A volte ci capita di non avere coscienza di ciò che sta accadendo intorno a noi, di essere la causa principale delle nostre sofferenze o di quella altrui senza poi riuscire ad ammetterlo. Ecco, parliamo dell’Ombra, della parte più inconscia di noi, di colei che si nasconde alla coscienza per nascondere alla parte cosciente, quella più negativa.
In pratica, le persone collegano il loro lato Ombra a tutti quegli aspetti negativi, a quelle immagini di sé da ripudiare, condannare e quindi nascondere.
Se n’è occupata la letteratura con Il Dr. Jekyll e Mr. Hyde, e il cinema, per esempio con Fight Club, racconti di come possa essere conflittuale se non tragico il rapporto con la propria ombra.
Cos’è l’ombra?
L’Ombra è un concetto che Jung ha formulato per descrivere l’insieme delle funzioni e degli atteggiamenti non sviluppati della personalità umana, rappresenta tutti i contenuti rifiutati, rimossi e non autorizzati dalla coscienza, per l’educazione e le influenze a cui è sottoposto l’individuo
Con ogni nome la psicologia ha provato a definire il lato oscuro della nostra personalità: depressione, ansia, narcisismo, manipolazione, vittimismo….. Per Ombra si intende un contenuto psichico che non è in relazione con la coscienza, o comunque di cui si è scarsamente consapevoli. L’Ombra è ciò che una persona crede di essere e non vorrebbe essere, somma di tutte le qualità sgradevoli che si vuole rigettare, il lato oscuro in noi ovvero quello che si considera inaccettabile.
La Persona è, per Jung, intesa secondo l’antico significato attribuito dai greci, ovvero, la maschera che ognuno di noi porta e che viene determinata dal ruolo che occupa all’interno della società. Ma come esiste l’esteriore esiste l’interiore: alla Persona si contrappone l’Ombra, ovvero, l’inconscio, che instaura con questa un relazione compensatoria, come il bene e il male.
La natura dell’Ombra
Carl Gustav Jung ritiene che l’essere umano deleghi all’Ombra tutto ciò che ritiene essere negativo: l’Ombra diventa il peso di tutti i sentimenti umani che generano senso di colpa, vergogna, dolore, perversione e quant’altro il Super-Io possa ritenere degno di essere giudicato ed escluso. Per conoscere realmente chi si è, dice Jung, bisogna partire dal riconoscere che in sé esiste anche l’Ombra e che tutta l’oscurità che noi riconosciamo intorno a noi, in realtà, vive innanzitutto dentro di noi.
L’Ombra viene proiettata all’esterno
L’Ombra, come tutto ciò che è inconscio, viene proiettata. Cosa significa? Vuol dire, vedere negli altri gli aspetti e le qualità di cui noi non siamo consapevoli, e pertanto, ci sentiamo particolarmente attratti dalle persone su cui proiettiamo. Di conseguenza non facciamo altro che pensarli, osservarli e parlare di loro, come se fossero il centro della nostra attenzione.
Magari di quella persona pensiamo “Che persona inaffidabile! Non la sopporto!” e allora non vogliamo riconoscere qualcosa di simile al nostro carattere. In sintesi, le profonde antipatie ingiustificate sono quasi sempre il frutto della proiezione della propria Ombra.
Rappresentazioni dell’Ombra: come si manifesta l’Ombra
L’Ombra si manifesta in vari atteggiamenti negativi dominanti. Vi è l’Ombra rappresentata da quelle persone che abitualmente attribuiscono ad altri la colpa della loro incapacità: sono gli altri i responsabili della loro infelicità e in virtù di questa ‘ingiustizia’, pretendono una sorta di risarcimento per i torti subiti.
Quando la nostra vita è dominata da questo tipo di Ombra, può accadere che, non comprendendone le ragioni, diventano ostili con tutti (e i primi bersagli sono, paradossalmente, proprio coloro che cercano di aiutarli), facendo del male a se stessi e/o agli altri.
In casi del genere si può entrare in depressione, avere atteggiamenti del tipo: “… sto male, non ci riesco, tutti contro di me, non mi va, non ti aspettare nulla da me, ecc “.
Altra figura è quella del ‘privo di scrupoli’, del ‘il fine giustifica i mezzi’; in questo caso, il Super-io viene condannato all’esilio con il risultato effimero di avere la sensazione di essere liberi da ogni preoccupazione morale, etica o del bene comune. Ciò che conta è mirare allo scopo, portare a casa il risultato, superando se non addirittura rimuovendo ogni eventuale principio morale preesistente.
In questo clima, si sta esageratamente all’erta e ogni cosa che viene vista come non utile è bollata come dannosa ed eventuali soggetti che si pongono sul proprio ‘cammino’ sono percepiti come una minaccia o una sfida da affrontare e vincere.
Quanti amici, parenti, partner, etc, (oppure noi) ci mettono al corrente del proprie inguaribili sofferenze e nel fare ciò fanno sentire l’altro come colpevole? Nel fare ciò, chi è dominato da questa Ombra, si comporta in modo ricattatorio al solo scopo di dominare o soffocare gli altri.
Poi non si può non menzionare coloro che per raggiungere una perfezione impossibile, per essere cioè all’altezza di un impossibile traguardo, tentano continuamente di migliorarsi, facendo infiniti corsi, senza però sentirsi mai pronti per impegnarsi in qualcosa da realizzare.
Al polo opposto invece ci sono i soggetti che hanno comportamenti distruttivi e con possibili dipendenze (farmaci, alcol, droga, gioco, shopping, etc). Tali persone si precludono ogni possibilità di relazionarsi, hanno un’autostima inesistente, difficoltà nel mondo lavorativo e sono inclini ad un uso molto spesso incontrollato della violenza fisica e psichica. La loro incapacità di controllarsi spesso li conducono a compiere azioni criminose.
Altre manifestazioni dell’ombra sono quelle rappresentate dai seduttori incalliti, da coloro che sono dipendenti in modo patologico dall’amore e dal sesso, da coloro che impazziscono quando si credono innamorati per poi sentirsi distrutti quando finisce; coloro che si identificano con il lavoro e ne fanno l’unica ragione di vita; le persone che usano l’autorità per schiacciare gli altri o che sono abilissimi nel declinare al negativo (di se stessi e degli altri) tutto ciò che di positivo c’è.
Il paradosso dell’Ombra
Secondo Jung, l’uomo che si identifica con la sua immagine pubblica trascurando la sua vita inconscia fa sì che questa parte da lui ignorata venga fuori da sola, con una forza esplosiva, nei rapporti che lui ha con le persone che lo circondano.
Pertanto, più tendiamo a mantenere l’Ombra in una dimensione inconscia, più questa cresce, si amplia, diventa vorace e acquista potere. L’ombra, se rimane isolata dalla totalità, porta progressivamente ad una destrutturazione della Persona e alimenta nell’essere umano una distruttività tale da boicottare e rovinare se stesso, le sue relazioni: il mondo comincia sempre di più ad essere guardato e interpretato attraverso lenti alterate e malate che ne distorcono la forma e lo portano, sempre di più, alla destrutturazione e all’annientamento.
Riconoscere l’Ombra
La via da seguire è dunque quella di prestare attenzione a questa personalità interiore, letteralmente parlando con sé stessi. Si dovrebbe superare qualsiasi imbarazzo nel farlo e consentire a ciascuna parte di sé stessi di parlare con l’altra, in modo che entrambi possano sentirsi pienamente ascoltati.
E’ importante mantenere un atteggiamento non giudicante. Se si giudica l’altra parte di sé stessi, essa potrebbe guadagnare potere perché si sente offesa e pertanto giustificata nelle sue lamentele. E’ qui che la terapia può aiutare. “Il corso della terapia è quindi come una conversazione con l’inconscio”, scrive Jung . E quando si sentono ascoltate, le tensioni tra la personalità interna ed esterna si placano, regalando una vita più serena. Inoltre, si avrà più energia per affrontare la vita, perché ci si sentirà meno in guerra con sé stessi e con le persone intorno a sé.
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Grazie post molto istruttivo… mi hai acceso una lampadina.