Si presenta come un medico, un professore, un ufficiale, racconta di aver subito una tragedia, perdendo la moglie e i figli e di essere in cerca di una donna con la quale stringere un legame solido.
È bellissimo, ma sfortunatamente non è la stessa persona che si trova dietro lo schermo, che intrattiene interminabili conversazioni via chat mostrandosi gentile e premuroso e fin troppo seduttivo.
Dopo un po’ di tempo inizia a chiedere ingenti quantità di denaro, giustificando un improvviso problema finanziario, promettendo al contempo di restituire il tutto una volta incontrati. L’appuntamento, però, non avverrà mai perché una volta effettuato il versamento, il misterioso spasimante sparisce definitivamente dalla circolazione.
Questo fenomeno è meglio conosciuto come truffa affettiva o romantica, proprio perché chi la mette in atto seduce la vittima, fingendosi un uomo interessato a conoscerla e ad avviare una relazione sentimentale: purtroppo, però, chi si nasconde dietro la tastiera nutre interessi completamente distanti e strumentalizza la seduzione come mezzo per ottenere un vantaggio economico.
Come si evolve la truffa affettiva
Dalle testimonianze divulgate nelle trasmissioni televisive e dai fatti illustrati nelle testate giornalistiche, la truffa sembra evolversi all’incirca in queste modalità: il truffatore agisce spesso sui social networks, inviando una richiesta d’amicizia con un profilo falso, ma verosimile, e inizia a sedurre.
I profili falsi, tutt’ora presenti in quantità esorbitanti, contengono fotografie di attori, modelle più o meno famosi in Italia e all’estero, ma anche di persone comuni che pubblicano abitualmente i contenuti sulla bacheca personale, ignari del furto delle foto.
La tecnica di manipolazione utilizzata assomiglia al love bombing attuata dal narcisista, ovvero un assiduo corteggiamento intriso di complimenti e manifestazioni di disponibilità assoluta (si fa sentire ad ogni ora, si interessa a qualsiasi aspetto della vita), ma senza concrete dimostrazioni di affetto e di autentico interesse.
Il corteggiamento si destreggia così tra i messaggi e talvolta le chiamate telefoniche; non ci sono videochiamate, né incontri vis à vis, tuttavia per rendere più realistica la faccenda il truffatore può acconsentire ad un appuntamento, per poi disdirlo all’ultimo momento, inventando un tragico imprevisto, come una malattia o un incidente con tanto di ricovero ospedaliero e fotomontaggi.
Una messinscena elaborata per suscitare il soccorso nella vittima, presentandosi, quindi, come una persona sfortunata e bisognosa di cure e attenzioni, ma soprattutto un uomo che viene ingiustamente punito dal destino crudele che gli ha portato via i figli o la moglie e ora gli impedisce di presenziare all’incontro con la donna desiderata.
Dopo un periodo di conoscenza meramente virtuale, il truffatore si prepara ad avanzare la richiesta di denaro, inventando altre tragedie, probabilmente quando si accorge che l’interlocutore comincia a fidarsi e potrebbe essere pronto ad aiutarlo a risolvere le sue difficoltà.
Gli aspetti psicologici della vittima e suggerimenti
Vivere un’esperienza del genere non è un puro caso, anzi, il rapporto tra la vittima e il manipolatore avviene spesso in un periodo delicato da un punto di vista psicologico in cui emozioni e pensieri non vengono riconosciuti, fino ad influenzare i comportamenti e le scelte; aggrapparsi ad un ignoto che incarna la perfezione impedisce di sentire le difficoltà presenti, con il risultato però di essere predisposti ad eventi pericolosi che minacciano il benessere psichico e naturalmente le risorse economiche.
Il problema in questione, quindi, è una scarsa conoscenza di sé, qualcosa di rimediabile con un allenamento ad approfondire il perché si è giunti a considerare significativo un legame intimo con uno sconosciuto, a tal punto da affidargli non solo il denaro, ma anche il tempo e le speranze di un futuro felice.
Essere truffati lascia attoniti, impotenti, sono frequenti pesanti e improduttive autocritiche per non aver riconosciuto l’inganno, ma anche incredulità e continue idealizzazioni. Non è raro negare l’evidenza della truffa e perpetrare le illusioni di un ritorno, mentre nulla si materializza nel tempo.
Oltre a rivolgersi ad un avvocato, intraprendere una psicoterapia è un ulteriore provvedimento necessario, per elaborare la sofferenza dopo la truffa e imparare a riconoscere i segnali che sono stati accantonati, il che aiuta a tutelarsi da successive delusioni e da pericolose dilapidazioni dei propri beni.
Quali sono i campanelli d’allarme e come affrontarli?
Accettare richieste di amicizie da sconosciuti è rischioso, quindi sarebbe meglio rifiutarle. Quando la tentazione di conoscere lo sconosciuto è talmente impellente da non riuscire a resistere, occorre armarsi di accortezze, intercettando alcuni campanelli d’allarme che partono sia dall’interlocutore sia dalla potenziale vittima.
La raffica di messaggi e chiamate. Uno scambio di messaggi o chiamate assiduo tra due sconosciuti, farcito di complimenti ed eccessivo interessamento non è un corteggiamento sano, ma un tentativo di manipolazione per tenere agganciata la vittima.
Se il desiderio prevalente è continuare a sentirlo, anziché dubitare di un individuo che parte in quarta senza alcuna conoscenza dal vivo, è fondamentale interrompere le chat per intercettare gli stati mentali vissuti nell’incontro con l’altro.
Rifiuta le videochiamate e gli appuntamenti. Nessuno è troppo impegnato da rifiutare un appuntamento e una videochiamata, pertanto quando non risponde, non richiama e afferma di essere oberato di lavoro o attanagliato dalle tragedie, sta nascondendo qualcosa e credergli è un altro campanello d’allarme.
Affrontare i campanelli d’allarme significa prima di tutto essere consapevoli di ciò che l’altro sta comunicando, ipotizzare i motivi del suo corteggiamento fin dall’inizio, durante i primi approcci.
Piccole accortezze come inserire una delle immagini postate sul suo profilo sui motori di ricerca (Google Immagini, ad esempio) possono aiutare a smascherare immediatamente il potenziale truffatore: molti soggetti utilizzano fotografie di persone sconosciute in Italia, ma famose all’estero, e talvolta basta questa mossa a rivelare la vera identità.
Anche i familiari e gli amici possono contribuire all’aiuto, senza giudicare o perdersi in atteggiamenti paternalistici, ma interessandosi e proponendo momenti di svago e condivisione, nonché rendendosi pronti ad affrontare l’argomento senza imbarazzi e a segnalare eventuali anomalie.
Autore: Nicole Valery Tornato, psicologa-psicoterapeuta
specializzata in psicoterapia cognitiva
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Bibliografia
Buss. M. D., Gomes M. (1987). Tacticts of manipulation. Journal of Personality and Social Psychology, 52, No. 6, 1219-1229.
Nazare Aga I. (2008). La manipolazione affettiva. Castelvecchi.