Parlare di coppia è semplice. Le coppie esistono da sempre, eppure oggi ci ritroviamo ad affrontare sempre più una nuova realtà. Quella delle troppie. Ma quando sentite parlare di troppia, cosa vi viene in mente? Forse tra di voi c’è ancora qualcuno che non conosce questa parola: se è davvero così non temete, in questo articolo cercherò di mettere in rilievo cosa sia dunque il poliamore e le sue varie forme. Cercheremo di capire non solo cosa comporta, ma anche cosa bisogna fare di fronte a determinate situazioni.
Riflessioni introduttive sul termine “troppia”
Poliamore e troppie: questa è sicuramente una realtà che interessa comuni mortali e vip. Una realtà con cui si può essere d’accordo o meno. Una realtà che si tende a tener nascosta o che si può “sbandierare” tranquillamente. Ognuno di noi ha un diverso approccio alla questione: pensate, per esempio a Willow Smith, figlia di Will Smith e Jada Pinkett: durante il programma televisivo Red Table Talk, ha rivelato pubblicamente di credere nel poliamore.
Molti di voi si staranno chiedendo: ma cos’è il poliamore?
Prima di parlare di questo, soffermiamoci sul termine troppia. Cosa significa? Partiamo con il dire che è sicuramente una recente invenzione e si verifica quando una coppia si fidanza con un singolo. Dunque se si parla di troppia, si parla di un fidanzamento a tre a tutti gli effetti.
I tre soggetti sono dunque innamorati e da innamorati praticano del sesso, proprio come quando ci si ama in due. A questo punto vi starete chiedendo “ma com’è possibile tutto questo”? In realtà è possibile e come, infatti esistono le troppie ed esistono quindi i doppi messaggi la mattina per il buon giorno, i doppi regali a San Valentino.
Parliamo della coppia 3.0, in sostanza
Parlare di troppia ci porta dunque a parlare di poliamore, un fenomeno sociale che continua ad attirare l’attenzione e che è ben visto da alcuni, ma poco da altri. Perché?
In cosa consiste il poliamore?
Iniziamo con il dire che il termine poliamore nel 2006 è stato incluso nell’Oxford English Dictionary come “quella pratica di impegnarsi in molteplici relazioni sessuali con il consenso di tutte le persone coinvolte” e sembra stia prendendo sempre più piede anche in Italia.
Questo termine sembra dunque indicare una forma di relazione opposta alla monogamia ed è stato coniato da più persone, tra cui Morning Glory Zell-Ravenheart che introdusse il termine “relazione poliamorosa” nel suo articolo. Su cosa si basa, dunque, questo tipo di relazione? Il poliamore è un tipo di relazione affettiva che ha alla base un presupposto: poter amare più di una persona.
A tal proposito riportiamo alcune definizioni di poliamore:
- «È la capacità di provare sentimenti d’amore per più persone allo stesso tempo, con comprensione, empatia e gentilezza» afferma Florence Rivières, 27 anni, scrittrice e attrice.
- Isabelle Broué, regista di 49 anni lo definisce come «la possibilità di vivere relazioni non esclusive, consensuali ed etiche, amorose o meno, sessuali o meno. È diverso dal libertinaggio che si concentra esclusivamente sul sesso».
Come potete ben comprendere, il poliamore si trova dalla parte opposta della monogamia e c’è chi appunto crede sia impossibile fare quello che il poliamore presuppone e chi invece è disposto ad aprire il suo cuore a più di una persona. Nel poliamore rientrano proprio le troppie ma anche le famiglie allargate e tutte quelle situazioni lontane dalla convenzione sociale che vede un soggetto legarsi solo ad un altro soggetto.
Qual è la caratteristica principale delle relazioni poliamorose?
La sincerità. Ebbene si: i soggetti coinvolti sanno benissimo dell’esistenza di un’altra persona o di altre persone, per questo non si può parlare di tradimento.
I partner sono tutti consapevoli del fatto che non sono i soli e per questo non si può parlare nemmeno di mancanza di rispetto. Ecco che dunque possiamo definire il poliamore come quella possibilità di poter avere più di una relazione, a tutti gli effetti, con il consenso di tutti i soggetti coinvolti. Per capire questo basta far riferimento all’etimologia del termine che si compone di “poli” che deriva dal greco e sta per molti e “amor” che deriva dal latino e sta per amore. Dunque unendo le due parti del termine viene fuori “molti amori”.
Questo fenomeno interessa poche persone?
Diversi siti internet legati alle comunità LGBTQ+, in Italia e nel Mondo testimoniano come le persone poliamorose si aggirano tra il 3% e il 4% e a tal proposito bisogna sottolineare una cosa fondamentale: i poliamorosi possono essere eterosessuali, omosessuali o bisessuali.
Le forme del poliamore: quali sono?
Da quanto detto qui sopra si evince che l’essere una troppia significa far parte del poliamore che può, però, assumere anche altre diverse forme. Quella che stiamo considerando consiste in una triade, ovvero in una relazione paritaria a tre, dove i membri sono in equilibrio, ma si parla di poliamore anche in altri casi: nelle relazioni a T per esempio, ovvero quelle relazioni dove un partner “secondario” frequenta una coppia che ha un legame più forte. Dunque qui non vi è equilibrio tra le parti e non si parla dunque di troppia.
Oppure la relazione a V, dove invece uno dei tre è il punto di contatto tra gli altri due che però non sono coinvolti tra loro né a livello emotivo né sessuale. Anche in questo caso non siamo in presenza di troppia, ma comunque siamo in presenza di poliamore.
Diverso è invece il caso delle relazioni aperte dove i partner sono liberi di avere relazioni con altri senza che l’altro lo sappia necessariamente. In questo caso non siamo in presenza di un rapporto poliamoroso, poiché, come abbiamo visto, questo, per poter configurarsi come tale, deve poter rispettare delle regole. Quali? Continuate a leggere.
Le regole e le problematiche della troppia e del poliamore
Come detto, i rapporti poliamorosi e quindi anche le “troppie”, per poter sopravvivere ed essere ritenuti tali, devono poter rispettare delle regole, ovvero degli accordi in termini di relazione che devono essere tenuti in considerazione, affinché si possa preservare la regola di base, ovvero il rispetto per gli altri.
Parliamo di regole che possono riguardare le nuove conoscenze, le cose che devono essere condivise, i temi e il coinvolgimento emotivo.
In questi rapporti la comunicazione e la condivisione sono fondamentali: ogni partner deve poter condividere con gli altri due informazioni, emozioni e sentimenti. In una troppia, per esempio, i partner possono disapprovare un determinato partner. Questo perché deve essere rispettato un valore importante: il consenso che poi è quell’elemento su cui si fonda il poliamore.
Tutto questo ha lo scopo di preservare la salute della troppia: ovviamente le regole possono essere riviste, a seconda delle esigenze della stessa. In questi legami manca il possesso o l’esclusività: quando si parla di fedeltà, si intende rispetto agli accordi presi più che al soggetto in sé. Dunque si diventa infedeli nel momento in cui si ha una relazione segreta che non rispetta gli accordi presi.
A questo punto vi starete chiedendo: “ma questi soggetti non possono provare sentimenti di gelosia”? Questa domanda non può che sorgere in modo spontaneo, dal momento che si parla di un rapporto a tre. Può infatti capitare che uno dei partner si senta trascurato e quindi in un certo senso anche insicuro.
A tal proposito si sono espresse le ricercatrici A. Ritchie e M. Barker che hanno proprio coniato un termine per definire questo tipo di gelosia, ovvero wibble. E questo può essere e rappresentare propria una delle problematiche di queste coppie, anzi troppie.
Come afferma Geoffrey Miller, professore di psicologia presso l’Università del New Mexico, uno dei ricercatori nell’ambito della psicologia evolutiva, delle sessualità “alternative” e del poliamore, la gelosia è un sentimento che ha radici evolutive e in quanto tale è anche adattiva, poiché serve a rinforzare il legame di coppia e questo vale anche per le troppie che come le coppie devono solo imparare a gestirla.
Tra le altre problematiche che possono essere riscontrate abbiamo, per esempio, la mancanza di una comunicazione adeguata, sensi di colpa rispetto agli altri membri della troppia, paura di perdere potere sul partner, ma non solo. Possono essere sperimentate anche delle problematiche sociali: ovvero le preoccupazioni che amici e famiglia possano non condividere queste scelte o giudicarle in modo negativo.
Consigli: cosa fare in questi casi?
Dopo aver capito cosa sia una troppia e cosa presuppone il poliamore in generale, cerchiamo di capire cosa dobbiamo fare in queste situazioni particolari. Siete tra quelli che vogliono intraprendere una relazione di questo tipo?
Bene, tenete a mente che in questi rapporti è fondamentale la sincerità, la trasparenza, la consapevolezza che tutto questo non deve mancare. Altrimenti è facile cadere nel tradimento: qui proprio perché tutto è condiviso, non si parla di questo. Ma non dimentichiamo che tutti e tre i membri del rapporto devono essere consenzienti.
Ovviamente bisogna essere pronti a gestire le dinamiche che un rapporto di questo tipo comporta, dunque non dovete sottovalutare la portata emotiva di tutto questo. Accettare questo significa anche poi dover fare i conti, eventualmente, con una serie di problematiche delineate, dunque tenete in considerazione la complessità di questi rapporti. Inoltre ricordiamo che una persona dovrebbe scegliere una modalità d’amore di questo tipo solo se è in linea con i propri valori.
Chi sceglie questa strada, infatti, lo fa perché ritiene che i sentimenti non devono limitarsi alla diade che tutti noi conosciamo, ma che si possa estendere il tutto anche ad un’ulteriore persona, per vivere pienamente la relazione.
Siete contrari a queste scelte relazionali?
Sicuramente siete liberi di non essere d’accordo, se volete e desiderate prediligere la monogamia, ma al contempo è consigliabile cercare di non criticare ciò che non condividete. Come delineato in questo articolo, vi sono diversi tipi di rapporti e ognuno di noi è libero di vivere quello che vuole, ovviamente nel rispetto degli altri. E voi da che parte state?
Riflessioni conclusive: cosa abbiamo detto finora?
Come abbiamo visto sin ora parlare di poliamore e nello specifico, di troppie significa parlare comunque di relazioni fondate sul rispetto, sulla negoziazione, sul consenso e sulla reciprocità. Abbiamo visto che vigono delle regole ben precise che devono prevedere una comunicazione attiva e che possono riguardare diversi aspetti della relazione.
Queste, ricordiamolo, possono essere riviste e modificate man mano che la relazione cambia. Inoltre abbiamo messo in evidenza come il tema della fedeltà si riferisca proprio al rispetto degli accordi presi e che si parla di tradimento solo se si intraprende una relazione segreta che appunto, viola, gli accordi presi.
Autore: Davide Algeri, psicologo e psicoterapeuta. Riceve per appuntamento online e nel suo studio di Milano. Contatti: tel.348 53 08 559-Email davide.algeri@gmail.com
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