6 cose che uccidono una relazione d’amore consolidata

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Se chimica, destino, coincidenze e fatalità hanno la loro importanza in amore, è altrettanto vero che l’impegno e la volontà di stare insieme, possono determinarne il grado di “felicità” di una coppia autentica. Non si tratta quindi solo di far durare un rapporto a due, ma anche di vivere una relazione appagante.

Ma l’amore vero, quello autentico, esiste?

La risposta onesta è che sì, l’amore autentico esiste, ma spesso viene chiamato “amore” qualcosa di diverso. Viviamo in una cultura romantica che esalta le emozioni, e che ci induce a chiamare “amore” tutte le emozioni piacevoli o intense che ci travolgono (che siano il desiderio appassionato, la bramosia erotica, la mancanza struggente, le cosiddette “farfalle nello stomaco” o l’affetto profondo). Non è sempre stato così: nell’antica Grecia, per esempio, si distingueva tra diversi tipi di amore (Agape, Eros e Philia, ma non solo).

Secondo me, l’amore autentico è quando accettiamo e apprezziamo qualcuno per quello che è, e abbiamo a cuore il suo benessere, anche quando non ne traiamo alcun vantaggio (se amiamo solo a condizione di essere ricambiati, è più una forma di scambio che di amore gratuito). E’ quello il sentimento che ci fa sentire amati in senso profondo: per quello che siamo, non per quello che diamo.

6 cose che uccidono una relazione d’amore consolidata

Se anche tu fai parte di quelli che credono che la stabilità e la felicità di una coppia dipenda da quanto si sia naturalmente in sintonia, ti stai sbagliando. Al di là della sintonia, che può anche esistere e sicuramente è un bene, stare in coppia richiede impegno, e questo presume anche che si facciano delle cose e se ne evitino altre.

L’amore è un sentimento che va nutrito e rinforzato; occorre complicità, intimità e determinazione…per costruire una relazione duratura e appagante e superare i momenti di crisi. Se infatti chimica, destino, coincidenze e fatalità hanno la loro importanza in amore, è altrettanto vero che l’impegno e la volontà di stare insieme, possono determinarne il grado di “felicità” di una coppia. Non si tratta quindi solo di far durare un rapporto a due, ma anche di vivere una relazione appagante. Quali comportamenti minano la felicità di coppia?

1. Criticare

Lamentarsi a vicenda è una cosa normale, a volte le critiche servono anche a crescere. Tuttavia, c’è uno specifico tipo di critica che Gottman ha identificato come distruttiva per il rapporto d’amore: quello che coinvolge il modo di essere del partner.

Accusare non risolve i problemi, ma non solo, solitamente innesca una reazione negativa per cui alla prima critica ne segue un’altra, e così via all’infinito. Le critiche impediscono di fermarsi a riflettere sulla realtà e fondatezza di un’affermazione, e soprattutto di stare in tema: una tira l’altra, come le ciliegie, e in un attimo si passa da quello che si voleva dire ad accuse a tutto campo, sempre più offensive e sempre meno pertinenti. È qui che si crea la frattura nella coppia: uno si oppone, l’altro insiste ancora di più, fino al contrasto insanabile.

Esprimiamo pure il nostro disappunto rispetto a un comportamento che non approviamo nel  partner, ma facciamo attenzione ogni volta che formuliamo delle critiche. Un conto è dire: “Sei il solito menefreghista! Continui a guardare la televisione e non mi degni di una parola”. Altra cosa affermare: “Anziché continuare a guardare la televisione cosa ne diresti di raccontarci la giornata appena trascorsa?”.

2. Disprezzare

In qualsiasi forma si manifesti il disprezzo è velenoso perchè trasmette disgusto. È praticamente impossibile risolvere un problema quando uno dei due partner vuole annientare l’altro facendolo sentire senza valore”. (- J. Gottman). Secondo Gottman è proprio questo il più potente predittore di divorzio e la causa assoluta di ogni rottura irreparabile: il disprezzo.

La qualità della vita di una coppia è data da molti elementi, ma il modo in cui due persone interagiscono ogni giorno è fondamentale! Critica e disprezzo sono mortificanti, uccidono il bisogno che ognuno di noi ha, di sentirci unici e speciali per l’altro. Inoltre abbattono l’autostima e ci rendono molto sensibili agli apprezzamenti di chi, al di fuori della coppia, sa riconoscere il nostro valore. Molte storie parallele nascono così, dall’incontro con qualcuno che ci fa sentire, finalmente, apprezzati. Particolare attenzione ai messaggi “sei”, che vanno a colpire l’identità (“sei distratta, inaffidabile”) inoltre, vanno banditi i confronti con la famiglia di origine “sei come tua madre/tua padre”.

3. Stare sulla difensiva

Quante volte commettiamo errori o dimenticanze e invece di ammetterlo cerchiamo sempre scuse? Da una discussione su chi ha torto e chi ha ragione possono nascere accuse incrociate particolarmente infelici, perché alimentate dalla foga del momento. In questo modo il litigio si trasforma in una lotta di potere, in cui uno dei due cerca di affermare il proprio punto di vista come quello giusto o il più importante: classico esempio: “Il problema sei tu, non io” con conseguente esasperazione della tensione e del conflitto.

L’alternativa ideale è assumersi la propria parte di responsabilità proponendo una soluzione praticabile alla situazione. Invece di dire: “no, non ho fatto benzina perché tu ti sei scordata di ricordarmelo; sarebbe meglio dire: hai ragione, mi sono scordato, andiamoci insieme“.

4. Fare ostruzionismo

Il silenzio può essere un’arma letale. E’ ovviamente più facile affrontare una discussione non violenta nella quale almeno si è in grado di capire che cosa disturba l’altro, piuttosto che un silenzio glaciale nel quale si è costretti a tentare di indovinare in quante maniere il partner ci sta odiando.

Allora, se non si vuole uccidere il rapporto, è bene imparare a esprimere il risentimento in maniera tale da farlo ascoltare, capire e risolvere.  Indipendentemente dalle difficoltà percepite e lo stress accumulato, evitiamo di chiuderci…entriamo in empatia con il nostro partner…e offriamo cenni di incoraggiamento allo scambio e alla relazione.

5. Tirare a indovinare

Evita di indovinare quello che il tuo partner sta pensando e sentendo, perché potresti sbagliarti e finire (inutilmente) per litigare. Quante volte ci capita di trarre conclusioni sbagliate, e di scoprirlo dopo troppo tempo o solo per caso? A volte arriviamo ad attribuire al partner intenzioni, fantasie e desideri che sono falsi, o solo parzialmente veri: un partner distante potrebbe essere semplicemente triste o afflitto da problemi, e così via. Allora non presumere, controlla!

6. Dire sì quando pensi no

A volte abbiamo qualche remora a esprimere le nostre vere opinioni al partner: temiamo che si irriti o sia deluso da noi. Allora, invece di essere diretti e chiari rispetto a quanto pensiamo, finiamo per acconsentire a cose che poi non saremo disposti ad accettare, causando alla fine più guai e più discussioni di quanto sarebbe avvenuto se fossimo stati sinceri dall’inizio. Uno dei più grandi danni che un atteggiamento falsamente condiscendente apporta alla relazione di coppia consiste nel sottrarle sincerità; e una relazione insincera manca di intimità e di onestà, e in definitiva, di spessore. Dovremmo cercare di ricordare che le discussioni non necessariamente conducono alla rottura, ma anzi spesso servono ad avvicinare i partner ancora di più, creando un legame più stretto.

Per una relazione felice servono molte qualità..

che tanti non posseggono e non hanno voglia di sviluppare (invece sperano che “la persona giusta” risolva magicamente i loro limiti). Invece di dare per scontato che l’amore duri, dovremmo riconoscere che è un “tesoro prezioso” che richiede cure e investimenti continui. Sai qual è l’errore più grande in una relazione? E’ dare il partner per scontato, come fosse un “oggetto di nostra proprietà”, che una volta acquisito rimane nostro per sempre. Dovremmo invece vedere un partner amorevole come un tesoro prezioso di cui prenderci cura, e che è sempre possibile perdere.

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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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