Sull’ultima edizione del settimanale “tv sorrisi e canzoni”, a firma della bravissima giornalista Simona De Gregorio, è stato pubblicato uno speciale dedicato alla felicità realizzato in collaborazione con noi di Psicoadvisor. Riportiamo qui la versione integrale proponendovi i cinque presupposti chiave per costruirsi una vita felice. Prima però, è essenziale distingue due tipi di felicità. Una felicità istantanea e una duratura. La prima si consuma in poco tempo ed è destinata, per effetto dell’assuefazione neurochimica, a durare sempre meno. È legata alla scarica dopaminergica, alla ricompensa.
Per esempio, se tu fossi qui con me e io ti regalassi 300 euro, di certo ti farei felice ma la tua felicità si dissiperebbe nel giro di poco tempo, anche prima di consumare il denaro. Analogamente, potrei farti felice offrendoti una fetta del tuo dolce preferito o potresti essere felice per aver passato le selezioni a un corso a cui ambivi. Una carrellata di like su instagram possono renderti felice. Così come andare a letto con la persona che ami potrebbe regalarti attimi di felice. Anzi, ti dirò di più riguardo questo tipo di felicità. Scava nella tua memoria, ripensa al giorno più felice della tua vita. Molti dicono “quando mi sono laureato”, altri “quando sono diventato genitore”, “quando ho fatto immersione alle Mauritius”…
Gli scenari possono essere tanti. Pensa al tuo. Adesso, ripensa a come sarebbe rivivere quella situazione ogni giorno della tua vita. Di nuovo. Di nuovo. Ancora e ancora! Fidati, dopo un po’ quella stessa giornata meravigliosa sarà rientrata nella tua routine, uguale a tutte le altre. È naturale. Il tuo cervello è programmato per adattarsi agli stimoli e non reagirà più allo stesso modo. Così la borsetta griffata che ti ha reso tanto felice durante la domenica di shopping, non lo farà con egual intensità il venerdì successivo! La verità è che possono esistere momenti di eccitazione, euforia, momenti anche di profonda gratificazione ma saranno questo: momenti. Esperienze passeggere che possono lasciare in te bellissimi ricordi. La felicità è allora qualcosa che si consuma fugacemente? Qualcosa che non è replicabile perché se lo fosse ci abitueremmo? No. Perché esiste una felicità legata ai momenti e un’altra legata all’essere.
La felicità a lungo termine
Come premesso, c’è però un altro tipo di felicità più duraturo. È essa stessa un tipo di adattamento alla vita quindi si tratta di un fenomeno resistente all’effetto dell’assuefazione. Quel tipo di felicità che entra a far parte di te. È un approccio alla vita e non una meta da raggiungere o un oggetto da possedere. La felicità non è fatta di attimi da collezionare ma è un processo di trasformazione interiore che una volta compiuto, sarà in grado di sostenerti e abbracciarti anche nei giorni più difficili. Pensa alla vita che conduci: ti rappresenta? Rispecchia i tuoi valori, i tuoi bisogni? Ecco. Questa è una buon quesito da esplorare per poter parlare di felicità a lungo termine. Vediamo insieme, allora, quali sono i cinque elementi chiave che abbiamo discusso con la redazione del magazine tv sorrisi e canzoni.
Abbi fiducia in te
Solo se ci fidiamo di noi possiamo costruire una vita che ci somigli, liberandoci dalle pressioni sociali, dai paragoni e senza farci schiacciare dagli inevitabili imprevisti della vita. La fiducia è tutto perché ci incoraggia alla realizzazione personale. Per fidarci di chi siamo, dobbiamo imparare a conoscerci: magari mettendoci alla prova in nuovi contesti ma anche nella nostra zona di comfort, sfruttando il tempo libero in modo da creare una routine gratificante.
Poniti tante domande
Poniti continuamente delle domande: quali attività mi danno energia e quali mi svuotano? Cosa faccio per me e cosa invece per gli altri? Se gli altri non sapessero di una mia decisione, la prenderei lo stesso? Un esempio tipico è legato alla voglia di mettersi a dieta: la voglio seguire per me oppure per l’immagine che voglio trasmettere all’esterno?
Liberati dai condizionamenti
Cerca di guardarti con i tuoi occhi e non quelli degli altri. Da bambini ci bastavamo perché riuscivamo a vederci con uno sguardo puro, privo di condizionamenti. Da adulti le cose cambiano perché impariamo a guardarci con un occhio esterno, costantemente giudicante. Se ti senti poco stimato nei rapporti e nelle relazioni, non lasciare che quelle sensazioni ti definisca!
Dal punto di vista dell’evoluzionistico, il bisogno di appartenenza e di validazione è innato. Il cervello umano si è sviluppato per cercare il riconoscimento, perché per i nostri antenati essere accettati dal gruppo significava sopravvivere. Un bambino che cresce senza sentirsi riconosciuto sviluppa una ferita invisibile, una sorta di nebbia interiore che gli impedisce di vedere chiaramente il proprio valore. Se nessuno ha mai investito su di lui, come può imparare a farlo da solo? È qui che si crea il circolo vizioso dell’insicurezza: il bambino diventa adulto, e senza una base solida di fiducia in sé stesso, rischia di cercare costantemente conferme all’esterno, restando intrappolato in un bisogno che non trova mai soddisfazione.
Ed è per questo che l’atto d’amore più grande che puoi concederti per essere felice e liberarti da ogni condizionamento è… e qui torniamo al punto uno: fidarti di te, imparare a credere in te stesso, anche quando gli altri non l’hanno mai fatto. Perché rompere questo schema significa ricostruire da dentro ciò che non è mai stato costruito fuori. Significa smettere di aspettare che qualcuno ti dica che vali e iniziare a sentirlo dentro te stesso. Significa diventare per te il supporto che avresti voluto avere all’esterno;
Imparare ad amarsi e credere in sé non è affatto un atto egoistico ma un vero e proprio atto di sopravvivenza emotiva. È la scelta consapevole di interrompere la trasmissione di un’eredità invisibile fatta di insicurezze e paure. È la decisione di vivere pienamente la propria felicità, giorno dopo giorno, senza aspettare il permesso di nessuno o l’arrivo di qualcosa.
Stare da soli in modo costruttivo
Una sana solitudine ci consente di sperimentarci come persone complete e degne di stima. E, presi dal nuovo impegno di porci più quesiti, qui la domanda è: “io cosa sono per me stesso?” così da non esaminarsi più sotto la lente distorsiva del chi sono “io in relazione all’altro”. La percezione di sé cambia tanto e inoltre svincoliamo l’idea di felicità che generalmente è associata alla coppia. Condividere fa bene, ma anche cimentarsi in attività in proprio è un vero boost per la serotonina, la cosiddetta “molecola della felicità”. L’attività esplorativa, infatti, aiuta il tuo cervello a secernere serotonina. Non devi necessariamente esplorare ambienti nuovi, puoi provare a osservare i luoghi e le dinamiche che vivi con occhi diversi.
Per esempio, se ti capita di vedere una persona al ristorante a cena da sola, potresti pensare che è triste. Questo è un pensiero che nasce da un pregiudizio. E, come premesso, dobbiamo liberarci dai condizionamenti e dobbiamo costruire la nostra idea di felicità e non quella che ci ha venduto la società e la tv con anni e anni di propaganda e condizionamento. Prendendo atto che non dobbiamo diventare degli eremiti ma solo imparare a stare bene con noi stessi, ricorda di coltivare momenti di solitudine sana. Allora proviamo a dedicare del tempo a quelle cose che possono farci stare bene come entità completa a sé, e che ci restituiscano un “sé unico”, quindi non più “io” come parte di una relazione, ma un “io” per me. Se hai un’attività che ti piace e ti appassiona, coltivarla può essere un buon inizio per entrare in contatto con te stesso.
Allena il muscolo della felicità
Nella zona corticale del cervello si trova la cosiddetta corteccia prefrontale dorsolaterale, che possiamo considerare il vero muscolo della felicità. Dobbiamo quindi imparare ad allenarlo: è quello associato ai pensieri complessi, alla regolazione emotiva e alla pianificazione. Possiamo allenarlo a piccoli step tenendo sempre presente che al centro della nostra felicità ci siamo noi con i nostri pensieri. Non è un invito all’egoismo ma al sentire, al riflettere e mettersi in contatto con le emozioni più profonde.
Allenare questo muscolo significa letteralmente “non seguire la corrente” ma imparare a tracciare da sé il proprio cammino, svincolati da “ciò che dovrebbe essere” e ancorati, fortemente al “ciò che è realmente per me”. Perché la felicità duratura arriva solo quando riusciamo a caricare di significato la nostra vita, giornata dopo giornata.
La felicità, infatti, non è in un ricordo lontano o in un traguardo futuro è qui, è nel presente e può sostenerti in modo duraturo. Se hai voglia di fare un lavoro introspettivo e svincolarti completamente dai percorsi fatti di tappe prestabilite e tempi serrati, ti consiglio di leggere il mio libro bestseller «il mondo con i tuoi occhi», puoi trovarlo in tutte le librerie o su amazon; è il libro di psicologia più venduto del momento e sì, non è un libro sulla felicità, ma un manuale per liberarti dai condizionamenti su cosa dovrebbe renderti felice. Ti darà gli strumenti per costruire una felicità autentica, una vita che assomigli a te, e non a ciò che gli altri si aspettano.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
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