3 cose che devi sapere se decidi di restare con un narcisista

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Quando si è in una relazione con partner narcisisti, le cose possono diventare davvero difficili e dolorose e, qualunque sia la decisione che si è in grado di prendere – se portare avanti la relazione o chiuderla – è fondamentale tenere a mente una premessa: queste persone non cambieranno*. Possono esistere diverse ragioni per cui portare avanti la relazione sembra la scelta migliore: motivazioni culturali, morali, economiche, di salute, legate alla paura o semplicemente al profondo sentimento che si prova verso il partner.

Sono tutte ragioni comprensibili e concrete e, a meno che non vi sia franca violenza all’interno della relazione e rischio per l’incolumità fisica propria o di eventuali altri coinvolti, l’opzione di restare può essere ancora una via percorribile, soprattutto quando pensare di andarsene sembra decisamente impossibile.

A meno che, dunque, non vi sia una condizione di reale pericolo fisico in cui è necessario ricorrere alle forze dell’ordine, ognuno può scegliere e decidere quale sia la cosa migliore da fare nel rapporto, e spesso molte donne decidono di “lottare” per il loro matrimonio o la loro relazione, nonostante questa sia diventata tossica, triste e frustrante.

Gli effetti della relazione con un narcisista

Bisogna però sempre tenere a mente che i danni provocati dalla relazione con un partner narcisista, sebbene non facilmente riconoscibili dall’esterno, sono danni importanti: infatti, i sottili e lenti cambiamenti psichici provocati da questi rapporti, quali il profondo senso di disconnessione emotiva e la graduale erosione del senso di identità e della propria autostima, possono provocare ferite interiori molto profonde che, sebbene invisibili all’esterno, sono in grado di minare la salute psichica e fisica di chi le subisce.

Andare avanti o chiudere la relazione quindi è una scelta individuale; ma se si decide di restare e di portarla avanti, bisogna sapersi proteggere e salvaguardare il più possibile. Innanzitutto tenendo bene a mente tre concetti fondamentali.

#1. I narcisisti non cambiano

Sebbene certi comportamenti, schemi e abitudini dannose siano difficili da modificare – come accade ad esempio nelle dipendenze – il fatto che siano dannose per sé o per le persone care ci permette di lavorare ed impegnarci verso il cambiamento, al fine di stare meglio e migliorare la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni.

Questo discorso però non vale per i narcisisti, per una ragione molto semplice: il narcisismo funziona bene per i narcisisti e poiché si tratta di una struttura di personalità, non è facilmente predisposta al cambiamento. Non dobbiamo inoltre dimenticare un aspetto socio-culturale importante: come scriveva profeticamente Lowen nel 1986, questa è una società che celebra il narcisismo e rinforza continuamente lo sviluppo di tratti narcisistici nell’individuo.

I media rappresentano una sorta di specchio che fornisce una validazione pressoché costante della ricchezza, della salute perfetta, dell’arroganza, dell’assenza di empatia verso l’altro e della grandiosità… cosa vi ricordano questi aspetti?

In un mondo sociale e culturale che supporta tratti del genere e spinge ognuno di noi a svilupparli in maniera ossessiva, i narcisisti si sentono approvati, supportati, spinti ad essere sempre di più ciò che sono e tutti i loro bisogno trovano soddisfacimento e considerato che, in aggiunta, la loro capacità di sentire e considerare sentimenti e bisogni altrui è praticamente nulla, ecco che il cambiamento per questi individui è *davvero improbabile.

Essendo i narcisisti estremamente vulnerabili e fragili tuttavia, capita che oscillino tra condizioni di grandiosità e stati depressivi e fragilità più o meno evidenti; in questi casi sembra che abbiano bisogno di supporto, conforto e vicinanza emotiva e sembrano persino inclini all’empatia e alla tenerezza profonda. Ma si tratta di un’illusione: che è destinata a dissolversi non appena il pendolo del narcisismo oscillerà nuovamente verso l’aspetto di grandiosità, egoismo e disinteresse.

#2. Non aspettarti miracoli dalla terapia

Molto semplicemente, sebbene non tutti i professionisti ed i ricercatori sono perfettamente d’accordo su questo punto, la letteratura scientifica in materia di psicoterapia del narcisismo è chiara: non ci sono solide e concordanti evidenze di buoni risultati terapeutici con questo disturbo di personalità. E’ importante sottolineare, però, che ogni percorso è a sé. Assolutamente questo paragrafo non vuole “scoraggiare” un percorso terapeutico ma solo informare sulla letteratura scientifica in materia.

Le scarse evidenze scientifiche a favore del cambiamento terapeutico nel disturbo narcisistico di personalità, mostrano un cambiamento lieve e scarsamente duraturo. Infatti i cambiamenti comportamentali possono essere mantenuti per alcune settimane o alcuni mesi dopo il termine della psicoterapia, ma tendono a sparire se non si riprende il lavoro terapeutico.

L’effetto è un po’ come quello che si ottiene quando si tende un elastico per modificarne la forma: una volta che lo lasciamo andare, esso tornerà ad assumere la sua forma originaria. Alcuni autori parlano persino del rischio di un peggioramento del disturbo se il terapeuta non è molto ben preparato ed attento. E’ possibile che nella relazione alcune cose possano cambiare e che la relazione stessa possa diventare leggermente più sopportabile… ma non diventerà mai una relazione profondamente intima, reciproca, rispettosa e, in ultima analisi, gratificante per entrambi.

#3. Spesso sono presenti anche altri disturbi mentali a complicare le cose

I disturbi di personalità, come il disturbo narcisistico di personalità, spesso si accompagnano ad altri disturbi mentali; in particolare depressione e disturbo da uso di sostanze. Le ricerche mostrano che quasi la metà degli individui con disturbo narcisistico di personalità soffre di depressione, e mostrano una percentuale di comorbilità del 20 – 25 percento con diagnosi di disturbo da uso di sostanze (frequentemente alcol e cocaina). Altri disturbi frequentemente riportati in comorbilità sono il disturbo bipolare e i disturbi dell’alimentazione. Questi aspetti rendono la relazione, e la possibilità di chiuderla, ancor più difficoltosa.

Dunque, se non cambiano, cosa si può fare?

Innanzitutto imparare a riconoscere i pattern e gli schemi di comportamento del partner e propri; in questo modo è possibile “prevedere l’imprevedibile” e cioè imparare – e tenere sempre bene a mente – che gli schemi di relazione e i comportamenti del narcisista sono piuttosto prevedibili una volta che si impara a riconoscerli. Ciò può aiutare a soffrirne meno e a dar loro meno potere sul proprio equilibrio nel caso si decida di non chiudere il rapporto.

Gestire le proprie aspettative

Si tratta del passo fondamentale e principale da fare se si decide di restare all’interno della relazione. Nella relazione con un partner narcisista il tono emotivo è sintonizzato sempre su disconnessione, senso di insicurezza ed instabilità, svalutazione, senso di solitudine e disvalore personale.

Ciò a causa dei comportamenti tipici di queste persone, dei loro tratti di personalità, della loro incapacità di sintonizzarsi emotivamente e di empatizzare con il partner e del bisogno continuo di attenzione, dedizione, ammirazione ecc. Una cronica mancanza di empatia, di connessione e di supporto sono la regola. In questa situazione le aspettative vengono regolarmente deluse, e il senso di dolore che ne deriva può essere davvero molto forte, fino a privarci della capacità di sentire e di rispettare i nostri bisogni.  Gestire le aspettative nella relazione con un partner narcisista significa:

  • Smettere di sperare che le cose cambino
  • Smettere di sperare che il partner cambi
  • Smettere di aspettarsi che i propri bisogni vengano soddisfatti
  • Smettere di coltivare l’illusione che tutto tornerà come era stato all’inizio

Se si decide di non chiudere la relazione, per tutti i motivi che si ritengono opportuni, occorre ricordare di lavorare molto sulla gestione delle proprie aspettative sull’altro e sul rapporto.

Coltivare rapporti umani sani all’esterno della relazione

Avere amici, conoscenti, familiari che siano in grado di garantire nel rapporto ciò di cui ogni essere umano ha bisogno ma che è impossibile ottenere in una relazione con un partner narcisista: cioè riconoscimento, validazione emotiva, supporto, connessione, empatia, amore, affetto, rispetto e reciprocità per citarne alcune. Si potrà in tal modo evitare di sentirsi sempre più disconnessi, confusi e soli, cronicamente insicuri e profondamente infelici.

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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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