3 modi efficaci per avere una personalità creativa

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Chi non vorrebbe avere più intuizioni geniali e pensare in modo più creativo? Quanti di noi osano definirsi “creativi”? È ora di sfatare un mito: la creatività non è un dono, ma un’abilità da apprendere, praticare e sviluppare. Come ogni abilità, più ci esercitiamo, più miglioriamo: ma come possiamo imparare a essere creativi? Considerata tradizionalmente appannaggio degli artisti, la creatività (nelle sue tante declinazioni, tra cui il celeberrimo problem solving!) è ora riconosciuta come una delle abilità fondamentali per il successo e la gratificazione nella vita

Come funziona il cervello

Tutti noi siamo capaci di sperimentare un’ispirazione creativa semplicemente per il fatto di essere umani. Non importa se si è una persona altamente logica o altamente empatica, c’è comunque un naturale effetto “altalena” operante nel cervello: da un lato ci sono tratti e qualità quali l’essere focalizzati e analitici, mentre dall’altro sono le abilità sociali- comunicative e l’empatia.

Ogni estremità di questo spettro riflette una delle due reti cognitive, che funzionano come contrappesi nel cervello. La “rete di controllo”, incentrata sull’attività, aiuta a raggiungere obiettivi chiari, mentre la “rete predefinita” è associata al pensiero libero e al vagabondaggio mentale: ovviamente, è la rete predefinita a essere la principale responsabile della creatività.

Ma come definire la creatività?

La creatività è un processo dinamico, dove la nostra immaginazione e la nostra capacità di astrazione ci consentono di vedere il mondo reale da punti di vista alternativi. I risultati di un approccio creativo possono talvolta sorprenderci, perché diversi da quelli prevedibili: tuttavia, il valore e l’innovazione delle soluzioni creative donano spesso una marcia in più a ogni progetto o attività a cui ci dedichiamo. La creatività è la capacità intellettiva che meglio ci distingue dagli altri animali e quella che maggiormente contribuisce a dare significato e valore alla nostra vita.

Tutti possono imparare a essere creativi?

Quando parliamo di creatività, diamo spesso per scontato che si tratti di una dote naturale. Consideriamo in modo diverso, ad esempio, la capacità di suonare il violino o di giocare a tennis: in questi casi, sappiamo bene che la performance è soprattutto una questione di allenamento!

Iniziando a considerare la creatività non come un talento innato, ma come una soft skill lavorativa, possiamo finalmente vederla come un’abilità da apprendere e allenare. Ognuno di noi può quindi imparare a essere creativo: quello di cui abbiamo bisogno è una piccola spinta per iniziare e poi tanto allenamento!

3 strategie comportamentali per stimolare la creatività

La famosa frase “facciamo così perché abbiamo sempre fatto così” oggi equivale quasi a una sentenza capitale per una vita senza emozioni e gratificazioni. E’ proprio quando riusciamo a esprimere il nostro ingegno, il lato artistico e la nostra fantasia che riusciamo a sentirci appagati e ad acquisire stima e fiducia in noi stessi.

L’intuito o il “pensare fuori dagli schemi”, inoltre, ci consente di trovare soluzioni innovative e originali a problemi e intoppi. Non sempre, però, riusciamo ad accedere a questa facoltà … alle volte la nostra mente é “pigra” o ingabbiati in schemi razionali e rigidi.

La creatività è un processo mentale che funziona in modo leggermente diverso per ciascuno. Per questo non esiste un metodo o una tecnica universali da applicare per “diventare creativi”, ma ognuno di noi deve trovare la propria metodologia personale. Esistono, tuttavia, degli spunti che ci consentono di iniziare a cambiare il nostro modus operandi mentale, mettendoci in contatto con il lato creativo del nostro cervello.

1. Il calo della vigilanza stimola l’estro

Tutti conoscono il concetto orientale di bioritmo, per lo meno di sentito dire. Attualmente, la scienza ha scoperto che le funzioni del nostro corpo hanno realmente un andamento ciclico, scandito da un una regione del cervello nota come nucleo soprachiasmatico, che funziona come un vero e proprio orologio.

Questo pacemaker non si limita, però, a regolare temperatura, pressione o digestione, ma anche l’efficienza mentale. Così, tendiamo ad essere più lucidi, attenti e concentrati in determinati orari della giornata piuttosto che in altri; inoltre, buona parte di noi, è nel pieno dell’efficienza la mattina oppure nel pomeriggio.

In un articolo pubblicato lo scorso dicembre nella rivista Thinking and Reasoning, lo psicologo Mareike Wieth ei suoi colleghi hanno scoperto che quando le persone devono risolvere “problemi complessi” che richiedono un alto grado di creatività, paradossalmente, ci riescono molto meglio quando sono in momenti di calo dell’attenzione che quando sono al top.

Per giungere a questa conclusione, Wieth ei suoi collaboratori hanno invitato i volontari a compilare un questionario per valutare se fossero al loro meglio al mattino o alla sera. Successivamente, ha convocato i partecipanti al laboratorio per risolvere un problema che richiedeva un pensiero analitico e uno che comportava l’uso dell’intuito. Hanno così appurato che quando era più importanti le capacità intuitive i soggetti erano davano i risultati migliori nel momento della giornata in cui erano meno “presenti”.

Per mettere a punto soluzioni originali, come dimostrato dallo studio citato, bisogna uscire dai “binari” soliti. Le forme di pensiero analitico procedono, invece, in modo lineare, sequenziale e logico. Dato che la disciplina che prende il nome di “intelligenza corporea” ha ampiamente dimostrato che posture, movimento e forza (o debolezza) del corpo possono influenzare il pensiero perché non usare questa via per favorire l’estro creativo?

2. Muoviti in modo tortuoso e ti vengono le idee

Proprio partendo da questi presupposti gli psicologi Michael Slepian e Nalini Ambady hanno messo a punto un disegno sperimentale per provare se invitando dei soggetti a fare dei movimenti fluidi si potesse indurli a essere più ingegnosi. Per verificarlo hanno coinvolto trenta studenti universitari con il pretesto apparente di studiare la coordinazione oculo-motoria.

Con questo falso obiettivo, hanno chiesto quindi loro di ricalcare dei tracciati già disegnati: alcuni di questi erano figure astratte composte da figure disegnati con linee dritte, nette e regolari; altri con linee curve e continue. Successivamente, ai partecipati é stato assegnato il compito di immaginare il maggior numero di cose che si potevano fare con un giornale (es. costruire degli aerei di carta con le pagine; strapparli e renderli carta straccia da modellare, accartocciarli per farne delle palle e così via).

L’esito ha dimostrato che chi aveva seguito le forme curve aveva ideato molti più usi per i giornali rispetto a coloro che avevano ricalcato figure lineari.

3. Più sei felice più la tua mente crea

Gli psicologi olandesi Matthijs Baas, Caen De Dreu e altri colleghi con una meta-analisi (un “tirare le somme” di un gran numero di indagini sullo stesso argomento) hanno esaminato 25 anni di studi sul rapporto tra stato d’animo e motivazione.

Questa “scrematura” ha messo in evidenza che condizione emotiva che maggiormente stimola la creatività é la felicità, in misura inferiore anche ansia e paura e scarsamente la tristezza e la quiete o la serenità.rst

Proprio partendo da queste constatazioni i ricercatori Simone Ritter e Sam Ferguson hanno supposto che se si fosse stato indotto uno stato positivo l’estro ne avrebbe giovato. Quale miglior modo che usare uno stimolo che di per sé fa vibrare le nostre corde emotive: la musica.

Hanno così reclutato 155 studenti e li hanno assegnati a cinque condizioni sperimentali: svolgere un compito mentre ascoltavano musica oppure si trovavano in un ambiente silenzioso. I brani musicali erano stati scelti perché precedenti studi ne avevano messo in luce le proprietà evocative.

Uno dei pezzi era stato etichettato come “calmo” (gioioso, ma “andante”); un secondo “felice” (allegro e vivace); un terzo “triste” (struggente e lento) e l’ultimo, ansiogeno (cupo e ritmato). I test da eseguire erano l’AUT, Alternative Uses Task (che comportava il fatto di pensare al maggior numero di usi possibili di oggetti comuni) oppure un compito che richiedeva la logica. Dai risultati é emerso che a stimolare in modo più intenso l’ingegno era la musica allegra e incalzante.

Secondo gli autori la musica ritmata evoca la perseveranza (una caratteristica chiave dei grandi innovatori); inoltre, la musica allegra viene associata alla variabilità; un concetto molto vicino alla flessibilità, cioe ad un’altro cardine della capacità di creare.

Cosa aspetti…inizia da subito ad allenarti alla creatività

Grazie ad allenamento e costanza, ti accorgerai presto che non avrai sempre bisogno di “stratagemmi” per stimolare la tua creatività, ma ti verrà presto naturale. Sappiamo bene come per essere creativi sia fondamentale ascoltare noi stessi e gli altri e osservare il mondo che ci circonda.

Per questo motivo, per essere creativi bisogna essere curiosi: poni domande a te stesso e agli altri, esplora le possibilità e considera dettagli inaspettati. Ti accorgerai che le informazioni raccolte ti daranno sempre l’ispirazione di cui hai bisogno per stimolare la tua creatività, una competenza di cui non potrai più fare a meno per raggiungere tutto ciò che desideri nella vita.

Una lettura preziosa

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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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