Amare se stessi è la premessa per vivere in armonia con con il mondo. Certo! Ma come si fa ad amare se stessi? Come si fa ad avere fiducia nelle proprie capacità e del proprio valore? Avere fiducia in se stessi è un sentire a cui partecipano diverse componenti: l’autostima, il senso di auto-efficacia, l’immagine complessiva che abbiamo di noi. La fiducia inoltre è legata a doppio filo con l’azione: avere fiducia ci spinge ad agire, e allo stesso tempo sono i risultati delle nostre azioni a nutrire la fiducia.
La fiducia che riusciamo a riporre in noi stessi dipende anche dallo sguardo degli altri
A volte ci sentiamo dire che il giudizio che abbiamo di noi non deve dipendere da come ci vedono gli altri. E questo è vero senza dubbio. Ma è una verità parziale. Intanto perché cominciamo a costruire le nostre sicurezze quando siamo piccoli e molto dipende dal tipo di amore che riceviamo dai nostri genitori. E poi perché, in ogni caso, le esperienze della vita, in un modo o nell’altro, ci segnano: quando andiamo incontro a rifiuti, fallimenti, perdite, è normale che la sicurezza che abbiamo in noi stessi possa vacillare.
Ma è vero anche che più siamo insicuri, più è facile andare incontro a rifiuti e fallimenti. Possiamo avere anche buone capacità, ma se ci manca del tutto la fiducia nei nostri mezzi le nostre azioni saranno facilmente inefficaci. Se dubitiamo di noi stessi diventiamo titubanti, i compiti difficili ci spaventano e li evitiamo, cominciamo a procrastinare, facciamo fatica a motivarci e rinunciamo davanti ai primi ostacoli.
Cose che devi ricordare a te stesso quando gli altri vogliono farti credere che tu non vali!
Che sia un ex fidanzato, un “amico” o un semplice conoscente, imbattersi in qualcuno che in pochi secondi peggiora la tua giornata non è sicuramente piacevole. “Come stai? Ho saputo che …”, “Ma ancora non ti sei laureato?”, “Figli? Ancora niente?” Chi non si è trovato almeno una volta a dovere rispondere a queste domande? Domande all’apparenza innocue ma che hanno un semplice scopo, quello di farti riflettere sulle tue mancanze, sui traguardi ancora da raggiungere e in alcuni casi anche sui tuoi fallimenti. Solitamente a queste domande si sussegue un lungo racconto da parte degli stessi soggetti sulle proprie vittorie e le proprie conquiste. Ed ecco che improvvisamente avverti un senso di insicurezza ed inadeguatezza. Ma cerchiamo di capire da cosa deriva questo atteggiamento.
Cosa spinge alcuni dei nostri amici o conoscenti a questo comportamento? “Lo psicoanalista viennese Alfred Adler ha coniato il termine complesso di inferiorità per descrivere il comportamento di queste persone. Parliamo di quelle persone che per affermare la propria superiorità hanno bisogno di indebolire gli altri. Individui che raggiungono la felicità, seppur effimera o solo presunta, rendendo infelici gli altri”.
Nella vita, ci saranno momenti in cui gli altri cercheranno di minare la tua autostima e farti credere che tu non vali. È importante ricordare che il tuo valore non dipende dalle opinioni altrui. Ogni individuo è unico e prezioso a modo suo. Ma cosa possiamo fare per aiutarci ad essere meno rigidi con noi stessi? Ecco alcune delle più frequenti “trappole mentali” o pensieri negativi in cui incorriamo quotidianamente con qualche consiglio pratico su come provare a raggirarle.
1. Conosci te stesso
“Conosci te stesso“ è la frase riportata su frontone dell’antico tempio di Apollo a Delfi. Parliamo di oltre 2000 anni fa, eppure sembra che in pochi si accorgano della sua importanza. Gli antichi sapevano benissimo che per superare un qualsiasi disagio è fondamentale affrontare un percorso di conoscenza di sé, al fine di comprendere i propri limiti ma anche i propri talenti e il proprio potenziale inespresso. Grazie all’esplorazione della propria reale identità, è possibile costruirsi una buona autostima e sentirsi soddisfatti e felici. In ognuno di noi c’è un vero e proprio universo interiore, molto più profondo e autentico del mondo esteriore, che spesso però non conosciamo, perché non abbiamo mai dedicato tempo alla sua esplorazione.
Il primo passo per affrontare la negatività degli altri è conoscere te stesso. Sii consapevole delle tue abilità, talenti, punti di forza e di debolezza. Accetta che nessuno è perfetto e che le tue imperfezioni fanno parte di ciò che ti rende speciale. Una volta che hai una visione chiara di te stesso, le critiche degli altri avranno meno potere su di te.
2. Non prendere le cose personalmente
Spesso, quando gli altri cercano di metterci giù, è perché proiettano le loro insicurezze o frustrazioni su di noi. Ricorda che le parole e le azioni degli altri riflettono più su di loro che su di te. Non prendere le cose personalmente e non lasciare che le opinioni negative degli altri definiscano la tua autostima.
3. Coltiva l’autocompassione
Nel momento in cui gli altri cercano di minarti, è fondamentale praticare l’autocompassione. Tratta te stesso con gentilezza e comprensione. Ricorda che nessuno è perfetto e che tutti affrontano sfide nella vita. Sii compassionevole verso te stesso quando commetti errori o quando le critiche degli altri ti fanno sentire giù. Impara ad accettare i tuoi difetti e ad amarti incondizionatamente.
4. Non hai nessuna colpa per quello che può essere accaduto in passato
Il passato è passato e non esiste più. Sei qua per imparare e sbagliare implica il miglioramento. Se ti fustighi per qualcosa andato storto, se continui a incolparti, non stai inviando dei buoni segnali all’universo. Stai letteralmente dicendo non sono degno perché ho fatto questo. Qualsiasi cosa tu possa aver fatto, prenditi la responsabilità dell’accaduto, comprendi la lezione e perdonati. Il sapersi perdonare vuol dire amarsi. Se non riesci a perdonarti ti stai convincendo anche che la Vita non possa perdonarti, di conseguenza non ti sentirai degno di ricevere perché convinto che la vita, il fato o Dio ce l’abbia con te.
5. Solo i giudizi degli altri possono influenzarti e renderti vulnerabile!
Lascia perdere le opinioni e i condizionamenti degli altri, l’unica persona che sa sempre quello che è giusto per te sei solo tu. Non sei perfetto, anzi non devi esserlo. Quando ti sentirai libero di essere te stesso, acquisterai una grande forza interiore che si rifletterà sul tuo benessere psicofisico. Hai presente, quella stanchezza che ti accompagna tutti i giorni, quell’ansia che arriva senza preavviso? Quel prurito che ti snerva? Ecco, quella forza interiore allevierà tanti tuoi disagi……RICORDALO, prima di agire in funzione degli altri o delle tue insicurezze.
6. Agisci, non re-agire
Azione e reazione non sono affatto sinonimi. Quando funzioniamo a briglie sciolte, non facciamo alto che vagare nella nostra vita sotto la spinta di re-azioni. Re-agiamo a emozioni soverchianti senza concederci il lusso di rallentare, riflettere, valutare ciò che è meglio per noi. Non siamo abituati a farlo perché nessuno nella vita ce l’ha mai insegnato. Tutto questo dovrebbe avvenire in modo naturale ma per chi ha un vissuto difficile e non ha potuto imparare a regolare le propri emozioni e i propri stati affettivi, non è affatto scontato. Se ci sentiamo offesi, re-agiamo d’impeto e offendiamo a nostra volta oppure ci ritiriamo feriti, chiudendoci a riccio. Quando la vita deraglia succede proprio questo, le reazioni prendono il sopravvento sulle azioni. Le reazioni hanno intenzionalità astratte, servono a soddisfare un effimero bisogno di superficie.
Le azioni, invece, sono qualcosa di più profondo e richiedono a pieno le nostre capacità di organismi superiori. Ciò che differisce l’uomo dalle altre creature è la sua sfera complessa sfera cognitiva. Siamo capaci di ragionamenti complessi. Bene, applica queste capacità alla tua vita. Applicale come se dovessi risolvere un rompicapo matematico che certamente ha una soluzione. La soluzione è lì, aspetta solo di essere trovata. Durante la giornata, quando un qualsiasi episodio attiva in te emozioni soverchianti, rallenta, concediti il tempo di comprendere quell’emozione e poi pianifica un’azione in base allo scopo che intendi perseguire.
7. Puoi concederti una seconda, terza, quarta… opportunità
Le difficoltà, il disagio, la frustrazione… sono vissuti comuni. Sono comuni anche per chi ha imparato a vivere pienamente la propria vita. Allora cosa cambia? Che chi sa godersi la vita sa che sono vissuti passeggeri e… inevitabili. Per questo è importante tentare e tentare ancora. È naturale sentirsi frustrati quando stiamo cercando di fare qualcosa di nuovo, qualcosa che per noi è difficile! Non parlo di grandi cose, le difficoltà si possono trovare anche nelle cose più “semplici”. Pensate un po’ a un bambino che tenta di imparare a camminare. Quel bambino cadrà mille volte e mille volte si rialzerà e ci riproverà… Chi sa godersi la vita, ha la genuina ostinazione di un bambino. Se fallisce un tentativo, sa che quel fallimento rappresenta solo un punto di inizio e non un tremendo epilogo.
Apri gli occhi e prendi il controllo della tua vita
La vita ti metterà a dura prova con situazioni ed eventi a cui non puoi sfuggire e che magari ti arrecheranno dolore, fanno parte di quel pacchetto che chiamiamo vita, ma sappi che non saranno mai insormontabili. Ciò che accade fuori non è mai responsabile del tuo stato d’animo interiore. Il vero e unico responsabile è il tuo atteggiamento mentale nei confronti di ciò che accade. Chiediti: sto davvero vivendo la vita che voglio? Se la risposta è negativa, chiediti il perché, e agisci. Inizia a crearti la tua vita, non perdere più tempo, è arrivato il momento di smettere di seguire gli altri, di giudicare, di soffermarti sulle discussioni. Inizia a goderti la vita come meriti. Ricorda sempre: tu NON sei inferiore a nessuno se credi in te stesso.
Cosa può cambiarti la vita
Molto spesso sento dire che per cambiare basta la forza di volontà. Questa è la credenza più ingenua del mondo! Prova a svitare un bullone con la sola forza di volontà, finirai per farti solo male le dita! Il bullone lo devi conoscere, devi saperne il calibro e poi disporre di una chiave inglese e capire il verso giusto per svitarlo. Ecco, per il cambiamento è così, solo che in gioco non c’è solo un verso e un calibro da decifrare… Devi conoscerti, hai bisogno di capire come funziona la tua mente e poi adoperare, uno a uno, tutti gli strumenti necessari per cambiare e svoltare nella vita.
Quando il pensiero di “non valere” diventa parte integrante della propria vita, mille persone potrebbero mettersi in fila per te, potrebbero dirti «sei bravissimo» e guardarti con gli occhi dell’ammirazione. Sicuramente questo ti lusingherà per qualche ora ma… passato il coinvolgimento del momento, puff, il tuo schema del “non valere” ritornerà a farsi sentire con tutti i suoi effetti. Allora tu ritornerai a essere la “spalla di…” e non “il protagonista indiscusso della tua vita”. Ritornerai a essere troppo severo con te stesso, avere dubbi e incertezze, tornerai ad avere difficoltà a dire di «no» e a essere fin troppo disponibile con chi non lo merita.
Questo succede perché la convalida che tutti noi vorremmo non deve arrivare dall’esterno, bensì dovrebbe emergere tra le tue consapevolezze. In altre parole: conoscendoti davvero per ciò che sei (e non per ciò che ti hanno fatto credere gli altri), puoi diventare consapevole del tuo valore. Sai, ho scritto un libro che può aiutarti a cambiare in meglio la tua vita. Nel mio nuovo libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», ti parlo di relazioni ma, ancora di più, ti parto di te e di cosa puoi fare per te stesso per costruirti una vita appagante, lavorando sui carichi emotivi che ti porti dal passato. Come ti ho spiegato, le nostre esperienze ci rendono ciò che siamo ma noi non siamo impotenti. Sono molte le cose che puoi fare per te stesso, nozioni che fino a oggi ignori. Perché come scrivo nell’introduzione del libro “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Il libro lo trovi in libreria, su Amazon a questo indirizzo
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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