Quando usiamo la parola Empatia, di che cosa parliamo? Ne sentiamo parlare spesso ma sappiamo davvero cosa significa? Per comprenderne il significato dobbiamo fare qualche passo indietro nel tempo. Già Platone e Aristotele erano consapevoli del processo di immedesimazione che si attivava nell’arte, in particolar modo nel teatro, tra spettatore ed eroe tragico. Difatti, pubblico e protagonista soffrivano insieme, diventavano tutt’uno. Ma per i greci l’empatia non aveva il significato che oggi le attribuiamo. Tolomeo parla di “passione fisica” e lo stesso Aristotele di “pietà e compassione”.
È solo nella seconda metà del Settecento, in Germania, che appare il termine Einfühlung, “sentire dentro”, che nasce in pieno Romanticismo per descrivere, soprattutto nell’arte e nella filosofia, la fusione tra uomo e natura come nuova percezione del mondo. Sarà Theodor Lipps nel 1906 a utilizzare la parola Einfühlung per descrivere l’empatia come funzione psicologica fondamentale per la partecipazione emotiva.
Significato di empatia oggi
Ma è grazie allo psicologo inglese Edward Titchener (1909) che il termine empatia assume il significato odierno. Infatti, Titchener cercava una parola diversa da “simpatia” (sentire insieme quello che uno prova), per indicare la capacità umana di mettersi al posto degli altri per comprenderli meglio. Quindi, è nel corso del XX secolo che si stabilizza il concetto di empatia: la presenza di una relazione interpersonale basata sulla risposta emotiva che si attiva nel momento in cui si percepisce che un’altra persona sta provando un’emozione.
Non possiamo approfondire il concetto di empatia se non la consideriamo nell’ambito delle interazioni sociali. Infatti possiamo dire che la funzione principale dell’atteggiamento empatico è quella di creare una rete di relazioni positive intorno a un dato individuo. Quindi, non solo “mettersi nei panni dell’altro”, ma saper attivare uno scambio, saper mettere in primo piano la percezione e la visione che l’altro ha della realtà, senza confonderla con la propria, al tempo stesso. Inoltre, essere capaci di comunicare la nostra partecipazione così che l’altro la percepisca effettivamente.
Essere empatici significa possedere e attivare due tipi di competenze
La prima è una competenza di tipo emotivo ed è rappresentata dalla risposta emozionale che sappiamo restituire all’altra persona. Dobbiamo in questo senso essere capaci di acquisire consapevolezza del vissuto dell’altro e di condividere quello che l’altro prova.
La seconda è un’empatia di tipo cognitivo che è rappresentata dall’adottare un punto di vista diverso dal proprio per riuscire a comprendere i comportamenti e le emozioni degli altri. Quindi significa decentrarsi un po’ dal proprio sé, per riuscire a sperimentare la classica situazione del “mettersi nei panni degli altri”.
Più empatici gli uomini o più empatiche le donne?
L’empatia è stata oggetto di diverse modalità di studi, da quelli più neuroscientifici di neuroimmaging fino a misure self-report. Già da qualche anno è possibile misurare il livello di empatia grazie all’Empathy Quotient, Eq, un esame messo a punto a Cambridge che misura entrambe le componenti: l’empatia cognitiva e quella affettiva, utilizzando test self-report, cioè questionari compilati dai pazienti. Utilizzando l’Eq negli anni è stato dimostrato, per esempio, che le donne sono più empatiche degli uomini.
Alcuni studi neurofisiologici hanno inoltre evidenziato come, nella donna, ci siano un maggior sviluppo dei neuroni specchio e delle fibre che compongono il corpo calloso; secondo i ricercatori tale differenza spiegherebbe la partecipazione empatica femminile, rendendo la sua osservazione degli eventi più sentita e globale. Molte ricerche hanno considerato come le donne abbiano una maggiore capacità empatica, intesa come capacità di riconoscere le emozioni altrui, una migliore sensibilità emotiva, quindi una maggior capacità di sintonizzarsi sulle emozioni dell’Altro (Albiero, Matricardi, 2006).
10 caratteristiche tipiche di chi è dotato di empatia
Chiariamolo subito: non tutte le persone empatiche sono uguali, alcune sentono le emozioni più intensamente di altre. Per esempio, non reagiranno tutte allo stesso modo ai rumori e così via. Senza l’intenzione di tracciare un profilo tipico della persona empatica come verità assoluta, probabilmente avrà queste caratteristiche, o alcune di esse.
1) Difficoltà a concentrarsi su cose che non stimola la sua mente. L’empatico è un sognatore che si annoia o si distrae facilmente. Quindi, in assenza di stimoli, la tua mente vaga fino al punto di staccarsi dalla realtà fisica, scivolando facilmente in uno stato di fantasticheria.
2) Vuole trovare le risposte ai problemi. L’empatico è un grande pensatore a cui piace lavorare su argomenti diversi. Non appena percepisci un eventuale problema, subito ti attivi per trovare la soluzione più congeniale. Perché? Per te significa ritrovare la tranquillità.
3) Emana molto calore e molta compassione. Questa caratteristica attrae molto le persone. Anche se sei ferma alla fermata dell’autobus o magari in fila al supermercato, diventa facile attaccare bottone e sono gli altri a farlo…perchè emani empatia! Emani disponibilità all’ascolto, cordialità, calore… lo fai con la postura, con la mimica facciale e in generale con il linguaggio del corpo. Ecco perchè ti capita spesso di incontrare gente e iniziare una conversazione o scambiare qualche battuta.
4) Ascolta con attenzione senza giudicare. A tutti piace essere compresi, a tutti piace essere ascoltati e sentirsi accolti e non giudicati. Ecco, tu riesci a comprendere il mondo interiore di un altro (affetti, pensieri, emozioni, ecc) senza però giudicare.
5) Non ama le restrizioni. La libertà e il movimento di espressione sono molto importanti per una persona empatica. Regole troppo rigide, controllo o routine sono tutte cose che non sopporti. Difficilmente ti adegui agli standard della società. Alla famiglia tradizionale preferisci una vita solitaria fatta di libertà, che ti permette di vivere senza restrizioni o catene. Sei un cercatore di verità, per cui passi gran parte del tuo tempo ad apprendere qualcosa di nuovo, a leggere e documentarsi. Hai fame di conoscenza.
6) Tende a sentire ciò che è fuori di lui più di ciò che ha dentro. L’empatico cattura i sentimenti degli altri, spesso assorbe le emozioni come una spugna. E’ anche molto abile ad analizzare le relazioni tra le persone: percepisce i sentimenti e le emozioni degli altri. La sua capacità di “leggere” dietro alle apparenze, lo porta anche a provare le emozioni e i sentimenti di coloro con cui entri in contatto. Questo fa sì che se sei vicino a persone felici e gioiose il tuo stato d’animo rifletterà queste sensazioni positive. In caso contrario, il malumore sarà una costante qualora fossi attorniata da persone tristi o arrabbiate.
7) E’ sensibile alle immagini, alle notizie che vengono date in TV, ai film…: L’empatico si sente fortemente toccato dalla violenza, dal dramma, dalle scene scioccanti. A volte cerchi di trattenere le lacrime con scarso risultato. Per te è molto difficile leggere un quotidiano o guardare scene di violenza. Anche una scena commovente di un film o una canzone lenta e introspettiva scatenano in te un tumulto di sentimenti a molti estraneo. Ciò che può essere vista come debolezza, in realtà è sensibilità e una grande profondità d’animo di cui puoi andare solo fiera!
8) Spesso è stanco. L’empatico può provare una stanchezza costante. A forza di sintonizzarti e di provare anche le emozioni degli altri spesso ti senti prosciugata delle tue energie.
9) Riesce a captare il carattere delle persone. Chi è dotato di empatia riesce ad adattare al meglio il suo comportamento e il suo modo di fare rispetto a chi si trova davanti. C’è chi è più timido e dal carattere introverso e chi, invece, è socievole con tutti. Infatti, non tutti gli indivuidui con cui entriamo in contatto sono uguali. Tu però sai vedere dietro le apparenze senza fermarti alla prima impressione. Sei in grado anche di riconoscere i diversi “tipi” di persone e sai come porti nei loro confronti
1′) E in amore? L’empatico sente ciò che sente l’altro. Spesso non hai bisogno di chiedere cosa sente il tuo partner. E, tuttavia, hai difficoltà a trovare il partner giusto. Perché? Perché, dal punto di vista affettivo, sei molto esigente ma anche facile preda di manipolatori e narcisisti. Tendenzialmente preferisci le relazioni intime profonde. Senti il bisogno di contatto fisico ed emotivo. Tendi a somatizzare più di altri lo stress, proprio perché sei estremamente sensibile. E dal momento che assorbi emozioni ed energie altrui, a volte corri il rischio di perdere di vista te stessa.
Empatici si nasce o si diventa?
Si può diventare empatici o è un’abilità ereditata dalla nascita? La riposta è sì, ci si può “allenare” all’empatia..ma sitratta di una dote che va maneggiata con cura!
A cura di Ana Maria Sepe, psicoanalista
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