4 ore a settimana per far decollare la tua relazione

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Sappiamo che per avere un corpo sano, abbiamo bisogno di svolgere dai 150 ai 300 minuti di attività aerobica a settimana; ciò significa investire dalle 3 alle 5 ore del proprio tempo settimanale nell’esercizio fisico per garantirci uno stato di salute ottimale. E quando si tratta di benessere relazionale? A quanto ammonta il tempo da dedicare alla coppia? Se ci riflettiamo, nella nostra routine quotidiana inseriamo un tempo per il pranzo, per il lavoro, per le partite di paddle (…), per le visite mediche, ma abbiamo degli appuntamenti fissi da dedicare ai nostri affetti? Presi da mille cose dimentichiamo di curare il benessere di coppia, dando il partner e la relazione per scontati. Un errore clamoroso!

Il rapporto di coppia non è come un buon vino da lasciare lì a invecchiare, una relazione somiglia più a un albero forte, al contempo delicato e bisognoso di costanti cure, un albero che con le giuste attenzioni non cesserà mai di dare deliziosi frutti. Così come gli agenti naturali (temporali, venti, parassiti…) perturbano l’equilibrio di ogni albero, gli eventi che colpiscono la nostra vita possono perturbare il benessere di coppia e lì sta a noi agire.

Non bisogna essere inermi dinanzi agli eventi ma protagonisti di essi, così da evitare ogni sorta di ristagno relazionale. Un modo saggio per evitare il declino della relazione consiste nel dedicare alla storia d’amore un tempo e uno spazio. Bastano 4 ore a settimana per far andare bene le cose. In una settimana ci sono 168 ore, 4 ore non sono poi così tante!

La relazione come una priorità

Marc Randolph non è uno psicologo e neanche un avvocato divorzista, è «solo» il CEO di Netflix e sembra aver capito bene come far funzionare le cose. Guardandosi intorno e osservando le altre persone d’affari, ha capito che non aveva intenzione di «diventare uno di quegli imprenditori che si ritrova alla sesta start-up con la sua sesta moglie» e, durante una puntata del podcast di Tim Ferriss, ha dichiarato che, cascasse il mondo finanziario, ha un appuntamento fisso: «ogni martedì, immancabilmente, alle 5 del pomeriggio, lascio l’ufficio, dopodiché mia moglie e io trascorriamo l’intera serata insieme». Non c’è nulla di speciale in un «martedì dalle ore 17» se non la volontà di costruire uno spazio e un tempo in cui viversi il partner. Questa volontà comunica un messaggio chiarissimo: la mia relazione è tra le mie priorità!

Certo, immaginando la vita del CEO di Netflix verrebbe subito da pensare a esperienze lussuose e ristornati stellati. Ma chi ha detto che ci vogliono cene costose per essere felici in coppia? Se penso alle mie relazioni, sono stata felice con molto meno! So bene che i gusti personali differiscono e sono estremamente individuali, ma ciò che ci accomuna e di cui abbiamo bisogno tutti è il senso di appartenenza e la condivisione più profonda e, per queste cose, non servono ristoranti stellati.

Senso di appartenenza e condivisione sono gli ingredienti che aprono le porte alla complicità più autentica. La complicità è una vera e propria alchimia, consiste nel sentirsi accettati, compresi, stimati e prevede la reciprocità dello stesso sentimento. Parliamo quindi di un qualcosa di bidirezionale, cioè sentito e desiderato da entrambi i componenti della coppia.

Da non sottovalutare l’organizzazione: ricorda, hai bisogno di ritagliarti un tempo e uno spazio, questo è importante perché in quell’intervallo nessuno dei due dovrà preoccuparsi del lavoro, per i bambini o le faccende domestiche. Uno spazio sicuro dove pensare solo alla coppia.

Cosa fare in quel tempo?

240 minuti non sono un sacco di tempo. Anzi, quelle quattro ore rischiano di volare via troppo in fretta. Puoi trascorrere quel tempo svolgendo qualsiasi attività che possa apportare benefici alla coppia (a entrambi! Ricorda, la reciprocità è fondamentale!).

C’è un numero infinito di attività che potete svolgere. Una ricerca pubblicata sull’autorevole Journal of Personality and Social Psychology (Muise et al., 2019), ha messo in evidenza quelle attività che fanno bene alla coppia e migliorano il senso di appartenenza. Le prime sono:

  1. Il sesso
  2. Manifestazioni d’affetto (abbracciarsi, coccolarsi, piccionare…)
  3. Ridere insieme, magari guardando un film divertente*
  4. Pensare al futuro insieme (pianificare una gita insieme, nuove attività da fare, progetti condivisi, un corso da fare insieme…)
  5. Uscire (andare a correre insieme, al cinema, una passeggiata al parco, a cena fuori…)

*Ecco alcuni film che consiglio per ridere insieme: «Game Night – Indovina chi muore stasera?»«Come ammazzare il capo e vivere felici»«Masterminds — I geni della truffa»«Daddy Home» (1 e 2), «supercondriaco», «io sono tu»«tutta colpa del vulcano»«Pain & Gain», «instant family»(…). Ce ne sono tantissimi!

Altre attività

Una ricerca di un decennio fa (Ricard et al., 2012) ha dimostrato che le coppie che ballano insieme hanno relazioni più appaganti. In effetti, se ci riflettiamo, una coppia di ballerini deve essere affiatata, i componenti non devono incolparsi per i passi falsi della danza e hanno bisogno di trovare il giusto ritmo per muoversi insieme.

Un ulteriore ricerca (Melton, 2019), ha notato che le coppie che condividevano attività come giochi da tavolo o corsi (nell’esperimento era preso in esame un corso d’arte), erano più unite e mostravano livelli di ossitocina (il cosiddetto ormone dell’amore) più elevati. Quanti giochi da tavolo conosci? C’è qualcuno che ti piacerebbe fare con il tuo partner? Ti elenco alcuni simpatici giochi:

  • UNO
  • Yahtzee
  • Scarabeo
  • Trivial Pursuit
  • Ludo
  • Risiko

Ma anche giochi da carte come il burraco e il machiavelli, in cui sfidarsi in abilità quali memoria e logica. Le coppie che ne hanno la possibilità, dovrebbero seguire un corso insieme. Lo stesso studio, infatti, ha evidenziato che le coppie che seguivano il corso d’arte, registrava una maggiore intimità (c’era più contatto fisico all’interno della coppia). Il motivo? Probabilmente perché, per frequentare il corso, bisognava fare qualcosa di nuovo e uscire dalla zona di comfort della coppia.

Se è vero che «uscire insieme» fa bene, è altrettanto vero che bisogna spezzare la routine. Se le uscite in coppia si limitano al classico centro commerciale o sempre al solito locale, forse è venuto il momento di fare qualcosa di nuovo. Nel paragrafo successivo vedremo il valore intrinseco delle novità.

Qualcosa di nuovo ed eccitante

E se ci fossero più di quattro ore da passare insieme? Chi ne ha la possibilità, può trascorrere insieme un’intera giornata, magari organizzando una gita fuori porta. Una ricerca (Aron et al., 2013), ha dimostrato che vi sono determinate attività, soprannominate NICE (acronimo inglese per New, Interesting, Challenging, Exciting) che possono promuovere la qualità della relazione. Queste attività devono essere: nuove, interessanti, stimolanti ed eccitanti. Brevi esperienze in cui mettersi in gioco, mettere alla prova se stesso e il partner. Le attività NICE ci aiutano a uscire dalla zona di comfort, migliorare la percezione di sé e la coesione di coppia.

Se ne hai la possibilità, organizza qualcosa di nuovo, coinvolgente ed eccitante: una partita a paintball, una gara su un circuito go kart, una partita a tennis o qualsiasi attività coinvolgente che non avete mai fatto prima. La ricerca aveva esaminato attività come lezione di sci o di vela prese insieme dalla coppia, ma in realtà andrebbe bene qualsiasi nuova attività che vorreste fare, va bene anche una fiera, una sagra di paese o una mostra, così come la visione di uno spettacolo al teatro. C’è un numero infinito di attività che potete sperimentare insieme e che possono aumentare la coesione e l’entusiasmo di coppia.

Parlare, ma attenzione a farlo bene!

La comunicazione, nella coppia, è tutto. Si comunicano emozioni, apprezzamenti, bisogni, intenzioni (…). Il tempo trascorso insieme è un’ottima opportunità per dialogare e ascoltarsi davvero. Nella coppia, infatti, si ascolta poco l’altro, il motivo? Si comunica sempre quando il volume delle emozioni è troppo elevato per capire davvero il punto di vista altrui, e quindi ci si sofferma su «ciò che provo io» e non «ciò che prova l’altro» e ciò che sta tentando di comunicarci.

Ecco, se si ha uno spazio e un tempo in cui ci si può confrontare con calma, le cose diventano più semplici. Non si dovrebbe mai discutere in preda alla rabbia o al rancore. Quando sei arrabbiato, involontariamente, spezzi l’ascolto empatico dell’altro e finisci per comunicare in modo meno efficace. Il risultato? Uno dei due componenti della coppia (o entrambi) si chiude, si ritira nel silenzio, serbando la speranza che il partner possa capire cosa c’è da capire… Ovviamente il risultato non è quello sperato. La comunicazione esige calma e impegno.

Accusare l’altro, farlo sentire responsabile per una propria insoddisfazione, oppure al contrario, stare sempre sull’attenti perché il partner ci fa camminare su gusci d’uovo, sono evenienze comuni che nascono spesso da una cattiva comunicazione emotiva. Ecco, quello spazio e quel tempo che ritagliate per voi stessi, può essere usato per:

  • definire bene un problema che affligge la coppia. Descrivere il problema senza assegnare colpe.
  • Esporre il punto di vista individuale sull’argomento, sempre senza accusare l’altro o muovere critiche.
  • Accettare che possono esserci problemi nel comprendersi, quindi se il partner non vi capisce, spiegate di nuovo con parole diverse!
  • Abbiate la pazienza di ascoltarvi e di comprendervi davvero, prima di farvi un’idea o di emettere un giudizio.
  • Il tempo che ciascuno impiega per esporre le proprie idee, dovrà essere più o meno simile. È quindi vietato interrompere l’altro mentre parla.
  • Vietato fare vittimismo, oppure minimizzare le idee o le argomentazioni dell’altro.
  • Concludete cercando una soluzione che tenga conto di ciò che provate e pensate entrambi.

Fare osservazioni è possibile, ma bisogna farlo in modo adeguato: muovendo suggerimenti positivi, chiari, esempi concreti che non hanno l’intento di correggere il partner, piuttosto di farlo riflettere. 

Nota Bene. Alcuni problemi non hanno soluzioni perché esprimono un limite, una paura o un bisogno dell’altro. Quando un cambiamento di rotta è impossibile, chi decide di rimanere nella relazione lo fa accettando un compromesso. Accettare non significa rinfacciare, condannare e umiliare, ma trovare il modo di andare avanti supportandosi a vicenda. Se il problema ti danneggia, che senso ha rimanere nella coppia se la relazione ti fa stare male?

Tieni presente che la coppia è un gioco di squadra e non una competizione, se si vince, vincono entrambi… se vince solo uno, la coppia ha perso.

Una lettura per crescere

Nel mio libro bestseller «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», ti propongo un percorso di auto-analisi, in cui potrai esplorare ogni parte di te e comprenderti nel profondo. Le scelte che facciamo in amore e nella vita, sono la diretta manifestazione dei nostri desideri o… paradossalmente, delle nostre paure! Talvolta rischiamo di vivere una vita fatta di tante profezie che si auto avverano, rischiando di sabotarci da soli. Ciò capita perché il funzionamento mentale, le interazioni con l’altro e i sentimenti, sono estremamente complessi e, durante la nostra crescita, nessuno ci ha spiegato come districarci tra impulsi, emozioni, relazioni affettive e bisogni emotivi! Ecco perché ho deciso di scrivere un libro sull’argomento. Ho racchiuso in un manuale tutte quelle nozioni che avrei voluto conoscere io ancor prima di diventare una psicologa! Sono sicura che potrà esserti utile. Lo trovi in libreria o su Amazon

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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