“Non ci riuscirò mai”, “Non sono capace”, “Non è il momento giusto”: vi è mai capitato di caricarvi di pensieri negativi poco prima di mettervi in gioco o raggiungere un obiettivo? Gli americani lo chiamano self sabotage, una strategia cognitiva inconscia in cui si assume un atteggiamento pessimistico di fronte qualsiasi azione.
Per qualche ragione il nostro inconscio pone un freno alla nostra crescita personale, al raggiungimento degli obiettivi positivi che ci siamo prefissati. Esempi di autosabotaggio possono andare da semplici procrastinazioni e rinvii, all’impiego di scarse forze e concentrazione, alla scelta di circostanze ostili che possono chiaramente inficiare sui risultati,
E il risultato? Perdiamo le migliori occasioni per poter migliorare la qualità della nostra vita, una vita fatta di rinunce, di insicurezze, di paure…..
Perchè inneschiamo l’autosabotaggio?
La mente umana odia il cambiamento e tutto quello che ne consegue con tutte le sue forze: lo vede sempre come un potenziale pericolo, anche se la mente razionale sa benissimo che non è così. Per questo crea delle barriere naturali che ti fanno sentire a disagio quando vuoi o devi esplorare una situazione mai provata prima. E’ in questo che consiste la così dettazona di comfort: un limite marcato da tutte le cose che conosci e che hai già fatto, e che quindi consideri sicure. Tutto il resto, che ne sta al di fuori, causa timore e vergogna.
Diamo il peggio di noi per paura di cambiare
Una caratteristica dell’autosabotaggio è quella di non riuscire a far venire fuori le proprie qualità al momento opportuno. Non si tratta solo di avere poca autostima. Dietro a questo comportamento c’è anche la paura di affrontare un cambiamento. In pratica, si fa in modo di restare ancorati al punto di partenza, in un cono d’ombra noto, che però impedisce di scommettere su se stessi.
Cerchiamo degli alibi per non agire
Esistono tanti modi per autosabotarsi. Rimandare in attesa di un momento migliore che non arriverà mai. Oppure perdersi nel pianificare quel che potrebbe avvenire. O, ancora, aggrapparsi a luoghi comuni e, per esempio, dopo una storia finita male, dirsi che tanto gli uomini sono dei tutti mascalzoni. Tutte strategie che portano a volare basso.
L’Autosabotaggio può assumere diverse forme, tra cui:
- Procrastinare
- Paura di fallire
- Indecisione ed evitamento
- Curarsi con l’alcol, droghe, cibo, pornografia, ecc
- Altre abitudini malsane, come stare alzati fino a tardi
- Negare i propri sentimenti
- Compiacere gli altri
- Avere relazioni che non sposano i vostri obiettivi, perché vi abbattono emotivamente o fisicamente, non soddisfano le vostre esigenze, oppure vi distraggono dagli obiettivi stessi
- Paura di fallire
- Vivere nella costante preoccupazione
- Avere manie di perfezionismo
- Giudicare e criticare se stesso e gli altri
- Lamentarsi
- Paragonare sempre la propria vita a quella degli altri
La scarsa autostima è il comune denominatore di questi comportamenti masochistici
Come uscire dall’autosabotaggio?
Il primo passo per non cadere nell’autosabotaggio è individuare e analizzare il nostro nemico per poter poi reagire in modo funzionale. Quando siamo affranti dai risultati deludenti siamo soliti abbandonarci alle classiche lamentele: “lo sapevo, non dovevo provarci, la solita sfortuna,….”; tutto questo comporta perdita di lucidità, ma soprattutto la possibilità di reagire in maniera propositiva.
Quando viviamo un periodo “no”, ogni cosa sembra andare storto; una concomitanza di situazioni avverse, difficoltà e colpi di sfortuna che nell’insieme ci danno la sensazione di essere dentro a un tunnel da cui non si vede l’uscita. Ma se, mentre li si vive, si sviluppa un atteggiamento mentale sbagliato, possono durare molto più a lungo.
Il rischio principale, in questi casi, è che ci cuciamo addosso un personaggio: lo sfortunato a cui non ne va bene una. Una recita in parte consapevole che, inesorabilmente, farà andare male anche le cose che potrebbero funzionare. Per non cadere in questa trappola è bene sviluppare uno sguardo diverso su ciò che ci sta accadendo.
Che problema ho?
A questo punto bisogna identificare i punti deboli che ci conducono inesorabilmente in questo tunnel maledetto: ho paura di non essere all’altezza per quell’impegno? Prendo tanti impegni e non riesco a dire mai di “No” a nessuno? tendo a procrastinare?
Proviamo ad analizzare il nostro comportamento: facciamo un esempio:
“Il mio problema è il mio ex marito che non mi passa gli alimenti. Ho in mente di andare dall’avvocato, ma continuo a procrastinare. Mi succede perché pur odiando il mio ex, temo che potrà non più rivolgermi la parola.“
Vediamo qualche esempio pratico:
- Se… mi ritrovo a procrastinare perché ho paura di rimanere sola… concentrerò i miei sforzi su nuove amicizie, così da gestire meglio il mio senso di solitudine: posso provare ad iscrivermi in palestra, a fare volontariato, ad iscrivermi a qualche gruppo su facebook….
- Se… dico sempre di sì a tutti perché sono insicura/o, allora… posso correggere il tiro, posso per esempio rimandare la mia risposta: vedo se posso farlo, ti farò sapere.
- Se rinuncio all’uscita con gli amici perchè mi sento inadeguata…posso invece provare ad analizzare con obiettività l’atteggiamento degli amici nei miei confronti per capire se i miei pensieri sono infondati.
- E poi fai un esperimento: chiedi a un’amica di descriverti. Renderti conto di come ti vedono gli altri (nella maggior parte dei casi, molto meglio di ciò che credi di essere), darà una spinta al tuo amor proprio. E metterà a tacere il nemico che è dentro di te.
Un libro molto interessante che tratta le strategie per identificare ed annientare l’autosabotaggio è il libro di Dyer Waine “Le vostre zone erronee. Guida all’indipendenza dello spirito” Il costo è di circa 8,50: molte recensioni positive su questo libro le trovate su Amazon
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