Hai mai pensato al motivo per cui ti senti sempre fuori posto e inadeguato? Ti sei mai chiesto cosa ti manca per riuscire in qualcosa o superare un determinato problema? Forse sei inconsapevole che le redini della tua vita sono tenute dalle mani di un bambino interiore ferito e dimenticato.
Tutti abbiamo un bambino piccolo dentro di noi. Mi riferisco a quel bambino che è sinonimo di gioia, creatività e fantasia, ma anche di paura, angoscia e smarrimento, che in psicologia chiamiamo “il bambino interiore”. Questo bambino, con le sue luci e le sue ombre, si riflette in molte delle nostre azioni quotidiane e nelle decisioni che prendiamo. Ovviamente non si tratta di un bambino in carne e ossa, ma di quella parte del nostro “io” che non è completamente cresciuta.
Chi è il bambino interiore ?
Il bambino interiore è la struttura psicologica più vulnerabile e sensibile del nostro “io”. Lo psichiatra Carl Jung nel 1912 ha descritto per primo la figura metaforica del bambino interiore (Inner Child) coniando il termine “puer aeternum”. Nel corso degli anni la psicologia ha sviluppato questo concetto fino a farlo diventare parte integrante delle terapie moderne.
È formato fondamentalmente dalle esperienze, sia positive che negative, che abbiamo durante i primi anni dell’infanzia. In base al tipo di esperienze e a come le interiorizziamo, il bambino interiore può essere una “piccola persona” felice, ottimista e sensibile o, al contrario, una persona timorosa della vita, imbronciata e irascibile.
Se hai imparato a sopprimere e negare i tuoi sentimenti, questo in qualche modo ti ha permesso di sopravvivere, perché ti ha consentito di scollegarti dalle tue emozioni e dalla tua sofferenza. Per intraprendere la via della guarigione, però, è importante connetterti nuovamente alle emozioni che hai tagliato fuori tempo fa e raggiungere il profondo di te stesso per arrivare al tuo bambino interiore.
Molti di noi dimenticano quel piccolo bambino che è stato parte di noi, il bambino che siamo stati, con le sue paure, insicurezze e il disperato bisogno di essere amato. Eppure, dentro di noi, quel bambino interiore esiste ancora.
Per guarire le tue ferite del passato devi amare, confortare e nutrire il bambino che è dentro di te. Impara a conoscere il bambino dentro di te. Impara a trattarlo come un bravo genitore farebbe con il suo amato figlio. Ascolta le sue esigenze. Il tuo bambino interiore ha bisogno di sapere che tu (la parte adulta di te) non lo trascurerai e non lo maltratterai come hanno fatto gli altri adulti nella sua vita.
Sfortunatamente, spesso finiamo con il perpetuare il ciclo trascurando e maltrattando il nostro bambino interiore come i nostri genitori hanno fatto con noi. Ignoriamo il nostro bambino, ci vergogniamo di lui, non ci prendiamo cura di lui in modo appropriato. Facciamo finta che i suoi sentimenti di paura e insicurezza e il suo bisogno di essere amato non esistano.
Comincia a ricordarti che tipo di bambino sei stato
Con il passare del tempo questo bambino si nasconde nel profondo del nostro essere ma viene alla luce in determinate circostanze, come quando dobbiamo affrontare un progetto che richiede molta fantasia o quando riviviamo una paura che, da adulti, non dovrebbe spaventarci. La maggior parte delle persone non è consapevole dell’esistenza di questo bambino interiore, ma la verità è che a volte è lui che determina come rispondere a determinate circostanze.
Chiudi gli occhi e visualizza il tuo bambino quando aveva bisogno di nutrimento e protezione. Prendi l’intera immagine, compresa l’espressione facciale e la postura del corpo. Puoi immaginarti da neonato, da bambino piccolo o più grande.
L’immagine è significativa, dal momento che può rappresentare il momento in cui hai avuto più bisogno. Accetta questo bambino interiore che è stato emotivamente deprivato e ha dovuto far finta che le emozioni non esistessero. Non continuare a deprivarlo dell’amore e del supporto che con tale urgenza reclama e piange per avere.
Come sapere se il tuo bambino interiore è ferito?
Quando siamo piccoli, tutti viviamo esperienze positive e negative. Se viviamo una situazione negativa e siamo in grado di risolverla in modo adeguato (vivendo il dolore corrispondente, dandoci il tempo di guarire e chiudendo le ferite), allora questa esperienza sarà incorporata nel nostro “io” senza causare danni nel passaggio alla fase successiva di sviluppo.
Tuttavia, se non siamo in grado di superare l’impatto emotivo di queste esperienze, è probabile che si generino sentimenti di rabbia, frustrazione e tristezza che finiranno per influenzare il nostro bambino interiore, che dovrà portare il peso di questi problemi irrisolti. . Come puoi immaginare, questi sentimenti negativi emergono ancora e ancora, determinando come reagiamo alla realtà.
Se hai paure irrazionali, spesso provi risentimento, odio o tristezza, rispondi in modo sproporzionato a situazioni che non sono davvero così importanti o saboti costantemente i tuoi obiettivi, il tuo bambino interiore è probabilmente danneggiato. Il che è perfettamente comprensibile, dal momento che lo stai costringendo a portare il peso di ferite profonde che non si sono ancora rimarginate.
Come guarire il tuo bambino interiore
Il bambino interiore dovrebbe servire a risvegliare la speranza, la creatività, la spontaneità e la gioia. Quando ci riporta alle vecchie paure e ci spinge a comportarci in modo irascibile, diventa un problema che dobbiamo risolvere. Come farlo?
Guarire il bambino interiore è un percorso di scoperta di sé perché devi tornare indietro nel tempo per scoprire quali sono stati quegli eventi negativi che non sei ancora riuscito a superare dal punto di vista emotivo e che ti tengono legato al passato. Quando liberiamo il dolore aiutiamo il nostro bambino interiore a guarire e possiamo guardare al futuro.
Un modo per riconoscere e prendersi cura del proprio bambino interiore è instaurare un dialogo con lui. Questo può avvenire a voce o per iscritto, una conversazione immaginaria tra la parte adulta di te e la parte bambina.
Comincia il dialogo con una domanda del tipo “come stai oggi?”, “cosa c’è che non va?”, “sembri arrabbiato, qualcosa ti ha dato fastidio?”. Con la pratica, il tuo bambino interiore riuscirà a esprimere come si sente. L’adulto sarà quindi in grado di ascoltarlo, consolarlo e diventare un “buon” genitore.
L’unico modo per guarire il bambino interiore è diventare il genitore che avrebbe voluto avere
A volte questo viaggio nel passato può essere doloroso, poiché scava in ferite che non si sono rimarginate del tutto. In tal caso, potresti valutare di farlo con uno psicologo che sia in grado di guidarti attraverso i recessi della tua mente e guidarti attraverso il processo.
Fortunatamente oggi esistono strumenti terapeutici come l’ipnosi o l’ EMDR, che permettono di accedere a quei ricordi registrati nella nostra memoria emotiva e di guarirli, permettendoci di guarire le ferite del passato.
Abbraccia il tuo bambino interiore
Se scegli o meno di seguire un percorso terapeutico, è comunque fondamentale continuare il dialogo con il tuo bambino interiore. Controlla spesso come si sente. Ascoltalo da vicino. Ti dirà di cosa ha bisogno per sentirsi più al sicuro. Ti dirà quando lo trascuri (ovvero trascuri i tuoi bisogni emotivi). Se gli dai quello di cui ha bisogno, sarai maggiormente in grado di continuare il tuo processo di guarigione fino alla fine. E queste emozioni positive si rifletteranno anche nelle situazioni esterne, comprese le relazioni che saranno più sane e soddisfacenti.
Adesso voltati indietro
Con la mente puoi riavvolgere il filo dei giorni. Indietro, fino all’adolescenza e all’infanzia. Quali erano i tuoi sogni di bambino? Prova ricordare che cosa ti faceva ridere; di cosa avevi bisogno, che cosa speravi. Ogni persona e situazione che affrontiamo rappresenta uno spunto che ha reso la nostra storia ricca di bivi, ostacoli, percorsi.
Permetti al cuore di sentire le lezioni più importanti imparate fino a oggi. Senti quanta ricchezza c’è nella tua storia. Tieniti stretto il tuo “presente” e trasformalo nella bussola capace di fare da guida al tuo cuore.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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