4 cose (insospettabili) che non ti fanno uscire dalla zona di comfort

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Tutti noi vorremmo vivere con pienezza ogni singolo giorno. Vorremmo poter esprimere liberamente le nostre emozioni e goderci tutte le delizie che il mondo ha da offrirci. Anche se non ti conosco, so che tu non fai eccezione, e così, un po’ so chi sei e cosa vuoi. Proprio come un bambino desideroso, vorresti uscire dalla tua zona di comfort ed esplorare il mondo, sperimentare, giocare, immergerti in nuove esperienze e tenere viva la tua curiosità. Allo stesso tempo, nonostante queste aspirazioni, non vivi pienamente: sperimenti qualcosa che ti trattiene, che ti tiene bloccato. Una forza sconosciuta che guida i tuoi comportamenti direzionandoli lontani dai tuoi bisogni, dalle tue ambizioni. Questa forza allontana tutti i tuoi sogni per farti muovere in un territorio più sicuro e più conosciuto, però privo di quelle opportunità che possono renderti felice.

Considerando che abbiamo una sola vita e che è anche piuttosto fugace, il mondo in cui ci comportiamo spesso sembra puntare nella direzione del risentimento e dei rimpianti. Guardandoti alle spalle, quante cose avresti voluto fare e non hai fatto? Tendiamo a essere rinunciatari per diversi motivi. Niente che devi recriminare a te stesso. Sai, il modo in cui ti muovi nel mondo, la tua tendenza ad agire o a essere più passivo nei confronti della vita, non dipende esclusivamente da te, piuttosto si tratta di caratteristiche apprese con le nostre esperienze pregresse. Apprendimenti che prevalentemente risalgono alla nostra infanzia. È lì che abbiamo imparato ad arrenderci oppure a insistere, a essere aggressivi o assertivi, a osare con ambizione o accontentarci di poco.

Perché ci tratteniamo?

Se non vivi con pienezza quanto desidereresti, la tua vita ti ha solo portato a compiere gli apprendimenti sbagliati. Un po’ come funziona a scuola, anche nella vita non si finisce mai di imparare. Vediamo insieme quali sono i motivi che ci inducono a frenarci.

1. Abbiamo appreso che i bisogni degli altri contano più dei nostri

Genitori prima, amici dopo, società ancora più tardi… Cresciamo con mille pressioni. Purtroppo ancora oggi manca un’educazione emotiva, così i nostri genitori ci fanno crescere con il peso delle aspettative. In primis tentiamo di soddisfare le aspettative genitoriali, poi quelle del gruppo dei pari, amici, insegnanti e ancora più tardi, quelle sociali. Crediamo che indossare un abito di marca sia importante, certo, lo è solo per renderci più accettabili.

Questo apprendimento implicito ha forti ripercussioni sulla nostra vita. Magari, a trattenerti, è il tuo bisogno di approvazione. I bisogni di approvazione e appartenenza sono innati nella specie umana ma quando ti trattengono dall’esprimere chi sei veramente, possono diventare molto disfunzionali. Nel tentativo di rispettare le aspettative e i bisogni altrui, ci dimentichiamo di dare il nostro meglio per soddisfare noi stessi! Ecco che ci accontentiamo (in amore, sul lavoro, in casa…) di quello che ci capita smettendo di costruire, di provarci!

2. Abbiamo imparato che non siamo abbastanza

Ti sei mai chiesto perché non ti piace l’incertezza? Perché preferisci stare nella zona di comfort piuttosto che esplorare i nuovi mondi che osi solo sognare? Questo ti capita perché non credi di farcela. La paura dell’ignoto, la resistenza, nasce solo quando non hai fiducia nelle tue risorse. Ecco che allora, nei casi più drammatici, emerge ansia e mania di controllo. Si tenta di controllare tutto per contenere, per paura di non farcela, perché l’idea che tu non sei abbastanza, che non puoi meritare il meglio, è così radicata in te da sabotarti tutto sul nascere.

Hai imparato che non meriti il meglio tutte le volte che hai dovuto rinunciare a qualcosa solo perché ti è stato detto (o fatto capire) che non saresti stato capace. «Non andare in bicicletta che ti fai male», «se ti fai male non venire a piangere da me, io ti ho avvisato». «Te l’avevo detto che sarebbe successo», «ma che hai combinato? Vergognati!», «Sei sempre il solito buono a nulla», «Hai rotto tutto! Ma sei scemo?». Queste e tante altre frasi simili risuonano nella mente del bambino come una condanna. Ben presto impariamo a non fidarci delle nostre risorse. Ci sentiamo impotenti dinanzi a tutto e perdiamo il nostro naturale spirito d’iniziativa, anche se la voglia di esplorare e sperimentare rimane intatta!

3. Abbiamo imparato a “fare” i buoni bambini

Chi ha paura del fallimento, ce l’ha solo perché gli è rimasto inculcato il terrore di sbagliare, di deludere mamma e papà. Anche se sono passate decadi e decadi da allora, anche se nella nostra memoria esplicita neanche ci sono più questi pensieri, la paura di deludere è lì e pone un freno a mano a tutto. La vergogna associata al fallimento è così elevata da essere inaccettabile, soffocante

«E se sbaglio? E se non funziona? E se faccio brutta figura? Ma cosa penseranno di me?». Ci sono così tanti passi in avanti che non facciamo con la paura di fallire, quando questo timore nasce da qualcosa di così remoto che non appartiene più al nostro presente. Ecco perché prendiamo ogni errore, ogni fallimento così sul personale. Se queste parole ti risuonano dentro, hai bisogno di apprendere che tu puoi concederti il lusso di sbagliare. Non devi più fare il buono. Puoi sbagliare tutto. Fallire. Puoi, puoi, puoi. Non succede nulla, ti sentirai solo… finalmente, libero. Una sensazione per te inedita se da anni vivi in modalità contenuta.

4. Abbiamo imparato a ignorare i nostri bisogni

A furia di guardarci fuori, temere e tentare di rispettare le aspettative altrui, abbiamo finito per rinnegare parti di noi, sopprimere emozioni e bisogni, abbiamo finito per creare una matassa enorme di non vissuti. È da qui che puoi ripartire, è tempo di andare avanti, ma riuscirai a farlo solo compiendo gli apprendimenti giusti. Quando per anno ignoriamo ciò che ci portiamo dentro, perdiamo la via, letteralmente, la smarriamo e con essa, un po’ perdiamo anche noi stessi. Per fortuna non si tratta di una perdita irreversibile, anzi, tu sei lì, integro, non ti manca nulla, hai bisogno solo di un po’ di calma per imparare a conoscerti davvero, per ascoltarti e liberarti.

Nuovi apprendimenti, nuova vita

È arrivato il momento di scegliere te stesso e sperimentare nuovi modi di essere, con nuovi e inediti apprendimenti. Puoi imparare che non vale mai la pena barattare una parte di te per ricevere in cambio accettazione e stima. Così come puoi imparare che non sono i voti, non è il diploma, la laurea, lo status sociale, i brand, i titoli e neppure il lavoro che fai a renderti degno di amore e approvazione. Tu hai un valore intrinseco, tu meriti uno spazio e un tempo in cui esprimere pienamente chi sei e mostrare il meraviglioso mondo che ti porti dentro. Puoi imparare che sei abbastanza, che puoi agire nonostante le tue insicurezze!

Quando la nostra vita è governata da apprendimenti sbagliati, sono le ferite a guidare i nostri comportamenti e non le nostre ambizioni. Ogni bisogno nasce da una mancanza e non dalla naturale opportunità di appagamento, ecco perché non possono essere considerati bisogni autentici, essi rispondono a mancanze del passato. Se siamo intrappolati in bisogni che nascono per compensare alle mancanze del nostro passato (compiacere gli altri, rispettare aspettative, non voler fallire, non voler uscire dalla zona di comfort…), non riusciamo ad afferrare quell’appagamento che ci spetta.

Continuiamo a rincorrere concetti come la perfezione (perché un tempo non siamo stati accettati), l’accondiscendenza (non sappiamo dire “no” perché un tempo non ci era concesso esprimere pienamente noi stessi), l’essere abbastanza (perché un tempo, non ci siamo sentiti stimati)… Allora cosa fare? Bisogna lavorare su se stessi, ed è necessario che tu ti guardi dentro per scoprire quelle meraviglie che ancora non conosci. Chi cerca di proteggersi in modo estenuante trattenendosi, non ha ancora conosciuto l’immenso potere delle risorse che ha, non sa ancora di cosa è realmente capace e vive la vita con un freno a mano tirato quando, in realtà, potrebbe volare! Arrivare lontano! In quei luoghi che tanto vorrebbe esplorare.

Per approfondire la conoscenza di te stesso e costruire solidamente ciò che non puoi trovare fuori, ti consiglio la lettura del mio libro bestseller «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce», lo trovi in tutte le librerie o su amazon. Non farti ingannare dal titolo, si tratta di un viaggio introspettivo dentro se stessi per costruire quei luoghi inediti e inesplorati in cui meriti di vivere. La felicità non è qualcosa che arriva all’improvviso, è qualcosa che si costruisce… non importa quanto lontano dalla linea di “start” ti trovi, la meriti e la puoi avere.

Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicologia
Autore dei bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» e «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», Rizzoli – Mondadori.
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