La vita non è un processo meccanico, non offre certezze. Nessuno sa cosa accadrà tra un momento. Niente può essere certo. Se il futuro fosse predestinato non ci potrebbe essere né gloria né grandezza, non saremmo altro che robot. Non è raro sprofondare in pensieri terrificanti e improbabili, questo è ciò che facciamo quando iniziamo la giornata col piede sbagliato e pensiamo automaticamente che tutto andrà male.
Tra l’altro, temere l’ignoto è assolutamente normale in quanto si tratta di un’emozione primaria dell’uomo, che ha un fondamento biologico, una risposta spontanea che deriva dall’istinto atavico di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova. In pratica, il nostro cervello si prepara al peggio per proteggersi e difendersi.
Ciò significa che temere il peggio in un determinato contesto può essere una risposta naturale, il problema inizia quando la reazione è costantemente attivata e colpisce tutte le aree della nostra vita.
Predisporsi sempre al peggio
Vivere il presente immaginando gli scenari più catastrofici prende la forma di uno spiacevole nemico: il pensiero catastrofico. Sì, perché tortura le tue giornate costringendoti a credere che andrà sempre tutto male.
Mi riferisco proprio a quella spirale di negatività che ti fa immaginare che succederà sempre e solo il peggio. Qualche semplice esempio: hai un piccolo dolore? Allora sarà sicuramente una malattia terribile. Sei leggermente in ritardo a lavoro? Verrai licenziato e non saprai più come pagare la spese. Stai pianificando una vacanza al mare? Ci sarà uno tsunami.
Se sei dominato dal pensiero catastrofico ogni volta che sentirai il cuore battere molto forte difficilmente assocerai tale sintomo all’aver preso un caffè poco prima o all’aver camminato in fretta negli ultimi cinque minuti. Vedrai in esso il principio di un infarto o la dimostrazione definitiva che stai invecchiando troppo in fretta
Il dato triste è che le previsioni catastrofiche finiscono per essere profetiche perché noi stessi, inconsciamente, ci preoccupiamo di trasformarle in realtà. Una persona ipocondriaca, ad esempio, può finire per sviluppare malattie più gravi proprio a causa dello stress costante prodotto dal suo catastrofismo.
Insomma, un pensiero negativo dietro l’altro e,in breve tempo, ti ritroverai investito da una valanga di angoscia che spesso va a sommarsi ai già presenti malesseri quali ansia, emicranie, colon irritabile…
E lo stress non può che aumentare: crescono i livelli di cortisolo nel sangue e il rischio di sviluppare problemi di salute sale alle stelle. Ma, per quanto verosimili possano sembrare le minacce che immagini, devi prendere consapevolezza che sono solo prodotti della tua testa.
Perché alcune persone restano intrappolate in un circolo vizioso di pensieri negatiivi?
Oltre al nostro condizionamento evolutivo, anche il catastrofismo è qualcosa che si apprende. Le esperienze della nostra infanzia possono lasciare un segno profondo, soprattutto se ci hanno trasmesso il messaggio che il mondo è un luogo pericoloso e ostile, quindi dobbiamo essere pronti a difenderci in qualsiasi momento.
Anche le esperienze di vita negative successive possono lasciare il segno, così la paura si generalizza fino a diventare un modello di risposta automatica. Una volta stabilito questo schema, i pensieri catastrofici saranno sempre più comuni e scateneranno un’intensa risposta emotiva che ci farà stare male.
Come prevenire i pensieri negativi ricorrenti
La sfida alla negatività inizia quando prepariamo la mente a reagire ai pensieri angoscianti che ci investono. Ma come fare? Possiamo riuscirci mettendo in pratica 4 trucchetti per combattere il pensiero catastrofico studiati da psicologi esperti.
Controlla i tuoi pensieri
Come possiamo smettere di fare qualcosa di cui non ci accorgiamo finché non ne siamo vittime? Il primo passo per prevenire la valanga d’ansia è imparare a riconoscere come si insinua e si manifesta. Dobbiamo osservare come funziona il nostro pensiero catastrofico (che agisce in modo unico per ognuno di noi) per capire come anticiparlo.
Una volta che lo sentiamo serpeggiare nella nostra testa, dobbiamo esercitarci a osservare quali pensieri genera senza giudicarne validità o veridicità. Dobbiamo solo riconoscerli e osservarli con grande distacco.
Può sembrare estremamente difficile, soprattutto all’inizio, ma yoga e meditazione sono due fantastici alleati perché ci insegnano a riconoscere ciò che accade dentro di noi senza esserne travolti. L’importante è intervenire al primo segnale: se si affaccia la negatività, riconosciamola e prendiamone le distanze.
Trova la fonte
Anche se in piena ondata di pessimismo, dobbiamo sforzarci di individuare la fonte, la scintilla originale che ci costringe a pensare cose angoscianti. Cosa ha dato il via alla sequenza di brutti pensieri? Una discussione col partner, un problema sul lavoro o una preoccupazione economica?
Una volta scoperta la causa iniziale la testa si calma: capiamo che la maggior parte dei pensieri negativi che arrivano a valanga sono irrazionali e funzionano come le piante infestanti. Sì, perché sono come foglie in continua crescita e, per eliminarle, bisogna strapparne le radici.
Usa la logica
Una volta trovata la fonte del pensiero catastrofico dobbiamo analizzare anche le ansie correlate a quel problema. Abbiamo capito che volare ci terrorizza e iniziamo a pensare a catastrofi ogni volta che saliamo in aereo? Allora è arrivato il momento di usare la logica per calmare il cervello.
Sì, perché ansia e panico arrivano quando siamo portati a sopravvalutare le vere possibilità di pericolo: per tranquillizzarci basta cercare con quale frequenza si verificano grossi incidenti aerei e ragionare sulle probabilità.
Ci preoccupa la salute? Al posto di prendere tempo, andiamo subito a farci vedere dal medico a fugare ogni dubbio. Insomma: usare la razionalità e reagire = combo vincente per non annegare nel pessimismo.
Qui e ora
Il pensiero catastrofico sta ancora avendo la meglio su di noi? Facciamo un respiro profondo e sfidiamo le nostre convinzioni. Chiediamoci: “Questa minaccia è davvero reale in questo preciso momento?”. Come insegnano molte tecniche di meditazione, dobbiamo concentrarci solo sul qui e ora.
Dobbiamo spostare l’attenzione sul momento presente, l’unico che abbiamo il potere di cambiare, quindi cacciamo via tutti i pensieri sul passato o sul futuro. Il passato non è modificabile, quindi perché stare a dannarsi? Il futuro non è ancora arrivato e non possiamo fare niente, quindi perché preoccuparsi? Una volta che affrontiamo la giornata con presenza, dedicando la nostra attenzione solo al “qui e ora”, i pensieri negativi spariranno. Puff!
Ebbene sì: il nostro cervello può farci ogni sorta di dispetto e può trasformarsi in un vero nemico, ma con qualche sforzo possiamo riportarlo dalla nostra parte.
Pensa alle conseguenze dell’evento. Usa le parole giuste
Una volta attivata la mente razionale, dobbiamo cercare di pensare obiettivamente alle possibili conseguenze dell’evento. Se il treno è in ritardo di 10 minuti, è un fastidio o una catastrofe? Qual è la conseguenza peggiore di questo ritardo?
In alcuni casi potrebbe causare problemi seri, ma nella maggior parte dei casi non sarà altro che un semplice contrattempo. I catastrofisti devono prestare maggiore attenzione alle parole che usano perché finiranno per influenzare la loro visione del mondo.
Pertanto, è importante mettere le cose in prospettiva e usare le parole adeguate per valutare le situazioni e le loro conseguenze, sfuggendo alla tendenza di usare termini catastrofici. Una tecnica per eliminare i pensieri catastrofici è pensare a ciò che diremmo ad una persona che sta vivendo qualcosa di simile, è probabile che le nostre parole sarebbero più concilianti e rassicuranti di quelle che diremmo a noi stessi.
RICORDA…
La preoccupazione non è magica, e non ti aiuterà a risolvere i problemi. I pensieri sono solo idee, immagini mentali, parole, dialoghi interni: non realtà. Preoccuparsi troppo per qualcosa che probabilmente non accadrà non ha senso; non sprecare la tua vita preziosa con pensieri che esauriscono tutte le tue energie. E se i pensieri negativi continuano a invalidarti nonostante i tuoi sforzi, non sottovalutare la possibilità di rivolgerti a uno psicologo. Un percorso terapeutico potrebbe essere la soluzione più idonea per esplorare le dimensioni sottostanti che dominano i pensieri catastrofici.
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