicoterapia?

I commenti sono chiusi.