5 Segnali che stai mancando di rispetto a te stesso

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Rispettare una persona significa trattarla con dignità, compassione e gentilezza. Significa riconoscere il suo valore intrinseco come individuo completo e convalidare le sue emozioni. Il rispetto verso una persona implica un atteggiamento di accettazione e considerazione delle sue esigenze, dei suoi desideri e dei suoi diritti. Sono certa che non hai alcuna difficoltà a trattare gli altri con rispetto, tuttavia, sono altrettanto sicura che quando si tratta di te, finisci per commettere un elevato numero di violazioni! Ogni giorno, senza volerlo, violi te stesso. Ti fai del male. Ti auto-limiti. Ecco alcuni indicatori che dovrebbero aprirti gli occhi, dovrebbero gridarti: RALLENTA E DEDICATI A TE STESSO!

1. Se violi i tuoi diritti emotivi

Hai il diritto di provare qualsiasi emozione, anche scomoda o spiacevole. Se hai paura, rispetta quella paura, non tentare di negarla o sopprimerla. Accoglila e tranquillizzala. In fondo, se tu vedessi la persona che più ami al mondo, angosciata, in lacrime e spaventata perché ha paura…. dei suv rossi (per dire la cosa più assurda che mi è venuta in mente), saresti intenerito dal suo malessere, forse anche incuriosito. Inizieresti a chiederti «ma come mai i suv rossi ti fanno questo effetto?», cercheresti di tranquillizzarlo, ascoltarlo…. Insomma, per quanto assurda la paura di una persona a te cara potrebbe essere, tu cercheresti di accoglierla e dare sicurezza. Perché per le tue emozioni dovrebbe essere diverso? Perché provi a negarle o sopprimerle?

Quando sperimenti un’emozione (paura, rabbia, ansia…), non negartela, non sminuirla, non condannarti per ciò che provi! Sii curioso e benevolo. Cerca di “capire cosa c’è dietro” e soprattutto, cerca di rassicurarti avviando un dialogo calmo.

2. Ti senti responsabile per tutto

Quando non rispetti te stesso, potresti iniziare a sovrastimare le tue responsabilità e a chiedere scusa più del dovuto. Proprio come l’esempio del terrore dei “suv rossi”, anche in questo caso mi servirò di qualcosa di emblematico per farti riflettere. Sei al centro commerciale oppure in una sagra di paese, stai camminando e -come capita sempre nei luoghi affollati- urti spalla a spalla con un’altra persona. Istintivamente ti viene da chiedere scusa?

3. Se violi il tuo diritto al «no»

Il bisogno di non deludere, di non arrecare dispiacere, di dire sempre «sì» anche quando vorremmo sottrarci, ci induce ad accettare situazioni scomodissime. Questo avviene perché sentiamo costantemente il bisogno di essere «accettati dall’altro», accettati da chi abbiamo di fronte, che sia il salumiere o, a maggior veduta, il partner di turno. Così, se il salumiere ti dice «le ho fatto 50 grammi in più, va bene lo stesso?», quando a te, in realtà, serviva solo un etto di formaggio… tu dirai di «sì». Ancora peggio, quando qualcuno ti chiederà un favore, tu dirai di «sì» perché non vorrai arrecare un dispiacere, non varrai correre il rischio di essere “mal visto”. Ma sai che ti dico? Se qualcuno smette di stimarti solo perché tu hai deciso di far valere un tuo diritto… vuol dire che la stima di quella persona non ti serve davvero!

4. Ogni volta che ti abbassi al livello degli altri

Quando qualcuno ti ferisce, potresti essere tentato di adottare la sua stessa unità di misura. Fin da bambini siamo esposti al fatidico «occhio per occhio…» ma c’è qualcosa che questo motto ignora. Rispondere “pan per focaccia” ci allontana da noi stessi perché tiene conto delle modalità degli altri ma non delle nostre! Spiego meglio.

Se qualcuno assume un atteggiamento deplorevole, se noi nel rispondergli “per le rime” ci allontaniamo dai nostri valori, ci stiamo rendendo simili a lui. Ci stiamo mancando di rispetto, ignorando il nostro valore. Solo perché qualcuno sta facendo male, non significa che dobbiamo farlo anche noi. Possiamo affermarci, farci rispettare e soddisfare i nostri bisogni mantenendo salda la nostra identità. Non è necessario alzare la voce per affermarci. Se dall’altra parte c’è una persona che non ci rispetta, meglio allontanarci che diventare simile a lei.

5. Dall’accondiscendenza agli scatti d’ira

Quando non rispetti te stesso si verificano dei cicli estenuanti. Da un lato accumuli, accumuli e ingoi ingiustizie, dall’altro: esplodi, esplodi, esplodi! Quando non rispetti te stesso la tua pazienza diventa un’arma a doppio taglio, invece di essere uno scudo protettivo diventa qualcosa che ti ferisce e ti si ritorce contro.

La pazienza sana è la capacità di tollerare situazioni difficili, senza REAGIRE in modo impulsivo o distruttivo. La pazienza è la premessa necessaria a RIBALTARE le esperienze difficile, perché non facendoti agire in modo esplosivo, ti dà modo di riflettere e mettere a punto un’azione più ponderata.

La pazienza sana deriva dal profondo rispetto verso di sé. Da un lato, infatti, comporta il dover accogliere e ascoltare le proprie emozioni (in situazioni irritanti e stressanti) e dall’altro prevede fiducia in sé (l’aspettativa realistica di poter cambiare le cose lì dove sei oppure… cambiare aria!).

Il rispetto di sé è la base

Si parla pochissimo di rispetto di sé. Eppure si tratta di una componente essenziale per la salute (fisica e mentale) e per il mantenimento di relazioni sane. Se ti riconosci in questi punti, vuol dire che stai trascorrendo la tua vita remandoti contro. È mai possibile andare “contro se stessi”? Purtroppo sì, questo capita quando non ti hanno insegnato a riconoscere il tuo valore. Come spiego nei miei incontri e come ho dettagliato nei miei tre libri (entrambi bestseller), siamo la sintesi dei nostri vissuti e, il modo in cui ci comportiamo con noi stessi, riflette in qualche misura il modo in cui gli altri ci hanno trattato durante l’infanzia. È lì, a quell’età che impariamo come scendere a patti con noi stessi, se rispettarci e stimarci oppure se metterci da parte e calpestare i nostri diritti emotivi e finanche negare i nostri bisogni!

L’accettazione predispone al rispetto per se stessi

Fin dalla nascita, a quasi tutti viene insegnato che non vanno bene come sono, che devono nascondere alcune parti di sé, che devono adattarsi alle regole altrui. Questo produce una vita tormentata: non possiamo sentirci felici vivendo in conflitto con la nostra natura.
Inoltre, quasi tutti abbiamo paura di non essere “abbastanza qualcosa”: non abbastanza bravo, bello, intelligente, attraente, ricco, ecc. Questa paura provoca un senso di inadeguatezza logorante: qualunque cosa siamo o facciamo, ci sembra non sia mai sufficiente….e i giudizi altrui non fanno che alimentare e confermare queste paure.

Questi due elementi (il conflitto con la propria natura, e il senso di inadeguatezza) sono alla radice di buona parte della sofferenza umana. Molti fanno di tutto per sfuggirvi, di solito sforzandosi per sembrare meglio di quel che sono, o per assomigliare a qualcun altro. Ma poiché è una lotta contro se stessi, non può essere vinta. Invece, una soluzione efficace per uscire da conflitto e tensione continui, è fare proprio il contrario: accettare quello che sei, inclusi i limiti e le imperfezioni. Suona paradossale, ma accettando se stessi diventa anche più facile dare il meglio di sé, e migliorare in modo sereno.

Quando riesci a dire a te stesso “Sono come sono, e va bene così”, non solo ritrovi pace e ottimismo, ma i giudizi altrui diventano secondari. Una volta che sei in pace con te stesso, quello che pensano gli altri smette di avere potere su di te: hai ottenuto l’approvazione della persona più importante della tua vita (l’unica che sarà sempre con te), ed è quello che più conta.

Nella nostra crescita è mancata un’educazione psicoaffettiva e così vaghiamo per il mondo con bussole difettose, facendo scelte che spesso si rivelano sbagliate e senza capire con chiarezza cosa ci portiamo dentro. È per questo che ho scritto un nuovo libro, si tratta del libro che io stessa avrei voluto leggere prima ancora di diventare psicologo.

Esplora chi sei

Ciò che ti è mancato più di tutto è la leggerezza di esplorare chi eri prima che tutto quel caos emotivo ci piombasse addosso. Siamo stati tutti bambini speranzosi e pieni di sogni e fiducia. Crescendo, poi, esperienza dopo esperienza, rifiuto dopo rifiuto, invalidazione dopo invalidazione, ci siamo allontanati da noi stessi e siamo rimasti ingabbiati in un sistema che cerca all’esterno ciò che già è nostro e ci spetta di diritto.

Immagina una relazione in cui la fiducia scorre senza alcuno sforzo, in cui la sicurezza riesce a sopraffare ogni paura, in cui la comprensione è un gioco da ragazzi e soprattutto, è sempre costante e viva la percezione del valore personale. Ti sembra un sogno? Sappi che non lo è. È ciò che succede entro te stesso quando impari ad autoaccudirti e puoi farlo. Ho scritto un libro per aiutarti in questa grande e inestimabile impresa. S’intitola «il Mondo con i Tuoi Occhi», si tratta di un prezioso manuale di psicologia ed è il libro giusto per te se vuoi tracciare la tua strada e affinare la tua bussola. È, tra l’altro, ricco di esercizi psicologici.  Il libro puoi trovarlo in tutte le librerie o a questa pagina Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Il mondo con i tuoi occhi”
Autore del libro Bestseller “D’Amore ci si ammala, d’Amore si guarisce”
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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