“Hai bisogno di aiuto!”. Come convincere una persona cara a ricevere una consulenza psicologica.
Vi è mai capitato di aver al vostro fianco una persona a voi cara, cui volete bene, che vedete star male (ad esempio per forti stati ansiosi, lunghi momenti di tristezza ed apatia… ecc.) e che vi sembri di aver davvero bisogno di un aiuto?
Avete mai pensato a quanto possa essere difficile trovare le giuste parole e utilizzare, le giuste strategie per convincere quella persona a rivolgersi ad uno specialista per avviare un percorso di cura e recupero? Quale potrebbe essere, secondo voi, il miglior modo per dire ad una persona a voi cara, che ha bisogno di una valutazione o di cure da uno psicologo, uno psichiatra o comunque da un professionista della salute mentale?
Convincere un proprio caro a ricevere un supporto psicologico
Un po’ di tempo fa sono stato contattato da un padre preoccupato che mi chiedeva consigli per convincere il proprio figlio a rivolgersi ad uno specialista. Mi racconta di un lungo periodo di isolamento da parte del figlio dovuto secondo lui ad una fine di una relazione. Questo lungo periodo va avanti da 5-6 mesi ed è accompagnato spesso da lunghi pianti e scatti d’ira incontrollabili.
“Dottore capisce? Ha 20 anni e vedo che si sta rovinando. Sono preoccupato. So che lui ha bisogno di vedere uno specialista, di cominciare un percorso, ma ogni volta che gliene parlo o si arrabbia mandandomi a quel paese o comincia ad evitarmi in casa. Non so come prenderlo. Mi può suggerire come fare?”.
Questo papà mi poneva le stesse domande che vi pongo io oggi. E ad onor del vero queste stesse domande me le sono poste anche io: qual è il modo migliore per aiutare una persona cara a rivolgersi ad uno specialista? Quali sono le migliori strategie?
Cercando un po’ in giro qualcosa che potesse aiutare questo papà ed altre persone come lui, mi sono imbattuto in un autore, Mark S. Komrad. Al di là del suo brillante curriculum (psichiatra allo Sheppard Pratt Hospital e al Johns Hopkins Hospital in Baltimora, Professore di Psichiatria alla University of Maryland e alla Oceania University of Medicine in Samoa), continuando la lettura della sua biografia e del suo sito mi colpisce questa informazione:
“Per 25 anni ha preso in cura pazienti e informato la popolazione su come convincere una persona cara con difficoltà emotive o comportamentali, ad accettare una valutazione psichiatrica e l’inizio di un trattamento”.
Incuriosito, ho ampliato la ricerca e ho scoperto che il dottor Komrad, oltre ad avere avuto una brillante carriera, è anche autore di un libro molto interessante uscito nel 2012 “You Need Help!: A Step-by-Step Plan to Convince a Loved One to Get Counseling” (Hai bisogno di aiuto !: Un piano dettagliato per convincere una persona amata a ricevere una consulenza).
In questo testo di Komrad (purtroppo solo in inglese), l’autore suggerisce alcuni passaggi importanti da fare quando desideriamo aiutare e convincere una persona a cui vogliamo bene a ricevere una consulenza professionale che ha che fare con la salute mentale. Dei passaggi suggeriti, ho provato ad evidenziare 8 semplici regole da seguire nel caso in cui in questo momento vi steste facendo le stesse domande poste all’inizio di quest’articolo.
8 regole importanti per indurre un caro a valutare l’approccio psicoterapeutico
Le seguenti 8 regole rappresentano sia dei passaggi temporali importanti che le migliori strategie da utilizzare per il nostro scopo:
- In primis, l’autore suggerisce di informare la persona che vogliamo aiutare (nostro figlio/a, il/la nostro/a compagno/a, un/a nostro/a amico/a ecc…) del fatto che abbiamo voglia di parlargli di una cosa importante. Avvisare in anticipo la persona del nostro desiderio, secondo Komrad, dovrebbe aiutarla a focalizzarsi maggiormente su quello che vogliamo dirle e, soprattutto, ad aiutarla a prendere ogni informazione seriamente.
- Scegliere il tempo ed il luogo giusto, ad esempio evitare di farlo in presenza di altri o mentre si sta litigando.
- Utilizzare l’empatia come strumento. Dire qualcosa del tipo “so che è molto difficile per te, ma ti sto parlando perché ti voglio bene. Se non mi importasse, non faremmo adesso questo discorso”
- Aspettarsi che la persona possa esserne sconvolta e che cerchi di mettersi sulla difensiva.
- Utilizzare le affermazioni e parlare in modo assertivo, utilizzando frasi con “Io”, come ad esempio “Io sono preoccupa per te”.
- Chiedere un regalo in maniera letterale. Chiedere alla persona che si vuole bene di farci il dono di cercare finalmente aiuto.
- Facilitare il processo offrendosi di trovare un professionista per un appuntamento.
- Non utilizzare parole come “pazzo” o “anormale”.
Strumenti di coercizione terapeutica
Nel caso in cui la persona non abbia una piena consapevolezza della propria malattia, nel caso in cui la sua “razionalità” sia diminuita o si rifiutasse di ricevere aiuto, a volte può essere necessario intraprendere misure drastiche. L’autore chiama queste strategie “coercizione terapeutica“.
Uno strumento particolarmente potente può essere quello di spiegare alla persona che all’interno della famiglia esistono determinati privilegi e responsabilità. Ad esempio, se il papà sostiene finanziariamente suo figlio, potrebbe sfruttare questo privilegio per convincerlo a cercare una valutazione professionale.
Se ciò non funzionasse e la persona diventasse pericolosa per se stessa o per qualcun altro, l’ideale è contattare il sistema sanitario nazionale. Vi ricordo in questo caso che chiamando il 118 si può prendere in considerazione una base di ricovero coatta (TSO). Di questo parlerò a breve in un prossimo articolo.
Sostenere una persona cara in un percorso a lungo termine
Sostenere una persona cara, dice Komrad, durante un percorso terapeutico è “un progetto a lungo termine”. In questo progetto a lungo termine a volte ci si può rendere conto che nel momento in cui le persone a cui vogliamo bene stanno facendo dei cambiamenti nella loro vita, potremmo voler cercare anche noi un aiuto professionale. Potremmo renderci conto che la relazione con la persona che vogliamo aiutare, ad esempio, è parte del problema stesso. Komrad dice, “A volte” così come le persone “anche le relazioni possono essere ammalate.”
Per concludere
Come membro della famiglia o amico intimo hai molto potere nell’aiutare una persona che ami o a cui vuoi davvero bene. Usalo.
Se ognuno di noi aiutasse il proprio vicino, nessun uomo resterebbe privo di aiuto.
– Bruce Lee.
A cura di Vincenzo Capuano, psicoterapeuta
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