Paura di scegliere: sperimentare difficoltà in ogni decisione

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Psicologa Psicoterapeuta, specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale. Autrice di libri.

Cos’è la paura di decidere? Sentirsi bloccati, in uno stato di impossibilità di scegliere, è un’esperienza comune in cui ci si può ritrovare, ma quando diventa ricorrente, o peggio ancora cronica, può portare a sentimenti di frustrazione e dolore.

Nella società attuale vi è un aumento di possibilità e di stimoli, ma paradossalmente non sempre facilitano la presa di decisioni, anzi al contrario la complicano, portando inevitabilmente a un blocco, con relativa insoddisfazione e disagio. In una possibilità di soluzioni più vasta la paura di sbagliare aumenta. Questa paura può nascere da una difficoltà nell’assumersi responsabilità, nate dalle conseguenze delle proprie scelte, più in generale da una bassa autostima e poca convinzione nelle proprie possibilità.

Paura di sbagliare

Più le decisioni vengono vissute come importanti, dove si determina un grande cambiamento nella propria vita, più si rimanda la scelta. La paura di sbagliare è legittima, soprattutto quando si devono prendere decisioni importanti che comportano una maggiore responsabilità, ma quando vengono rimandate a lungo o rese impossibili da forti livelli di ansia, si rischia di auto limitarsi, di vivere un conflitto interno che può portare a una profonda insoddisfazione.

Se si rimane in continuazione in attesa di un momento favorevole o di una soluzione improvvisa si rimane impantanati in situazioni non scelte e con molta probabilità poco adatte a se stessi e alla situazione che si vive.

Non scegliere può portare all’inattività o alla delega di tutte le scelte all’altro. Ci si libera quindi dalla responsabilità, con il rischio però di allontanarsi dai propri bisogni.

La paura di scegliere e il paradosso dell’Asino

Il paradosso dell’asino di Buridano rappresenta l’impossibilità di scegliere e i successivi effetti di immobilità e paralisi che ne derivano:

«Un asino affamato e assetato è accovacciato esattamente tra due mucchi di fieno con, vicino a ognuno, un secchio d’acqua, ma non c’è niente che lo determini ad andare da una parte piuttosto che dall’altra. Perciò, resta fermo e muore.» -Karl R. Popper, Il pensiero essenziale, Armando Editore, 1998

Continuare a procrastinare la scelta porta l’asino all’indecisione, quindi alla morte.

Non esiste la possibilità di scegliere senza rischiare, un margine di errore c’è sempre, per questo bisogna tollerare la possibilità che le cose non vadano sempre come ci si aspetta, anche quando si prendono decisioni che poi si possono rivelare sbagliate c’è sempre la possibilità di recuperare.

Paura di decidere: il bisogno di controllo

Se non ci si ritiene all’altezza di sostenere le conseguenze che le decisioni possono portare vuol dire che c’è una bassa valutazione di sé. Finché non si decide di affrontare un lavoro per migliorare la propria autostima, ogni minima scelta, anche se non comporta notevoli responsabilità, diventa difficile.

Chi vive questi sentimenti spesso sente il bisogno di dover tenere tutto sotto controllo e per questo ogni scelta viene vissuta con la paura di perderlo, con il dubbio che si possa arrivare a ciò che non si conosce, per questo viene spesso evitata o rinviata.

Mantenere una forma di controllo sulle proprie scelte sposta il piano su una sfera razionale, spesso lontana da una capacità di ascolto delle proprie esigenze e delle proprie emozioni, ma una valutazione razionale con i pro e contro diventa impersonale e poco utile nella scelte che riguardano una sfera emotiva o un cambiamento nella gestione della propria vita.

In questo caso, quando le scelte sembrano avere a che fare con delle valutazioni pratiche la decisione può rispecchiare più le esigenze esterne a sé, riguardanti ciò che vogliono gli altri, non le proprie esigenze. Ciò che si vuole evitare quindi interessa la paura del rifiuto da parte degli altri.

Quando ascoltare i propri bisogni risulta difficile vuol dire che si è focalizzati solo su quegli degli altri. Si sceglie in base a ciò che può portare conferme e approvazione.

Anche scegliere di non scegliere è una scelta, ma in questo vi è una maggiore consapevolezza, non si subisce l’immobilismo e la paura di non sostenere la decisione.

Per un benessere psicologico è fondamentale sentirsi liberi di scegliere, sapere di poter contare su se stessi per affrontare le decisioni da prendere e avere la fiducia di poterne gestire gli effetti. Quando non c’è questa libertà il disagio che si vive può diventare pervasivo e invalidante, per questo è necessario scegliere di uscire da questo immobilismo.

Lucia Cavallo, Psicoterapeuta 
specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale


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