Il manipolatore affettivo è una personalità patologica che si nutre della vitalità e delle emozione delle sue vittime. Le svuota gradualmente di ogni energia fino a farle sentire sbagliate e oppresse dopo aver perpetrato azioni continue di disprezzo, di critica, di ricatti alternandoli a momenti caratterizzati da un forte desiderio di relazione, ricercati solo quando gli sono utili.
Il manipolatore affettivo tende a passare per vittima e ad attribuire sempre la causa dei suoi errori ad altri, senza mai assumersene la responsabilità (ecco perché è importante distinguere le vere vittime dai vittimisti).
Le maschere del manipolatore per abbindolarci
Nelle discussioni non accetta il rifiuto e vuole avere l’ultima parola a costo di cambiare repentinamente opinione e di mentire per deformare la realtà a suo uso e consumo. I manipolatori non sono tutti uguali, adottano strategie e comportamenti diversi a seconda del loro carattere:
1. Manipolatore simpatico
Appare come una persona a suo agio con se stessa e con gli altri, la sua comunicazione è fluida e spigliata, è estroverso e socievole, di bell’aspetto e cerca di entrare subito in intimità facendo confidenze e complimenti alla propria preda. Il suo obiettivo è di chiedere piccoli favori in un clima di pseudo fiducia e complicità dopo avervi fatto qualche regalo o ascoltato.
La manipolazione inizia a venire a galla quando la vittima si rende conto che nella relazione c’è posto solo per lui e per i suoi bisogni, dal momento in cui questi non saranno corrisposti interromperà ogni genere di contatto.
2. Manipolatore seduttore
E’ il tipico don giovanni, attraente, ben vestito, distribuisce complimenti, prende ciò che vuole dagli altri ma non da nulla in cambio. La sua vittima è un oggetto di cui disporre per alimentare la sua scarsa autostima. A tal proposito potrebbe essere interessante leggere il profilo dell’istrionico: disturbo istrionico di personalità, riconoscerlo nel partner, nel genitore o in un amico.
3. Manipolatore altruista
Appare come una persona sempre disponibile, che si sacrifica per gli altri, è sempre al posto giusto quando qualcuno ha bisogno di lui tanto che non è necessario neanche chiedergli nulla, lui previene ogni situazione. La sua generosità è apparente perché dopo un po’ di tempo chiede sempre in cambio qualcosa, esigendo nel corso della relazione sacrifici molto più significativi rispetto a quello che ci ha inizialmente fatto.
4. Manipolatore colto
E’ solitamente una persona colta, sottilmente arrogante e sprezzante verso chi ritiene non essere al suo livello di cultura. Usa un linguaggio forbito, fa continuamente citazioni, esibisce i suoi titoli di studio arrivando a mettere in soggezione il proprio interlocutore. Quando si parla di argomenti che non conosce approfonditamente preferisce cambiare tema per paura di essere scoperto.
5. Manipolatore timido
E’ un timido apparente, riservato in gruppo, preferisce osservare e non intervenire, si serve di un interlocutore per esprimere il suo punto di vista e per farlo arrivare alla sua vittima. Richiede protezione ma allo stesso tempo è fortemente giudicante e trae piacere dall’insinuare sospetti e creare dissapori tra le persone.
6. Manipolatore dittatore
I suoi comportamenti sono violenti e aggressivi, critica e offende i suoi interlocutori, consapevole del proprio atteggiamento non esita a perpetuarlo nonostante si renda conto di far soffrire chi lo circonda. Adula quando ha bisogno di un favore e respinge tutti coloro che valuta deboli ed emotivi. Le sue idee sono assolute, detiene la verità e non accetta critiche.
Il manipolatore può assumere diversi comportamenti che rientrano nei modelli sopra citati come se indossasse una maschera per perseguire il suo unico scopo: affermare sé stesso a qualunque costo.
Per raggiungere questo obiettivo è disposto a modificare la realtà in ogni modo a suo esclusivo vantaggio e reagisce al rifiuto con il sarcasmo e l’ironia, arrivando a volte ad essere anche molto distruttivo.
Gli effetti della manipolazione emotiva
La manipolazione è un meccanismo a cui il manipolatore affettivo ricorre per affermarsi a causa di una scarsa fiducia in se pur sembrando risolto e deciso. Ha bisogno di avere attorno molti individui con cui confrontarsi continuamente e di umiliarli per sentirsi vincente.
Le esigenze di chi lo circonda non sono prese in considerazione, è un vero egocentrico il cui unico obiettivo è quello di ammettere che lui è il migliore, denigrando l’altro. Umiliare la propria vittima ha come scopo quello di affermare la sua presunta superiorità attraverso la critica diretta, l’ironia, l’indifferenza.
La manipolazione produce effetti devastanti in chi la subisce, genera sensi di colpa, aggressività, ansia, paura e tristezza. Sul piano fisico emergono emicranie, disturbi digestivi, mancanza di appetito o bulimia, nodo allo stomaco o alla gola e disturbi del sonno. Se l’esposizione a un manipolatore è prolungata, questi sintomi possono trasformarsi in malattia, a cui può seguire anche la depressione che a volte può culminare nel suicidio.
La contro-manipolazione emotiva: la tecnica della nebbia
Nessun manipolatore ammetterà mai di essere la causa di questi disturbi anzi consiglierà a chi ne è affetto di farsi curare senza mettersi mai in discussione. L’unico modo per difendersi dagli attacchi di un vampiro affettivo è quello di non avvicinarli o di contro manipolare.
Secondo la terapeuta I. Nazare Aga, la contro manipolazione o tecnica della “nebbia” consiste nell’usare una comunicazione vaga e imprecisa, non impegnandosi nello scambio verbale. Lo scopo di una comunicazione superficiale è quello di rispondere come se si fosse indifferenti ai contenuti espressi dal manipolatore il quale di conseguenza non si sentirà più importante.
Comunicare senza aggressività e veemenza farà comprendere al manipolatore che l’interlocutore sta mettendo in atto una resistenza passiva e ciò lo porterà ad allontanarsi spontaneamente dalla vittima. I metodi verbali più diffusi per contro manipolare sono:
1) non raccontare i particolari della propria vita, usando una comunicazione vaga
2) non rispondere alle domande non formulate in modo chiaro
3) non credere a chi elargisce complimenti senza conoscervi
4) comunicare con chiarezza quando non si è d’accordo
5) esprimersi con fermezza
6) riconoscere la responsabilità delle proprie azioni e delimitarla razionalmente
Chi diventa preda di un vampiro affettivo non riconosce il pericolo ed è bisognoso di ricevere l’approvazione altrui per le proprie scelte. Di solito le vittime preferite sono le persone che non hanno molta fiducia in sé e si adeguano sempre alle esterne non rispettando i propri bisogni ma aspettando che qualcuno li riconosca.
Non dimentichiamoci mai che volere bene presuppone volersi bene, vivendo per se stessi e non essere unicamente attenti al benessere altrui, altrimenti si diventa facilmente l’oggetto del bisogno di un manipolatore.
Articolo a cura di Marco Salerno, psicologo psicoterapeuta
Se ti piacciono i nostri contenuti, puoi seguirci sulla pagina Ufficiale Facebook di Psicoadvisor e sul nostro account Instagram: @Psicoadvisor