Quello di «intelligenza emotiva» è un costrutto molto complesso che talvolta viene erroneamente sovrapposto a quello di empatia. In realtà, l’empatia è solo una delle tante sfaccettature che compongono l’intelligenza emotiva. In questo articolo proverò a fare un po’ di chiarezza e ti fornirò alcuni indicatori che ti aiuteranno a capire se hai a che fare con una persona priva di intelligenza emotiva. Chi non è emotivamente intelligente, presenta una «maturità emotiva» carente ed è privo di responsabilità affettiva. Che significa? Che non è interessato all’effetto che i suoi comportamenti hanno sull’altro. Sminuisce il fatto che le sue azioni possano avere delle conseguenze su di te, sulle tue condotte e sul tuo umore… ma proseguiamo per gradi!
L’intelligenza emotiva è la chiave per la felicità
L’intelligenza emotiva è la forma d’intelligenza più sottovalutata di sempre. Eppure, i dati statistici parlano chiaro: maggiore è la nostra intelligenza emotiva e migliore sarà la qualità della nostra vita, l’appagamento relazionale e la soddisfazione di sé (Khan et al., 2021). Stai pronto a tirare un respiro di sollievo: l’intelligenza emotiva è una facoltà che si può sviluppare in qualsiasi fase della vita. Lo si può fare con un lavoro personale e/o in un cammino che può coinvolgere anche il partner, ma solo se c’è reciproca volontà!
Segnali che il tuo partner è privo di intelligenza emotiva
Dopo questa doverosa premessa, soffermiamoci sui segnali più tangibili che fanno emergere un basso quoziente emotivo.
1. Dà la priorità allo smartphone, alla radio, alla tv…
Se il tuo partner smanetta costantemente con lo smartphone mentre siete al ristorante, mentre parla con te o mentre vedete un film, è probabilmente dotato di un basso quoziente emotivo. Non solo finirà per farti sentire poco importante, ma minerà gli equilibri di coppia. È stato dimostrato che il phubbing (termine per indicare la pratica di dare priorità allo smartphone snobbando chi è presente) nella coppia innesca nell’altro sentimenti di risentimento, svalutazione e scarsa stima (non solo di sé, ma anche dell’altro!). Insomma, questa pratica logora il rapporto.
2. Innesca dinamiche colpevolizzanti
Purtroppo, tutti noi inciampiamo nella pericolosa trappola della colpevolizzazione. A volte lo faccio con il solo tentativo di dare un senso alle cose, altre volte, invece, lo facciamo per alleggerire la nostra coscienza o per scaricare le nostre frustrazioni e le nostre responsabilità sull’altro. Al ristorante qualcosa va storto? È colpa tua. C’è traffico e arrivate tardi? È colpa tua. Qualsiasi fatalità (anche la più fortuita) diviene riconducibile a qualcosa che hai fatto direttamente o indirettamente.
3. Ignora le tue emozioni
Le persone con un buon quoziente intellettivo sono attente alle emozioni altrui, non le ignorano. Sanno che l’empatia è una componente importante in un legame. Anche se non conoscono l’empatia nella forma più potente, sanno benissimo che le loro azioni hanno delle conseguenze… insomma, si assumono la propria responsabilità affettiva.
4. Non ti fa sentire capito
Le persone con un’elevata intelligenza emotiva sono aperte al dialogo e al confronto. Riescono davvero ad ascoltare l’altro (e farlo sentire ascoltato). Al contrario, chi ha una bassa intelligenza emotiva ha molta fretta di dire la propria e non si sofferma neanche ad ascoltare l’altro, né tenta di capirne il punto di vista.
5. È passivo-aggressivo
Non soffermandosi nell’ascolto, le conversazioni con lui/lei sono piuttosto faticose. Ti sembrerà di dover schivare tutta una serie di critiche e giudizi. Gli scambi, infatti, vertendo sulla colpevolizzazione, sono accompagnati da frasi che iniziano con «tu hai detto…», «tu hai fatto…», «tu volevi che…»… e manca completamente un punto di connessione. Manca un «noi» che si fa artefice delle proprie scelte e quindi del proprio destino. Il partner con basso QE appare come una vittima degli eventi e delle tue scelte, ma questo è riconducibile solo al suo fare passivo.
6. Non c’è supporto
Nella coppia in salute, entrambi i partner si valorizzano e si sentono amati. La relazione si compie entro quattro dimensioni d’amore che abbracciano la stima di sé e dell’altro. Infatti, nelle relazioni davvero appaganti, le dimensioni dell’amore non sono solo due (io amo te, e tu ami me), in quel «noi ci amiamo» ci sono quattro direzioni meravigliose che sbocciano:
- io amo me
- io amo te
- tu ami te
- tu ami me
La vicinanza affettiva, in questo contesto, è totalitaria, è ovunque! Sta nell’autoaccudimento, nell’ascolto dell’altro ma anche nell’autoascolto. La coppia entro queste quattro dimensioni sa essere totalmente supportiva e proiettata a fare grandi cose, insieme e singolarmente. Quando manca l’intelligenza emotiva e la maturità affettiva per comprendere la completezza dell’amore, il legame non è poi così appagante. L’altro può essere svalutante e ipercritico, non solo con noi ma anche con se stesso. Il risultato? La coppia ristagna, si radica sempre negli stessi schemi e non cresce. Dopo qualche tempo, subentra l’apatia e i partner sono demotivati.
7. Dimenticanze e superficialità
Quando la coppia è demotivata e non sa come alimentare il rapporto, emerge un malumore condiviso. L’altro diventa superficiale verso i nostri bisogni e verso le necessità basilari di un rapporto funzionante. Si va avanti per atti mancati, «dimenticanze», di “non lo sapevo”, non ci ho pensato… non ricordavo. Si diventa solo un accessorio nella vita dell’altro, uno strumento che -talvolta- assolve a richieste. Ma un partner non è questo. Non è la persona che va a buttare la spazzatura o ci accompagna in auto… Un partner è un compagno di vita con cui si costruisce, si cresce, ci si esplora, si condivide…! Una coppia sana in cui entrambi i partner lavorano sulla propria intelligenza emotiva, non potrà mai appiattarsi perché è in costante evoluzione!
Lavorare sull’intelligenza emotiva di coppia
Una coppia che funziona male sembra essere semplicemente una “relazione che è arrivata alla frutta”. In realtà, spesso un legame malfunzionante è il riflesso di una bassa intelligenza emotiva. Ricordi? Questa competenza si può sviluppare ed è strettamente correlata all’appagamento personale e di coppia!
Se è vero che l’intelligenza emotiva è qualcosa che si può sviluppare -anche se faticosamente- è altrettanto vero che di base bisogna essere molto intelligenti (e in questo caso faccio riferimento al classico costrutto di quoziente intellettivo) per fare questa conquista. Ecco perché, seppure “allenabile”, l’intelligenza emotiva non è da tutti. Chi ha una spiccata intelligenza emotiva riesce:
- a comprendere sempre le proprie emozioni, capire da dover originano.
- Non proietta mai nell’altro le proprie frustrazioni perché sa gestirle da solo.
- È assertivo e resilente, sa che può fare la differenza nella propria vita! Sa che può e merita di trasformare la propria vita in quel posto meraviglioso in cui merita di stare.
- Attua specifiche strategie -intenzionali e non automatiche- per non partire in quarta quando si sente minacciato…
Il nostro problema è che spesso agiamo in «modalità automatica», senza comprendere che nelle nostre emozioni e nei nostri bisogni, può esserci una componente volitiva. Grazie al nostro intelletto, possiamo modularci al meglio per rompere determinati schemi e trasformare la relazione di coppia in un luogo magico e appagante. Il primo passo da fare è ricordare che non siamo impotenti, in ogni momento possiamo cambiare tutto, stravolgere ogni cosa fino a trovare il nostro spazio, quello in cui finalmente far sbocciare le quattro dimensioni d’amore: io amo me, tu ami me, io amo te, tu ami te! Se vuoi approfondire questo aspetto e lavorare sulla tua intelligenza emotiva, ti consiglio la lettura del manuale di psicologia «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», disponibile a questa pagina Amazon e in tutte le librerie.
A proposito di librerie. Da settembre Psicoadvisor ha iniziato un tour in giro per le librerie e biblioteche d’Italia, l’accesso è gratuito, se ti interessano le tematiche della psicoaffettività, vieni a trovarci. Ecco i prossimi appuntamenti:
- 5 ottobre (ore 17:30) – Libreria Rinascita (p.zza Roma), Ascoli Piceno
- 12 ottobre (ore h.18) – LaFeltrinelli (p.zza dei Martiri), Napoli
- 21 ottobre (ore h.11) – Biblioteca Malatestiana, Cesena
- 27 ottobre (ore h.18) – Libreria Libraccio (via Nazionale), Roma
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi su Instagram: @annadesimonepsi e su Facebook fb.com/annadesimonepsi
Puoi seguire le pagine ufficiali di Psicoadvisor su Facebook: sulla fb.com/Psicoadvisor e su Instagram @Psicoadvisor