Le relazioni sentimentali di dipendenza e codipendenza, sono caratterizzate da un elevato livello di disfunzionalità ed intensità emotiva e, nel lungo periodo, possono diventare tossiche e pericolose per la salute psichica e fisica dei partner coinvolti:
ne fanno parte infatti, fenomeni di stalking, violenza psicologica e fisica, abuso di sostanze e dipendenze comportamentali come quella da gioco d’azzardo, lesioni fisiche e tentativi (a volte riusciti) di suicidio-omicidio.
Ma come si può uscire da una relazione sentimentale che mostra caratteristiche di dipendenza e codipendenza ed imparare un modo più sano di relazionarsi all’altro L’autrice americana.
Pia Mellody (specializzata nel trattamento della codipendenza e della dipendenza affettiva) identifica, nel percorso di recovery, le seguenti quattro fasi:
1) Iniziare il lavoro terapeutico trattando prima di tutto le eventuali dipendenze esterne alla relazione: alcol, sostanze, cibo, gioco ecc.…
2) Smettere di coinvolgersi nelle dinamiche di dipendenzainterne alla relazione
3) Iniziare una terapia per il trattamento delle eventuali ferite causate dagli abusi subiti nell’infanzia, responsabili di profondi e soverchianti sentimenti di abbandono, rabbia, invischiamento e delle difficoltà di regolazione delle emozioni spiacevoli
4) Lavorare sui sottostanti sintomi di codipendenza, che l’autrice considera sempre alla base della dipendenza affettiva e che comprendono scarsa autostima, incapacità di prendersi autonomamente cura di sé e grandi difficoltà nello stabilire confini sani tra sé e gli altri.
COSA FARE QUANDO I PARTNER NON SONO ANCORA IN GRADO DI AFFRONTARE UNA TERAPIA DI COPPIA
La terapia di coppia può rivelarsi davvero utile nell’aiutare i partner coinvolti in relazioni di codipendenza, per migliorare e curare la qualità delle loro relazioni sentimentali.
Esistono tuttavia relazioni che hanno raggiunto una tale intensità di tossicità e disfunzionalità da rendere impossibile un lavoro di consapevolezza di coppia, richiedendo piuttosto un primo fondamentale intervento individuale finalizzato al trattamento dei problemi di autostima, confini interpersonali e dipendenza dei singoli partner coinvolti.
In questi casi, si tratta di relazioni talmente deteriorate e caotiche che i partner non sono in grado di dire “quando fai così io mi sento arrabbiato, o triste, o frustrato ecc.” senza che questo scateni esplosioni di rabbia e pesanti liti.
In tali casi è necessario insegnare ai partner a realizzare una sorta di “distacco all’interno della relazione”, prerequisito essenziale affinché entrambi possano iniziare prima di tutto a lavorare sulle loro personali difficoltà.
Solo successivamente, dopo aver lavorato sulle reciproche individuali problematiche di dipendenza e codipendenza, sarà possibile iniziare a lavorare insieme sulle dinamiche disfunzionali della coppia, perché entrambi i partner avranno imparato a PRATICARE UNA CONDIVISIONE DELL’INTIMITA’ EMOTIVA RECIPROCA senza sentirsene minacciati.
Durante il lavoro personale sulle proprie dipendenze dunque, è molto importante imparare a “distaccarsi” dalla relazione, rinunciando a qualsiasi tentativo di far andar bene le cose e sistemare la coppia.
Come “Congelare la relazione”
Congelare la relazione significa che entrambi i partner, pur continuando a vivere insieme, si impegnano a:
1) eliminare ogni contatto che possa provocare una lite, uno scontro o intense e incontrollate reazioni emotive (intensity);
2) evitare di intromettersi nelle reciproche problematiche di dipendenza o codipendenza;
3) ridurre al minimo possibile– se non interrompere – le interazioni emotive e tutti i tentativi di risolvere da soli i problemi della coppia.
Gestire l’intimità
L’INTIMITÀ non è solamente una questione sessuale: essa prevede che entrambi i partner siano in grado di stabilire sani confini sé/altro, di sapere chi sono e chi è l’altro per sentirsi a proprio agio nel condividere – ricevere e donare – la propria realtà con l’altro, e prevede la capacità di saper dire “NO” senza ferire né aggredire l’altra persona.
L‘intimità può essere fisica, emotiva, intellettuale o sessuale; alcune coppie son in grado di condividere solamente l’intimità sessuale ma non sono in grado (a causa delle loro ferite profonde) di condividere in modo sano sentimenti ed emozioni, finendo per litigare, aggredirsi o ferirsi reciprocamente.
È dunque una parte importante del processo di recovery che i partner riconoscano i tipi di intimità che non sono in grado di vivere insieme, e chiedano supporto per apprendere modalità più sane di relazionarsi in tali aree, per interrompere i cicli disfunzionali della dipendenza e codipendenza.
Le strategie del distacco
Creare il distacco nella relazione vuol dire prendere le distanze ed evitare qualsiasi tipo di violenta o coinvolgente interazione con l’altro.
Dunque, trattarsi in modo educato e gentile senza preoccuparsi di ciò che l’altro combina, fa o dice, andando avanti per la propria strada e pensando ad avere cura d sé.
Il percorso previsto dalla Mellody prevede alcune regole da seguire che possiamo riassumere nel modo seguente:
“THE THREE GETS” mutati dal percorso degli Alcolisti anonimi
“get off your partner’s back”
ossia scendi dalle spalle del partner: vuol dire smettere di stare sempre a guardare e giudicare quello che fa il partner, e considerarlo come se non fosse in nessun modo affar proprio.
Occorre semplicemente NOTARE cosa l’altro fa o non fa; questo atteggiamento non interferente aiuta a sfatare le fantasie e le idealizzazioni create sul partner per cominciare a vedere chi è veramente.
Significa smettere di reagire a ciò che il partner fa e dice, smettere di esprimere opinioni, sentimenti suggerimenti, soluzioni e giudizi ecc. per cambiarlo.
“get out ofyour partner’s way”
ovverosia levati dalla strada del partner: significa smettere di interferire e giudicare ciò che accade nella vita dell’altro, interrompendo tutti i tentativi di correzione, le intromissioni e i suggerimenti per evitargli guai. Lasciarlo fare ciò che crede. Osservare e notare.
“get on with your life”
cioè vai avanti con la tua vita. Scendere dalle spalle del partner significa imparare a prendersi cura di se stessi autonomamente senza pretendere che sia l’altro a farlo. Significa occuparsi amorevolmente di se stessi, prendendosi la responsabilità da adulti del proprio benessere e della propria vita.
SMETTERE DI “BOMBARDARE” IL PARTNER con la rabbia o con tentativi manipolativi di seduzione (love bombing). Imparare a prendere le distanze crea un clima relazionale più quieto e rilassato rispetto al passato, e questo viene facilmente interpretato, soprattutto dal dipendente affettivo, come una forma di abbandono, come se ella relazione non fosse rimasto più nulla.
Ciò accade perché gli eccessi e gli alti e bassi emotivi hanno praticamente rappresentato l’unica modalità di stare insieme e di sentirsi considerati, dunque quando la relazione diviene più tranquilla, i partner si sentono a disagio senza il flusso e riflusso delle forti emozioni sempre sperimentate e scambiano tale calma per indifferenza.
Ciò li porta (soprattutto il dipendente affettivo) a provocare forti esplosioni emotive – attraverso la rabbia, i tentativi di seduzione sessuale o la vitimizzazione – al fine di sentire nuovamente la connessione con l’altro.
Infatti, fino ad allora, il solo modo per sentirsi connessi era quello delle liti, della seduzione sessuale, della vittimizzazione o dello scontro. Occorre imparare un nuovo modo di connettersi emotivamente l’un l’altro.
3) Semplicemente OSSERVA E NOTA (SENZA INTERVENIRE) COME SI COMPORTA IL PARTNER, così da poter vedere con chi hai a che fare davvero
4) OSSERVA E NOTA CIÒ CHE ACCADE IN TE (stati d’animo, comportamenti ecc.). Osservare e prendere nota dei propri stati d’animo, dei propri impulsi all’azione di fronte a certe situazioni nella relazione o nella vita in generale, senza ricorrere ai vecchi schemi di comportamento, è molto utile per conoscere meglio se stessi, imparando anche ad avare maggior padronanza di sé.
Inoltre permette di disinnescare i soliti cicli relazionali tossici di azione-reazione che tendono a diventare spirali crescenti di aggressività e sofferenza emotiva.
5) NON REAGIRE a nessun tentativo di “bombing” di rabbia o di seduzione da parte del partner. Ciò non significa non avere rapporti sessuali MA EVITARE il sesso manipolativo, seduttivo o controllante, ed evitare litigate e sfoghi di rabbia.
COSA FARE QUANDO CRESCE L’IMPULSO DI “LANCIARE LA BOMBA EMOTIVA” O RISPONDERE A QUELLA DEL PARTNER?
Non è facile imparare a resistere evitando di agire i vecchi comportamenti di fronte alle solite situazioni, ma è davvero molto importante impegnarsi a farlo, e gradualmente i risultati saranno sempre più visibili.
Come per ogni nuovo comportamento o abilità che dobbiamo apprendere, occorre essere motivati ed impegnarsi con costanzaa sostituire i vecchi comportamenti con qualcosa di nuovo, più sano, che ci permetta una maggiore libertà e soprattutto ci permetta di interrompere certi cicli tossici di azione-reazione nella coppia.
Quando si seguono i suggerimenti indicati, si ha la possibilità di restare distaccati dalla relazione, di non farsi coinvolgere nelle solite liti o alti e bassi emotivi e restare nella condizione di poter lavorare sulle proprie problematiche di dipendenza personali.
Esistono due regole auree in questo caso per non reagire:
1) CHIUDERE LA BOCCA
2) MORDERSI LA LINGUA E RIPETERSI ALCUNE AFFERMAZIONI UTILI come ad esempio le seguenti:
- Non è affar mio quello che fa il mio partner
- Il mio/mia partner ha il diritto distare al mondo come meglio crede
- Il mio compito è di osservare quello che succede, così da poter capire chi davvero ho di fronte
- Il mio compito è di prendermi cura di me, per essere presente con le persone care e non fare del male al partner
- Il mio impegno è di impedirmi di fare del male al partner, punirlo, attaccarlo, cercare una rivincita o essere disonesto
- Mantengo un caloroso rispetto nei confronti degli altri dunque anche del mio/mia partner
IMPORTANTE: Questi suggerimenti NON RAPPRESENTANO UNA MODALITA’ SANA DI RELAZIONARSI AL PARTNER NEL LUNGO PERIODO ma sono da intendersi come una sorta di modalità operativa di emergenza, essendo temporaneamente necessari durante il percorso di recovery individuale dei partner, finalizzata a permettere ai partner di avere cura di sé e delle proprie problematiche personali, per poter poi affrontare un lavoro di coppia.
A cura di Annalisa Barbier, psicoterapeuta
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