Mal di testa: cause organiche e psicologiche

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L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.
L’emicrania sembrerebbe essere collegata a disturbi d’ansia e dell’umore, in particolare alla depressione.

Il classico mal di testa (cefalea) può avere cause organiche o psicologiche. La dott.ssa Santina Claudia Micieli (psicologa) e il dott. Danilo Rubino (Osteopata), ci illustrano un’interessante panoramica sul sintomo del mal di testa, differenziando la cefalea primaria (spesso connessa a cause psicologiche) e la cefalea secondaria (correlata a fattori organici). Vediamo tutti i dettagli.

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Cosa si intende per Cefalea?

La cefalea è un disturbo che interessa circa il 90% degli individui, quindi è molto diffuso. Contribuiscono alla sua insorgenza sia fattori organici sia fattori psicologici. Possiamo catalogare le cefalee in due gruppi:

  • Primarie o idiopatiche, ovvero quei tipi di cefalea che non hanno una causa apparente, cioè il dolore non è legato a cause organiche.
  • Secondarie o sintomatiche, connessa ad una causa patologica specifica come ad esempio l’emicrania, la cefalea cervicogenica (CGH) e la cefalea a grappolo.

Cefalea Cervicogenica

Riferendoci alla CGH la si può definire come un dolore alla testa, solitamente unilaterale, secondaria a disfunzione muscolo-scheletrica cervicale associata a spasmo muscolare, limitazione di movimento e dolore alla digitopressione.

Questo tipo di cefalea di solito peggiora con il movimento e migliora con il riposo e può essere accompagnata da trigger point cervicali o alla testa e/o ad infiammazioni delle articolazioni del tratto cervicale, inoltre è sicuramente un sintomo comune dopo un trauma a carico del collo (colpo di frusta).

La CGH è un problema che affligge gran parte della popolazione ed è uno dei principali motivi per cui una persona fa ricorso al medico. Può interessare pazienti di tutte le età ed è più comune nelle femmine che nei maschi. Questo tipo di cefalee non seguono uno schema o un andamento ben preciso, possono manifestarsi con episodi dolorosi che durano da alcune ore ad alcuni giorni condizionando la qualità di vita dell’individuo.

Le persone con CGH possono accusare e descrivere il dolore come profondo, non pulsante e non lancinante, che varia d’intensità da moderata a grave, alcuni movimenti compiuti con il collo o posizioni mantenute per lungo tempo possono senza dubbio peggiorare la sintomatologia. Il dolore da cefalea cervicogenica può essere avvertito dalle persone a livello della regione frontale, posteriore o laterale della testa, può unilaterale che bilaterale. Inoltre il dolore si può irradiare al collo e alle spalle coinvolgendo anche il braccio ipsilateralmente.

Spesso gli individui faticano ad identificare quei fattori che aggravano o alleviano la cefalea. Altri fattori che riguardano la CGH sono le parestesie o disestesie del cuoio capelluto e i sintomi associati: nausea, vomito, offuscamento visivo, fonofobia, difficoltà a degludire, tosse e starnuti che possono scatenare il dolore.

Emicrania

Il soggetto che soffre di emicrania riferisce mal di testa (cefalee) associato ad altri sintomi neurologici. Questo tipo di condizione colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini di età compresa tra i 30-40 anni. Possiamo distinguera l’emicrania in: emicrania con aura e senza aura. L’aura è quella sensazione che precede l’arrivo del mal di testa.

Affinché si verifichi l’emicrania SENZA AURA devono essere presenti le seguenti condizioni:

  • Devono susseguirsi almeno 5 episodi di cefalea soddisfacenti;
  • La durata degli attacchi deve avere un tempo cronologico compreso tra le 4 e le 72h.
  • Cefalea unilaterale con dolore pulsante;
  • Intensità medio-alta che deve limitare gli spostamenti e la vita quotidiana dell’individuo;
  • Si ha un peggioramento post o durante l’attività fisica;
  • Si associano sintomi quali nausea o Vomito, da Fotofobia ( sensibilità degli occhi alla luce) o Fonofobia ( paura morbosa nei confronti dei suoni ).

Per quanto riguarda invece l’emicrania CON AURA bisogna che vengano soddisfatti i seguenti punti o almeno 3 dei suddetti:

  • Uno o più sintomi di disfunzione focale completamente reversibili;
  • Almeno un sintomo neurologico dell’aura che si sviluppi gradualmente in più di 4 min;
  • Nessun sintomo dell’aura deve durare più di 60 min, ma se si sommano più aure è giustificabile allora l’aumento della durata;
  • La cefalea deve presentarsi almeno 60 min dopo l’aura.

Considerazioni

Dal punto di vista osteopatico le lesioni craniche possono senza dubbio causare delle tensioni durali sulle arterie cerebrali o su qualsiasi seno venoso andando quindi a provocare ad esempio un’infiammazione, dei riflessi vagali, spasmi muscolari di riflesso nel collo. Il coinvolgimento del nervo vago ( X nervo cranico ) a livello del foro giugulare porta di certo a malessere con apparenti sintomi di ipersecrezioni biliare, nausea o vomito.

Osteopaticamente parlando, l’emicrania, specie nelle donne, può essere causata anche da una congestione viscerale. Il nervo di Arnold origina dal ramo di divisione mediale della branca posteriore del secondo nervo cervicale (C2) ed è un nervo sensitivo deputato all’innervazione della cute e del cuoio capelluto della regione occipitale.

L’irritazione di questo nervo è detta Nevralgia di Arnold e causa crisi dolorose intense, unilaterali, intermittenti o continue, che originano in regione nucale e occipitale, fino a coinvolgere la parte anteriore del capo e la regione oculare. Attraverso una forte tensione fasciale profonda, può venirsi a creare un’irritazione di questo nervo causata a sua volta dalla congestione di un viscere come ad esempio il fegato.

Un approccio olistico incentrato sul paziente e basato sui principi della filosofia osteopatica offre un trattamento e un rimedio per questa condizione dolorosa aiutando in maniera efficente i pazienti.

Cefalea A Grappolo

A differenza degli altri tipi di cefalea, quella a grappolo colpisce maggiormente il sesso maschile anche se negli ultimi tempi sta colpendo anche il sesso femminile. Il dolore è localizzato a livello orbitale, retrorbitale e auricolare ed è intenso e omolaterale con una durata che si aggira intorno ai 15-180 min senza trattamento e con una frequenza che va da 1 episodio ogni 2 giorni ad 8 episodi al giorno.

Cause

Ad oggi le cause di questo tipo di cefalea sono per lo più sconosciute anche se secondo diversi studi il malfunzionamento dell’ipotalamo potrebbe giocare un ruolo importante. Tali sintomi generano un’attivazione atipica del nervo trigemino ( V nervo cranico ) associata ad un’attivazione atipica ipotalamica. Inoltre diversi studi hanno dimostrato che durante gli episodi di cefalea a grappolo l’attività dell’ipotalamo posteriore è più intensa del solito. I sintomi che il soggetto accusa sono:

  • iniezione congiuntivale e/o lacrimazione;
  • congestione nasale e/o rinorrea;
  • edema palpebrale;
  • sudorazione facciale e frontale;
  • arrossamento facciale e frontale;
  • sensazione di orecchio pieno;

Cefalee primarie e cause psicologiche

L’emicrania negli adulti e nei bambini si manifesta in modo differente; negli adulti, l’aura che nella maggior parte dei casi viene dichiarata è quella di tipo visivo e sensoriale, nel bambino, invece i casi di emicrania con aura sono molto rari e solitamente si manifesta con insieme di sintomi che sembrerebbero essere variabili.

Nelle cefalee primarie (ovvero quelle che non sono provocate da cause organiche), invece, è stata riscontrata la presenza di fattori psicologici che potrebbero contribuire all’insorgenza e/o al mantenimento della stessa. Per quanto riguarda la relazione tra i fattori psicologici e la cefalea, potrebbe essere importante assumere una prospettiva integrata e non assumere un punto di vista estremamente generico e riduttivo che attribuisce la causa delle cefalee al “nervosismo” o allo “stress”, i quali potrebbero contribuire alla cronicizzazione.

L’emicrania sembrerebbe essere collegata a disturbi d’ansia e dell’umore, in particolare alla depressione.

La presenza di ansia in età evolutiva andrebbe a precedere l’insorgenza di crisi emicraniche, che a loro volta potrebbero essere seguite da episodi depressivi.

Correlazione tra cefalea e disturbi psicologici

Per analizzare l’associazione tra la cefalea e i disturbi psicologici è importante che vengano prese in considerazione le diverse tappe evolutive che il singolo individuo sta attraversando.

In particolare, sembrerebbe importante analizzarle in termini biologici, fisiologici, anatomici, cognitivi, emotivi. Inoltre, è importante analizzare le peculiarità di sviluppo e le caratteristiche del soggetto, oltre ai fattori ambientali, sociali e culturali.

In età evolutiva molti aspetti assumono importanza, perché il sintomo della cefalea può dare molti rimandi all’ambiente in cui vive il soggetto e riceverne altrettanti.

Sul versante più propriamente psicologico alla cefalea consegue un vissuto di isolamento oppure uno
scarso rendimento scolastico, inoltre problemi familiari o problematiche psicologiche concomitanti devono spingere ad una analisi di tipo psicologico-clinico. E’ molto importante anche il settore scuola: il primo incontro del bambino con un mondo di adulti di riferimento diversi dai genitori, i quali hanno anche un ruolo di controllo e giudizio.

Si aggiungono aspetti legati ai processi di socializzazione, al confronto diretto dei coetanei. Dietro alla cefalea spesso si celano giustificazione per fobia sociale, scarso rendimento scolastico, ecc. ma questo non vuol dire però delegare tutti i problemi al mondo della scuola o vedere la cosa in una prospettiva generalizzata: dietro al rapporto cefalea-scuola non va dimenticato il mondo della famiglia.

Come si interviene?

Per quanto riguarda gli interventi psicologici è importante individuare i fattori scatenanti, i quali potrebbero essere di origine relazionale. Uno dei metodi maggiormente efficaci potrebbe essere quello di intervenire a livello psicologico, aiutando il soggetto a migliorare le sue abitudini e i suoi stili di vita.

Inoltre, una strategia che potrebbe essere d’aiuto è quella di scrivere su un diario tutte le emozioni che si avvertono; in quanto la scrittura, accompagnata da un percorso psicologico, può aiutarci ad elaborare le emozioni e lo stress che accumuliamo quotidianamente.

Un metodo che spesso viene utilizzato per scaricare le emozioni, consiste nell’ascolto di musica classica in sottofondo mentre si scrive; ad esempio, le sinfonie di Vivaldi (le Quattro stagioni), proprio per come le note sono state intrecciate dall’artista e per come si susseguono, stimolano l’emisfero destro (la sede delle emozioni) e ci aiutano a scaricare sul foglio quello che proviamo.

Un altro rimedio, ampiamente studiato e che potrebbe essere d’aiuto, è la meditazione; una tecnica della “terza medicina”, che per mezzo della respirazione e di tecniche guidate di focalizzazione dell’attenzione potrebbe essere d’aiuto per alleviare i mal di testa e le complicazioni associate.

Autori:
Santina Claudia Micieli, Psicologa Clinica
Danilo Rubino, osteopata D.O.m.R.O.I.
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