Differenza tra vittimisti manipolatori e vere vittime

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Molti di noi non hanno ancora imparato a distinguere le vere vittime dai vittimisti. In effetti, un vittimista non sempre è una persona che si lamenta 24/24 h e può essere un ottimo camaleonte. Può apparire sorridente e raggiante e presentarsi come quello che ce la fa sempre, nonostante tutto!

 Come quello che tu non hai neanche idea di cosa ha dovuto passare….” sì, a un occhio poco allenato può sembrare addirittura un combattente, ma non lo è affatto, sta solo giocando un ruolo, sta solo abbracciando il vittimismo patologico sotto mentite spoglie.

Il vittimismo patologico è quella tendenza esplicita o più subdola e sottile a presentarsi come una persona oppressa e provata dalla vita e dalle sue ingiustizie.

Il vittimismo, quando estremamente radicato, diventa un tratto di personalità in cui quella persona riesce a riconoscersi come vittima delle azioni negative altrui e comportarsi come se avesse realmente subito dei danni.

Il modo di pensare dei vittimisti dipende da molti fattori ma hanno un comune denominatore: sono tutti bravi ad affibbiare agli altri la responsabilità di una vita poco appagante. Altro tratto comune è l’invidia, spesso il vittimista nutre un’invidia mascherata che rivolge proprio verso chi riesce a ottenere un’esistenza realizzata… quello che al vittimista, in fondo, manca non perché lui/lei non è stato in grado di cogliere ma solo perché Tizio, Caio o Sempronio sono stati in qualche modo d’intralcio.

I vittimisti incolpano gli altri per i propri insuccessi ma manifestano rabbia meno spesso di quanto si possa immaginare. Se conosci un vittimista, questo non ti affronterà mai a viso aperto: preferisce fare insinuazioni, darsi all’ambiguità comunicativa e lanciare frecciatine, perché, d’altronde, se ne raccogli una sei tu che hai la coda di paglia… lui non ti aveva mica detto nulla! Ecco, la trasparenza e la chiarezza, per il vittimista, non esistono.

Il vittimista (o la vittimista) spesso assume comportamenti seduttivi così, al contempo, non solo riesce a raccogliere le simpatie altrui ma anche ottenere comprensione, conforto e compassione.

La vera vittima non si comporta così!

Per molti aspetti, le vere vittime assumono comportamenti diametralmente opposti ai vittimisti, tendono a sentirsi responsabili della propria condizione fino a essere eccessivamente severe con se stesse. Le vere vittime, spesso, sono incapaci di comprendere la gravità del danno subito e pur quando ne prendono consapevolezza non riescono a ripiegare nel vittimismo.

Come distinguere vittime da vittimisti

Qualcuno potrebbe dirti che la discriminante è la lamentela… Certo, chi fa la vittima (il vittimista) è portato, come si suol dire, a piangersi addosso… tuttavia i momenti di sconforto possono colpire chiunque, quindi non si tratta di un indicatore affidabile. Il vittimista non sa assumersi la responsabilità della propria condizione, sa solo criticare e disseminare negatività così da perpetuare in una passività che mai da nessuna parte lo condurrà. Il vittimista, infatti, è condannato a vivere in acque stagnanti, senza sperimentare mai una reale crescita.

E’ importante imparare a distinguere le vere vittime dal vittimista, soprattutto per chi è incline a stringere legami basati sulla dipendenza affettiva. Il vittimismo, infatti, può essere una strategie per diversi tipi di manipolatori, primo tra tutti, l’istrionico. Anche se si parla poco di questo disturbo, molti manipolatori sono additati ed erroneamente etichettati come narcisisti. Chi soffre di disturbo istrionico di personalità desidera, in modo impellente, di stare al centro dell’attenzione e per farlo usa in modo indiscriminato anche l’arma del vittimismo.

Ho sottolineato “in modo indiscriminato” perché queste persone arrivano a comportarsi da vittimiste anche con i propri figli. Crescere con genitori vittimisti è un vero dramma: il bambino viene usato per colmare vuoti incolmabili e si porterà dietro il senso di colpa di “non essere abbastanza” solo perché non è mai riuscito a soddisfare i bisogni insoddisfabili del genitore vittimsita. Se credi di essere cresciuto con un genitore vittimista (che si lamenta sempre della propria condizione e magari incolpa il partner o addirittura i figli per questo!) ti consiglio di leggere l’articolo “Tipologie di mamme e ripercussioni in età adulta” dove la figura del vittimista incarna il ruolo del caregiver.

Il vittimista quasi prova sollievo a criticare il prossimo, tende a distorcere la realtà e cercare continuamente dei colpevoli: spesso si affannano per mettere in evidenza delle piccole mancanze solo per sentirsi maltrattati e solo per riaffermare il loro ruolo di vittime. Così, finiscono per sviluppare ipersensibilità apparente (che funziona solo in modo unidirezionale!) e diventano specialisti a scatenare una tempesta in un bicchiere d’acqua.

Il vero vittimista è convinto di non avere alcuna colpa, se si prende assume la responsabilità di un errore lo fa solo perché per contrattare e trovare un compromesso di comodo oppure per consolidare il proprio ruolo di vittima. Il vittimista non sa farsi un vero esame di coscienza e per queste persone, gli errori sono intollerabili solo quando a commetterli è qualcun altro, loro, infatti, non sbagliano mai…. dopo tutto, sono loro le vittime.

Per approfondire dei metodi manipolatori basati proprio sul vittimismo, ti consiglio di leggere il mio articolo dedicato al disturbo istrionico di personalità: come riconoscerlo nel partner, nel genitore o in un amico.


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1 commento su “Differenza tra vittimisti manipolatori e vere vittime”

  1. E’ sempre utile leggere i suoi post…spaziano da un argomento ad un altro, chiariscono dubbi…
    Grazie di cuore

I commenti sono chiusi.