Desta un certo stupore associare l’aggettivo indifferente al sostantivo genitore, ma nella realtà, esistono anche genitori di questo tipo. Esistono, purtroppo, contesti familiari in cui il bambino cresce nell’indifferenza dei genitori e perciò dimenticato! Vi rimarrà relegato per decenni, senza essere ascoltato, compreso e riconosciuto anche quando la sua sarà ormai una vita da adulto; perché quando una persona sente che la sua infanzia le è stata rubata e l’amore negato, difficilmente si stacca da quella creatura affamata e arrabbiata del passato.
Immaginiamo come sarebbe frustrante sentirsi dire ogni giorno “sei un incapace” o “sbagli tutto quello che fai“. Immaginiamo come sarebbe sentirselo dire tante volte al giorno. Minerebbe la fiducia e il rispetto anche dell’uomo o della donna più sicuri al mondo. Immaginiamo come sarebbe frustrante non sentirsi dire assolutamente nulla. Che il disinteresse significhi “non stai facendo nulla che valga la pena” o, peggio, “non è quello che avevo in mente per te, quindi sei solo“. Tutto questo, giorno dopo giorno nutre rancore, risentimento, distanza. Ma, soprattutto, elimina un elemento fondamentale nel rapporto tra genitori e figli: sentirsi degni di amore.
Ci sono tante situazioni che il bambino non può comprendere non avendo né le competenze intellettuali né gli strumenti emotivi per farlo
Ma l’indifferenza o il rifiuto producono una sofferenza profonda, incolmabile. Quella certamente viene percepita. Lasciando tracce indelebili e ferite difficili da guarire. Ogni bambino ha le sue caratteristiche ma a questi genitori passano inosservate. Non hanno particolari pretese o aspettative per i loro figli. Sono indifferenti al loro rendimento scolastico, al loro talento, sono genitori in attesa che il loro bambino diventi adulto.
È il figlio che chiede e non riceve, il bambino che un giorno ha capito che piangere non serve a nulla, che non si è mai visto riflesso negli occhi dei suoi genitori, nel calore di un corpo o nella carezza di una voce rassicurante. Nessuno gli ha mai insegnato a credere nella magia, nell’universo o in se stesso. Ebbene, il figlio dimenticato può vivere anche molto vicino a noi. Nella casa dei nostri vicini, per esempio, proprio in quell’abitazione maestosa a tre piani in cui i genitori, sempre gentili, brillanti al lavoro e occupatissimi di giorno, tengono per mano un bimbo silenzioso, dallo sguardo immenso ma nelle cui profondità si intravede la tristezza.
Quando da bambino si vive una condizione di indifferenza sociale, da adulto sarà attratto da situazioni e persone che lo facciano sentire colui o colei che fa la differenza, anche a costo di complicarsi la vita. È una ferita che se molto profonda può avere risvolti piuttosto invalidanti. Purtroppo la realtà è che il bagaglio emotivo degli anni passati lo accompagnerà ancora per molto.
Le cose che un figlio non amato subisce in età adulta
A causa di stereotipi e luoghi comuni siamo portati a credere che sia sufficiente aver vissuto un’esperienza altamente dolorosa o un singolo episodio particolarmente catastrofico per condizionare univocamente la futura esistenza di un individuo adulto.
In realtà, avviene più spesso il contrario; non sono pertanto i singoli episodi a influire negativamente nello sviluppo e nell’organizzazione della personalità, ma contesti affettivi, familiari e sociali stabili e duraturi nel tempo che perpetrando mancanze ripetute, risultano alla lunga più dannosi per lo sviluppo psico-affettivo e la vita adulta. Il bambino è inconsapevole dello scotto da pagare ma il conto si presenterà ancora più salato in età adulta. Analizziamo insieme quelli che sono gli effetti più comuni di questa disarmonia
1. Hanno difficoltà a portare a termine un progetto, procrastinano.
2. Mentono quando sarebbe più semplice dire la verità.
3. Si giudicano duramente.
4. Hanno difficoltà a divertirsi. La spontaneità è un aspetto dei bambini ma loro hanno dovuto soffocarla perché sono dovuti crescere in fretta e dovevano fare attenzione a ciò che facevano per paura delle reazioni del genitore malato.
5. Si prendono molto sul serio e identificano l’essere con il fare. Perciò lavorano molto fino allo stremo.
6. Hanno difficoltà nelle relazioni intime. La paura di essere abbandonati, di essere amati e poi rifiutati, è qualcosa con cui sono dovuti crescere e che li accompagna sempre. Non pensano di essere amabili, non hanno fiducia in sé stessi e conferiscono all’altro il potere di definire se sono ok oppure no. Una normale questione da risolvere diventa motivo di preoccupazione eccessiva che attiva la paura di essere abbandonati e che fa sentire l’altro soffocato. Possibili problemi sessuali. Non sai cosa sia una relazione sana e normale, quindi hai paura dell’intimità e della vicinanza e non sai come costruirle.
7. Reagiscono in modo eccessivo ai cambiamenti improvvisi e sui quali non hanno controllo.
8. Cercano l’approvazione degli altri.
9.Si sentono diversi dagli altri quindi si isolano. È difficile credere di poter essere accettati così come sono, pensano invece di doverselo guadagnare.
10. Possono essere iper-responsabili oppure irresponsabili.
11. Sono estremamente fedeli ad una persona anche quando non sono tenuti a farlo. Questo è solitamente frutto di paura e insicurezza, si sentono in colpa verso l’altro che vorrebbero abbandonare.
12. Sono impulsivi, cioè non pensano alle conseguenze o alle alternative, ma necessitano di una gratificazione immediata. Dato che da bambini le promesse non erano mantenute aspettare equivale a non ottenere ciò che si vuole.
13. Possono da adulti ricercare relazioni in cui ripetere i drammi infantili: fungono da co-dipendenti, da salvatori, che si illudono che l’altro possa cambiare grazie alle proprie cure, restano in una relazione dolorosa perché avvertono che l’altro ha bisogno di loro e non riescono ad abbandonarlo perché si sentono in colpa e temono di affrontare la solitudine o di non poter trovare un nuovo partner, dato che si considerano non degni di amore.
14. Hanno difficoltà di assertività, pertanto faticano a dire di no e a esprimere chiaramente delle richieste, in quanto si aspettano di essere rifiutati o abbandonati dall’altro. Quindi spesso si ritrovano ad essere sfruttati dagli altri e a farsi carico di compiti al di là delle proprie energie o a scapito dei propri desideri e programmi, momenti di relax e svago.
15. Possono diventare perfezionisti e acquisire molte competenze senza sentirsi mai veramente appagati da questo oppure possono sviluppare dipendenze da sostanze come i propri genitori.
16. Possono presentare disturbi psicosomatici, ansia, depressione, disturbo post-traumatico da stress.
17. Sono ipervigili, non si lasciano andare a emozioni e non sono spontanei perché temono di apparire stupidi, di non essere compresi o che possa accadere qualcosa di terribile da un momento all’altro per cui è bene non abbassare la guardia e restare in allerta.
18. Non si sono mai dati il permesso di sentirsi arrabbiati verso il genitore malato e l’altro genitore che non ha accolto tale rabbia ma l’ha repressa dicendo: “cerca di capire… non è cattivo, è malato… non puoi avercela con lei/lui”.
19. Spesso hanno provato una profonda vergogna e nascosto il problema apparendo normali, spesso incontrando approvazione per la loro coscienziosità, disponibilità ad aiutare gli altri e dedizione allo studio e al lavoro.
Le cose che un figlio non amato desidera in età adulta
Probabilmente ti riconoscerai in diversi tratti sopracitati, questo significa che hai dovuto pagare un costo enorme in termini emotivi quando eri piccolo. Ho però una buona notizia da darti, puoi darti la possibilità di abbandonare i tuoi schemi disfunzionali! Sai, noi umani abbiamo questa grande opportunità dovuta al nostro cervello plastico: possiamo sempre imparare nuove, a qualsiasi età. Quindi anche tu puoi cambiare le tue convinzioni, imparare a gestire le tue emozioni, imparare a lasciare andare la colpa e la vergogna e rimediare alle ferite dell’infanzia. Non è sempre facile e a volte serve un aiuto professionale, ma tutti possiamo riuscirci. Cosa vorrebbe un adulto che non è stato amato quando era piccolo?
- Vorrebbe essere in grado di prendere decisioni in linea con i suoi bisogni.
- Vorrebbe sentire rispetto per se stesso e sentirsi di valere, anche quando commette un errore
- Vorrebbe sentirsi all’altezza nei vari contesti e situazioni della vita
- Vorrebbe sentirsi libero dalle paure e delle insicurezze che lo bloccano
- Vorrebbe affrontare critiche e giudizi degli altri in modo costruttivo o disinteressato se è il caso
- Vorrebbe smettere di usare gli altri come termine di paragone
- Vorrebbe sentirsi libero di fare le sue scelte anche se ciò comporta qualche battuta di arresto
- Vorrebbe affrontare i problemi e le difficoltà senza questa maledetta ansia che l’accompagna costantemente
- Vorrebbe gioire anche dei piccoli successi senza distorcere la realtà
- Vorrebbe stare bene anche da solo
- Vorrebbe che la sua felicità non dipendesse dall’altro
- Vorrebbe sentirsi apprezzato dai suoi cari e dai suoi amici
- Vorrebbe poter dire “NO”, in maniera assertiva, senza sentirsi in colpa quando gli altri hanno aspettative su di lui
- Vorrebbe non essere il bersaglio da sfruttare sia nei rapporti sociali, lavorativi e interpersonali
- Vorrebbe accettare gli imprevisti e le battute di arresto senza doversi giudicare
- Vorrebbe essere libero di esprimere i suoi pensieri senza temere il giudizio degli altri
- Vorrebbe liberarsi dal bisogno di approvazione
- Vorrebbe dare priorità ai suoi bisogni
- Vorrebbe sentirsi meritevole e degno di essere amato
- Vorrebbe prendersi cura di se stesso….e riconoscere il suo immenso VALORE.
Un messaggio chiaro che spero ti sia arrivato con questo mio articolo è: finché rimani inconsapevole, le tue emozioni possono influenzare silenziosamente la tua vita e possono farlo in modo disfunzionale. Quando ascolti i tuoi bisogni stai onorando chi sei davvero, ti stai rispettando e stai aprendo le porte a una vita più gratificante. E io caro lettore o cara lettrice te lo auguro di cuore.
Sii consapevole di CHI SEI
Sicuramente conosci il tuo colore preferito del momento (è normalissimo se cambia!), quando sei nato e le scarpe che preferisci indossare. Ci sono, però, tantissime cose di te che ignori completamente e per questo a volte ti senti confuso, disorientato sulle scelte da prendere o addirittura incoerente (stare con chi ti fa soffrire, procrastinare cose che a lungo termine ti fanno bene, ignorare i tuoi bisogni autentici…). In realtà, non c’è niente di incoerente nel provare desideri ed emozioni contrastanti. Anche queste sono il frutto di un “giudice severo”, perché se da un lato inneggi la forza, il controllo e la determinazione, dall’altro ci sarà sicuramente una parte di te che desidera la fuga e la perdita di controllo e che quindi spingerà verso delle condotte che sembrano remarti contro.
Tutto questo è “razionale” nella logica delle emozioni… solo che non conoscendoti profondamente, non sapendo come funziona la tua psiche, tu non puoi saperlo! Se ti va di iniziare a conoscerti davvero, sappi che ho scritto un nuovo manuale di psicologia (già bestseller), s’intitola «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», lo puoi trovare a questa pagina Amazon e in tutte le librerie d’Italia.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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