La più lunga indagine mai effettuata sui cambiamenti del narcisismo nel corso della vita suggerisce che i giovani narcisisti affrontano traiettorie “prevedibili”. Anche se gran parte dei tratti della nostra personalità rimane relativamente stabile nel corso della vita, qualche cambiamento c’è. Per fortuna, tendiamo a mostrare una maggiore maturità man mano che invecchiamo, diventando più accomodanti, consapevoli ed emotivamente stabili col passare degli anni.
Ma che dire del narcisismo? Il narcisismo è un tratto della personalità che ha molte sfaccettature, tra cui una concezione grandiosa di sé, sentimenti di superiorità (compresa la convinzione di avere capacità superiori di leadership), la convinzione di avere dei diritti in più, la tendenza a sfruttare gli altri e la mancanza di empatia.
Il narcisismo ha la stessa stabilità degli altri tratti della personalità? A prima vista è l’opposto della maturità, quindi ci si potrebbe aspettare che diminuisca nel tempo. Tuttavia, nessuno studio longitudinale aveva ancora seguito i cambiamenti del narcisismo dalla giovane età adulta alla mezza età. Almeno finora.
Lo studio longitudinale dalla durata pluridecennale
In una recente pubblicazione scientifica, Eunike Wetzel e colleghi illustrano i risultati della più lunga indagine longitudinale mai effettuata sulla continuità e i cambiamenti del narcisismo. I ricercatori hanno seguito un campione di studenti dell’Università della California a Berkeley per 23 anni, a partire da quando, durante il primo anno di college, gli studenti avevano completato un test di misurazione del narcisismo.
I ricercatori si sono concentrati su tre aspetti del narcisismo: la convinzione di godere di diritti specifici, la vanità e la leadership. La convinzione di godere di diritti specifici è l’aspetto del narcisismo più pericoloso per la possibilità di conservare relazioni soddisfacenti ed è associata all’aspettativa di un trattamento speciale, alla svalutazione degli altri e all’essere sgradevoli.
La vanità riflette la tendenza a essere eccessivamente orgogliosi del proprio aspetto, abilità e delle proprie conquiste ed è associata a un incessante bisogno di essere al centro dell’attenzione e a un’alta prevalenza di fantasie grandiose di successo. La leadership è considerata la sfaccettatura più adattabile del narcisismo ed è associata al desiderio di dirigere, all’alta autostima e alla persistenza nell’obiettivo.
I narcisisti riescono mai a diventare più maturi?
Che cosa hanno scoperto i ricercatori? I narcisisti riescono mai a diventare più maturi? Ecco alcuni dei risultati dello studio, con una prima panoramica sui tre tratti studiati e su come questi influenzano la vita del narcisista.
Il narcisismo ha mostrato alti livelli di stabilità relativa, simili a quelli riscontrati per altri tratti della personalità e per l’autostima nella stessa fase della vita. La vanità ha mostrato la coerenza relativa più debole nel tempo, mentre la pretesa di avere dei diritti ha mostrato quella più forte. Tuttavia, è emersa una tendenza a una maggiore maturazione nel tempo.
In particolare, i ricercatori hanno riscontrato una diminuzione media del narcisismo da moderata a grande. I risultati suggeriscono che i giovani adulti, invecchiando, tendono a concentrarsi meno su se stessi. Ma è anche emerso che chi è più convinto di avere particolari diritti, nel tempo tende a sperimentare eventi di vita più negativi.
Gli studenti che ritenevano di avere particolari doti di leadership tendevano poi a svolgere lavori che consentivano loro di controllare dei subalterni. Come osservano i ricercatori, «data la propensione ad avere comportamenti egoistici e non etici e a correre rischi, il fatto che i narcisisti finiscano in posizioni di potere che controllano le risorse materiali e potenzialmente anche il benessere dei loro subordinati merita una maggiore attenzione nello studio delle organizzazioni. I processi di selezione nel mondo del lavoro possono inavvertitamente ricompensare queste persone con posizioni che poi mettono in difficoltà gli altri».
La vanità ha dato risultati misti rispetto al processo di maturazione nel tempo. Chi era più vanitoso da studente aveva più probabilità di avere relazioni e matrimoni instabili, era più incline a divorziare, e meno propenso ad avere relazioni durature quanto quelle dei coetanei, oltre ad avere meno figli arrivato alla mezza età. D’altro canto, gli studenti molto vanitosi erano più propensi a dichiarare di stare bene in salute, forse perché le persone veramente vanitose hanno più probabilità di prendersi cura di se stesse e impegnarsi in comportamenti salutari come l’esercizio fisico e la dieta.
La variabilità individuale
Passando al narcisismo nel suo complesso, mentre un suo aumento nel tempo è stato registrato solo nel 3 per cento dei casi, c’è stata una notevole variabilità individuale nel grado di diminuzione. I livelli di vanità sembravano un fattore protettivo particolarmente importante per prevenire gli effetti del narcisismo sulla salute e la soddisfazione della vita.
Il mancato raggiungimento di obiettivi come avere una relazione e dei figli era associato alla persistenza di livelli più alti di vanità. In effetti, avere figli e una relazione intima è stato associato a un calo più marcato della vanità.
Questi risultati rispecchiano quelli ottenuti su altri tratti della personalità, mostrando che la conformità ai ruoli sociali relativi all’età, che promuovono lo spostamento della propria attenzione da sé agli altri, è legata allo sviluppo di un adulto più maturo.
Chi aveva ruoli di leadership aveva un calo minore del narcisismo in generale, forse perché quelle posizioni avevano rafforzato e continuato ad alimentare la loro «fame» narcisistica. Guardando lo schema complessivo dei risultati, sembra quindi che le persone in media tendano a diventare meno narcisiste nel passaggio da giovani adulti alla mezza età, e che l’entità di questo declino sia in relazione alla carriera e ai percorsi familiari che una persona persegue in quella fase della vita.
Il ruolo delle esperienze
Un limite dello studio è che nel campione di laureati esaminati i lavori di maggior prestigio e gli stipendi più alti erano sovra-rappresentati, quindi i test dovrebbero essere replicati in soggetti con una gamma più ampia di risultati di vita prima di concludere che si applicano alla popolazione generale. Tuttavia, i dati raccolti si aggiungono a una crescente letteratura sulla personalità che suggerisce che il tipo di eventi della vita che sperimentiamo non sono completamente casuali, ma derivano in parte da differenze nella nostra personalità.
Le esperienze di vita sono in parte dovute al fatto che le persone scelgono quelle che si adattano al loro temperamento o che le loro esperienze sono scelte da altri in base alla loro personalità. Questi risultati sono anche coerenti con le ricerche che dimostrano che eventi significativi della vita – come l’investimento in un lavoro, in una relazione, nella famiglia, nella religione o nel volontariato – possono anche causare un significativo cambiamento di personalità. Questo sembra vero anche per il narcisismo. Mentre il narcisismo predice la probabilità di certi esiti, l’impegno in cose che ci portano al di fuori di noi stessi può moderare il narcisismo.
Gli adulti più anziani si lamentano spesso che i giovani di oggi sono terribilmente egocentrici e narcisisti. Tuttavia, studi recenti hanno messo in dubbio questa convinzione, suggerendo invece che oggi i giovani in realtà non siano più narcisisti di quelli delle generazioni precedenti. Il lavoro di Wetzel e colleghi suggerisce l’intrigante possibilità che ogni generazione di adulti consideri i giovani molto più vanitosi e pretenziosi di se stessi alla loro età, non perché sia vero, ma semplicemente perché gli adulti sono cresciuti.
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Autore: Scott Barry Kaufman
Fonte: «You’re still so vain; changes in narcissism from young adulthood to middle age» di Eunike Wetzel, Emily Grijalva, Richard W. Robins e Brent W. Roberts pubblicato sul «Journal of Personality and Social Psychology»