Tutti desideriamo amare ed essere amati, ma come possiamo realizzare questa ambizione se nessuno ci ha mai spiegato come prenderci cura delle nostre relazioni e renderle davvero profonde? Ebbene, impariamo ad amare nella misura in cui ci siamo sentiti amati da bambini e, costruiamo le nostre relazioni, sulla base dei modelli che abbiamo avuto. Sulla base di questa affermazione, voglio riflettere con te e porti due domande. La prima: ripensa al tuo passato, ripensa al legame che avevano i tuoi genitori, erano felici insieme? Si rispettavano? Si amavano? Se la tua risposta è sì, allora sei già a buon punto: hai avuto modelli sani! Se ritieni che si amassero ma non si rispettavano, allora ti hanno dato in eredità un’idea distorta di cosa sia l’amore! Se, invece, la tua risposta è no, allora dovrai lavorare ancora di più su te stesso e sulle tue relazioni interpersonali. Niente di impossibile ma che richiede una certa dose di conoscenza, altrimenti non sapresti come muoverti! Passiamo adesso alla seconda domanda.
Ripensa a come ti sentivi da bambino. Eri insicuro? Un bambino introverso, timido? Oppure, al contrario, eri un tornado di esuberanza? Che bambino sei stato? È legittimo da parte tua chiederti: cosa c’entra l’infanzia con l’intimità che cerco oggi? Lascia che ti spieghi, quando siamo piccoli apprendiamo tutto ciò che sappiamo, ancora oggi, sulle relazioni interpersonali. In pratica, da bambino, hai imparato se e quanto puoi fidarti dell’altro. L’intimità è un’indicatore potente di… fiducia! Puoi sentirti profondamente legato al tuo partner solo se riesci ad af-fidarti a lui/lei. Le tue esperienze precoci ti hanno insegnato se dall’altro puoi aspettarti ferite e tradimenti, umiliazioni e abbandoni, oppure, al contrario, costanza, stima, supporto e… profonda stabilità. Se da bambino ti sei sentito costantemente giudicato (magari sei cresciuto in un ambiente competitivo, dove dovevi “competere” con tuo fratello/sorella per avere l’affetto di un genitore, oppure sei stato bullizzato fin dalle prime esperienze scolastiche…), allora ti aspetterai dall’altro solo giudizio e questa attesa, potrebbe limitare la profondità dei tuoi legami. Alcune persone, infatti, aspettandosi sempre “il peggio” dagli altri, finiscono per stringere solo legami superficiali oppure, intrisi d’ansie e paure.
1) Introspezione
Se oggi le tue relazioni non vertono sulla sicurezza del legame ma sulla paura del rifiuto, dell’abbandono e del giudizio. Sappi che non hai buone basi di partenza. Per lavorare sul tuo rapporto nel presente, hai bisogno di capire da dove parti! Qual è stato il tuo percorso e quindi, quali sono i bagagli emotivi che stanno condizionando la tua relazione. Ecco la prima regola per creare vicinanza affettiva nella coppia: introspezione. Più riuscirai a capirti e avvicinarti a te stesso, più sarai capace di stringere legami appaganti. Sembra un paradosso, ma il regalo più grande che puoi fare alla tua vita di coppia è… concentrarti su te stesso! Lavorando sui tuoi bagagli emotivi, sarai capace di capire cosa c’è che va risanato nella relazione e cosa, invece, va guarito in te stesso. Le ferite del nostro passato, infatti, trovano sempre il modo di minare la stabilità del nostro presente e le dinamiche psicoaffettive sono l’ambiente ideale in cui si fanno sentire!
2) Comunicazione
Tra le varie cose che prendiamo in eredità dalla nostra famiglia, c’è il modo che usiamo per comunicare. Per esempio, se sei una persona che non riesce a esprimere con fermezza i suoi bisogni e finisci per accumulare e accumulare, sopporti di tutto per poi esplodere, sei “fatto così” perché hai appreso questa modalità nel tuo sistema familiare. Sei cresciuto in un ambiente in cui, per quanto tu ti sforzassi di chiedere aiuto, non ti veniva mai restituito ciò di cui avevi davvero bisogno. Così, precocemente, hai imparato a sopportare in silenzio, tanto… anche se provavi a farti sentire, non si risolveva nulla. Allora hai applicato la stessa logica in tutte le tue relazioni. Eppure, non tutte le relazioni che stringi sono uguali.
Di recente abbiamo imparato ad aggiornare tutto: applicazioni, smartphone, smar tv… È arrivato il momento di aggiornare il tuo repertorio comunicativo. Alcune delle strategie che usi, infatti, sono obsolete. Andavano bene per il tuo contesto di sviluppo, ma non sono più valide oggi! C’è, chi, nella propria famiglia di origine ha imparato ad esprimersi con prepotenza e chi, invece, ha appreso che essere “remissivi” era la scelta giusta per assicurarsi la pace. Se sei accondiscendente e non sai dire di no, oppure al contrario, sei rabbioso e finisce per ferire chi ami, sappi che stai solo applicando un apprendimento. La seconda regole per creare vicinanza affettiva nella coppia è: imparare a comunicare con chiarezza i propri bisogni, senza offendere l’altro e senza neanche mortificare i propri desideri. Sai, esiste un modo per far valere i tuoi bisogni e, contemporaneamente, non schiacciare quelli dell’altro. Sono conciliabilissime le due cose. Nel mio nuovo libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», ho dedicato un intero capitolo sulle tecniche comunicative da applicare alla coppia, con tanto di tabella di esempi pratici… ma adesso, passiamo al terzo punto!
3) Auto-accudimento
Come premesso, la cosa migliore che puoi fare per migliorare l’intimità di coppia è… lavorare su te stesso. Ti spiego subito il perché. Se non impari ad auto-accudirti in autonomia, ti aspetterai che sia il partner a farlo per te. Anche questo è un retaggio del tuo passato. Durante la nostra crescita, ci insegnano come non deludere l’altro, ci insegnano a rispettare le regole e persino a non dar fastidio. Nessuno si prende la briga di insegnarci ad autoaccudirci e “trattarci con amore”. Così, come noi ci concentriamo sugli altri, ci aspettiamo che siano poi gli altri a concentrarsi su di noi. Niente di più sbagliato. Ognuno, ha il sacrosanto dovere, verso se stesso, di auto-accudirsi, di prendersi cura dei propri stati d’animo, comprenderli e applicare su di essi, quando necessario, un potere trasformativo. In questo modo, potrai entrare nella relazione del tutto disarmato, abbandonerai la tua posizione difensiva. Perché, diciamocelo, a volte, con l’intento di proteggerci finiamo per danneggiarci di più e, altre volte, con lo scopo di non perdere l’altro, finiamo per allontanarci e… perdere noi stessi.
Nella coppia, non dobbiamo essere capaci solo di dare ma anche di ricevere, di prendere. Bisogna avere una disposizione a “prendere” e, quando questa manca, finiamo per stringere legami con chi non ha molto da offrirci. Se il tuo partner mette spesso distanze, ti scredita o ti fa sentire insignificante, chiediti come mai continui a stare in quel rapporto. Forse sei lì, proprio perché nessuno ti ha insegnato ad autoaccudirti e trattarti con amore.
4) Rimanere sintonizzati
Sai che il modo in cui il partner si relaziona a te ha un effetto sulla tua identità e i tuoi comportamenti? Sì, perché anni e anni di osservazioni empiriche, hanno dimostrato che i partner si influenzano in modi molto più profondi di quanto si possa immaginare dall’esterno. Adesso, questo meccanismo in una coppia in cui regna la reciprocità e la stima è fantastico, ma nelle coppie disfunzionali in cui sono presenti paure, attriti e conflittualità, può essere deleterio.
È possibile costruire intimità e rendere il rapporto più profondo, solo quando partiamo da buone basi! L’intimità implica iniziare a vedere chi hai davanti per ciò che è e, al contempo, mostrarti a lui/lei per ciò che sei veramente, senza filtri, senza la voglia di impressionare, ma solo con la voglia di accogliere l’amore che ha da offrirti. Questi sono i presupposti giusti. Con tali punti di partenza, potrai da un lato essere in sintonia con i tuoi bisogni e, dall’altro, ascoltare i bisogni del partner per rendere tutto conciliabile. Il vero appagamento di coppia, infatti, è quello che si verifica in tutte le direzioni. È l’unico scenario possibile perché solo così entrambi sarete soddisfatti.
Rimanere sintonizzati (con sé e con il partner) significa ascoltarsi e osservare, cosicché, se dalla nostra bocca stanno uscendo frasi maldestre, magari con un tono di irritabilità, possiamo esercitare il nostro potere trasformativo e aggiustare il tiro. Al contempo, se il peso del partner sta schiacciando i nostri bisogni, allora possiamo sentirci in diritto di far notare la cosa -senza innescare conflitti- con il solo scopo di risolverla.
L’appagamento di coppia non è un’utopia
Lo so, ci insegnano che l’amore è cieco e così facendo ci dicono implicitamente che dobbiamo accontentarci di ciò che capita. Accontentarsi è sbagliatissimo e se ci rifletti, lo sai anche tu! La vita è unica e non è fatta per essere sopportata, non ci dobbiamo accontentare in amore, dobbiamo piuttosto imparare ad accogliere l’amore che meritiamo. Nel mio nuovo libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», ti parlo di relazioni ma, ancora di più, ti parto di te e di cosa puoi fare per te stesso per costruirti una storia d’amore appagante, lavorando sui carichi emotivi che ti porti dal passato. Come ti ho spiegato, le nostre esperienze ci rendono ciò che siamo ma noi non siamo impotenti. Sono molte le cose che puoi fare per te stesso e che puoi spiegare al tuo partner, nozioni che fino a oggi ignori. A tal proposito ti invito a leggere il mio nuovo libro «d’Amore ci si Ammala, d’AMORE si Guarisce» disponibile in tutte le librerie d’Italia oppure su Amazon a questo indirizzo. Ricorda: ambisci sempre al meglio! Io te lo auguro.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del libro bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» e dell’attesissimo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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