Come scrisse Shakespeare, “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio”. Questa frase incarna due teorie della psicologia moderna, entrambe basate su distorsioni metacognitive diametralmente opposte. Da un lato, la psicologia mette in evidenza l’esistenza di un deficit metacognitivo che porta i più talentuosi a svalutarsi. In pratica chi è dotato di intelligenza e talento tende a svalutarsi e mira al perfezionismo vivendo nel costante timore di “non essere abbastanza“. Ti ho già parlato di questa condizione psicologica nell’articolo sulla sindrome dell’impostore.
Sul versante opposto troviamo l’effetto Dunning Kruger o sindrome della superiorità illusoria, un’analoga distorsione che però porta un determinato individuo a credere di essere molto capace, nonostante i suoi oggettivi limiti intellettuali e culturali. Non c’è da meravigliarsi: il più delle volte gli ignoranti non sanno di essere ignoranti ma l’effetto Dunning-Kruger non è solo questo.
L’abilità di “ordine superiore” che tutti dovremmo affinare: la metacognizione
In un mondo ideale, la sicurezza e l’autodeterminazione dovrebbero essere proporzionali alle proprie capacità e non alle proprie credenze infondate. La realtà, per molti di noi, è però ben diversa: viviamo in un mondo in cui i cretini si sentono dei luminari e i talentuosi vivono nella paura del fallimento. Come anticipato, in entrambi i casi ci troviamo di fronte a due distorsioni cognitive opposte. La chiara dimostrazione di come la realtà possa essere vissuta in modo del tutto soggettivo e… irrealistico.
Tutti noi possediamo un’abilità “di ordine superiore” chiamata metacognizione, c’è chi sa usarla e chi la ignora completamente. La metacognizione osserva le altre abilità e ne valuta il livello. Quando cerchiamo di autovalutare il nostro “livello di abilità in un determinato settore”, per esempio, quanto siamo bravi a giocare a tennis, è la metacognizione a permetterci di farlo eseguendo una rapida autoanalisi.
Le persone meno competenti che subiscono la cosiddetta sindrome di superiorità illusoria hanno una scarsa capacità di autovalutazione, ciò le porta a sopravvalutarsi a credersi irrealisticamente belli, brillanti, capaci e con elevate abilità in uno o più settori professionali.
Sia per chi soffre della sindrome dell’impostore, sia per chi subisce l’effetto Dunning-Kruger, la soluzione consiste proprio nell’imparare a valutarsi più oggettivamente, migliorare le proprie capacità metacognitive.
Chi soffre della sindrome dell’impostore non riesce a interiorizzare ne’ a gioire dei propri successi, finisce per sentirsi costantemente inadeguato, intrappolato in una continua svalutazione che lo porta alla perpetua ricerca della perfezione. Chi subisce l’effetto Dunning-Kruger non interiorizza gli insuccessi, si riconosce meriti e talenti che non ha!
La sindrome della superiorità illusoria
L’effetto Dunning-Kruger non riguarda le persone ignoranti che, non rendendosi conto di esserlo, restando umili così da riconoscere che possono sempre imparare dagli altri. L’effetto Dunning-Kruger prevede una forte componente limitante: l’incapacità di imparare dai propri errori perché non vengono vissuti, ne’ interiorizzati.
Alcune fonti (Boyd, 2014) riferiscono che il 93% della popolazione ritiene di avere un’intelligenza sopra la media… il che, anche statisticamente è impossibile! 😀 Le persone con il quoziente intellettivo più basso si ritengono in media più intelligenti di quanto lo siano in realtà. Per spiegare questo fenomeno:
per ogni competenza, esistono persone molto esperte, esperte, poco esperte e pochissimo esperte. L’effetto Dunning Kruger consiste in questo: le persone pochissimo esperte hanno una scarsa consapevolezza della loro incompetenza, non interiorizzando i propri fallimenti, finiscono per credere in una superiorità illusoria.
Perché accade questa sopravvalutazione? Per gli autori Dunning e Kruger, ciò accade per una distorsione metacognitiva ma questa non è l’unica teoria e inoltre c’è da chiedersi, da dove nasce questa distorsione? Alla base c’è una mancata accettazione del sé, una mancata accettazione dei propri limiti e un parallelo fenomeno illusorio di compensazione.
Per esempio, una persona molto brutta (senza entrare nel dilemma “è bello ciò che è bello o è bello ciò che piace…?!) può ritenersi affascinante e auto-valutarsi bellissima perché non riesce ad accettare una realtà difficile e dolorosa e pertanto vive nell’illusione di avere doti che non ha. Vivendo in questa illusione si auto-invalida, privandosi della possibilità di migliorarsi (oggi ci sono tanti trattamenti estetici accessibilissimi).
Alcuni autori (ad es. Simons, 2013) presumono che sopravvalutare se stessi possa essere la sintesi di un ottimismo intrinseco e irrazionale. Per comprenderlo basterà pensare al caso limite di chi soffre di disturbo bipolare: chi sta vivendo una fase maniacale (ipo o iper che sia) si sente in grado di fare tutto, non ha freni inibitori e sì, l’umore potrebbe portarlo a sentirsi “talmente sul pezzo” da poter partecipare (con scarsi risultati) anche a una competizione agonistica pur non avendo mai gareggiato in precedenza.
Le persone incompetenti che subiscono l’effetto Dunning-Kruger soffrono di una doppia maledizione. Da un lato hanno dei limiti oggettivi (poco talento, poca preparazione, poca perspicacia…) e dall’altro hanno una concreta difficoltà ad accettare feedback negativi (Sheldon et al., 2014), quindi non potranno mai migliorarsi.
“Quando le persone sono incompetenti nelle strategie che adottano per ottenere successo e soddisfazione, sono schiacciate da un doppio peso: non solo giungono a conclusioni errate e fanno scelte sciagurate, ma la loro stessa incompetenza gli impedisce di rendersene conto. Al contrario, loro hanno l’impressione di cavarsela egregiamente.”
Certo, tutti siamo ignoranti, l’ignoranza è razionale: acquisire determinate competenze potrebbe non portare benefici che giustifichino la fatica fatta per acquisirle. Ma sappiamo anche che non tutta l’ignoranza è razionale. Prendiamo lo stesso effetto Dunning Kruger, il primo seme dell’ignoranza non riguarda forse aspetti fondamentali di se stessi? Anche tu che leggi, di certo serberai ignoranza riguardo aspetti essenziali della tua persona! L’ignoranza è un limite che se riconosciuto diventa valicabile ma se taciuto e non accettato, diventa invalicabile.
Nota bene: se tu sei dall’altro lato della staccionata, ovvero tra le persone che si auto-svalutano e minimizzano sempre i propri successi, ti conviene leggere il mio articolo Sentirsi inadeguato nel proprio ruolo, la sindrome dell’impostore.
C’è una via d’uscita?
Sì, è difficile uscirne ma non impossibile. Il primo passo da compiere è capire cosa ha innescato questo deficit metacognitivo, così da poter lavorare sulle cause e sulla reale accettazione del sé. Con l’accettazione del sé sarà facile rendersi conto di non essere infallibili, che non dobbiamo “per forza essere superiori alla media” e soprattutto riuscire a costruire un’immagine di sé più adeguata.
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