Specialmente nel corteggiamento e nelle relazioni, certe aspettative possono rovinare le opportunità e incrinare rapporti altrimenti validi. Se per esempio mi aspetto che il mio compagno non sbagli mai, o che la mia partner mi renda sempre felice, mi ritroverò sicuramente deluso e risentito; ma l’errore risiede nelle mie aspettative irreali, non nell’umana imperfezione dell’altro!
E’ quindi essenziale diventare consapevoli delle nostre aspettative, e renderci conto di quanto queste siano realistiche oppure utopiche. Perché se mi aspetto la perfezione, passerò tutta la vita a cercarla senza successo.
Desideri non dichiarati
Un altro problema delle aspettative è quando non vengono espresse chiaramente:
- Molte persone credono che i loro desideri siano del tutto normali e condivisi, quindi non li dichiarano perché si aspettano che siano ovvi anche per l’altro.
- Oppure si aspettano che l’altro riesca a indovinarli, come per magia.
- O, ancora, esitano ad esprimerli per timore del giudizio o per insicurezza.
In tutti questi casi l’altra persona, il più del volte, non avrà idea di cosa ci aspettiamo, quindi non potrà soddisfarci. Ma chi nutre l’aspettativa resterà comunque in attesa di soddisfazione (anche se non ha aperto bocca a riguardo).
Finché non le esprimiamo apertamente e chiaramente, le aspettative non possono nemmeno essere oggetto di discussione o di venirsi incontro. Rimangono una “mina vagante”, invisibile sotto la superficie dell’acqua, che esplode quando l’insoddisfazione o la frustrazione superano un certo limite, lasciando l’altro stupefatto e confuso (perché non aveva idea dell’aspettativa, quindi non capisce il motivo di quella reazione).
Aspettative sull’innamoramento e l’amore
E’ facile sottovalutare il potere delle aspettative, oppure pensare che “Io non potrei mai credere a cose assurde”; ma invece possiamo cascarci tutti (perché ci hanno sempre detto così, o perché ci piacerebbe tanto crederci). Per esempio, immaginiamo un uomo che creda “Ogni donna che mi sorride mi desidera”, oppure una donna che creda “Un uomo che esce con me deve trattarmi come una principessa, e soddisfare ogni mio capriccio”: possiamo facilmente immaginare quanto sarà problematica la loro vita relazionale.
1. L’attrazione per qualcuno è segno di amore e compatibilità
La forte emozione di quando siamo intensamente attratti da qualcuno, ed anche i miti romantici che ci raccontano, ci inducono a credere che quell’attrazione sia un segno che siamo fatti l’uno per l’altra, che “Dev’essere amore!” e staremo sempre bene insieme. Purtroppo non è così: l’attrazione non ci garantisce alcunché (se non il desiderio), e dopo la botta di adrenalina iniziale potremmo scoprire che…
- Non sappiamo cosa dirci
- Non riusciamo a capirci
- Abbiamo valori ed obiettivi diversi
- Litighiamo spesso
- Persino il sesso è deludente!
Con questo non voglio disprezzare l’attrazione (che può donarci emozioni stupende), ma solo chiarire che non dobbiamo prenderla per quel che non è. Altrimenti rischiamo di scontrarci con cocenti delusioni, o addirittura di prendere decisioni affrettate e potenzialmente disastrose (pensiamo a un matrimonio fondato solo sull’attrazione, che magari svanisce nel giro di un mese…).
2. Dovremmo rimanere sempre innamorati
La visione romantica della coppia porta a credere che innamoramento e amore siano la stessa cosa, e quindi in una coppia felice i partner dovrebbero rimanere sempre innamorati. Invece l’innamoramento è solo una fase temporanea, ed è un sentimento diverso dall’amore. Se però li confondiamo, quando l’innamoramento decade penseremo che l’amore sia sparito, e potremmo credere che non abbia più senso stare insieme.
3. Il mio matrimonio sarà per sempre
Quando ci sposiamo siamo convinti che durerà “finché morte non ci separi”. Da una parte crederlo è comprensibile (altrimenti esiteremmo a prendere un simile impegno); dall’altra è illusorio, perché ormai in Italia oltre la metà dei matrimoni finisce (e finiscono per una serie di ragioni) – senza contare quelli che rimangono insieme ma controvoglia. Quindi dare per scontata “l’eternità” dell’unione è ingenuo, oltre che rischioso.
Il primo problema causato da questa aspettativa è la tendenza a dare il matrimonio – o il partner – per scontati, e quindi impegnarsi di meno: si cade più facilmente nell’egoismo, nell’abitudine e nel calo del desiderio. Anche in caso di crisi, tenderemo a ignorarle (tanto siamo certi che non può finire), oppure a scegliere “scappatoie” (una vacanza, un amante, fare figli nell’illusione che rinforzino l’unione), invece di mettere in discussione la relazione. Un altro problema è che, se dovesse finire, si tende a cercare un “colpevole”: “Mi hai giurato che fosse per sempre, come osi farmi questo!” – cadendo nel rancore e nell’aggressione (che rendono la separazione traumatica per tutti), invece di capire le ragioni reali.
NOTA BENE: Queste osservazioni non sono un invito ad evitare il matrimonio, ma piuttosto un invito a sposarsi con più consapevolezza, per ragioni più solide e meno favolistiche.
4. Lui/Lei mi renderà completa/o e riempirà la mia vita
Alcune persone ripongono aspettative eccessive nella relazione amorosa: credono che il partner possa “magicamente” compensare tutti i loro difetti e mancanze, colmare la loro esistenza, renderli completamente felici. Credono che l’amore possa trasformare la loro vita da scadente a meravigliosa.
Queste persone sono forse influenzate dai miti romantici e dalle loro promesse mirabolanti. Oppure hanno scarsa autostima, per cui sperano che il partner possa completarli e conferire loro quella pienezza e soddisfazione che, da soli, non credono di poter mai raggiungere. Ma ovviamente nessuno può compiere simili “miracoli” (se non nei film): un partner amorevole può certamente darci molto, ma non può renderci completi, né guarire la nostra vita; anche essendo amati, avremo comunque i limiti e i problemi di prima.
5. Il partner mi deve amare a prescindere
Molte persone hanno una visione così idealizzata e ingenua dell’amore, da aspettarsi che il partner debba amarli sempre e comunque, a prescindere, solo perché esistono: anche quando sono critici, di malumore, freddi o aggressivi. Tra i casi più comuni che ho visto ci sono:
gli uomini che trascurano la compagna, la danno per scontata, smettono di apprezzarla o di desiderarla;
le donne che criticano di frequente il partner, lo sminuiscono, gli fanno pressione perché cambi, o smettono di fare sesso.
Quando poi il partner trascurato o criticato si raffredda e si chiude, costoro si stupiscono e si lamentano perché non si sentono più amati: ma non riescono a vedere che sono stati loro, per primi, ad amare meno i loro compagni. Nella pretesa di essere amati a prescindere, si aspettano che il partner li ami come se fosse un genitore (che ama i figli semplicemente perché esistono, senza che loro debbano fare nulla).
Credere che il partner debba amarci ugualmente anche quando l’abbiamo ignorato o ferito, è una pretesa che inaridisce ancor più il sentimento dell’altro (che si sente dato per scontato). L’amore reale non è una roccia immutabile, è molto più simile ad una pianta: è una creatura viva e sensibile, necessita cure e nutrimento per crescere, e viceversa patisce l’essere trascurata o maltrattata. Perché l’amore cresca in una relazione entrambi debbono prendersi cura dei bisogni e del benessere dell’altro; quando manchiamo di farlo, non stupiamoci se poi il partner si chiude o si allontana.
Desiderare senza pretendere
Le aspettative diventano particolarmente problematiche quando pretendiamo che vengano soddisfatte; quando crediamo che siano un diritto, o qualcosa che ci è dovuto – invece che, semplicemente, una nostra preferenza. Certo ognuno ha diritto a desiderare quello che più gli piace – ma l’altro non è obbligato a soddisfarci.
Ognuno cerca la propria soddisfazione, e desideriamo qualcuno proprio in base alla soddisfazione che egli ci dà (o che noi speriamo ci dia). Quindi è saggio:
- Mantenere delle aspettative realistiche.
- Imparare a chiedere quello che desideriamo (invece di presumere che sia evidente, o di aspettarci che gli altri ci leggano nella mente).
- Non pretendere quello che gli altri non vogliono….o non possono darci.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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