Sudorazione fredda, battito cardiaco accelerato, muscoli contratti, rigidità vertebrale, bruciore di stomaco, intestino irritabile… sono tutti sintomi associati all’ansia. A livello fisiologico, i distretti interessati da tale sintomatologia sono sotto il controllo del nervo vago. In questo articolo, proveremo a spiegarvi con parole semplici -ma mai superficiali- di cosa stiamo parlando.
La psiche non è qualcosa di astratto, le emozioni che viviamo hanno una matrice biologica che coinvolge, in toto, il nostro organismo. Il nervo vago controlla attivazione e rilassamento di determinati organi e apparati, le sue funzioni sono state correlate all’ansia, alla depressione, all’apprendimento, all’attenzione, all’ADHD e al disturbo post traumatico da stress.
Nota bene: se non ti piacciono le nozioni teoriche, salta direttamente al paragrafo alla stimolazione del nervo vago.
Nervo vago: nozioni preliminari
Il corpo umano possiede dodici paia di nervi cranici che partendo dal cervello (dal tronco encefalico) raggiungono il resto del corpo formando quello che è definito come “sistema nervoso periferico”.
Tra questi nervi, la ricerca nelle scienze psicologiche si è soffermata molto sul nervo vago. Il nervo vago parte dal tronco encefalico (da una porzione del sistema nervoso centrale detta midollo allungato) e raggiunge torace e addome.
Il nervo vago è un costituente fondamentale del sistema nervoso periferico, il suo interesse nel campo delle neuroscienze e della psicobiologia insorge per le molteplici funzioni che svolge.
In particolare, il nervo vago ha una componente parasimpatica che controlla gran parte della muscolatura liscia. Per semplicità, diremo che i muscoli del nostro corpo si possono suddividere in due enormi categorie: muscolatura striata e muscolatura liscia.
La muscolatura striata è quasi interamente governata dalla nostra volontà, da quello che è detto «sistema nervo somatico»: possiamo muovere le dita, possiamo camminare, voltarci, correre, nuotare…
La muscolatura liscia, invece, è governata da un sistema nervoso autonomo che possiamo considerare come una sorta «sistema nervoso emotivo» dato che si lascia influenzare dai nostri vissuti psichici più di quanto immaginiamo. Il sistema nervoso autonomo è composto dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico.
Il sistema nervoso autonomo è responsabile della regolazione delle azioni inconsce dell’organismo, cioè di quelle funzioni che avvengono e sono regolate “in automatico“. Ne sono un esempio:
- la salivazione
- la digestione
- la sudorazione
- la minzione e la defecazione
Per intenderci, gli sfinteri anali e vaginali sono caratterizzati da muscolatura striata, quindi mediante la nostra volontà possiamo “trattenere” o “incoraggiare” determinati stimoli… ma in nessun caso possiamo regolare -con la nostra volontà- i movimenti intestinali che sono governati dal sistema nervoso autonomo, parasimpatico. - l’eccitazione sessuale
- il battito cardiaco
- la secrezione e il rilascio di succhi biliari
- il circolo ematico
Funzioni del nervo vago
Il nervo vago, come premesso, governa la gran parte della muscolatura liscia, in particolare innerva l’intestino e lo stomaco.
Questo nervo, inoltre, fornisce terminazioni parasimpatiche a tutti gli organi situati dal collo fino ai visceri (fatta eccezione per le ghiandole surrenali, altrettanto studiate nella sintomatologia legata all’ansia, allo stress e, in generale, alla psicosomatica per la rilevanza delle reazioni autoimmuni). In più, l’innervazione da parte del sistema nervoso autonomo parasimpatico del cuore è mediata dal nervo vago.
Per farla breve, diremo che il nervo vago è responsabile della frequenza cardiaca, della sudorazione e della digestione e della respirazione. Quando l’attività del nervo vago è compromessa, possono manifestarsi i sintomi più disparati quali:
- Nausea
- Acidità di stomaco
- Vertigini
- Rigidità del collo
- Mal di testa
- Rossori in viso
- Tachicardia
- Dolore addominale
- Sudorazione fredda
- Pallore
- Secchezza delle fauci
- Vomito
- Collasso (per una rapida caduta della pressione sanguigna)
Nervo vago: ansia e depressione
Trattandosi di una componente principale del sistema nervoso parasimpatico, il nervo vago è coinvolto nel controllo dell’umore e nei meccanismi di ansia.
Esistono pubblicazioni scientifiche che dimostrano come l’attività del nervo vago sia coinvolta nel disturbo post traumatico da stress, nell’ansia, nella depressione e nelle malattie infiammatorie intestinali.
La stimolazione delle fibre afferenti vagali dell’intestino influenza i sistemi cerebrali monoaminergici nel tronco cerebrale, sistemi che svolgono un ruolo cruciale in condizioni psichiatriche come la depressione e i disturbi d’ansia.
La stimolazione del nervo vago, potrebbe inibire la produzione di citochine (responsabili dei processi infiammatori) e aumentare il tono vagale, andando così ad abbassare i livelli d’ansia, risultando utile come trattamento aggiuntivo nelle forme di depressione refrattarie ai trattamenti farmacologici.
Quando si parla di resilienza, anche in questo caso non si fa riferimento a qualcosa di astratto. La resilienza è associata a un’elevata attivazione della corteccia pre-frontale, a una scarsa produzione di citochine e a un aumentato tono vagale.
Mentre l’effetto della stimolazione del nervo vago sugli stati emotivi sembra essere chiara, la psicobiologia e le neuroscienze stanno ricercando i suoi effetti a livello delle funzioni cognitive.
Una recente pubblicazione scientifica (14 marzo 2021, Oxford University Press), dal titolo creativo «Fidati del tuo intestino: la stimolazione del nervo vago negli esseri umani migliora l’apprendimento per rinforzo» ha raccolto diversi dati a sostegno della tesi che la stimolazione vagale riuscirebbe a migliorare le funzioni cognitive modulando il rilascio della dopamina.
Lo studio è stato condotto su un campione molto ridotto, tuttavia, risultati preliminari suggeriscono in modo inequivocabile che la stimolazione vagale potrebbe essere un coadiuvante nel trattamento dell’ADHD in quanto i pazienti che ricevevano la stimolazione del nervo vago presentavano processi sensoriali e attentivi potenziati.
Cosa c’entra l’intestino? Questo ed altri studi, partono da prove preliminari che evidenziano come alcuni batteri intestinali riescano a influenzare ansia e umore, proprio agendo sull’attività del nervo vago. Non sono pochi, infatti, gli studi che correlano il microbiota intestinale (la flora batterica che popola il nostro intestino) a fattori psicologici.
Per i “non addetti ai lavori” questi collegamenti possono sembrare forzati ma non lo sono affatto! Il nostro organismo è estremamente complesso: tutto è collegato, tutto è interdipendente. Se gli stati emotivi possono condizionare l’attività del nervo vago, allora è anche vero il contrario, la stimolazione del nervo vago può condizionare i nostri stati emotivi. Le ricerche ci mostrano evidenze che si muovono in questa direzione.
La stimolazione del nervo vago
La stimolazione del nervo vago (o VNS, dall’inglese Vagus Nerve Stimulation) è un tipo di trattamento medico impiegato per curare l’epilessia e la depressione farmaco-resistente. Il trattamento consiste nell’impianto chirurgico sottocutaneo di un generatore di impulsi generalmente posizionato nella parte sinistra del torace. A livello sperimentale, la stimolazione avviene mediante il collegamento “orecchio esterno-nervo vago” con particolari elettrodi posti a livello del padiglione auricolare.
Purtroppo non vi sono evidenze che indicano benefici in caso di blanda stimolazione mediante tecniche alternative come l’agopuntura o la pratica olistica. Ma c’è qualcosa che si può fare per stimolare il nervo vago e ottenere benefici emotivi?
Come stimolare il nervo vago
Il nervo vago collega il cervello a molti organi del corpo, compreso l’intestino, lo stomaco, i polmoni e il cuore. E’ il nervo più lungo del corpo. Il suo nome, vagus, significa “vagabondo“, ed evoca in modo accurato come tale nervo vaga in tutto il corpo, collegandosi ai vari organi. Il nervo vago è una parte fondamentale del sistema nervoso parasimpatico che rilassa o attiva i vari organi del corpo, influenzando così la respirazione, la digestione, la frequenza cardiaca… tutti fattori che possono avere un forte impatto sulla salute mentale.
Il tono vagale è un processo biologico interno che rappresenta l’attività del nervo vago. La stimolazione del nervo vago va a modificare proprio il cosiddetto “tono vagale“. Un tono vagale più alto (quindi un nervo vago stimolato) si riflette con il “fattore resilienza“, cioè un recupero più rapido a seguito di uno stress e migliore capacità a rilassarsi.
Già dal 2010, i ricercatori hanno trovato una correlazione tra tono vagale, salute fisica e salute mentale. In altre parole, vi è una strada bidirezionale tra attivazione del nervo vago e disagio emotivo. Spiegato in termini positivi: più il tono vagale è aumentato, più il fisico e la mente ne beneficiano e funzionano in modo efficiente (e viceversa).
L’attivazione del nervo vago migliora la pressione sanguigna, riduce la frequenza cardiaca, migliora la digestione… in effetti quando siamo rilassati con la mente, nel nostro corpo si verificano tante cose belle!
Come aumentare il tono vagale
Attività come una respirazione profonda e lenta sembrano stimolare il nervo vago. In effetti la respirazione diaframmatica e le tecniche di meditazione sembrerebbero presentare una certa efficacia nell’alleviare gli stati d’ansia proprio per la stimolazione del sistema parasimpatico e la conseguente attivazione del nervo vago.
Il nervo vago è collegato alle corde vocali e ai muscoli nella parte posteriore della gola. Fare gargarismi, cantare, canticchiare, potrebbe aumentare il tono vagale. Per lo stesso motivo, si suppone che anche la manovra di Valsalva (nota a chi pratica immersioni subacquee) potrebbe stimolare in qualche misura l’attività vagale. Il canto, sembrerebbe aumentare la variabilità della frequenza cardiaca (HRV).
Anche prendersi cura della propria flora intestinale può avere un impatto positivo sul nervo vago: l’assunzione di alimenti probiotici o di integratori a base di fermenti lattici, può essere molto utile.
La correlazione tra salute intestinale e attività vagale è stata dimostrata dettagliatamente con studi sui topi. Uno studio ha dimostrato che il probiotico Bifidobacterium Longum è riuscito a normalizzare il comportamento ansioso nei topi mediante la modifica del tono vagale.
Gli acidi grassi omega-3 (contenuti in alimenti come noci e pesce) sono essenziali per garantire una buona attività del nervo vago. Anche l’attività fisica stimola il tono vagale (oltre a prevenire il declino cognitivo!).
Il tono vagale si può misurare?
Sì, ma non in modo diretto. Il tono vagale si può misurare monitorando alcuni processi biologici come la frequenza respiratoria, il battito cardiaco e la variabilità della frequenza cardiaca (HRV). Quando l’HRV è elevata, in genere, anche il tono vagale è alto, questi due parametri biologici sono strettamente correlati.
Piccola curiosità: gli studi hanno dimostrato che il tono vagale viene trasmesso da madre in figlio durante la gravidanza. Una madre ansiosa, arrabbiata e depressa, avrà un’attività vagale ridotta. Alla nascita, il neonato avrà a sua volta un’attività vagale ridotta con bassi livelli di dopamina e serotonina.
Ricerche citate:
Vagus Nerve as Modulator of the Brain-Gut Axis in Psychiatric and Inflammatory Disorders – Frontiers in psychiatry (13 Mar 2018)
Peripheral effects of vagus nerve stimulation on anxiety and extinction of conditioned fear in rats – Learning & memory (17 Giu 2019)
Trust your gut: vagal nerve stimulation in humans improves reinforcement learning – Brain communications, Oxford University Press (14 Mar 2021)