Necessità di soddisfare l’altro: la sindrome di Wendy

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor


La paura di essere rifiutati ed il terrore della possibilità di essere abbandonati, sono le cause principali che portano le persone a fare di tutto per compiacere gli altri, soprattutto il proprio partner, andando spesso ben oltre i limiti della razionalità.

Questa è quella che si conosce come la “Sindrome di Wendy” nota anche come “Sindrome della crocerossina”, un complesso fatto di comportamenti e sentimenti che si associano anche alla ben più conosciuta “Sindrome di Peter Pan”.

Il bisogno di prendersi cura del proprio partner, di fare tutto per lui e di dare priorità alle sue necessità piuttosto che alle nostre è qualcosa che oggigiorno si verifica molto frequentemente. Sono troppe le donne che commettono l’errore di “amare troppo” il proprio partner, perdendo in questo modo la loro autostima.

La sindrome di Wendy, la donna perfetta per Peter Pan

Ricordiamo un po’ le personalità di Wendy Darling e di Peter Pan, nella famosa opera di James M. Barrie. Peter è un bambino che non vuole crescere, che non vuole avere delle responsabilità da adulto e che cerca, prima di tutto, una vita ricca di avventure, senza dover mai entrare in quella sfera di maturità e stabilità.

Peter Pan rappresenta tutti gli uomini immaturi, incapaci non solo di rendersi responsabili delle proprie vite, ma anche di quelle degli altri. E Wendy Darling? Lei è la ragazzina che fin dal primo istante cuce l’ombra di Peter Pan, per evitare che lui la perda di nuovo, che si preoccupar di pulire la sua casa, per ospitare i bambini sperduti… Fa di tutto per gli altri, perché questo la rende felice.

Le caratteristiche che definiscono le persone con la sindrome di Wendy

1) Sentono il bisogno di prendersi cura degli altri, perché è in questo modo che sentono di poter fare felici gli altri.

2) Danno priorità alle necessità degli altri piuttosto che alle proprie, e per questo sacrificano le loro passioni e anche ciò che per loro è più importante.

3) Per queste persone, prendersi cura di qualcuno è un modo per offrire amore e lo fanno, quindi, liberamente e perché lo vogliono. Nessuno gli impone di prendersi cura degli altri. Tuttavia, si trovano bene con un partner con la sindrome di Peter Pan, ovvero, uomini immaturi che si lasciano curare, che non vogliono responsabilità e per cui è comodo contare su di una partner che si faccia carico di tutto, bambini inclusi.

4) Le persone con la sindrome di Wendy hanno paura, sopratutto, di due cose: che gli altri smettano di sentire il bisogno di loro e di rimanere sole. L’idea di non avere nessuno di cui prendersi cura le terrorizza, perché solo in quel modo loro si sentono utili e offrono amore. Grazie a questo, vedono loro stesse come valorose e indispensabili.

Va detto che in un momento o l’altro della nostra vita, tutti noi abbiamo agito in qualcuno di questi modi.

La differenza tra l’attenzione, la protezione e il prendersi cura (che a volte si trasforma in sovraprotezione), e la Sindrome di Wendy, sta nel fatto che le persone colpite da questa sindrome sono realmente motivate dalla paura di essere abbandonate.

Anche se attualmente non si hanno cifre precise che ci permettano di ottenere un quadro epidemiologico, certo è che ne soffrono tanto i maschi così come le femmine anche se appare più frequentemente in queste ultime, soprattutto dovuto alle differenze di genere ancora profondamente radicate nella nostra cultura.

Sindrome di Wendy, diagnosi

Naturalmente, la Sindrome di Wendy non dipende da un solo fattore, ma piuttosto è il frutto di una mescola di variabili tra le quali si distinguono: l’educazione ricevuta, le caratteristiche della personalità, le esperienze di vita vissuta e le circostanze di vita attuali nelle quali è immersa la persona. Questa tendenza suole iniziare a manifestarsi alla fine dell’adolescenza.

Comunemente la diagnosi si realizza quando le persone ricorrono al consultorio affermando di sentirsi “bruciate”, sature o sfinite. Sebbene la maggioranza delle persone colpite da questa sindrome ricorrono allo specialista per propria volontà, sono spesso necessarie varie sessioni di psicoterapia perchè possano:

  1. Divenire consapevoli del loro problema dato che considerano che ciò che fanno sia altamente lodevole
  2. Apprendere a gestire il loro modo di pensare ed agire che si è andato consolidando nel tempo andando così a rafforzare la sindrome.

Senza dubbio, può trattarsi di un processo lento dato che implica un cambiamento nella visione del mondo e nella percezione della propria immagine, ma non è un compito impossibile.

Bisogna tener conto di un aspetto importante. È possibile che il prendersi cura degli altri le renda felici, ma arriva sempre un momento in cui si rendono conto che gli altri le stanno manipolando, o che stanno dando troppo in cambio di niente.

Arriverà un giorno in cui si sentiranno frustrate e sottovalutate, e proprio in quel momento sorgeranno i problemi. Bisogna fare attenzione affinché questi problemi non si trasformino in depressione.

Come prendersi cura degli altri, preoccupandosi anche di se stesse

Dobbiamo forse smettere di prenderci cura degli altri? Oppure di preoccuparci per le persone che amiamo? Assolutamente no. Il nostro partner, la nostra famiglia e, specialmente, i nostri figli, sono le persone che formano parte della nostra vita, che ci identificano e che sono i pilastri indiscutibili della nostra quotidianità.

Quindi, in tutte le relazioni bisogna mantenere l’equilibrio e prendere in considerazione i seguenti aspetti:

1) Non dimenticate l’importanza di stimolare la vostra crescita personale, di avere i vostri spazi, le vostre passioni, di difendere i vostri valori e la vostra autostima. Se date tutto agli altri, voi rimarrete vuote. Arriverà quindi l’insoddisfazione, la frustrazione e la tristezza. A cosa serve cercare di rendere felici gli altri se voi siete infelici? A niente.

2) Se siete persone orgogliose di voi stesse, se siete felici, avete uno buona autostima e autonomia per responsabilizzarvi di voi stesse, trasmetterete anche agli altri tutta questa energia positiva, tutte queste bellissime emozioni.

3) Potete prendervi cura del vostro partner e delle persone che amate. Tuttavia, ricordatevi che anche voi meritate attenzioni, riconoscenza e dovete essere valorizzate. Si tratta di un gioco di forze che entrambi dovete vincere e mai perdere. Se siete persone che si sentono felici quando si prendono cura degli altri, ricordate che dovete iniziare prima da voi stessi. Se voi cadete, gli altri cadono.

4) Coltivate la vostra felicità e, solo allora, sarete capaci di offrire felicità.

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