Le 9 fasi emotive nella dipendenza affettiva

| |

Author Details
Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, dottore di Ricerca in Neuropsicologia ed esperta in Mindfulness.

Come ho già scritto in altri articoli, la Dipendenza Affettiva è una modalità disfunzionale di vivere le relazioni sentimentali, caratterizzata da compulsività, ossessività e impulsività nel relazionarsi all’altro e dalla tendenza a mettere l’altro al primo posto, sottomettendo se stessi ai bisogni e desideri altrui.

Pia Mellody ha riassunto nello schema (foto in alto) in modo estremamente chiaro il ciclo della Dipendenza Affettiva

IL CICLO EMOTIVO NELLA DIPENDENZA AFFETTIVA

L’immagine successiva mostra con chiarezza – secondo il modello di Pia Mellody – cosa accade in una relazione in cui uno dei partner è affetto da DA:

1. FASE DI ATTRAZIONE. IL POTERE DELLA SEDUZIONE: il DA è attratto dalla seduzione e dall’apparente potere che vede nel partner «evitante». Tipicamente qualcuno impegnato in molte cose, che appare forte e capace di gestire la propria vita, poiché il DA si sente incapace di farlo da solo. La seduzione esercitata da un partner percepito come forte e perfetto fa sentire il DA forte e importante.

2. FASE DELLA “FANTASIA DEL SALVATORE»: si riattiva la fantasia infantile dell’eroe che salva. Il DA si sente rivitalizzato dalle attenzioni e dalla vicinanza dell’altro, come sotto l’effetto di una droga. Il partner viene idealizzato e spinto a coincidere con l’eroe fantasticato, le sue reali caratteristiche sono negate e non viste.

3. FASE DEL SOLLIEVO DAL DOLORE: la fantasia si riattiva e il DA si sente riempito, importante, puntellato. Cessano momentaneamente le dolorose sensazioni di vuoto, solitudine e assenza di valore ed importanza. Questa fase del ciclo viene chiamata «romance». Ricordiamo sempre che il partner evitante è incapace di donare tutto ciò e si concentra all’esterno della relazione, tipicamente in una dipendenza.

4. FASE DELL’INCREMENTO DEL BISOGNO E NEGAZIONE DELLA REALTA’: il DA inizia a percepire e manifestare un crescente bisogno di attenzioni, contatto e presenza e diventa maggiormente richiedente. Il partner evitante inizia a sfuggire diventando sempre meno presente nella relazione, ma il DA non vuole vedere questi segnali e ne nega l’evidenza giustificando il partner: «è molto impegnato a lavoro», «ha il diritto di stare un po’ con gli amici», ecc.

5. FASE DEL CROLLO DELLA NEGAZIONE: gradualmente, il DA realizza i comportamenti di allontanamento e la distanza posta dal partner evitante. Inizia a guardare la realtà e la negazione cessa, si accorge di non essere centrale nella vita del partner. Con il crescere del dolore il DA cerca di controllare sempre più il partner in un’escalation di liti e minacce.

A questo punto il DA sovrappone l’ancestrale esperienza di abbandono a quella presente e continua a NON vedere realmente il partner poiché vede in lui il caregiver che lo ha abbandonato. Iniziano comportamenti ossessivi di controllo dell’altro e rinegoziazione della relazione.

Il DA diventa incontrollato e rabbioso e racconta all’esterno di essere stato abbandonato, cercando aiuto dagli altri per «fermare» il partner dai suoi comportamenti. Fa di tutto per riportare sotto controllo i comportamenti del partner con modalità abusanti, disfunzionali e autodistruttive.

6. LA FASE DEL RITIRO: il DA finalmente comprende di essere stato lasciato per qualcuno o qualcosa più importante per il partner. Entra nella fase del ritiro in seguito alla rimozione della «droga» (partner).

Ma se nelle dipendenze da sostanza la cessazione dell’assunzione porta al recupero, nella DA no: si riattivano le antiche emozioni di vuoto, abbandono, paura, gelosia, rabbia e insieme ad esse, quelle più concrete e relative al momento presente di perdita di una persona, della sicurezza economica, di una casa o altri beni materiali, di un ruolo sociale ecc.

A questo punto del ciclo, il DA sperimenta un SOVRACCARICO EMOTIVO che non sa gestire (disregolazione emotiva): possono comparire ideazione omicida, suicidaria estrema rabbia o depressione, ansia, panico e idee ossessive di vendetta e rivalsa. E’ difficile restare in questa situazione il tempo necessario per guarire e c’è bisogno di un aiuto esterno e il DA automaticamente passa alla fase successiva per non sentire questo dolore.

7. FASE DELL’OSSESSIONE: a questo punto del ciclo il DA sposta il fuoco dell’ossessione dal partner idealizzato a come riportare indietro il partner o su come vendicarsi.

Se prevalgono la mancanza e il DOLORE DELL’ABBANDONO il DA cercherà in tutti i modi di recuperare il partner. Se prevale la RABBIA sarà ossessivamente assorbito da fantasie di vendetta, a volte al limite della legalità o oltre.

Quando il dolore emotivo è molto forte e sovrapposto all’abbandono vissuto in passato, compaiono forme di addiction e compulsioni finalizzate a dare sollievo dal dolore (sex addiction, ricerca di un nuovo partner, abuso di alcol, shopping compulsivo, binge eating, attaccarsi ad uno dei figli se ce ne sono, fumare in modo compulsivo ecc.).

8. FASE DI ACTING-OUT COMPULSIVO: il DA a questo punto agisce compulsivamente comportamenti atti a avere sollievo dal dolore, la cui gravità o disfunzionalità dipendono dalla gravità del disturbo:

  • Nuovo ciclo emotivo con un altro partner
  • Recuperare la relazione con il partner evitante e ricominciare il ciclo precedente
  • Comportamenti provocatori per avere l’attenzione dell’ex
  • Tentativi di seduzione dell’ex
  • Minacce per ottenere attenzioni
  • Piani di vendetta
  • Autolesionismo
  • Omicidio/suicidio

9. FASE DI RE-INNESCO: il DA ripete il ciclo con lo stesso partner se questi ritorna nella relazione (per senso di colpa o del dovere) oppure ricerca compulsivamente un altro partner, con il quale ricomincerà lo stesso ciclo disfunzionale.

“Una dipendenza ha la funzione, nella vita dell’individuo, di rimuovere la realtà intollerabile attraverso una serie di esperienze ossessivo-compulsive. Queste esperienze ossessivo-compulsive fanno un lavoro così buono nel rimuovere la realtà intollerabile (e dolorosa ndr), che la persona continua a praticarle, cercando di sentirsi meglio, anche se gli effetti collaterali della dipendenza stessa diventano via via più spiacevoli.” (Pia Mellody, “Facing love addiction”)

COME USCIRE DAL CIRCOLO VIZIOSO DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA?

Come fare dunque per uscire da questo circolo vizioso ed imparare ad avere relazioni più sane? Occorre lavorare su alcuni punti fondamentali:

  • Iniziare trattando le eventuali altre dipendenze al di fuori della relazione (alcol, cibo, shopping compulsivo ecc.): riconoscere la dipendenza ed i suoi gli effetti devastanti, intervenire sul ciclo della dipendenza e restare nella fase di “ritiro” sopportando le sensazioni spiacevoli legate alla sospensione della sostanza/comportamento e alla ricerca compulsiva di sperimentarne nuovamente gli effetti piacevoli;
  • Trattare i comportamenti di dipendenza all’interno della relazione: imparare a restare nella fase di “ritiro” del ciclo emotivo, senza agire i comportamenti ossessivo-compulsivi atti a recuperare il partner a cercare vendetta;
  • Lavorare sui sentimenti dolorosi antichi legati alle esperienze di abbandono e abuso dell’infanzia;
  • Lavorare sui sottostanti aspetti di codipendenza (sani confini, cura e rispetto di sé, capacità di riconoscere e far valere i propri reali bisogno ecc.)

E’ consigliabile in ogni caso, evitare di re-impegnarsi in una relazione sentimentale finché non si sia raggiunto un buon livello di guarigione dalla DA e dai suoi meccanismi sottostanti.

A cura di Annalisa Barbier, psicoterapeuta
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirci sulla Pagina Ufficiale di Psicoadvisor o nel nostro gruppo Dentro la PsichePuoi anche iscriverti alla nostra newsletterPuoi leggere altri miei articoli cliccando su *questa pagina*.