Se non bevi per diversi giorni, se non mangi, se ti esponi al freddo (…) il tuo corpo ne risentirà. Ma cosa succede quando sono bisogni emotivi a essere insoddisfatti? Cosa succede se mancano senso di appartenenza, condivisione e connessione con l’altro? Oppure, cosa succede se a mancare non sono i legami affettivi ma è l’autostima, con un senso di identità forte e coeso?
È luogo comune considerare questo tipo di bisogni quasi irrilevanti, secondari alla necessità di produrre reddito, secondari alla necessità di tenere sotto controllo l’indice di massa corporea e secondari a un mucchio di altri bisogni! Dopotutto, la mancanza di una cultura del benessere emotivo ci spinge a credere che possiamo continuare a vivere la nostra vita e assolvere alle nostre responsabilità quotidiane anche se manca il rispetto per noi stessi, manca fiducia, senso di connessione e stima… Peccato che non è esattamente così!
A pagare le spese di queste mancanze emotive, è la tua salute nella sua interezza (fisica ed emotiva), e, di conseguenza, anche il modo in cui ti muovi nel mondo e reagisci agli eventi della vita. Prendersi cura dei proprio bisogni emotivi è importante per la tua salute quanto l’esercizio fisico e la dieta sono importanti per la tua forma fisica!
I bisogni sono della persona nella sua pienezza
I bisogni sono della persona nella sua interezza, solo a livello descrittivo dovremmo scinderli in bisogni fisici ed emotivi, nell’applicazione pratica della vita quotidiana, invece, dovremmo trattarli tutti come esigenze della persona. Le evidenze psicobiologiche hanno dimostrato, già da tempo, la forte influenza che ha la psiche esercita sul corpo. Oggi siamo sempre più consapevoli di come l’ambiente psicologico riesca a condizionare l’attività di organi e apparati, fino ad aver individuato diversi meccanismi genetici ambiente-dipendenti (progressi epigenetici).
Mentre in ambito neuroscientifico le scoperte continuano a fioccare e arricchirci, sul piano teorico basta dare uno sguardo al passato per individuare autori che la sapevano lunga in fatto di bisogni! Lo psicologo americano Abrahm Maslow, già negli anni ’50, aveva compreso che i bisogni della persona possono spingersi ben oltre la fisiologia di base. Con la sua Piramide dei Bisogni, Maslow ha sottolineato quali mattoncini sono fondamentali per poter raggiungere qualsiasi livello di benessere, oltre (chiaramente) la mera sopravvivenza.
Sicuramente i lettori più affezionati di Psicoadvisor hanno già familiarità con la piramide dei bisogni di Maslow: una scala gerarchica che partendo dai bisogni fisiologici di base, si spinge fino al vertice della piena realizzazione personale. Per chi ne fosse a digiuno, ecco una breve ricapitolazione, dopodiché mi soffermerò sulla base della piramide perché spesso, a molti di noi, quando si parla di benessere emotivo, mancano proprio le basi!
In breve, il valore gerarchico della sua piramide è intuitivo. Prima di poter soddisfare i bisogni di stima, autocontrollo e realizzazione, sarà necessario soddisfare il bisogno di appartenenza (sentirsi parte di qualcosa), di condivisione, amore e affetto. Ancora, per soddisfare il bisogno di amore, condivisione e appartenenza, è necessario provare sicurezza e, ovviamente, non essere affamati o assetati! Ci muoviamo nella vita motivati dalle nostre esigenze e, in un’ottica piramidale, dovremmo attraversare una progressiva soddisfazione fino a raggiungere il vertice dell’autorealizzazione.
Partiamo dalle basi: la sicurezza
Alla base della piramide vi è la soddisfazione di bisogni fisiologici come il sonno e l’alimentazione, fattori indispensabili per garantire il buon funzionamento del nostro organismo. Sempre nella parte bassa della piramide troviamo i bisogni di sicurezza. Se la sicurezza fisica può essere garantita da una dimora, molto più difficile è riuscire a garantirsi una buona sicurezza emotiva.
Molti di noi si sentono costantemente minacciati e, nel tentativo disperato di proteggersi, finiscono per essere aggressivi, permalosi e frustrati. Il nostro non sentirci emotivamente sicuri, ci fa diffidare di tutti. Finiamo addirittura con l’essere astiosi con il nostro partner solo perché manca una forte fiducia.
Il nostro senso di sicurezza personale si forma durante l’infanzia. È in questo periodo che stringiamo i nostri primi legami interpersonali. Se i nostri genitori riescono a farci sentire sicuri entro quel legame, ci sono buone possibilità che da adulti riusciamo a nutrire tale sicurezza. Purtroppo, però, non sempre va così.
Trascuratezza emotiva, mancanze, torti subiti, violenza, bugie, abusi (…) vanno a minare quella che in psicologia è definita fiducia epistemica primaria. Quando veniamo al mondo, lo facciamo con il bisogno intrinseco di essere accuditi e riconosciuti. E, pertanto, con il bisogno di affidarsi alle figure genitoriali da cui dipende la nostra sopravvivenza. Se i processi regolativi ed emotivi del bambino sono adeguatamente accolti e sostenuti, potrà interiorizzare quella base sicura che lo accompagnerà per tutta la vita nel fare esperienza di sé, degli altri e del mondo. Questa forma primaria di fiducia, che Fonagy definisce fiducia epistemica, si costruisce grazie alla mentalizzazione. Ovvero, alla soddisfazione di quei bisogni intrinseci di accudimento e riconoscimento.
Ciò dipende dalla capacità che hanno avuto i nostri genitori di riconoscerci nella nostra individualità. Non è qualcosa di scontato. Quando veniamo al mondo, i nostri genitori proiettano su di noi le loro ambizioni, i loro desideri. Il risultato? La nostra identità viene completamente schiacciata dalle loro aspettative. Manca la mentalizzazione e noi non abbiamo la possibilità di sviluppare il nostro senso di sicurezza.
Quali sono i tuoi bisogni insoddisfatti?
Prova a rispondere a queste semplici domande per andare alla radice dei tuoi bisogni insoddisfatti. Molto spesso ci sentiamo in crisi esistenziale, mentre ciò che ci manca è semplicemente un senso di sicurezza, una fiducia primaria, una base sicura da cui ripartire! Prova a riflettere su queste domande.
- Hai difficoltà a prendere decisioni da solo?
- Sei permaloso?
- Hai un’immagine di te stesso positiva?
- Ti rimproveri spesso per gli errori commessi?
- Stai spesso sulla difensiva?
- Riesci a rilassarti?
- Sei in grado di stringere e mantenere legami profondi?
- Hai un buon autocontrollo?
- Riesci a fidarti del prossimo?
- Hai fiducia nelle tue capacità?
- Tendi a rimuginare sul passato e sul presente?
- Desidereresti mantenere tutto sotto controllo?
- Hai l’impressione che le cose ti sfuggano di mano?
- Riesci a perseguire i tuoi obiettivi o ti blocchi?
- Temi il giudizio altrui?
- Hai la tendenza al perfezionismo?
Quando le persone soddisfano i propri bisogni (o per lo meno sentono che sia così), entrano in una fase temporale che può essere considerata uno stato di omeostasi, in altre parole uno stato di equilibrio interno in cui poter raggiungere un livello superiore di felicità e/o autorealizzazione personale. Al contrario, quando un bisogno rimane insoddisfatto, si vive come intrappolati, nel disperato tentativo di voler soddisfare quel bisogno rimasto in sospeso!
Bisogni per compensare mancanze e bisogni di crescita
Se siamo intrappolati in bisogni che nascono per compensare mancanze del nostro passato, non riusciamo ad accedere e soddisfare i nostri bisogni di crescita. Ciò che pochi specificano è che quelli posti sulla piramide di Maslow sono bisogni di due tipologie differenti.
Maslow si riferisce ai primi quattro bisogni come “d-need”, ovvero “deficiency need”. Se non soddisfatti, tali bisogni, causano uno stato di tensione e ansietà che impedisce alla persona di soddisfare bisogni più evoluti, come la piena realizzazione del sé. I bisogni legati a mancanze sono:
- bisogni fisiologici (fame, sete, sonno…)
- di sicurezza (emotiva e fisica)
- bisogni di appartenenza (come il bisogno di amore)
- bisogno di stima (riconoscimento)
Se non mangiamo, abbiamo fame, se continuiamo a non mangiare, difficilmente riusciremo a vivere la nostre giornate. Analogamente, se non siamo stati amati, diventiamo affamati di amore e bloccati in un desiderio insoddisfatto. Ancora più nel profondo, se non abbiamo sviluppato un senso di sicurezza, subiamo la pressione di qualsiasi minaccia, reale o solo percepita.
Eccoci arrivati ai bisogni di crescita. Possiamo puntare all’auto-realizzazione personale solo quando avremo sanato ogni mancanza. Tutto ciò che concerne l’autorealizzazione personale è legata a quei momenti significati in cui riesci a essere, per te stesso, la migliore versione di te. Trasformare la tua vita in quella che meriti e non in quella che, mancanza dopo mancanza, ti è capitata. E no, non è una frase fatta. Quello che Maslow intende per auto-realizzazione, del resto, è esattamente diventare il meglio di ciò che possiamo essere!
Una lettura per crescere
Se vuoi imparare a soddisfare i tuoi bisogni fondamentali (sicurezza, appartenenza e stima), ti consiglio la lettura del mio manuale di psicologia. S’intitola «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» ed è già annoverato tra i libri più venduti del 2022. In ogni pagina ti spiego come analizzare le mancanze del tuo passato per scrivere al meglio il tuo presente, svincolandoti dai bisogni insoddisfatti e costruendo la tua piena autonomia. Il libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» lo trovi su Amazon e nella tua libreria di fiducia. Per tutte le info, ti rimando a questa pagina Amazon.
Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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