Nella stragrande maggioranza delle coppie, dopo il primo momento magico di innamoramento, subentrano meccanismi della personalità che portano al conflitto. Tra due persone che condividono un sentimento comune come l’amore ci possono essere tante similitudini e punti d’accordo, ma non saranno mai identiche. Continuamente si confrontano nell’espressione di bisogni differenti e nella proposta di ideali e modi di agire altrettanto diversi. Proprio per queste ragioni, nel quotidiano non mancano occasioni in cui le divergenze possano sfociare in conflitti.
Storie di vita ed esperienze differenti fanno si che in ogni persona si costituiscano nel tempo dei “pregiudizi”, idee che si strutturano condizionate dal sistema familiare e socioculturale da cui si proviene, che spesso trovano conferma nelle relazioni future e si rafforzano arrivando ad apparire ai nostri occhi come idee perfette, le più giuste e le uniche possibili. Sappiamo bene quanto queste situazioni siano difficili e dolorose da gestire. Al di là del motivo scatenante, però, ciò che è pericoloso in questi momenti è la carica di aggressività che può essere riversata nel litigio, rendendo la discussione non solo inutile ma anche distruttiva.
Dentro ognuno di noi esiste una serie di credenze, convinzioni, condizionamenti, appartenenti alla sfera della personalità, che ci fanno vedere la vita da una certa prospettiva, diversa da chiunque altro.
E’ come se ognuno di noi guardasse il mondo da un paio di occhiali personalizzati, le cui lenti sono composte dal sistema di credenze e di condizionamenti ricevuti nell’infanzia da una serie di figure di riferimento che ci hanno educato e insegnato come dobbiamo vivere la vita. Quando ci rapportiamo al nostro partner da questo spazio, è inevitabile che la nostra visione della vita sia diversa dalla sua, e dunque da qualche parte emergeranno degli attriti tra queste due visioni.
Le coppie che negano il conflitto appaiono agli occhi degli altri come coppie particolarmente unite e affiatate: sono sempre d’accordo su tutto, mai un litigio o una discussione accesa, sembrano innamorati come agli inizi. Ma nonostante l’apparenza idilliaca si tratta di coppie fragili e ad elevato rischio di separazione: l’ aggressività negata a se stessi e/o all’altro ricade sulla coppia in modi più sottili ma molto più dannosi. Un tipico esempio è l’assenza di complicità e comprensione: l’aggressività non espressa verso l’altro si tramuta in frustrazione e rabbia repressa..
Perché il litigio diventa distruttivo?
È nocivo quando ha solo un fine di evacuazione e non di ristrutturazione. Perché esiste in molti la tendenza a “mandare giù” le insoddisfazioni e posticipare il confronto con l’altro: in questo modo la rabbia viene sempre più compressa fino a esplodere in modo violento e fuori luogo alla prima occasione. Oppure tentiamo in ogni modo di evitare discussioni, nel timore dell’aggressività nostra e altrui o perché, “imbevuti” di moralismo, ci sforziamo di andare d’accordo a tutti i costi.
Il grado di conflittualità del litigio varia da coppia a coppia:
- alcune litigano per un attimo e subito dopo si riappacificano: in questo caso una buona domanda è chiedersi se uno dei due tende a “rassegnarsi” e a compiacere l’altro per paura di perderlo, e dunque si sforza di placare subito il conflitto;
- altre coppie litigano e non si parlano per ore o addirittura per giorni, generando un gioco di potere reciproco per vedere chi cede prima, chi è più “debole” da gettare la spugna, innescando meccanismi di chiusura, separazione e allontanamento emozionale;
- altre ancora, arrivano a usare metodi violenti, sia a livello verbale e psicologico, sia a livello fisico: qui subentrano le offese, le umiliazioni, i soprusi ecc; in questo caso il litigio diventa fonte di sofferenza mentale, emozionale e anche fisica.
Litigare è inevitabile: impariamo a farlo “bene”
Litigare in modo costruttivo è risolvere un problema; tutto il resto è vincere una battaglia contro l’altro, per se stessi! In questi casi l’obiettivo è solo spuntarla, averla vinta, mostrarsi più forti. Tutto questo può essere indice di una relazione immatura o di una relazione in cui non si gioca nella stessa squadra ma come due squadre avversarie, ognuna intenta a portare a casa il trofeo, con conseguenze più o meno disastrose per tutti. Trasformare un litigio da scontro armato a scambio di idee è, invece un possibile antidoto alla rottura delle relazioni.
Fortunatamente, litigare in maniera intelligente è possibile; i conflitti fanno parte di ogni relazione umana e in ogni coppia: se ben affrontati, rappresentano un’occasione di crescita per accedere a un livello di amore più maturo ed adulto. Si tratta, in altre parole, di affrontare i contrasti in maniera creativa e costruttiva, così che rinsaldino l’unione, invece di sfibrarla, e ci permettano una più profonda comprensione sia dell’altro che di noi stessi.
Guida al litigio intelligente
Il conflitto, dunque, è un investimento emotivo. Il conflitto indica che nella coppia c’è ancora vita, passione ed il desiderio di stare insieme…bene. Può quindi rivelarsi un “collante” e può rafforzare la relazione. Assodato che, i litigi sono qualcosa di ineliminabile, e anzi, necessari per la coppia, e che qualsiasi buona relazione non è esente da contrasti, come renderli costruttivi e non distruttivi? Seguendo questi semplici consigli, il litigio, quando avviene, può trasformarsi in un importante momento di confronto e di crescita.
1. Non evitiamo il conflitto
Evitare il conflitto significa accumulare rabbia e risentimenti che finirebbero inevitabilmente per scoppiare in maniera violenta e confusa. Piuttosto favorite il confronto e imparate utilizzare le discrepanze della coppia come una ricchezza. Infatti, un punto di vista diverso al nostro può sicuramente allargare i nostri orizzonti: il dissenso può essere un’occasione, il problema un’opportunità. E’ proprio attraverso le dinamiche e le criticità apportate dalla conflittualità stessa, che avviene la riaffermazione della propria identità e individualità.
2. Affrontiamo un problema per volta
Spesso, durante un litigio, si finisce per non sapere più né perché, né di cosa si sta discutendo. Invece, bisognerebbe sempre cercare essere precisi: ad esempio, introducendo l’argomento di cui si vuole discutere con “Vorrei parlarti di”, specificando le vostre motivazioni, e sempre restando ancorati al presente, al qui e ora, invece di rivangare il passato o di aggiungere altra carne al fuoco, creando un conflitto così aspro che sarà difficile uscirne indenni”.
3. Dividiamo i problemi
Quando si tratta di questioni complesse, può essere utile dividere il problema in micro-problemi. Ad esempio, se il motivo di discussione è la scarsa collaborazione nelle faccende domestiche, si può parlare prima della spazzatura, poi della lavatrice e poi dell’ordine in casa. Così frammentato non sembrerà più così insormontabile e si troverà più facilmente una soluzione, portando di conseguenza alla risoluzione del problema più ampio.
4. Non ci sono vinti, solo vincitori
Il conflitto non deve sfociare in una guerra aperta, ma in una collaborazione in cui vige il motto vita tua vita mea, perché in una relazione si vince solo se si vince insieme, e se uno dei due partner ha un problema, la coppia ha un problema. Non bisogna mirare a schiacciare l’altro dimostrando chi ha torto e chi ragione, ma ad un obiettivo comune: la risoluzione del problema per entrambi.
5. Consideriamo il compromesso
Uno degli errori più comuni che si fanno litigando, è dare per scontato di avere ragione e non provare neanche a comprendere quali siano le motivazioni o il punto di vista della controparte. Anche se può costare fatica, bisogna prendere in considerazione il fatto che la vostra soluzione non sia l’unica possibile e che le soluzioni del partner abbiano lo stesso valore della vostra.
6. Ascoltiamoci, invece di pensare a come ribattere
Provate ad applicare l’ascolto attivo: parlate uno alla volta, il più possibile con calma e date per assunto che sia il partner e non voi ad avere ragione. Ascoltate quello che vi sta dicendo, mettendovi nei suoi panni, facendogli delle domande precise che vi aiutino a capire profondamente le sue motivazioni. Vedendoci più chiaro, avrete davanti a voi un panorama molto più ampio di soluzioni e di comprensione reciproca.
7. Non siamo nella sua testa
Non bisognerebbe mai pensare che il partner voglia dire qualche altra cosa, rispetto a quello che vi sta effettivamente dicendo: per quanto possiamo conoscere a fondo una persona, non possiamo sapere né tanto meno immaginare sempre, quello che sta pensando. È un atteggiamento che limita l’altra persona a come noi pensiamo di conoscerla, negando la sua libertà di esprimersi.
Se si ha il dubbio che dietro quella tal frase ci sia un significato nascosto, meglio chiedere dei chiarimenti, senza supporre nulla. Quindi, non ritenere di sapere cosa sta pensando il partner, a meno che non sia esplicitamente espresso.
8. Evitiamo i confronti e le mortificazioni
I confronti non sono mai positivi: producono ira e stizza, mortificando il partner che non si sentirà considerato all’altezza della situazione e di conseguenza in grado di risolvere il problema. Anche se qualcosa non va, anche se in qualcosa il partner non si dimostra bravo, bello e buono come lo vorremmo, sarebbe ancora più nocivo infierire: si rischia solo di precludere e rendere più ardua la strada del miglioramento, facendogli intendere che manca la fiducia e che non ci si può aspettare un granché.
9. Vietato etichettare
Frasi come “Sei sempre il solito/a…” o “Non sei/fai/pensi mai…” sono altamente distruttive e certamente da evitare “perché investono un individuo nella sua totalità e non in quella precisa situazione e riguardo quel problema. In questo modo, sembra che la sua mancanza sia estesa e irrecuperabile, che “non ci si può mai fidare”, e che non ci possa essere modo né occasione per risolvere il conflitto”. Con un atteggiamento del genere, è facile che non avvenga mai.
Concentrate il discorso su un evento preciso, un comportamento, un’azione che non vi è piaciuta: l’altro sarà più propenso ad ascoltarvi senza sentirsi svalutato come persona. In questo modo eviterete reazioni violente.
10. Vietato rivangare il passato
Affermazioni quali “anche il mese scorso hai fatto così” non aiutano a discutere in modo sereno. Il litigio sano è centrato sul presente: se trascina vecchie questioni, significa invece che ci sono dei nodi irrisolti. Proponete allora di dedicare un altro momento in cui siete tranquilli per parlare delle situazioni in sospeso.
11. Niente sarcasmo, né lamentele
Se l’ironia può essere un ottimo strumento per affrontare questioni che ci stanno a cuore, il sarcasmo è assolutamente sconsigliabile. Da bandire quindi uscite del tipo “Certo che devi proprio volermi un gran bene se…” o “Certo che sei proprio bravo/a…” perché “suonano come un subdolo ricatto affettivo.
Meglio evitare anche la lamentela; è generica, mentre la coppia sta affrontando un problema specifico: l’esito più probabile sarà quello di scatenare il senso di colpa ed estendere il litigio, portandolo a dilagare anche in ambiti che inizialmente non erano coinvolti nel problema, ingigantendolo, rendendolo di fatto meno affrontabile.
12. Evitiamo di perdere la calma
È la cosa più difficile da fare durante un litigio, ma la più importante: osservarsi ed essere nel litigio stesso in piena consapevolezza. Parlare lentamente vi aiuterà a chiarirvi i pensieri mentre li esponete. Ascoltare l’altro senza interromperlo vi servirà a prendere tempo per riflettere. Cercate di monitorare anche i segnali del corpo: se il respiro o il battito del cuore accelerano troppo, siete a rischio di “esplosione di rabbia”. È il momento di fare uno stop.
È stato un litigio costruttivo se dopo…
- Ci sentiamo più leggeri
- Non rimandiamo gli impegni intrapresi prima del litigio
- Manteniamo un’alimentazione regolare: niente abbuffate o mancanza di appetito
- Non ci infastidisce la presenza del partner
Non aver paura di esprimere le tue emozioni, le tue idee, i tuoi pensieri
Non aver paura di mettere in luce al partner qualcosa che ti crea un disagio, sia che si tratti di elementi importanti che di banalità come il tubetto del dentifricio lasciato aperto, o la spazzatura non portata fuori. Ogni tematica va affrontata, non taciuta, altrimenti tenderà a ripresentarsi, talvolta anche in maniera più aggressiva di prima.
Ciò che sto per dirti può sembrare banale e scontato, ma è una verità: stare bene in coppia quando tutto va a gonfie vele, è molto semplice; la vera forza di un rapporto, emerge quando ci si ama e si è uniti anche nel momento in cui, le cose sono difficili e complicate, ecco perché è saper lottare (insieme) per la coppia e non uno contro l’altra, è importante per conferire alla relazione questa forza e robustezza. Ricorda…i problemi sono qualcosa da combattere insieme e non qualcosa che faccia combattere l’uno contro l’altra.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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