37 caratteristiche tipiche del dipendente affettivo

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Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, dottore di Ricerca in Neuropsicologia ed esperta in Mindfulness.

La Dipendenza Affettiva è una modalità disfunzionale di vivere le relazioni sentimentali E’ caratterizzata da compulsività, ossessività e impulsività nel relazionarsi all’altro e dalla tendenza a mettere l’altro al primo posto, sottomettendo se stessi ai bisogni e desideri altrui. Questo però non è il solo indicatore, sebbene forse sia il più evidente ad una prima osservazione. Per approfondimento leggi pure “Le diverse tipologie di Dipendenza Affettiva

COSA FANNO I DIPENDENTI AFFETTIVI

Di seguito i comportamenti più comunemente presentati dai Dipendenti Affettivi. Leggerli può essere di aiuto per comprendere se si soffre di questo problema.

  1. Atteggiamento negativo verso il Sé: “io sono cattivo e non meritevole e gli altri sono buoni dunque se mi trattano male è colpa mia e devo fare di tutto per farmi amare”
  2. concentrano la loro vita sul partner
  3. costantemente insicuri e incapaci di sperimentare senso di sicurezza, controllano ossessivamente il partner e lo stato della relazione
  4. pensano di non essere in grado di cavarsela da soli
  5. hanno paura del cambiamento
  6. pretendono crescente attenzione, tempo e dedizione dall’altro
  7. scambiano la passione con l’amore profondo
  8. usano il sesso per costruire legami e/o trattenere il partner
  9. spesso non sono consapevoli di avere un problema di dipendenza affettiva
  10. fanno dipendere esclusivamente dal partner il loro benessere
  11. cercano felicità e la stabilità all’esterno
  12. riferiscono una sensazione di “vuoto” che cercano di riempire con l’altro o altri comportamenti compulsivi
  13. si concentrano sui bisogni degli altri e non ri-conoscono i propri
  14. scarsa consapevolezza delle proprie emozioni e stati d’animo
  15. hanno difficoltà nel gestire gli stati d’animo dolorosi e negativi
  16. eccessivo bisogno di essere amati ed approvati dagli altri
  17. controllano i comportamenti degli altri
  18. possono diventare manipolativi al fine di garantirsi la presenza dell’altro
  19. anticipano i bisogni altrui
  20. possono diventare irritabili o aggressivi se insoddisfatti nelle loro richieste crescenti di attenzione, presenza e cura
  21. tendono a trascurare affetti, lavoro, studio, vita sociale e famiglia per concentrarsi interamente sul partner
  22. spesso provano vergogna per i loro comportamenti dipendenti o aggressivi e controllanti
  23. sono spesso attratti da persone indisponibili, bisognose d’aiuto o problematiche
  24. elemosinano attenzioni e conferme
  25. quando il partner è assente vivono un profondo ed angosciante senso di abbandono
  26. attribuiscono agli altri il proprio malessere e le proprie difficoltà
  27. sviluppano sensi di colpa per i comportamenti sbagliati dell’altro
  28. sopportano sempre più spesso comportamenti spiacevoli di gravità crescente, sentendosene responsabili e credendo dipenda da loro farli cessare
  29. soffrono d’ansia o/e depressione
  30. nel tempo si isolano da amici e familiari
  31. possono mettere in atto comportamenti ricattatori autolesionistici (minacciare il suicidio, o di procurarsi un danno)
  32. frequentemente ricorrono a dosi elevate di psicofarmaci, alcol o droghe per controllare le intense emozioni negative che provano (angoscia, paura, dolore, colpa o vergogna ecc.)
  33. hanno una paura ossessiva di perdere l’altro e di essere abbandonati
  34. provengono spesso da famiglie disfunzionali e/o con membri affetti da dipendenze, co-dipendenza o altri disturbi psichiatrici
  35. frequentemente intrattengono relazioni con partner affetti a loro volta da dipendenze comportamentali o da sostanze
  36. sono mossi dal principio “io ti salverò” dunque spesso accolgono partner affetti da disturbi di personalità, da dipendenze, da disturbi del controllo degli impulsi ecc.
  37. possono prestare denaro in modo irresponsabile se gli viene chiesto dal partner

Conseguenze dalla manipolazione affettiva

Se dovessi scegliere un elemento che sia sufficientemente centrale nella descrizione della DA probabilmente sarebbe il profondo e a volte inconsapevole senso di vuoto che spinge a “usare” la relazione e l’altro in maniera strumentale. Come una sorta di terapia contro il dolore e l’angoscia. Da questo scaturisce a cascata una complessa serie di comportamenti dannosi, finalizzati a ottenere presenza e rassicurazioni e a controllare/manipolare l’altro.

Questi comportamenti disfunzionali portano ad importanti conseguenze negative a carico della vita lavorativa, sociale, personale, familiare e anche quello della salute fisica e psichica.

Molti DA tendono a sostituire una relazione con un’altra subito dopo, alla ricerca della “alchimia perfetta” che duri per sempre immutata. Altri invece restano in relazioni sentimentali turbolente o frustranti, sentendosi insoddisfatti, portando avanti relazioni parallele o continui tradimenti, e cullando segretamente il desiderio di andarsene.

La DA può essere considerata un pattern di comportamento relazionale compulsivo (azione ripetuta senza poter scegliere di interromperla) e cronico (che si protrae nel lungo periodo), perpetrato a dispetto dei danni che induce.

Come sappiamo, l’innamoramento viene considerato ormai molto simile, nelle sue manifestazioni, alla dipendenza: ne condivide fenomeni biochimici, le strutture cerebrali coinvolte, i sintomi e i comportamenti. In fondo è sano innamorarsi ed è sano desiderare di creare legami affettivi. La DA però non crea un legame sano: essa riguarda la ricerca compulsiva e ossessiva dell’amore romantico come strumento attraverso il quale ottenere senso di valore personale e sicurezza da un’altra persona.

Nella DA il senso di appagamento, riempimento, valore e soddisfazione appartengono solo alle prime fasi, quelle dell’innamoramento, e sono destinate a scomparire non appena la l’intensità emotiva della passione si riduce , come è normale che accada nel lungo periodo, portando il DA a richiedere in modo aggressivo e insistente continue rassicurazioni, accusando il partner di non dare sufficiente amore e attenzioni, oppure cercando in un’altra relazione le emozioni di cui ha bisogno.

Pia Mellody ha riassunto nel seguente schema in modo estremamente chiaro il ciclo della Dipendenza Affettiva
Acquisire consapevolezza di essere dipendente affettivo

Se ci si rende conto di vivere relazioni sentimentali disfunzionali e turbolente o fonte di grande e costante sofferenza, è importante cercare di mettere a fuoco quale possa essere il motivo di fondo: la scelta di partner indisponibili? La presenza di schemi di dipendenza? La provenienza da famiglie abusanti che non hanno insegnato l’amore sano? Altro? In ogni caso è importante prima di tutto:

1) ammettere di avere un problema

2) cercare di comprendere le radici del problema

3) agire per modificare gli schemi maladattivi (J. Young) che lo caratterizzano

GUARIRE DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA

Il percorso di recupero dalla DA è molto impegnativo e ci sono diverse cose che possono sabotare il cammino di guarigione man mano che si va avanti. Per evitare di smarrirsi o di vanificare gli sforzi fatti, può essere utile tenere a mente alcune cose:

1. Non arrendersi mai! Sebbene impegnativo, il percorso di recupero è assolutamente POSSIBILE

2. Leggere ed informarsi sulla DA per conoscerla a fondo

3. Essere costanti e precisi nelle sedute di trattamento e nell’assunzione di farmaci se fanno parte del percorso

4. Impegnarsi nel trattamento

5. Potrebbe essere necessario chiudere la relazione, quando dannosa o tossica

6. Non compromettere il proprio valore e gli sforzi fatti SOLO PER SODDISFARE UN IMPULSO MOMENTANEO

7. Avere un piano di azione per fronteggiare le situazioni in cui la compulsione ad agire in un certo modo sarà molto forte

8. Tenere un “diario dei successi” in cui annotare tutti i piccoli e grandi passi avanti quotidiani (ad esempio, aver saputo rimandare una chiamata sconveniente, di ora in ora, per tutta la giornata fino a non farla più è un grandissimo risultato!)

9. Tenere un “diario della gratitudine” da compilare alla sera in cui annotare tutto ciò per cui essere grati

10. Non cercare di essere diversi da ciò che si è pur di farsi accettare o ammirare

11. Trattare se stessi con amore e rispetto come si farebbe con un caro amico, evitando giudizi inutili e dolorosi che potrebbero solamente peggiorare lo stato d’animo e spingere verso la compensazione compulsiva

12. Non sospendere la propria vita nell’attesa del partner perfetto. Più pienamente si vive la propria vita più si diventa emotivamente soddisfatti e autonomi e più si è in grado di essere felici, con o senza un partner

13. Perdonare a se stessi e agli altri debolezze ed errori

14. Ricordarsi di NON manipolare gli altri affinché ci restino accanto

15. Evitare di ricercare all’esterno validazione e conferme.

16. Non ingaggiarsi in comportamenti di controllo compulsivo dei social per sapere cosa fa l’altro: ricordare che basta poco per stare subito peggio

17. Ricordare che l’impulso ad agire in un certo modo (chiamare, controllare, guardare i social, dire certe cose, passare sotto casa, scrivere sms ecc…) può essere tollerate senza necessariamente essere agito. Mindfulness e tecniche di rilassamento possono aiutare molto in questo.

18. Non accontentarsi di avere un partner sbagliato pur di non restare da soli. Una relazione sbagliata e frustrante è dannosa

19. Invece di rimuginare sul passato che non si può modificare, restare centrati sul presente e sul futuro da costruire

20. Circondarsi di persone piacevoli, sane, affidabili e rispettose

21. Assumersi la responsabilità delle proprie azioni e decisioni

22. Quando ci si sente soli, ricorrere a gruppi di sostegno, attività di volontariato o amici cari invece di scadere nella solita ricerca di presenza dalle persone sbagliate

23. Ricordare che stare da soli non significa non valer nulla

24. Seguire le proprie passioni, esprimere la propria creatività

25. Liberarsi di tutto ciò che è tossico e poco sano: abitudini, amicizie e frequentazioni e se possibile sostituirlo con qualcosa di più sano

26. Immaginarsi spesso come si sarebbe senza la dipendenza: cosa si farebbe? Come ci si sentirebbe? Come si vivrebbe?

27. Coltivare aspettative realistiche su se stessi e sugli altri

28. Il problema potrebbe essere la difficoltà di tollerare emozioni spiacevoli come il senso di vuoto o di angoscia, o l’ansia e l’agitazione. Si può cercare aiuto in alcuni tutorial di rilassamento da praticare.

29. Le emozioni spiacevoli, se le si lascia scorrere via, sono destinate a divenire meno intense nel tempo

30. Imparare a dire “NO” di fronte alle richieste dell’altro che sono dannose o indesiderate

31. LAST BUT NOT LEAST: Non imbarcarsi nel “chiodo schiaccia chiodo” durante il trattamento: in questa fase è fondamentale restare centrati e concentrati su di sé.

IN CONCLUSIONE

Dunque se si desidera iniziare un percorso di recupero dalla DA è fondamentale essere consapevoli che Il problema non è la persona con cui si sta ma i PATTERN E GLI SCHEMI CHE SI HANNO. Ecco alcuni ulteriori SUGGERIMENTI PIÙ GENERALI che possono essere di sostegno per chi desidera intraprendere un percorso di recupero dalla Dipendenza affettiva.

1. A meno che non sia già in una relazione, NON intraprendere alcuna relazione romantica per almeno sei mesi. Il che significa niente siti di incontri, email, chat, messaggi, presentazioni da parte di amici, uscite o telefonate di natura “romantica”.

2. FERMATI e osservati dall’esterno: identifica, riconosci con onestà e scrivi tutti i comportamenti disfunzionali che riesci hai avuto nelle tue esperienze sentimentali.

3. NOTA I TEMI RICORRENTI CHE EMERGONO dalle tue relazioni precedenti: noti se vi sono analogie tra le tue esperienze infantili e le tue scelte da adulto?

4. Se sei in una relazione attualmente, a meno che non si tratti di una relazione abusante o violenta, non prendere alcuna decisione finché non avrai le idee chiare su te stesso/a

5. Chiediti come saresti e come staresti, senza la DA e i suoi comportamenti… probabilmente scoprirai una persona molto diversa

6. Contatta un professionista che ti accompagni nel percorso di recupero e cambiamento

A cura di Annalisa Barbier, psicoterapeuta
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