4 indicatori che predicono la separazione della coppia al 93%

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Sai che esistono dei fattori che possono predire, con un accuratezza del 93%, se la tua relazione è giunta al termine? Il comportamento umano, infatti, è prevedibile su modelli statistici. Ogni comportamento si manifesta nel tempo e lo studio delle sue dinamiche temporali è detto analisi sequenziale. Studiare i processi significa analizzare le contingenze temporali presenti in una sequenza, tenendo presente tutte le variazioni e soprattutto, tenendo presente che ciascun comportamento influenza le dinamiche successive.

Separazione e affinità sono statisticamente prevedibili

Sai quale studioso ha dato importanti apporti all’analisi sequenziale? John Gottman che, infatti, non è solo uno psicologo ma anche un matematico e fisico con un master in Psicologia-Matematica conseguito al MIT (Massachusetts Institute of Technology). Usando modelli matematici e statistici, Gottman ha sviluppato molteplici sistemi e scale di misura per prevedere la stabilità di coppia e la separazione.

Sembra quasi uno scenario da film di fantascienza: tu e il tuo potenziale partner venite convocati in una sala arredata in modo professionale ma accogliente, vi viene chiesto, separatamente, di compilare alcuni moduli e poi, un calcolatore matematico vi rivela quante possibilità avete di essere felici insieme! Se la coppia è già formata, un sistema simile può predire le possibilità di separazione e può farlo osservando la presenza di quattro indicatori.

I quattro cavalieri dell’Apocalisse

Se di recente hai avuto dei ripensamenti circa le tue scelte amorose, allora ti conviene riflettere bene sulla tua relazione e osservare se, nelle dinamiche di coppia, compaiono questi quattro indicatori. Questi indicatori erano sempre presenti nelle coppie osservate che, da lì a breve, avrebbero deciso di separarsi.

Stando alle osservazioni statistiche, se tutti e quattro gli indicatori sono presenti nella coppia, questa è giunta al capolinea. Per smorzare l’entusiasmo di Gottman e delle analisi statistiche, vorrei specificare che nessun indicatore è un destino. Qualsiasi manifestazione comportamentale e psicoaffettiva, può trovare il suo antidoto! Questo, però, nella coppia è vero solo se entrambi i partner lo desiderano e presentano un buon grado di responsabilità affettiva.

Nella coppia siamo entrambi parimenti responsabile del benessere condiviso. La responsabilità affettiva è sempre “letta” in termini unidirezionali, quindi piuttosto che pensare «quanto mi fa stare male o bene lui/lei» diviene opportuno riflettere su «quanto ci facciamo stare bene o male vicendevolmente!». Ma adesso torniamo ai quattro predittori di separazione e divorzio che, per l’occasione, abbiamo ribattezzato “i cavalieri dell’Apocalisse” perché gettano la relazione nel caos, rendono le cose confuse e difficilmente recuperabili.

1. Atteggiamenti difensivi

Il mondo sarebbe un posto meraviglioso se solo smettessimo di proteggerci. Nel tentativo di proteggerci facciamo del male a chi amiamo e feriamo finanche noi stessi.

La posizione difensiva si verifica quando tu o il tuo partner negate ogni responsabilità, si verifica quando in una conversazione la parola “tu” subentra con tono accusatorio. Si parla molto di manipolazione affettiva e di gaslighitng, è importante sottolineare che questi meccanismi sono strategie disfunzionali -e nefaste- messe in atto quando qualcuno non utilizza una comunicazione basata sulla reciprocità.

Sono certa che anche tu, almeno una volta, hai assunto una posizione difensiva. Ti faccio un esempio concreto per renderti questo “indicatore” più comprensibile. Lo scenario è quello tipico. Il tuo partner rientra e ti chiede «tesoro, ma non hai fatto il bucato?» ecco che la risposta arriva impetuosa «in questa casa devo fare tutto io, non tormentarmi per il bucato! È colpa tua, se solo tu facessi la tua parte!».

L’atteggiamento difensivo non migliora la situazione perché non mira a prendere posizioni risolutive. Nel mio esempio, se è vero che le pressioni legate alle responsabilità sono distribuite in modo non paritario, la corsa al difendersi, non cambierà nulla! Le dinamiche si cambiano ragionandoci con calma (e, ancora una volta, con la volontà condivisa!) e non accusandosi allo scopo di difendersi.

2. Criticismo

Si verifica quando un partner puntualizza costantemente le mancanze dell’altro e si sofferma esclusivamente sugli aspetti negativi. Le critiche possono riguardare qualsiasi aspetto della personalità del partner, anche ideologie, preferenze, legami con i membri della famiglia d’origine…

Piccola riflessione personale: purtroppo, spesso si ricorre alle critiche quando si è incapaci di esprimere con pacatezza come ci si sente circa una situazione. È la condizione di impotenza a far scattare la critica. Questo non giustifica affatto il dolore che la critica provoca nell’altro, ma dà modo di riflettere se la coppia vuole muoversi in una prospettiva di riparazione e ricostruzione.

3. Disprezzo

Il disprezzo è la conclamazione del criticismo. Qui, però, il partner non si limita a sottolineare mancanze, fa di peggio, offende apertamente. È brutto da dire ma sappi che questo scenario si verifica quando il partner si sente migliore di te. Ponendosi su un piano di superiorità, si sente legittimato a offendere. Il disprezzo non è il fine ma solo il mezzo, lo scopo è quello di renderti accondiscendente nei suoi confronti.

Il disprezzo si manifesta con insulti palesi ma anche con sarcasmo, umiliazioni, sogghigni… un linguaggio beffardo è il modo più comune per celare gli insulti. Spesso la condotta beffarda non si placa neanche dinanzi ad altri familiari. Purtroppo, se ci sono figli, è possibile che s’inneschino dinamiche estremamente dannose che vedono il reclutamento dei figli come un’estensione della superiorità del partner offensivo o dell’inferiorità del partner denigrato.

Qui è importante rallentare è chiedersi: è davvero questo che voglio per me? In questi casi la separazione può essere un’alleata e non qualcosa da temere. Stando alle statistiche, il disprezzo conduce alla separazione entro il sesto anno di matrimonio.

4. Ostruzionismo

Criticismo e posizioni difensive sono già state analizzate singolarmente. Però, insieme, possono dare vita a qualcosa di molto pericoloso per la coppia, l’ostruzionismo. L’ostruzionismo è l’ultimo cavaliere dell’apocalisse e segna probabilmente un punto di non ritorno. Emerge quando uno dei partner si disinteressa, smette di ascoltare e si disimpegna completamente dalla relazione.

L’ostruzionismo si manifesta in molti modi: il partner può riferire di essere troppo preso dal lavoro, sempre occupato da altro, tutto viene prima della coppia. Anche nelle conversazioni manca l’ascolto, spesso manca anche il contatto visivo. Gli smartphone possono essere una via di fuga rapida anche quando ci si sente costretti a stare in casa.

Come premesso, questo può rappresentare il punto di non ritorno perché il partner diviene così chiuso da non essere “coinvolto” nel dolore dell’altro. Non riesce a sentire, pertanto non è interessato a tentativi riparativi ne’ a capire come rendere una comunicazione più efficace. Come per il disprezzo, anche in questo caso è necessario porsi alcune domande: è davvero questo quello che desideri da una relazione?

Tutti gli indicatori proposti innescano un elevato grado di disconnessione. Mettono distanza tra i partner e, in particolare, l’ostruzionismo ti dice che l’altro non è più in grado di impegnarsi e mantenere la relazione.

Se nella tua relazione hai notato alcuni indicatori

Nessuno dei cavalieri, preso singolarmente, è di per sé un predittore di separazione. È la loro presenza combinata a condurre al declino. Inoltre, ricordo che nessuna statistica è un destino. Ci sono sempre degli antidoti o meglio, c’è sempre qualcosa che i partner possono imparare per svoltare.

Le strategie comunicative, lo stile difensivo, la critica… non sono altro che apprendimenti disfunzionali. È dai nostri genitori che abbiamo appreso tutto ciò che mettiamo in gioco nella coppia e… diciamocelo, a volte, anche se involontariamente, i genitori sono  pessimi insegnanti.

Ci sono quattro cosa che puoi iniziare a fare per te stesso e che possono avere un impatto positivo anche sulla tua relazione. Per ciascuno dei cavalieri, puoi imparare a:

  • Ripartire le responsabilità in modo equo. Assumerti la tua responsabilità affettiva (che suona male ma… significa semplicemente che puoi farti carico della tua felicità!). Si può vivere senza il peso di doversi costantemente proteggere da tutto e da tutti.
  • Comprende e comprenderti. Puoi diventare il rifugio di te stesso.
  • Puoi coltivare gli apprezzamenti (e l’auto-apprezzamento). Stabilendo sani confini, saranno loro a pensare a tutto, saranno loro a proteggerti e allontanare chi ha smesso di amarti e ormai vuole solo ferirti.
  • Praticare un sano autoaccudimento, in cui se le attenzioni che meriti non arrivano dall’esterno, sarai tu a decidere di metterti al centro.

La verità è che il partner dovrebbe essere una risorsa e non una zavorra; la coppia dovrebbe essere un sistema di affiliazione e non un ulteriore motivo di infelicità e frustrazione.  Se hai voglia di riscrivere le sorti della tua vita affettiva (da single o in coppia che sia), ti consiglio la lettura del bestseller «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce». Non è un libro per cuori infranti ma un manuale di affermazione personale, riscatto e rinascita. Lo trovi in tutte le librerie o su amazon.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
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