Oggi voglio approfondire un argomento delicato: le malattie psicosomatiche. Questo termine non fa riferimento a qualcosa che esiste solo nella mente, piuttosto riferisce a condizioni patologiche del soma (corpo) che sono state innescate da stati emotivi protratti (psiche). Chi conosce Psicoadvisor o ha già letto i miei libri, sa benissimo quanto sia forte l’impatto che esercita “l’ambiente psicologico” sulla nostra salute fisica.
Sappiamo tutti che esistono malattie genetiche, ereditarie. Non tutti sappiamo, invece, che il nostro DNA può comportarsi in modo diverso in base alle condizioni ambientali in cui l’organismo è posto. Quando parliamo di “condizioni ambientali” pensiamo subito allo smog, all’aria, all’alimentazione e a tutto ciò che esterno da noi. Trascuriamo che l’ambiente in cui siamo posti è anche quello sociale, fatto di relazioni e di reazioni emotive. Queste costituiscono il nostro ambiente psicologico, qualcosa che influenza i nostri stati corporei.
Le emozioni che sperimentiamo, riusciamo a provarle perché emergono da variazioni fisiologiche: sono nel nostro corpo! Da qualche decennio stanno emergendo tantissime evidenze su come stati emotivi protratti nel tempo possano causare alterazioni nel funzionamento di organi e apparati (disturbi funzionali). In genere, questi argomenti innescano scetticismo nel grande pubblico. Si tratta di qualcosa di “nuovo per le masse”, ma di già conclamato per il panorama scientifico. Probabilmente se vai dal tuo medico e lui ti dice qualcosa o ti prescrive un farmaco, ti fidi. Fai bene. Ma sai che non si conoscono gli esatti meccanismi molecolari della gran parte dei farmaci in commercio? Sai che non si conoscono le reali cause di moltissime malattie “corpore”?
Se provi a chiedere al tuo medico «perché succede questo?» se si tratta di un arto rotto, saprà associare la causa della frattura a un trauma. Però, se si tratta di una disfunzione di una valvola cardiaca emersa all’improvviso, oppure dell’intestino che di punto in bianco ha smesso di funzionale (motilità ridotta) rallentando la digestione, oppure, ancora, se si tratta di malattie autoimmuni… i medici non hanno moltissime risposte.
La verità è che se oggi conosciamo così poco del nostro corpo umano, è solo perché abbiamo sempre sottovalutato gli effetti dell’ambiente psicologico. Un errore che vorrei non commettessimo più. Mentre mi auspico che nelle facoltà di medicina e di psicologia qualcosa possa ben presto cambiare, mi rallegra vedere fiorenti progressi in ambito della ricerca. Con la speranza che tutti possano smetterla di non dare peso alle emozioni e alla propria emotività (che un peso e un effetto ce l’hanno eccome!), vi riporto diverse evidenze.
Malattie autoimmuni
Vi è una correlazione tra la disregolazione della risposta immunitaria, l’annesso stato pro-infiammatorio innescato e il disagio psicologico (Soria et al., 2017). In questo contesto rientrano malattie quali:
- Tiroidite di Hashimoto
- Psoriasi
- Artrite reumatoide
- Celiachia
- (…)
Cancro
Una ricerca che ha coinvolto il team di scienziati dell’University College of London, l’Università di Edimburgo e l’Università di Sydney, che ha monitorato lo stato di benessere psichico di 165.000 persone (uomini e donne). I soggetti sono stati seguiti per 10 anni, durante i quali sono sono registrati circa 5.000 decessi. La ricerca ha dimostrato che le persone che vivono uno stato di disagio psicologico sono anche quelle che hanno registrato più alti tassi di mortalità per cancro dell’intestino, tumore alla prostata, al pancreas, all’esofago e per leucemia.
Fibromialgia
È stata riscontrata una forte correlazione tra fibromialgia e alessitimia, cioè incapacità di percepire ed esprimere i propri stati emotivi. I soggetti più a rischio sono le persone ansiose, irascibili, iperattive o depresse. Tipologie di persone che condividono delle peculiarità genetiche che inducono un’iper-reattività psicofisiologica. Piccolo promemoria: il codice genetico non è qualcosa di fisso, inciso nella pietra. I nostri geni, in base all’ambiente in cui viviamo, possono o non posso esprimersi, oppure possono esprimersi in modo differenti. Stress emotivi, relazionali, cognitivi, traumi… soprattutto se intercorsi in tenera età, possono dare il via a variazioni epigenetiche che innescano patologie “somatiche”.
NB.: di recente (vedi, p.e. Bourke et al., 2022) si stanno approfondendo i collegamenti tra il sistema di endocannabinoidi e la fibriomialgia. Gli stessi scompensi sono riscontrati in pazienti con trauma psicologico.
Disturbi funzionali
Qui, seguirà un elenco -non esaustivo- di quelle malattie che si presentano anche quando gli esami da laboratorio e strumentali (ecografie, radiologia, endoscopia…), non evidenziano alcuna alterazione (Camilleri M et al., Clin Gastroenterol and Hepatol 2003). Queste malattie rappresentano un “mistero” per i medici che, non riscontrando anomalie dagli esami diagnostici, finiscono per trattarle superficialmente o per bollarle come “psicosomatiche” senza però spiegare bene cosa questa significhi! Il risultato? Il paziente va a casa più confuso, impotente e… più stressato!
Queste malattie funzionali sembrano essere correlate al cattivo funzionamento della muscolatura liscia. Questa è governata dal sistema nervoso autonomo che è sensibile ai nostri stati emotivi.
- Disfagia
deglutizione difficoltosa. Mancato rilassamento della muscolatura dell’esofago superiore o/o inferiore, con potenziale reflusso di acido dallo stomaco. - Dolore toracico
dolore retrosternale, non dovuto a problemi cardiaci. Una sensazione di oppressione allo storno dovuta a forti contrazioni o spasmi della muscolatura dell’esofago. In presenza di reflusso, le fitte, possono dare vita a una stintomatologia che mima i sintomi di un vero e proprio infarto. - Dispepsia
difficoltà digestive, rallentamento del transito del cibo nel tratto intestinale. È importante, ancora una volta, ribadire che in questi casi, gli esami da laboratorio danno esito negativo ad alternativi stati patologici. Perché lo ripeto? Perché la dispepsia può essere causata anche da condizioni come il diabete, infezioni virali che ha danneggiato le innervazioni della parete dello stomaco, riducendo la sua capacità di contrazione. - Colon irritabile
L’incuria emotiva sarebbe alla base non solo dei disturbi funzionali elencati fin ora ma anche della diffusissima sindrome del colon irritabile. Secondo le recenti stime del ricercatore E. Blanchard della State University of New York, il 60% delle persone con sindrome del colon irritabile soffrirebbe di un disturbo psicologico a matrice ansiosa. Il 20% di forme depressive e il restante 20% di altri disturbi psicologici sempre correlati allo stress cronico.
Come si curano i disturbi funzionali e come fare prevenzione?
Ancora oggi, non esiste una terapia standardizzata e universale. Il medico specialista si affida alle informazioni sugli usi off-label dei farmaci in commercio per individuare una trattamento mirato. In genere, la terapia prevede una dieta qualitativa (cioè, chiedono di escludere determinati cibi dalla dieta), assumere farmaci che possano agire sulla muscolatura liscia implicata (dell’esofago, del lume intestinale del tubo digerente…), farmaci che agiscono sul sistema nervoso enterico periferico e infine, farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale. È giustissimo seguire una cura farmacologica perché, in genere, i processi -anche se nati da stati emotivi protratti- non vanno via da soli. È, però, altrettanto auspicabile che il paziente fosse informato sull’importanza dell’ambiente psicologico sulla genesi e il mantenimento di queste malattie.
Il benessere emotivo non è avulso da quello fisico. Il nostro corpo non fa differenza tra la sfera emotiva e fisica, vive tutto e lo fa mediante reazioni fisiologiche. Come premesso, anche le emozioni sono fisiologiche! Un trattamento combinato che miri a migliorare la qualità della vita psicoaffettiva dell’individuo, sarebbe non solo consigliato ma anche d’obbligo per un intervento efficace. Mentre i centri più all’avanguardia proseguono in questa direzione, molte altre strutture brancola nel buio. Intanto sta a noi muovere i primi passi e occuparci del nostro benessere (emotivocorporeo! Lo scrivo attaccato perché sono due cose inscindibili).
Se vuoi iniziare davvero a prenderti cura del tuo corpo, inizia a curare il tuo ambiente psicologico! Se non sai da dove iniziare, prova a renderti più consapevole delle esperienze emotive che vivi ogni giorno, dei tuoi legami, delle tue frustrazioni, preoccupazioni e ansie… perché, diciamocelo, a volte, invece di viverle le tue emozioni, le subisci e, con te, è anche il tuo corpo a farlo! Per approfondire questo tema e soprattutto, per iniziare a vivere con consapevolezza la tua vita, ti consiglio di leggere il mio libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce». Lo trovi in tutte le librerie e su Amazon, a questa pagina. Smettiamola di far finta che le emozioni non siano corporee!
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» (tradotto in 5 lingue) e dell’innovativo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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