Che si tratti di amicizia o di una storia d’amore, di un rapporto di lavoro o in famiglia, vi sono degli atteggiamenti che mai andrebbero tollerati. In questo articolo ti metterò in guardia su alcuni abusi emotivi che troppo spesso passano inosservati e ti darò qualche consiglio per fronteggiarli a testa alta. Il primo consiglio che ti do è… mai nascondersi dietro frecciatine, frasi sibilline o mezze critiche, quando qualcuno ti ferisce, sii chiaro, esponi il fatto e chiedi spiegazioni. Rispondere a un’offesa con frecciatine e altre offese, non fa altro che fomentare un clima difficile da vivere e anche da gestire. Insomma, navigare sott’acqua non ti fa bene e se lo fanno gli altri, meglio che le tue acque siano belle limpide!
Chi è più incline a subire torti altrui?
Nelle relazioni sociali tendiamo, troppo spesso, a normalizzare o giustificare il comportamento altrui. Tutti noi tendiamo a giustificare il prossimo con frasi tipo “ha un carattere difficile” oppure “è una persona particolare” o ancora, “questo atteggiamento è proprio da lui/lei”.
Lo facciamo perché in quel momento abbiamo deciso di sorvolare e rimanere nella relazione senza smuovere troppo le acque (per rimanere nella mia metafora! Il problema è che a lungo andare le acque si intorpidiscono e i rapporti possono iniziare a soffocarci. Per non annegare nel rapporto, meglio chiarire dei confini fin da subito. Inoltre, le persone più insicure, con una bassa autostima e con la paura di fondo di rimanere sole, tendono a essere accondiscendenti, accontentare il prossimo e accettare anche comportamenti inadeguati.
Se fin dall’infanzia i bisogni di una persona sono stati ignorati o addirittura derisi, è chiaro che in età adulta si tenderà ulteriormente a normalizzare determinati comportamenti di abuso. Si vivrà con il costante timore di non essere accettati, di sentirsi inadeguati o inferiori al prossimo. Al contrario, chi ha una personalità forte, una sana autostima e vive senza farsi condizionare da paure ancestrali, sarà portato a instaurare rapporti più paritetici.
Traccia una linea di confine nel tuo panorama emotivo
In genere tendiamo a incolpare il narcisista perverso, l’istrionico manipolatore, la madre anaffettiva o lo psicopatico di turno. In realtà, è vero che questo persone sono estremamente abili ad esercitare il loro potere ma, una volta presa consapevolezza di ciò che sta accadendo, ognuno di noi deve essere pronto ad assumersi la responsabilità di decidere fino a quanto è disposto a tollerare.
Ognuno di noi dovrebbe tracciare un confine immaginario nel proprio panorama emotivo: tu, personalmente, cosa sei disposto a tollerare per rimanere in una relazione? Traccia le tue linee di confine e vedi quante delle relazioni che hai instaurato rispettano quella linea.
7 comportamenti di abuso che non dovresti mai tollerare
Una linea di confine dovrebbe essere innata in ognuno di noi, dovrebbe sorgere spontanea e delinearsi di pari passo con l’autostima e l’amor proprio. Purtroppo questo confine non insorge automaticamente per tutti, quindi, probabilmente, tu che leggi dovrai faticare un po’ di più non solo per tracciare questa linea ma anche per far sì che chi ti circonda possa rispettarla. Intanto ecco quali sono gli abusi emotivi che troppo spesso passano inosservati e che finisci per tollerare mancando di rispetto a te stessa/o.
#1. Ti denigra con finti complimenti
Le critiche non sono sempre “negative”, un’amica può dirti apertamente “hai messo su un po’ di chili nelle ultime vacanze” senza che tu ti offenda, anzi… magari quella critica ti può servire da sprono! Al contrario, però, esistono delle critiche nascoste, sottili e taglienti che si nascondono dietro finti complimenti.
Quando queste critiche nascoste arrivano da una mamma, da un partner o da un amico, il risultato è più devastante: ogni critica celata funziona per risonanza e attiva un meccanismo che ti induce a pensare che, per quanto tu possa sforzarti, non sei mai abbastanza.
#2. Sminuisce i tuoi pensieri e sentimenti
Se a lui/lei non interessa ciò che provi o che pensi, non è un buon inizio. Frasi come “sei troppo sensibile” o “sei troppo emotivo” la dicono lunga. Impara a validare i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti e pretendi che gli altri facciano lo stesso. Se un timore ti porta a desiderare più tempo circa una decisione o se hai bisogno di rassicurazioni… chiedi sempre ciò che ti serve.
#3. Proietta su di te i suoi sentimenti
Se ti accusa di essere eccessivamente competitivo o ti dice che sei invidioso dei suoi successi mentre tu sai che l’invidia non è un sentimento che ti appartiene, fai attenzione che sta proiettando su di te i suoi sentimenti.
Questo appena descritto è un quadro tipico dell’invidia narcisistica ma può riguardare una vasta gamma di emozioni. Ti può accusare di perdere subito le staffe o di essere irragionevole, di essere eccessivamente permaloso… Quando si verifica una situazione del genere, tu sarai portata/o a metterti sempre in discussione.
Una buona strategia per non farsi manipolare sta nella doppia osservazione: osserva te stesso i tuoi sentimenti e soprattutto i tuoi comportamenti, poi cerca di analizzare i comportamenti di colui che ti sta accusando. Fai una quadratura della situazione a 360° così da non mettere solo te stesso/a sotto la lente di ingrandimento!
#4. Una questione di bisogni
Non permettere che i suoi bisogni vengano anteposti ai tuoi. Un rapporto è fatto da due pari, quindi i bisogni di entrambi vanno trattati con la medesima priorità. I problemi non sono più grandi solo perché sono i suoi! Così come per i bisogni, se lei/lui ti espone un problema e tu ti senti messa/o alle corde, ricorda il principio di parità.
#5. Se fa la vittima
Il vittimismo patologico è quella tendenza esplicita o più subdola che certe persone manifestano presentandosi come oppresse, provate dalle ingiustizie della vita e dalle scorrettezze altrui. Queste persone dipingono il mondo come se la società fosse permeata di cattiveria.
In pratica, questo genere di persona si comporta con te come se fosse un perenne martire… e magari tu dovresti salvarlo investendo tante energie nell’ascolto, nell’aiuto pratico e facendoti in quattro per… nulla, perché i vestiti della vittima non saranno mai dismessi.
#6. Girare la frittata
Si chiama gaslighting ma per farti capire a pieno questo concetto… in amicizia possiamo definirlo “rigirare la frittata”. Il gaslighting è qualcosa di molto comune e che noi tutti conosciamo. In genere è usato dai genitori per sottolineare la propria autorità con il bambino: è il genitore che detta le regole, fa il bello e il cattivo tempo e il bambino deve accettare determinate regole. Diciamo che il modello educativo basato su una gerarchia è completamente sbagliato… ma fin quando termina durante l’infanzia, diciamo che lascia il tempo che trova. Purtroppo la relazione genitore-figlio, nelle famiglie tossiche, non si evolve e il figlio mantiene sempre il ruolo da subordinato.
In alcune relazioni d’amicizia o d’amore, si può ripetere il medesimo schema: vi è una persona subordinata all’altra e sparisce così la “parità”. Chi è subordinato si lascia completamente gestire e manipolare, così chi ha “l’autorità” può rigirare la frittata a suo piacimento, negando qualsiasi responsabilità e scaricando sempre la colpa sul subordinato.
#7. Se ti sottopone al trattamento del silenzio
Certo, dopo una discussione può essere normale raffreddarsi e avere un attimo di introversione, tuttavia, quando il silenzio è usato come arma per punire o per manipolare, devi stare molto attento/a, chi hai di fronte è una persona immatura e assolutamente scorretta.
Il Santo Graal delle relazioni: analizza come ti fanno sentire
Fai i conti con i tuoi sentimenti. Un rapporto, di qualsiasi natura, non dovrebbe turbarti o farti stare male. Un’amica, un familiare, o un partner, dovrebbe essere mosso dall’intento di valorizzarti e farti stare bene. Nell’ideale, anche in un rapporto di lavoro dovrebbe regnare stima reciproca, il punto che il collega di lavoro non sei tu a sceglierlo… mentre sei tu a prenderti la responsabilità di decidere se continuare a frequentare parenti, amici o fidanzati.
Le discussioni e gli attriti possono esserci, è normale, tuttavia gli scontri che iniziano con “Tu hai sempre…” oppure “Tu non hai mai…” sono generalizzazioni atte ad accusare e innescare sensi di colpa, non servono certo a trovare un punto di incontro. Analizza come ti fa stare una relazione, cerca di essere vigile sul rapporto così da catalizzare un cambio di rotta o capire se è giunto il momento di allontanarsi. Allontanarsi non significa rompere per sempre o dichiarare guerra all’altra persona, semplicemente prendersi del tempo per sé e mettere una distanza di sicurezza.
Nelle relazioni, così come in tutti i rapporti umani, si è tutti sullo stesso livello, ciascuno con le proprie specificità, ma mai diversi o inferiori. Nessuno può ritenersi “umanamente” superiore a qualcun altro e quando questo accade, quando si tende a prevalere sull’altro, invadendone lo spazio vitale, è indice di un rapporto non sano.
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Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
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